Professori vittime della scuola: bravo Gramellini e Il “suo” Caffè

Classi numerose sono la regola. Momenti di ordine e attenzione come questo no…

Massimo Gramellini nel suo “Il Caffè” sulla cover del Corriere ha scelto di mostrare il suo volto più umano. Leggiamo in un primo dell’incontro  fra il padre del compianto motociclista Simoncelli e la fidanzata di questi che gli reca in dono i guanti che indossava il pilota al momento dell’incidente.

Massimo Gramellini in un'immagine quasi rinascimentale.
Massimo Gramellini in un’immagine quasi rinascimentale. Il Caffè, sulla cover del Corriere è un apprezzabile elzeviro come si usava una volta

 

Gli studenti come Socrate o Seneca (ma lo sanno?): giudicati dovreste essere voi che ci giudicate...
Gli studenti come Socrate o Seneca (ma lo sanno?): giudicati dovreste essere voi che ci giudicate… Ma questi sono gli aspiranti studenti universitari selezionati in base a testi “pazzeschi” che tutto saggiano tranne la cultura e la preparazione. Qualcuno, però, conosce in anticipo i testi da cui sono tratte le domande…

Quel che ci preme è adesso è il suo occhio altrettanto “umano”  rivolto anche ai docenti: professori titolari di cattedre, insegnanti… Il caffè oggi nel titolo non rinunzia ai vecchi espedienti del giornalismo tradizionale: accattivante quanto basta ad attrarre l’occhio del lettore. Già, ne “La forza del cestino” prende le mosse da un fatto di cronaca che “deve” far pensare chi ha esperienza reale di vita ed appunto umanità, più quella dote – oggi un po’ démodé – che si chiama buonsenso. Perché c’è chi la pensa, invece, così: a che serve il buon senso in tempi che dovrebbero essere perfetti e in cui basterebbe …osservare la “legalità”. Si dimentica – scusate l’intervento a gamba tesa – che ai tempi del nazismo fu legale perseguitare gli ebrei… Direte; ad una mattonata, una mattonata e mezza. Chi ha orecchie per intendere…

Classi numerose sono la regola. Momenti di ordine e attenzione come questo no...
Classi numerose sono la regola. Momenti di ordine e attenzione come questo no..

Infatti, oggi è legale che gli alunni diano i voti ai professori! E che i professori non possano praticamente bocciarli! E i presidi e le presidi fanno eco e coro. Così – detto fra noi che di esperienza di scuola, famiglie di docenti a non finire, ne abbiamo a bizzeffe – si libero di una delle due orde nemiche: i docenti, per l’appunto. Gli resta l’altra orda, anzi le altre due: gli alunni e i loro genitori.

Gramellini, con piedi felpati e mani guantate entra, finalmente, in quei cerchi danteschi che da anni è la scuola. Non diciamo italiana, perché si dice che i diplomati americani non sappiano neppure leggere il proprio diploma… E, scusateci se inferiamo, nelle rapide correnti della nostra americanizzazione fra cipster e coca cola, hamburger e hot dog, al posto di tagliatelle ed insalata, ci vogliamo – forse – uniformare anche in quello. Si comincerà ad imparare qualcosa di serio a partire dai master? Un sacro terrore ci assale: è questo, forse che vuole il fatidico sistema…

Che cosa significa La forza del cestino? Si riferisce alla “secchiata” che una professoresse, puntualmente ripresa col telefonino e pubblicata – ah, me antiquato – postata su face book (contro cui non ci schieriamo a priori) si becca il cestino della carta straccia sul groppone da un alunno e finge di non accorgersene: neppure reagisce

Il columnist riprende i concetti da noi sopra esposti dell’accerchiamento cui sono, oggi, sottoposti gli insegnanti e i docenti in genere: da anni avviliti e calpestati come nei versi del rossiniano Don Ferrante, sono circondati da tutte e tre “le orde” nemiche anche fra loro: presidi, alunni, genitori. L’autore si esime dolo dalla parola “orda”, che è una nostra libera, ma appropriata aggiunta. Loro, l’orda dei docenti, adesso hanno anche le leggi contro. Ve lo diciamo noi: legge, dopo legge vengono letteralmente demoliti… Dopo tanta attesa per “il posto” per entrare ” di ruolo”, loro, che sono una rarissima categoria professionale che “entra senza raccomandazione”, attraverso le vituperate (e c’è chi cerca, lassù, di baipassarle) graduatorie “glasnostr”, sottoposti a mille corsi, a millanta aggiornamenti, a miriadi di inutili riunioni, a montagne di inutilissimi registri, come se la carta corretta dia luogo ad una realtà corretta, vengono fatti a pezzi dalle nuove leggi. L’attuale ministro della Pubblica istruzione, Miur (istruzione, università, ricerca – scusate se è poco) è provvista di una laura breve per maestra giardiniera…

La votereste come capo condominio?

Già, si fa tutto per la “buona scuola”!

Il Ministro della Cultura Valeria Fedeli. Ce lo vedete un ministro così? Titolo di studio, un diploma triennale di maestra giardiniera...
Il Ministro della Cultura Valeria Fedeli. Ce lo vedete un ministro così? Titolo di studio, un diploma triennale di maestra giardiniera… Dai! Forse sarebbe un buon capo condominio, di borgata magari, con tutto il rispetto per i borgatari.

Ma forse, per ottenerla, bisognerebbe mettere la camicia di forza ai legislatori degli ultimi decenni… Di Gramellini, però, apprezziamo la fine tenerezza che conserva: quella professoressa rassegnata non la condanno, la abbraccerei teneramente, conclude più o meno…

Scaramacai

 

 

 

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