La destra guidata da Salvini stravince comunque alle due regionali

Matteo Salvini in piazza. Così a Milano (piazza Duomo) come a Roma (piazza del Popolo).

Una strana vittoria in Romagna, quella della sinistra e una strana sconfitta quella della destra. Il Pd gongola voltando le spalle alla tombatura degli alleati a 5Stelle (che è un traguardo importante per l’Italia), ma è la prima volta a livello regionale che un “altro” partito gli arriva al fianco. Ed è un partito “allogeno” che porta la bandiera di un’altra regione: non dimentichiamolo, quella dei…lumbard.

Ma c’è di più: ha preso più voti la coalizione a guida Lega e solo il voto disgiunto, mai verificatosi in questi termini, avrebbe invece dato la vittoria al candidato opposto.

La Lega si conferma il primo partito d’Italia. quanto al presidente della regione rossa per eccellenza “Emilia Romagna”,in questo Bel Paese – dove “la legge è puntualmente disuguale, differente, diversa” a seconda dei casi, delle situazioni, dei luoghi e dei momenti – se si fosse votato col sistema elettorale adoperato nella Regione Calabria, la presidente della

La senatrice Lucia Borgonzoni sarebbe prsidente in Emilia Romagna sesifosse votatocolsistema in vigore in Calabria.
La senatrice Lucia Borgonzoni sarebbe presidente in Emilia Romagna se si fosse votato col sistema in vigore in Calabria.

Regione sarebbe stata l’ennesima donna di destra, la Borgonzoni e non Bonaccini.

Questo gongola e “pontifica” subito, da buon tardo comunista, definendosi praticamente depositario ideale della “verità” e auspicando un assolutamente improbabile uniformarsi della Penisola al modello storico dell’Emilia Romagna.

In realtà ha vinto una coalizione improvvisata, raccolta in funzione “anti Salvini” in cui un ruolo fondamentale ha giocato un movimento “quasi locale”, un neo movimento, tirato fuori come il classico coniglio dal cappello a cilindro: le sardine. Un’abile mossa, come era stata la creazione dei 5Stelle, già discioltosi come un cartoon nella inesorabile salamoia (Who Framed Roger Rabbit, ndr) del tempo. E “in tempi brevi”, come usa fare la storia nel XXI secolo…

Nella Regione Calabria la destra, guidata da Salvini stravince e sottolinea l’avanzata di FdI di Giorgia Meloni che anche”fuori casa”, nell’avversa Emilia Romagna ha superato il 10%. Se l’Italia fosse formata dalle due regioni interrogate ieri, la destra sarebbe incaricata dall’elettorato, come nei fatti avviene da anni, da un governo di destra…

In Calabria Jole Santelli ha inchiodato Callipo su un misero 29%.
La bella Jole Santelli ha inchiodato Callipo su un misero 29%.  Rappresenta Forza Italia concedendo una nevralgica regione ad un partito che in Emilia cercavano di dare per morto.

In Calabria Iole Santelli con il suo 60% contro il 30% ha inscatolato Callipo. Già: di professione “inscatolatore“.

I tardo comunisti hanno ben poco da gongolare: la loro agonia prosegue, sono riusciti solo a prolungarla, soffriranno di più fino a sperare anche loro nel colpo di grazia. La Calabria rilancia anche Forza Italia che si sveglia questa settimana lieta di non essere finita in salamoia come i 5Stelle.

Della Calabriamamma Rai” parla poco e “di striscio“. In realtà nel piede d’Italia, la destra ha detronizzato la sinistra, compiendo sonoramente – e non a stento – l’opera sfuggitagli per il momento in Emilia Romagna. La Tv di Stato Conferma così da che parte stia la corrente mediatica, il giornale unico, sordo – a dispetto di tutto e di tutti –  alla volontà della piazza che, a livello nazionale, non fa che confermare da anni una scelta precisa…

In Calabria la destra stravince Lo strano imprenditore comunista, Callipo, quello che smercia un ottimo tonno all’olio e farebbe meglio ad inscatolarlo senza distrarsi, viene sconfitto sonoramente. Non aveva mancato di sfoggiare la sua prosopopea di tardo comunista. Aveva sottolineato la propria esclusiva, depositaria della verità,come e quanto potuto fare da Bonaccini appena acquisita la certezza della propria vittoria elettorale.

In realtà questa verità solo un pezzo da museo, un’auto d’epoca messa ancora in condizione di “andare in moto” a titolo meramente dimostrativo. E’ un modo di amministrare che serve solo a frenare lo sviluppo, addirittura ad evitarlo, per la felicità dei Soros e delle massime oligarchie bancarie, desiderose soltanto di “mantenere il controllo” di un mondo che, anche in crisi costante, rende un patrimonio a chi detenga le redini della finanza.

Già: dell’economia, della crescita, della fame nel terzo mondo e nelle stesse periferie del mondo evoluto che conta?

In Emilia Romagna è stata una mobilitazione: i giovani poco colti e informati, facile preda di goliardiche adunanze attorno alla bandiera delle sardine, da una parte e gli anziani incalliti da anni di orgoglio filocomunista si sono compattati  – forse per l’ultima volta – per frenare l’arrivo del progresso neppur attorno ad un’idea, ma attorno ad un candidato che, grazie al voto disgiunto, ha scongiurato la vittoria del “cattivo”: tutti contro il nuovo simbolo dell’anticomunismo, lui il cattivo, Matto Salvini che, dopo aver conquistato la Val Padana, ha già riscosso credibilità fino a …Lampedusa.

Il governo di Giuseppe Conte salva le poltrone: nulla è perduto, per il momento, fuorché l’onore. Embé? Che importa? Il procedere veloce della storia ai nostri tempi, cui accennavamo, li spazzerà presto via…

Rai news 24 riporta per tutta la notte sotto lo schermo la ‘storica frase’ di Bonaccini: “speriamo che l’Italia somigli sempre più all’Emilia Romagna“. Sostituita alle 6 con la frasedi Callipo: “La Calabria non ha appoggiato chi proponeva il cambiamento”.Sarà…

Per noi, liberali e cattolici, la speranza è la irrinunciabile e “cristiana” virtù teogale (assieme a fede e carità). Ma non quella alla Bonaccini. Qui siamo, invece, in uno dei non rari casi pratici in cui vale il detto: Chi di speranza campa… 

Scaramacai

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