L’Umbria fa conversione a U e va a destra: la disamina di Guido Francesco Guida

Non bella ma solare, Donatella Tesei rappresenta il ripensamento dell’Umbria di San Francesco rispetto ai lunghi anni in cui aveva accolto le idee del materialismo storico di sinistra, che poco hanno a che vedere col cristianesimo e la realtà della vita… (G.S.)

Guido Francesco  Guida, medico cardiologo e giornalista, che ci gratifica con le sue corrispondenze, ci consente di pubblicare questo suo testo che trovate anche sulla sua pagina Facebook.

Umbria, 27 Ottobre 2019.

Vince Donatella Tesei con circa il 60% delle preferenze. La Tesei, leghista e sostenuta anche da Fdi e Forza Italia, ha sconfitto Vincenzo Bianconi candidato di PD e M5S con circa il 20% di differenza. Poco spazio per gli altri candidati. 700mila elettori chiamati alle urne, affluenza in netto rialzo: alle 19 era 52,7%, + 12 per cento rispetto al 2015. Gli elettori avevano voglia di votare ed hanno votato decretando una vittoria pesante e significativa. Non tanto per il risultato, comunque sostanzioso, ma perché questa regione dalla sua nascita era stata governata dalla sinistra e perché gli elettori hanno anche sconfessato l’espressione della nuova coalizione PD e M5S attualmente al governo nazionale. Invero questi ultimi due partiti consapevoli del fatto che da mesi tutti i sondaggi li avevano dati perdenti avevano cercato di mimetizzarsi nel nome di un candidato cosiddetto civico, ma gli umbri non hanno abboccato ed hanno decretato comunque la loro sconfitta. Ricordiamo che proprio in Umbria era recentemente scoppiato lo scandalo dei concorsi truccati a favore degli amici PD, scandalo che proprio i 5 stelle avevano cavalcato scagliandosi ragionevolmente contro il PD per poi formare con il loro il governo nazionale e presentare un candidato condiviso alle elezioni. I cittadini però non hanno per nulla gradito sconfessando e bocciando la coalizione mimetizzata.
PD e 5 stelle in quest’ultimo periodo hanno cercato di derubricare l’importanza della elezione arrivando a darle un peso minimo in considerazione – come ha detto Conte – che il voto rappresentava «meno della provincia di Lecce». Resta, però, il fatto che, al di là dell’importanza in quanto rappresenta una regione italiana, per loro era un test di apprezzamento dell’elettorato nei confrtonti del governo nazionale e per la ormai chiara convergenza futura fra i due partiti.
Mal di pancia per una minima parte il 5 stelle che forse in futuro potrebbe avere un ripensamento, ma ormai la coalizione è organica, tant’è che a chiudere la campagna elettorale erano andati sia il premier Giuseppe Conte che il capo politico del M5s Luigi Di Maio, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e Roberto Speranza, ministro della Sanità di Liberi e Uguali.
Grande vincitore invece il centro destra con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Anche Forza Italia si ancora ai due vincenti cercando di ricostituire quella coalizione che da tempo in tutte le recenti elezioni non ha perso un colpo, esprimendo sempre il sentimento popolare. Prossimi appuntamenti Calabria ed Emilia-Romagna e poi, nel 2020, Toscana, Liguria e Campania. Quanto resisterà la coalizione attualmente al Governo? (G.F.Guida)

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