La giornata ecologica: poco più che un gioco!

Festeggiamo il supposto ‘Natale della Tera’ ma che sia una festa, non andiamo al di là dell’affetto profondo dovuto alla Terra che ci ha dato i natali.Simboleggiamola pure con Demetra, ma non dimentichiamo che la vera fede va diretta a Dio, non al Pianeta o al cosmo…

C’è chi mi esorta ad essere breve: lo sarò!

Bisogna assolutamente smentire chi (una mastodontica corrente d’opinione ed una assillante campagna mediatica) afferma che il problema dell’inquinamento del pianeta sia un problema di costume, una responsabilità  sociale. Cioè che sia attribuibile al comportamento comune, cioè – in pratica – a quello dell’individuo. Siamo più chiari? Dell’uomo qualunque.

Non è così.

Il problema dell’inquinamento necessita di interventi a livello politico, nazionale e internazionale. Sono interventi ‘macro‘ che vanno dalla bonifica dei luoghi già inquinati (vedi Priolo in Sicilia) a provvedimenti presso le grandi industrie (scarichi industriali), le grandi città (inquinamento oro fecale da fognature), il gigantismo navale.

Non solo: la mano pubblica, sia a livello nazionale sia – anche stavolta – a livello internazionale, incontra difficoltà, altrettanto’macro’, nell’affrontare gran parte di questi problemi. Si pensi al problema della plastica. Abolirla? In poche settimane si è dimostrato che non solo è impossibile modificare un certo ‘habitus ‘ industriale, ma che sarebbe ancora più inquinante utilizzare altri materiali alternativi.  In questo caso la soluzione è più che pronta: i termovalorizzatori o inceneritori.  Sono perfetti, non inquinano, producono energia ma un’ideologia vi si oppone. E vi si oppone anche l’interesse di chi lucra sullo smaltimento rifiuti tradizionale. La differenziata è una panzana per il semplice fatto che nell’indifferenziato finisce tanta roba da richiedere ancora l’uso degli inceneritori o – sola alternativa – le discariche a cielo aperto. Ovverosia, quanto di peggio. Ma ripetiamo: c’è chi lucra sui trasporti e sulle discariche stesse. Inoltre fare concime e nuovo vetro o nuova plastica o nuova carta costa molto più caro che produrre il tutto da zero.

Non dimentichiamo di accompagnare la vita con la presenza continua della nostra fede. Non celebriamola terra più di quanto non facciamo con Nostro Signore.
Non dimentichiamo mai la fede: che sia sempre presente nella vita di ciascuno e della comunità. Non celebriamo la terra al di sopra di quanto non facciamo con Dio. Il suo verbo ci suggerisce fiducia nell’indole umana. Per questo ha concesso ragione, coscienza, ricordo, libertà. Tutto ciò vola e volerà sempre alto rispetto alla natura inanimata!

Così – sempre per inciso – c’è chi lucra su petrolio  e metano, per cui porta avanti bazzecole come pannelli solari e pale eoliche (continuamente oggetto di incriminazioni) e spinge indietro nucleare ed idrogeno: dev’essere il cittadino a pagare per l’energia solare ed eolica e i soliti noti a continuare a lucrare sul petrolio. Questo è, del resto, ancora la colonna portante dell’economia e delle borse (lo vediamo in questi giorni in cui c’è meno consumo e le borse vanno a terra). 

Ripetiamo: in tutto ciò la ‘mentalità corrente‘ e l’atteggiamento dell’individuo contano poco o niente.

Quando mai l’uomo comune viene invitato a sedere sui tavoli decisionali? La legge sancisce oggi più divieti di quanto non porti avanti progetti. Questo è un travisamento culturale che si giova di un certo adagio mediatico: il concetto di ‘scarsità’ giova alle ‘voglie’ del fisco insaziabile! Chiarissimo “Voi avete consumato troppo, adesso pagate!” Chiaramente è troppo, è dittatura. Impara tu, stato, a risparmiare come ‘noi’ facciamo nel privato!

La giornata del natale del mondo è un fatto puramente culturale… 

Facciamo festa, non guasta mai, celebriamo,  ma non illudiamoci affatto di aver contribuito alla soluzione di alcun problema. La saturazione della natura, inoltre, non è affatto prossima: la scienza e la tecnica avranno tutto il tempo di rimediare ai mali quando saranno veramente vicini. Ma già in molti modi lo fanno. Purché non si fermino – come vuole qualcuno in alto loco – la crescita e lo sviluppo. Questi concetti sì che vanno coltivati a livello generalizzato. Questi sì che rappresentano un fatto sociale! I dati certi sono i seguenti: la redditività per ettaro cresce e crescerà ancora. Le terre ancora incolte sono di gran lunga più estese di quelle già coltivate. La sericoltura fa il resto… Il problema dell’esplosione demografica è dietro le spalle  lo sarà anche nel terzo mondo quando questo – infallibilmente – recupererà il gap economico e socio civile…

Stessi discorsi in fatto di mafia

Puntualizzando che la mafia che uccide – per organizzata che sia in una cupola – è solo la parte più visibile e rumorosa del fenomeno mafia, l’intera realtà mafiosa si trova a livello talmente alto ed estraneo a ciò che compare epidemicamente nella realtà ‘civile’ che si possa solo mitigare, gestire. La cosa più probabile è che non sarà mai estirpata: essa si annida persino nei tribunali, ma soprattutto al di sopra dei governi, nel ‘deep state‘, negare la cui presenza è men che puerile.

L’individuo – per inciso –  viene anche incolpato del deficit dello stato: saremmo ‘noi‘ ad esser vissuti e vivere al di sopra delle possibilità consentite dall’economia corrente. Ma si può sapere che ‘cavolo’ c’entra? Lo spreco di denaro pubblico (che causa il deficit) dipende – ovviamente – dai pubblici poteri (governi) e non dalla Nazione (cittadini).

Ripetiamo: non parliamo facilmente dell’Italia in termini di povertà a causa del deficit dello Stato. Badiamo alla bilancia commerciale ed a quella dei pagamenti: queste sono da sempre e saranno ancora decisamente in attivo.

Germano Scargiali

Nota

Palermoparla è stato abbastanza ‘breve’? Ci son voluti meno di 20′ a scrivere e, speriamo, meno di 5′, a leggerlo. Ma queste verità assolute vanno proclaate contro un’informazione pubblica asservita al peggio della società, ai peggiori poteri che alimentano tali balzane idee non certo per ignoranza, bensì per occhiuto interesse!

Nota 2

Il malinteso ‘culto’ per l’atteggiamento laicista conduce non solo all’edonismo pagano e con esso al salutismo ed all’ecologismo ideologico, ma  rafforza l’idea che “l’assoluto” sia in ciò che si vede: la natura – che appare eterna e che  sopravvive all’individuo – diventa Dio

Si finisce per adorare non un solo elemento della natura (l’albero secolare, il grande fiume, il grande monte…) ma la natura per intero. Con evidenza, trattasi di un culto di tipo pagano, addirittura totemico…

Ma non solo non si deve amare la Natura al disopra di Dio. Ma neppure la natura al di sopra dell’uomo

il volto umano è il più bel panorama che si possa ammirare

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