Roma fra Raggi e i suoi eterni sorrisi

La Raggi sul tetto. Del mondo? No del Campidoglio: sul tetto che scotta, dicono i media….

In Italia si parlerebbe troppo di Roma, mentre i tanti guai nazionali aspettano irrisolti. Così ripetono i “pentastellati”. Vorrebbero distogliere l’attenzione dal melodramma continuo che coinvolge la giovane sindaca Virginia Raggi. Ma tegole su tegole – e sono grossi scandali e ghiotti gossip – piovono sulla disastrata e disastrosa giunta capitolina. Quella di cinque dimissioni in un sol giorno a settembre 2016… Ma qual è la sostanza? La Sindaca è indagata. Lo comunicò lo stesso giorno la diretta interessata con un breve post su Face book, dove scriveva: “Oggi mi è giunto un ‘invito a comparire’ dalla Procura di Roma nell’ambito della vicenda relativa alla nomina di Renato Marra a direttore del dipartimento Turismo che, come è noto, è già stata revocata. Ho informato Beppe Grillo e adempiuto al dovere di informazione previsto dal Codice di comportamento del MoVimento5stelle”.

Poche righe, queste, in cui viene bypassata la parolaindagata”, mentre si parla della “revoca” di Marra Jr, come se fosse elemento di per sé sufficiente a smontare il lavoro dei magistrati che indagano e in cui ben si sottolinea da un lato “la telefonata” al fondatore (Pizzarotti quel telefono non lo fece squillare, e questo fu sufficiente per silurarlo), dall’altro “il rispetto” del codice pentastellato, fresco di stesura. Lo stesso codice, per inciso, che soltanto fino a qualche settimana prima prevedeva dimissioni automatiche per gli indagati che volessero restare nel M5S. Ma, si sa una nuova norma fa decadere la precedente…

I reati contestati dalla Procura di Roma a Virginia Raggi sono: abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Imputazioni pesanti, soprattutto per chi ha fatto dell’integrità morale la propria bandiera. In altri tempi, quelli non troppo lontani dell’apriscatole e delle ramazze a Montecitorio per fare chiarezza e pulizia, il M5S avrebbe chiesto le dimissioni del sindaco, ma adesso i 5Stelle sono forcaioli solo con gli avversari e garantisti con se stessi. Ora emerge la massima: “giudicateci da come governiamo e …vedrete i risultati!” Tale principio non valeva prima. Ad esempio per Berlusconi…. Ma le chiacchiere restano tali e gli italiani, non solo i romani, che non sono tutti fessi, giudicheranno effettivamente dai fatti. La sindaca è “fiduciosa”, ma diremmo sostanzualmente felice. Non abbandona il suo risolino soddisfatto: era nessuno, ora parla fra cento microfoni, si trova al centro dell’attenzione. Dovesse finire all’ergastolo, entrerebbe in cella ancora contenta… Frattanto, da un colpo di scena all’altro, da una polizza misteriosa ad una relazione pericolosa fino al “no, sì” allo stadio, che determinerebbe il risanamento della degradata Tordivalle e dintorni, dopo il “no, no” alle Olimpiadi, le sorprese in Campidoglio si affastellano. Negative.

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