La morte di Naval’nyj Qualche considerazione

La scomparsa di una persona come Aleksej Naval’nyj certamente colpisce e addolora. Un politico, un attivista coraggioso e caparbio come lui non avrebbe dovuto fare una fine così terribile, ci uniamo perciò al dolore dei suoi numerosi sostenitori, ma pensiamo che occorra sempre riflettere prima di trarre troppo facili conclusioni.

A chi conviene principalmente la morte di Naval’nyj? Non certo a Putin perché sarebbe come un riconoscimento plateale delle proprie colpe. Putin sarà anche cattivo, ma stupido crediamo di no.

Certo un suo intervento diretto nella vicenda non sarebbe del tutto da escludere, ma perché far morire un uomo già in carcere e supercontrollato? Tra le sbarre muoiono tante persone per le cause più diverse, per opera di altri carcerati, di spie, di oppositori politici o, più probabilmente, a causa di un interrogatorio finito male (pare infatti che abbiano tentato di rianimarlo). Se Naval’nyj aveva i suoi sostenitori certamente aveva pure i suoi nemici o magari i suoi amici-nemici disposti a tutto pur di fargli fare la fine del martire a favore della “buona causa”.

Si possono fare tante ipotesi, tutte plausibili, ma difficilmente si potrà sapere che cosa sia realmente avvenuto.

La storia, poi, è piena di “eroi” trasformatisi in dittatori o viceversa.

La vicenda di Giuseppe Garibaldi è emblematica. Da “eroe dei due mondi” oggi è divenuto il carnefice per eccellenza, il venduto ai Savoia, il traditore del Sud e chi più ne ha più ne metta. Se, invece, si studiasse in modo più approfondito la sua vicenda si scoprirebbe che se le zone d’ombra non mancano, neppure si può dire delle luci. Fu avventuriero e corsaro, non solo sognatore e idealista. Grande protagonista dell’unità d’Italia, da repubblicano che era inizialmente divenne monarchico. Promotore della spedizione in Sicilia, riuscì a togliere il regno ai Borbone, ma in ciò aiutato anche da molti traditori che gli avevano spianato la strada. 

Compiuta l’annessione del Regno delle due Sicilie da parte della monarchia sabauda, annessione formalmente accettata dalle popolazioni con la farsa del Plebiscito, Garibaldi fu poi scaricato dai sovrani piemontesi e neppure la sua richiesta di far arruolare i suoi uomini nell’esercito regolare fu accolta. Per finire, per onor di cronaca, va pure detto che Garibaldi cercò di perorare alcune richieste del popolo meridionale, ma senza successo.  La realtà storica molto spesso differisce da come viene raccontata nei libri di storia.

Per concludere, tornando a Naval’nyj, chi può dire se fosse realmente un liberatore del popolo russo o, piuttosto, fosse sostenuto da qualche altro tipo di potere molto più in alto?

Di certo la storia è piena di “liberatori del popolo” sostenuti da “Poteri forti”.(LGS)

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