Olimpiadi a Parigi: altre interviste da caffè

Non è così che si decide, né che si fa informazione

 

Le 3 medaglie d'oro del pugilato azzurro a roma: Benvenuti, De Piccoli, Musso. Mitici i 200 mt di Berruti e la "Giovane Italia" del Calcio con Rivera e Mazzola.
Le 3 medaglie d’oro del pugilato azzurro a Roma: Benvenuti, De Piccoli, Musso. Mitici i 200 mt di Berruti e la “Giovane Italia” del Calcio con Rivera e Mazzola. 1960: appena quindici anni prima l’Italia dignitosa d’allora, bombardata ricostruiva le case…

Adesso si sa: le olimpiadi del 2024, che Roma Ha rifiutato, saranno a Parigi. Era tanto che la Ville Lumiere, cui corse il pensiero e la scelta generale per i secondi Giochi dell’era moderna, dopo quelli di Atene del 1894 non …aveva l’alto onore. La rivoluzione industriale era iniziata assieme a quella di motori, prima utilizzati nel mare e nell’industria, poi con quelli a combustione interna diffusi nell’intera realtà socio civile. A Parigi i giochi tornarono nel 1924. Londra ne ha avuti di più (quattro)…

Il no dell’Italia e di Roma, dopo che i Giochi erano sfuggiti (per decisione del Cio) a favore di Atene già nel 2004, è suonato ridicolo nel mondo intero. La Tv italiana cerca consolazione e interroga i passanti a Parigi, come se fossero degli esperti: sarà un bene o un male ospitare i giochi? Costeranno troppo?

I media perseverano nel “mega errore” culturale di scambiare l’opinione con i giudizi tecnici. Largo alla democrazia, purché si eserciti sempre meno in base alle impressioni e sempre più in modo consapevole. Il giovane cronista, microfono in mano, chiede ai passanti. Per di più redattori e registi selezionano domande e risposte a “gusto” loro…

Con questo sistema qualsiasi stravaganza può diventare una certezza. Meglio se trattasi di paure, perché destano l’attenzione, fanno più notizia…

Già gli antichi greci, che sperimentavano la democrazia e il liberalismo pensati da Pericle, criticavano la superficialità dei votanti nell’esprimere la scelta elettorale… Ma in fatto di energia, di processi di sviluppo, ecologia, compatibilità, meteo etc chiedere opinioni alla “gente che passa” e trarne conclusioni e persino decisioni, ovvero affidare ad un referendum (come avvenne per il nucleare) la scelta finale è semplicemente ridicolo: non approda a nulla di buono se non per caso.

Affidare alle mamme la scelta se vaccinare o meno i bimbi può risultare una scelta umana e persino morale e libertaria, ma ricorrere ad una legge coercitiva può essere la scelta migliore, opportuna, necessaria…

Tornando alle Olimpiadi e facendo quel calcolo costi benefici che viene affidato al semplice “occhio” della gente è altrettanto ridicolo. Il calcolo è difficilissimo e di natura certamente tecnica. C’è di più: anche se desse un risultato col segno meno sarebbe difficile, anzi impossibile, conoscere quali benefici discendono dall’aver ospitato degnamente un’olimpiade: in termini di immagine, spinta al perfezionamento dello sport nazionale, sprone ai giovani verso la pratica dello sport. Una pratica che ritorna – lo sappiamo – sotto forma di benefici alla salute pubblica… Perché il bello dello sport è, forse, che rappresenta “anche” un gran business. Prima ancora, però, è un grande fenomeno di civiltà e di costume. Un popolo che dice no alle Olimpiadi è un popolo di falliti. Negli anni ’50, reduce dalla guerra perduta, l’Italia disse sì ai Giochi di Roma 1960: fu la prima “Grande Olimpiade” e con tale tuìitolo un film fece il giro del mondo… Restano a Roma tutt’oggi: palazzi dello sport, piscine, stadio olimpico, villaggio olimpico riutilizzato, stadio Flaminio, la via Olimpica, oggi il grande Viale Marconi, un’arteria cittadina di grande valore etc.

Il modo in cui vengono affrontati mediaticamente, ed anche concretamente questi problemi ed altri similari, anche di maggior portata, sarebbe degno di una società dell’epoca pre aristotelica. Da quando si è cercato di ragionare in termini scientifici, dopo Aristotele e Archimede, senza arrivare alla scienza galileiana ed oggi nell’era dei “quanti”, della relatività e simili, occorrerebbe badare alla correttezza dei rilievi, ai calcoli matematici, alle dimensioni ed alle caratteristiche del problema, interfacciando il tutto con osservazioni di sociologia, e psicologia, ma anche – nel caso delle Olimpiadi – di vero e proprio marketing.

Specialmente nel momento in cui si vuol parlare (perché questo fanno con tono saccente) dell’interesse materiale, del computo di costi, profitti e perdite o valori similari, che ben poco o nulla hanno a che vedere con …le impressioni della gente, lo facciano in modo serio.

Germano Scargiali

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Evitiamo di affermare e ritenere che l’Italia fu ricostruita contraendo debiti. I beni – e il bene – che l’Italia accumulò dopo la guerra e negli anni fino al 1990, coniando per il mondo la parola Boom, adottata poi anche altrove (la prima causa del boom è, comune ed ovunque, il progresso tecnologico e industriale), sono ancora fra noi: beni immobili e strumentali, know how, strade, ponti, industrie, aziende manifatturiere ed agricole, ricettività turistica, immagine positiva nel mondo…

I “polli” che mangiammo allora e le bottiglie che bevemmo, le auto con cui scorrazzammo erano tutti beni prodotti allora, che oggi – comunque – non esisterebbero più. Esiste ancora, come abbiamo su spiegato, ben altro. Lasciamo tanto ai nostri figli, non miseria, ma di più del tanto che ci lasciarono e ci stanno lasciando i nostri padri. Italiani.  (G.S.)

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