Oggi commemorazione della strage comunista nelle foibe

Egea Haffner, la bella bimba con la valigia, una delle poche foto simbolo della fuga degli italiani istriano giuliano dalmati dal feroce regime titino comunista della Jugoslavia. In quelle terre si ‘instaurarono’ comunque la povertà generale e l’infelicità sociale. Ma tant’è… La bambina, oggi ottuagenaria vive, dopo aver sposato un ingegnere, a Rovigo. Getta acqua sul fuoco: “Commemorate solennemente, ricordatemi pure, ma non strumentalizzate il mio personaggio. Anche questo diventerebbe un modo per offendere quel triste passato”.
Foibe
Rappresentazione verticale di una foiba (cavità formate dal fenomeno carsico): Alcune migliaia di corpi vennero gettati vivi. Per legarli mani e piedi venne usato il fil di ferro. La colpa? Essere italiani, anche solo di padre o di madre. Per non dimenticare! Sì, ma per chi suona la Campana? Sempre da una parte?

Sulle foibe neppure una volta l’anno, quando è l’anniversario. Cerimonia condivisa? Non se ne parla neanche!

Per gli istriani e dalmati gettati vivi nelle foibe legati mani e piedi col ferro filato, nessun commento, nessuna messa, nessun atto di pietà. Tranne che per quei coraggiosi che marciano per strada con una bandiera e portano una corona… 

C’è stato di peggio. Al Pd il problema delle foibe sta evidentemente sullo stomaco… Maurizio Gasparri ha parlato ‘in rappresentanza del Senato’: “…Il Pd, disonorando le vittime, ha lasciato la cerimonia a Basovizza. Ormai è palco della destra sovranista…”

Nulla di nuovo da parte degli amici del criminale assassino comunista Tito. Quelli che fino alla caduta del Muro di Berlino avrebbero portato gli italiani fra le braccia di mamma Urss. Caduta fragorosamente e ben auguratamente anch’essa.

Quanto alla foto in alto (vedi in motore di ricerca l’anno scorso la storia di una giovane universitaria uccisa nelle foibe) ciò che ha affermato stamane da un uomo politico dei luoghi interessati…

Ecco quanto è stato dichiarato questa mattina dall’assessore regionale e portavoce di Fratelli d’Italia, Fabio Scoccimarro, nel corso dell’odierna puntata di ‘’Sveglia Trieste’’.

‘’Sono d’accordo – ha affermato Scoccimarro – nel concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, testimone vivente delle brutalità commesse dal Nazismo, nel ‘900. Alrettanto giusto ritengo sia dare la stessa cittadinanza alla polesana Egea Haffner, la celebre bambina ritratta con l’ombrellino e la valigia con la scritta ‘’Esule Giuliana’’, tutt’oggi vivente e testimonianza delle brutture di un’altra vergogna del secolo scorso; il comunismo’’.

Testo raccolto e commentato da Germano Scargiali

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COMMEMORAZIONE A PALERMO

Nella serata una celebrazione è stata organizzata in modo semplice  informale nella sede politica dell’Onorevole Carolina Varchi a Palermo.

Ha parlato Gino Zambiasi, presidente dei profughi istriani giuliano dalmati, di cui fanno parte anche i noti comandanti di Marina Martino e Oscar Casagrande, personaggi e sportivi di livello oggi molto palermitani e molto stimati (“fummo accolti da fratelli” affermano).

Gino Cambiasi, oltre a commemorare il passato, ha indicato le perduranti difficoltà degli (ormai ex) profughi provenienti dalle “terre irredente”  o già territorio italiano. Ad esempio perché in documenti come la la partita Iva e la tessera sanitaria non trova posto correttamente – specie nell’interfaccia con le apparecchiature elettroniche e telematiche – chi non sia nato in una località che non risulti oggi in Italia. Assurdità della realtà che ci circonda: come non trovare una soluzione per tanti individui in queste condizioni?

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DISPARITÀ DI TRATTAMENTO DEI FATTI STORICI

Non si può non notare la disparità di trattamento dei fatti storici. Da oltre 70 anni, parlando dell’olocausto (come se fosse ‘unico e solo’ nella storia umana per collocazione per le su caratteristiche nel tempo e nello spazio mentre non è certo così…) s’impongono le chiare regole di un politically correct assoluto.E il “negazionismo” anche parziale è come un reato.

Quando si giunge invece all’anniversario di oggi, alla giornata della memoria dedicata alla Foibe, l’atteggiamento è del tutto diverso. Dubitare, mettere in discussione, addirittura giustificare diventa non solo lecito ma addirittura doveroso, e gli atteggiamenti verso chi si permette di oltraggiare quella memoria sono assai meno categorici. E’ già a dir poco sconcertante che al senato della repubblica venga chiamata l’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) a tenere un convegno sulle foibe, quando alcune sue sezioni, come quella di Lecce, se ne possono uscire fuori con affermazioni come quella che segue…

“Se la decisione di attribuire alla senatrice Liliana Segre la cittadinanza onoraria va nella giusta direzione della memoria pubblica dell’Olocausto e del contrasto necessario all’odio antisemita, la decisione simultanea di titolare una via a una presunta martire delle foibesu proposta della destra post-fascista, è deplorevole e mistifica la memoria della guerra partigiana di Liberazione che fu un fatto storico europeo”.

La “presunta martire” in questione sarebbe Norma Cossetto, seviziata e uccisa dai partigiani slavi nel 1943, insignita della Medaglia d’oro al valor civile nel 2005 dal presidente della repubblica Azeglio Ciampi.

Ma, se  solo manifestare scarsa simpatia a Liliana Segre può far rischiare il posto a un’insegnante, ecco che una sezione dell’Anpi può tranquillamente permettersi di offender vilmente memoria di una ragazza atrocemente torturata e gettata ancora viva in una delle famigerate cavità carsiche chiamate foibe, destino che avrebbe poi condiviso con alcune altre migliaia di infelici rei soltanto di essere italiani. Per non parlare dei ripetuti oltraggi a base di falce e martello come quelli verificatisi a Casale Monferrato e Pomezia, dove le lapidi che ricordano i martiri delle foibe sono state vilmente sporcate e oltraggiate. A voler esser precisi si potrebbe notare che i metodi usati dagli osannati partigiani nel colpire da italiani altri italiani non differirono molto da quelli dei feroci “titini”. Ne furono “oggetto”tutti colori che erano anche solo sospettati d’essere stati …fascisti.

Ma niente andrebbe esaltato. Tutto andrebbe ugualmente commemorato come un momenti terribile in cui uomini adottarono contro altri uomini atteggiamenti riprovevoli e inammissibili…

Ad impostare correttamente il problema interviene la stessa Egea Haffner, la celebre bimba con la valigia, oggi ultra ottantenne moglie di un ingegnere a Rovereto.

Egea Haffner vive oggi a Rovereto.
Egea Haffner vive oggi a Rovereto. Ha parlato da gran signora: sì il sacrosanto ricordo, ma niente politica e basta con l’odio.

Come si nota, neppure il cognome non italiano era sufficiente d evitare d’essere considerati “colpevoli” come italiani. Né era necessaria la prova di sentimenti o comportamenti …fascisti.

Alla domanda: Come si spiega questo rinato interesse nei suoi confronti?
“Non si può non vedere in tutto ciò – risponde La Haffner –  una certa strumentalizzazione politica. D’altronde, vedere consigli comunali che si scontrano su relative mozioni, prima presentate, poi ritirate, non può che avvalorare la tesi. Da quanto mi risulta, inopinatamente, in questi giorni diverse amministrazioni comunali hanno dato vita a simili iniziative nei miei confronti. Una serie di mozioni a cui è stato abbinato il mio nome a quello della senatrice Segre, per un riconoscimento contemporaneo di cittadinanza onoraria. Se qualcuno l’ha fatto è andato oltre le righe e, venendone a conoscenza, scriverò un …no grazie“.

Si sa bene come la Haffner abbia sempre manifestato un acceso risentimento per come sia stato trattato il ricordo dei martiri giuliano dalmati e la loro “fuga” in Italia, come quella della sua famiglia chele ha consentito d’essere ancora viva. Ciò che si deve evidenziare nella sua reazione è la signorilità morale di chi sta “da una certa parte” rispetto all’intransigenza ideologica di chi sta dall’altra. Dal livore e dall’odio costantemente conservato nei decenni e manifestato ancor oggi! Il tutto alimentato da una propaganda precisa, unidirezionale, intransigente del “potere” che ha imposto i paletti di un politically correct e il bavaglio stretto a chi volesse accennare ad un minimo di contraddittorio…

Nota. “Vauro” Senesi ha appena definito “trucido” il giorno delle foibe, come segue: “Il Giorno del Ricordo è un trucido strumento di propaganda sovranista e neofascista”, ha tuonato ai microfoni dell’ Adnkronos. Ha attaccando, poi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver parlato di “crimini di guerra” e non delle “angherie fasciste”. Ne traggano tutti le considerazioni che vogliono… Vauro, del resto, è un “pubblico imbecille”, un melenso referente di ciò che vuole il”regime”. Perché non si dica che quello prosegue dal 1945 ad oggi non sia tale! Vaurio   è uno come  come tanti ne ascoltiamo parlare, alla ricerca di un “placet” da chi ha posto quei paletti che hanno in pratica quasi “steso” la cultura italiana, riducendola entro i confini di un politic correct da terza elementare. Ciò cozza contro la necessaria libertà della cultura e dell’arte. Purtroppo quel paradossale “placet” di solito …arriva. E’ stato un vero lusso, in questo dopoguerra essere, ma tanto più professarsi, anti social comunisti! A volte un atto di temerarietà… Anche amichevolmente nella vita civile ci siamo sentiti dire persino: “attento, comunque, a come parli…” Scriviamo testualmente che questa è stata una vergogna e il paradosso è che si continui ad eternarla… (G.S.)

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