La cultura questa sconosciuta

Questo manifesto allude al grande contributo della storia italiana alla cultura mondiale e alle vestigia che di tale cultura rimangono. Ma la cultura non è solo questo: non è mera conoscenza. La conoscenza dell’intera Treccani non equivale a saper tirare le conclusioni da un ragionamento, da un calcolo o da un semplice evento. Comunque l’italiano medio non sa parlare se non vagamente di materie in cui l’Italia è maestra: della musica, del vino, prima ancora che dell’Umanesimo e del Rinascimento… Non può dirsi di certo che l’informazione e la scuola svolgano adeguatamente il proprio ruolo. Si passa dall’eccessivo nozionismo a forme di linguaggio poco accessibili e spesso troppo auliche. La cultura è “bella e divertente”, è una compagnia prima che arricchimento. Ma quanti la percepiscono come tale?

A che cosa serve la cultura se non stimola l’intelligenza? Iniziamo con questa domanda provocatoria senza entrare direttamente – cioè troppo presto –  in quest’aspetto particolare.

La parola cultura è stata usata e abusata in anni recenti, un po’ come la parola territorio… A tali concetti, ma specialmente al primo, pare si adatti particolarmente il detto: che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa… Di recente, però, si è un po’ rinunciato al termine, probabilmente per il solo fatto che il linguaggio – a volte la cosiddetta non lingua – procede “a mode” e …a momenti: paroline inutili, storpiature anche in alto loco, vedi il diffuso “piuttosto che” al posto di “come anche“. Uno schifo …se permettete. Ma non è il solo nel parlare corrente. Sono abitudini che sembrano durare, ma quando sono senza scopo, sempre …scompaiono.

In effetti il termine cultura è ampio e, quindi, vago. Spiegarlo significa avventurarsi in un terreno irto di difficoltà, ma ci proviamo lo stesso, con quel tanto di “cultura” che certamente possediamo, e certamente con una buona dose di …speranza.

Vasilij Vasil'evič Kandinskij fu un pittore russo, naturalizzato francese, anche anglicizzato come Vassily Kandinsky, precursore e fondatore della pittura astratta. E' certo che alla scienza non vada negata l'assistenza di un'altra "dimensione" del pensiero: la fantasia.
Vasilij Vasil’evič Kandinskij fu un pittore russo, naturalizzato francese, anche anglicizzato come Vassily Kandinsky, precursore e fondatore della pittura astratta. E’ certo che alla scienza non vada negata “l’assistenza” di un’altra “dimensione” del pensiero: la fantasia. La strada della fantasia è l’immaginazione. Senza di esse non si compie un terzo passo decisivo dell’esistenza umana: pur umana: pur 

Ecco, nello spiegare che cosa sia cultura, ci imbattiamo nell’altro concetto non chiaro – nonostante Galileo – di scienza. Già: dove inizia e dove termina la scienza? Preannunziamo che questo sarà uno dei punti d’arrivo del nostro ragionamento.

Fondamentale, nell’ambito culturale, è la distinzione del concetto di nozione. Si dice che l’insegnamento scolastico non debba essere “nozionistico“, ma quanti capiscono veramente che cosa sia la cultura e, soprattutto, l’insegnamento non nozionistico? Quel che è certo è che la vera e propria “guerra al nozionismo” ha causato danni notevoli alla cultura scolastica che, perdendo la nozione, ciò che è più facile impartire, ha finito per perdere tutto, ovvero, se non tutto, gran parte di se stessa.

Perché è accaduto che dalla cattedra, togliendo spazio alle nozioni, si siano perduti, sia i concetti , sia i ragionamenti. Dunque, secondo noi, la cultura non può, oltre che non debba, tendere a ridurre il numero delle nozioni. Il nozionismo è un pericolo, ma è indispensabile, perché si può ragionare solo attorno a nozioni. Cioè andando da una o più nozioni ad un’altra o altre più nozioni. Lo stesso risultato di un ragionamento diviene una nozione e, come tale, può entrare in rapida interconnessione con altre nozioni. Qualcosa del genere avviene anche nei calcoli matematici. Negli “insiemi” e non solo…

C’è di più: le nozioni – per esser utilizzate – vanno”tesaurizzate” e ciò avviene tramite la memoria, la quale funziona, sia con l’ausilio della forza concettuale di un ragionamento, sia con l’aiuto del mero “ricordare”. E’ soprattutto per questo (ma per altro ancora) che l’abbandono dell’insegnamento “a memoria“, accolto a braccia aperte, ha finito per impoverire la cultura scolastica. A quest’ultima osservazione fa riscontro un’evidenza “palmare”.

Parlavamo dell’unicità della cultura ed è appena il caso di osservare che la mera conoscenza scientifica non accompagnata da approfondimenti che spaziano nella storia del pensiero umano (filosofia), nell’arte e nella morale non può intendersi come “cultura”. Ciò vale anche nei confronti dell’assurdità di una “ignoranza profonda” di una cultura cosiddetta letteraria, in fatto di conoscenze scientifiche.  Ma a questo – almeno tradizionalmente – ha supplito il panorama fornito dagli studi liceali.

la base su cui Ainstein sviluppo ilsìogande pensiero.Dieca:lacultura è comeun paracadute,senonlo aprinon funziona...Tutto è energia,
Tutto è energia, la base su cui Einstein (1879- 1955) sviluppa il  proprio grande pensiero. Diceva: “la cultura è come un paracadute, se non lo apri non funziona”.

Quella fra cultura letteraria e scientifica è una distinzione che conta, perché la cultura è comunque unica – finisce per essere tale – soprattutto per quel che riguarda il nostro discorso. Esso volge verso ciò che fa parte delle conoscenze diffuse, del modo di ragionare e giudicare di una generalità di persone o concorre a quella “ragione” che costituisce il “bagaglio comune” di un “consorzio sociale e civile”. Se una materia, infatti, è poco studiata e approfondita, questa è certamente la sociologia. Tale trascuratezza è erronea. Nonostante il grande interesse iniziale suscitato da questa materia, difficilmente si è concordi nel giudicarla una scienza. Ma, se è vero che essa si confà, in gran parte, a valori statistici (ecco una sorta d’accusa)  questi costituiscono uno “strumento” condiviso da tutta la scienza moderna… Non si vede dunque – ma questo è solo un inciso – perché non considerarla scienza. Visto, soprattutto, che approfondirla e diffonderla sarebbe di grande utilità sociale.

Discorso a parte meriterebbe l’interdisciplinarità, che  è un’altra nota dolente, insieme al “non nozionismo”. Concetti certamente poco chiari nell’ambito della …cultura scolastica.

L’interdisciplinarità è letteralmente “latitante”, nonostante gli sforzi in positivo, nell’ambito dell’insegnamento scolastico. Spetterebbe ai singoli insegnanti illustrare i vari collegamenti fra le diverse discipline e, soprattutto, fra storia, letteratura, arte vera e propria. Per esempio, al fine di mostrare in qual modo l’arte rappresenti in ogni periodo – non certo coincidendo esattamente con i secoli, con “lo spirito dei tempi“. Infatti, delineare l’identità di ciascun secolo è molto utile. Specie nel definire quali svolte abbia avuto il “vivere borghese” dal Medio Evo ad oggi. Perché il costume borghese appartiene alla generalità dei “cives”,al …popolo tutto, determinandone i comportamenti. Tali aspetti vengono, invece, trascurati e la storia viene rappresentata soprattutto come un… susseguirsi di guerre e di battaglie.

Vi sono – occorre precisarlo – anche conoscenze, legate anche alla vita sociale, ma facenti parte del patrimonio comune di una nazione ricca di storia – antica e recente – come l’Italia, che non possono e non dovrebbero essere ignorate.

Sorprende l’ignoranza generalizzata degli italiani riguardo la musica, pur essendo l’Italia – al riguardo – un faro nel mondo: in Italia i più non sanno che cosa sia uno spartito, non sanno riconoscere un baritono da un tenore, confondono Verdi con Puccini, credono che Leoncavallo sia solo il nome di una strada…

Lo stesso dicasi per la conoscenza del vino. Gli italiani, primi produttori al mondo, ignorano in massa l’abc della vinificazione, la distinzione fra un monovitigno e i vari “tagli”. Ignorano che cosa occorra sapere o comunicare nell’identificare un vino. Non sanno che Nebiolo è anzitutto un’uva (pregiatissima), Barolo e Barbaresco sono due vini che ne derivano, prodotti nel territorio di due paesini che portano questi nomi. Barbera, infine, è sia un’uva che un vino. Tanto per precisare, siamo in Piemonte, nella zona di AstiAlba. E’ la terra dei tartufi ed anche terra che ha dato “i natali” alla Nutella…

Torniamo, adesso, al nostro provocatorio “inizio”. Il risultato di un “acculturamento” di livello appena medio dovrebbe far sì che si sappia riconoscere quando una verità sia scientifica, quando possa esserlo, quando è impossibile che lo sia. Si diceva cinquant’anni fa – giustamente – che un alunno all’esame finale di liceo sia “maturo” quando sappia individuare il sofisma in un ragionamento…

Oggi un “nemico” da cui difendersi è di certo il “giornale unico”, la menzogna mediatica, auto referenziata dalla fama di una testata. Quella che reclama la propria “autorità“, che mette in guardia “il popolo” dalle “fake news“, come se nel mondo dell’informazione ufficiale non piovessero le …bufale. Specie quelle gradite ai “massimi poteri”.

Una generalità di persone provviste di una cultura approssimativa può “bersi” tutto, come si dice in gergo. Non hanno, del resto, fonti più persuasive, per informarsi, “migliori” del “giornale unico”. E’ questo che crea “l’opinione comune”. Il pericolo per il mondo di oggi è decisamente “in agguato”

Ma, diciamo noi, ci si può dire “culturalmente adulti” quando si sappia riconoscere con buon margine da che parte stiano la verità e la ragione (anche se questa sia spesso  più vaga), ma anche quando si sappia sospettare dove sia l’inganno ed, infine, anche quando ci si debba, invece,”fidare”. Perché “diffidare di tutto” è molto facile, è puerile, quanto fidarsi troppo, ed è un altro sintomo d’ignoranza.

Germano Scargiali

Nota

Per quanto il discorso si faccia sempre più complesso, resta valida l’idea innovatrice fondamentale e generalizzabile di Galileo Galilei:  un risultato, teorico o sperimentale, può essere considerato effettivamente scientifico quando può essere accettato come tale dagli altri scienziati e questi lo accettano perché ne riscontrano anch’essi la “veridicità scientifica”.

E’ facile notare come oggi siamo spesso di fronte a semplici “ipotesi scientifiche“, presentate come se avessero un contenuto di certezza, che, al contrario, è visibilmente indimostrabile. E’ il caso dei discorsi sul surriscaldamento, i “mutamenti climatici“, l’effetto serra e – addirittura – sui “gas serra”. La sola certezza riguarda il fatto che vi siano enormi interessi mirati a sostenere che i mutamenti climatici siano in corso e siano soggetti o modificabili in relazione alla quantità di emissioni di CO2 da parte delle attività umane.

"Cultura" in una moderna rappresentazione pittorica. La scala rappresenta bene il senso della cultura come faticosa ricerca. La scala del sapere, come dimostra già la vita moderna, è infinita.Non bisogna distrarsi: l'umanità continua a salire...
Cultura” in una moderna rappresentazione pittorica ricca di simboli. La scala rappresenta bene il senso della cultura come faticosa ricerca. La scala della conoscenza, come dimostra già la vita moderna, procede verso vette prima impensabili. Non bisogna distrarsi dal vero: l’umanità continua a salire lungo i gradini del sapere. Incontra evidenti problemi, ma ne trae grandi vantaggi: la sommatoria – come insegna la storia –  porta decisamente il segno +… (Gelis)

Tali osservazioni non tengono conto – fra l’altro – che, se fosse necessario, il progredire della tecnologia farebbe miracoli. Si pensi alle navi, appena sperimentate per ripulire gli oceani: una sola ripulirà l’Atlantico in 1 anno. E’ provato anche che il mondo è già molto meno “inquinato” di 50 anni fa.

Nota 2

L’inarrivabile fisico e astronomo Galileo Galilei (uno dei primi tre o quattro scienziati d’ogni tempo) crebbe in un ambiente

Galileo in un ritratto seicentesco vergato a pastello nero da Guido Reni. La ritrattistica era passata dell'esperienza del Rinascimento e viveva quella del baroccoche rappresentava i crucci di un'epoca che -mentre innescava i primi "modi" del mondo moderno - aveva perduto le precedenti certezze morali.
Galileo (1564 – 1642) in un ritratto seicentesco vergato a pastello nero da Guido Reni. La ritrattistica era passata dell’esperienza del Rinascimento e viveva quella del barocco che esprimeva i crucci di un’epoca che pur innescava i “modi” del mondo moderno, ma aveva perduto le precedenti certezze morali.

umanistico e artistico più che scientifico. Nato a Pisa nel 1564 da Vincenzo, compositore e teorico della musica, ebbe una profonda educazione, sia musicale, sia letteraria. Conosceva a memoria i classici latini e fu egli stesso poeta, ma non solo: fu un eccellente disegnatore, nutrendo una spiccata passione per le arti figurative. Secondo i suoi biografi, in un primo momento egli era stato addirittura più incline a studiare pittura anziché matematica. Fra i più intimi amici di Galileo vi era il pittore fiorentino Ludovico Cigoli (1559-1613), che gli rimase fedele per tutta la vita e con cui intrattenne un costante rapporto epistolare.

Fra i pittori egli amò Giorgione, Tiziano, Raffaello. Criticò, invece,  Parmigianino, Bronzino e Annibale Carracci. Questi viene,  tuttavia, definito da altri  come “colui che superò i dialetti, inventando l’italiano in pittura”. Insomma, quando esprimeva “opinioni”, anche Galilei poteva sbagliare…

Nota 3

Galileo Galilei (che non era giunto alla laurea, avendo studiato privatamente, anche per passione) faticò a trovare un posto di insegnante di matematica all’Università di Pisa (non era richiesta una laurea ma un esame). Ottenne un contratto triennale dall’ateneo che accostava all’insegnamento della matematica quello dell’astronomia; la paga di 60 fiorini al mese, dalla metà a un decimo di quella dei suoi colleghi, era indice di quanto tali materie fossero poco considerate, ma gli permetteva comunque di non gravare più sulla famiglia paterna (che non era ricca). Ciò prova come solo dopo la Rivoluzione industriale, le conoscenze scientifiche abbiano preso il sopravvento rispetto alle scienze umane. In Tal senso, si è andati – probabilmente – oltre misura…

Galileo Galilei fu scienziato ed anche filosofo. Nonostante perseguito dalla Chiesa, non perse mai la fede cristiana

 

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