Rigore fiscale: sarebbe il popolo che ruba a se stesso…

Case nel centro storico: i proprietari, caricati di imposte, non riescono a metterle in sicurezza. Spesso sono costretti a “murarle” come fossero piene di appestati, per essere sgravati dall’Imu. Frattanto la povera gente ha bisogno di un tetto…

La sai l’ultima? E’ proprio il caso di dirlo… Fra le minacce del governo ce n’è una nuova: “perseguire le false prime case!” Oh questa è bella: giurano di perseguire i grandi evasori e inseguono sempre i “poveri cristi” che non riescono a pagare Irpef e Imu e adottano per disperazione “stratagemmi” per limitare il danno. Consideriamo – fra l’altro – che l’Imu è contro l’art.1 della costituzione: non si può tassare il patrimonio, specifica più avanti la prima legge dello stato, se non “una tantum” per speciali motivi di eventi eccezionali (catastrofi). Una imposta sul patrimonio è già quella di successione, ma – ignorata dai musulmani – esiste in paesi come Francia e Italia, tolta la parentesi dell’era contrassegnata dal “cattivo Berlusconi”.

Ma sì, ecco il paradosso: gli “affamatori del popolo” vanno scovati nel popolo stesso. E’ il popolo che ruba a se stesso. Avvilito e calpestato, ma soprattutto tartassato, è il popolo, fatto di piccoli  impiegati, piccoli lavoratori autonomi, artigiani e commercianti del “negozio d’angolo” i colpevoli del deficit dello Stato. Sono colori che “devono contribuire”, opportunamente snidati e smascherati a colmare quel deficit.

Ma vogliamo ricordare che il fisco preleva dal reddito degli italiani oltre il 50%? Che non riconosce una serie di costi ineliminabili, quali la necessità di mantenere un  aspetto dignitoso (vestiario) o le spese affrontate per l’autotrasporto al luogo o ai luoghi (per i professionisti, commercianti, liberi prestatori d’opera) di lavoro?

Sinceramente, di fronte alla corruzione presente ad alto livello, quello dei grandi numeri, agli escamotage delle spa e delle srl, della oligarchia bancaria, rea di frode ai risparmiatori, sono questi ultimi – quelli del salvadanaio, che contano i soldi col vecchio pallottoliere – a dover essere perseguiti! Snidiamoli, costringiamoli a versare altri denari! Ignoriamo che, seminando la paura, se non il terrore, si colpisce pesantemente la voglia generale di intrapresa, di iniziativa, ritardando sempre più la marcia verso l’atteso ritorno allo sviluppo. E il danno è per tutti, non ultimo il fisco!

Scaramacai

Nota

Berlusconi, “impenitente” ottimista, non faceva – in realtà – che applicare un concetto che fa parte dell’abc di un corso di giurisprudenza: una legge viene tanto più osservata dal popolo e subisce tanto meno trasgressioni quanto più è giusta o percepita come tale. Un fisco più equo subirà, quindi, meno evasioni. E’ frequente, infatti, il caso di chi “ben vorrebbe” dormire sonni più tranquilli, anziché vivere da “fuori legge”, temere indagini e verifiche fiscali…

Berlusconi non è certamente il solo al mondo a pensarla così. Che altro dire? Anziché la fantasia al potere, ecco che la mancanza di fantasia non fa che suggerire altro rigore, aggiungere nuovi gravami e stretti controlli puntualmente sulle stesse fonti di reddito, sulle stesse voci etc.

E’ appena il caso di ricordare che è il bilancio dello Stato a …fare acqua. Lo stato non coincide con la Nazione, cioè con i cittadini: a questi attiene la “bilancia dei pagamenti” ed essa è chiaramente attiva, molto attiva nel caso dell’Italia.

Articoli correlati