Prima accusati ora sono indagati da nord a sud stavolta senza riguardi…
Chi li ha chiamati baroni, chi satrapi, chi parla addirittura di Faraoni… Già, si sposano fra loro e rispondono a logiche ereditarie. Sono da sempre sul banco degli imputati, a ragione e persino a torto. Anche le testimonianze non mancano. Testimoni volontari, spesso defraudati e vogliosi di sfogo: ve lo do io il docente!
Fra nepotismo e “raccomandazioni”, il posto di Professore ordinario all’Università è sempre stato sotto accusa. Sulle cosiddette raccomandazioni, storicamente attribuite soprattutto dei politici pesa adesso sempre più quello delle accolite di stampo massonico.
Ma tanto tuonò che piovve. Sette docenti universitari sono stati arrestati per corruzione dalla G.d.F. a Firenze, nell’ambito di un’inchiesta su …concorsi truccati. Un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari era stata disposta dal gip su richiesta dei pm fiorentini Luca Turco e Paolo Barlucchi. Altri 22 docenti sono stati colpiti dalla misura dell’interdizione dalle funzioni di professore universitario e da quelle connesse ad ogni altro incarico accademico per la durata di un anno.
Degli accusati fa parte l’ex ministro Augusto Fantozzi, che rischia l’interdizione dalla professione di docente, in merito alla quale il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio.
“Il professor Augusto Fantozzi è completamente e indubitabilmente estraneo ai fatti in contestazione – afferma l’avvocato Antonio D’Avirro, il suo difensore – perché anzitutto era già in pensione all’epoca degli eventi in oggetto. …La sua integrità è altresì testimoniata da una limpida e unanimemente apprezzata carriera accademica”.
Fantozzi, com’è d’uso, si è detto “lieto” di fornire ogni chiarimento necessario ai magistrati, contando che l’incontro possa avvenire al più presto.
L’indagine è scattata, sembra in base alla recente normativa, su scala nazionale. Ai domiciliari si son trovati Fabrizio Amatucci, docente alla Federico II di Napoli, Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino), Adriano di Pietro (Università di Bologna), Alessandro Giovannini (Università di Siena), Valerio Ficari (Università di Roma 2), Giuseppe Zizzo (Università Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese), Guglielmo Fransoni (Università di Foggia). Dopo qualche giorno, anche la Sicilia (7 indagati, ci mancherebbe) è stata toccata dalle medesime indagini.
Risultano indagate in tutto 59 persone. Risulta che le indagini siano partite dal presunto tentativo da parte di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore, candidato al concorso per l’abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento nel settore del diritto tributario, a ritirare la propria domanda, allo scopo di favorire un altro ricercatore, in possesso di un curriculum notevolmente inferiore, promettendogli, però, l’abilitazione al turno seguente.
Le indagini, spiega la G.d.F. in una nota, hanno accertato “…sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario”, inclusi dei pubblici ufficiali, poiché componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal Miur e finalizzati a rilasciare abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori”, al fine di soddisfare “interessi personali, professionali o associativi”.
I finanzieri hanno poi eseguito oltre 150 perquisizioni domiciliari in uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali. Per 7 docenti che figurano tra gli indagati, il gip Antonio Pezzuti ha rinviato la valutazione circa la misura interdittiva dalla professione a dopo l’interrogatorio.
I docenti, “incastrati” dalle solite intercettazioni, venivano scelti con una sorta di “chiamata alle armi” tra i componenti della commissione giudicante, e non per merito. Così emergevano in particolare i vincitori del concorso nazionale per l’abilitazione scientifica all’insegnamento nel settore del diritto tributario. Uno dei docenti, facente parte della commissione giudicante, risulta affermasse di voler favorire il suo candidato, contrapposto a quello di un collega, esercitando la sua influenza con quella che definiva lui stesso una “chiamata alle armi” destinata agli altri commissari a lui “più vicini”. Una sorta del detto del “calare gli assi” al momento opportuno…
Risulta che “la miccia” sia stata una particolare registrazione che avrebbe fatto scattare l’intera indagine. Ad accenderla queste parole: “Con che criterio sei stato escluso dal concorso?” “…Col vile criterio del commercio dei posti”.
La voce che fa precipitare la situazione è, invece, quella dell’ex docente di diritto tributario Pasquale Russo, maestro di decine di colleghi, oggi a capo di uno studio a Firenze. Sta spiegando i meccanismi con cui si diventa professore universitario. Imperdonabile leggerezza. Da quel primo giorno di primavera in cui vennero pronunciate quelle parole son trascorsi quattro anni… Il professore stava parlando col ricercatore Philip Laroma Jezzi, che lo registrava a sua insaputa con lo stesso telefono cellulare.
Anni fa una professoressa a Palermo non stentava ad affermare, in via generale, a voce alta: “…si diventa docenti universitari solo se figli o coniugi dei docenti, oppure se amanti etero o omosessuali…”
La difesa dei “baroni” è che sarebbe un’assurda limitazione personale, se i figli – solo all’Università – non potessero proseguire nella professione dei padri e lungo la strada da essi segnata…
Scaramacai
