Salvini alla sbarra? Una trama internazionale

Trasbordo di Open Armas presso le coste greche. Di Ggia – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45303282

C’è in Italia, come ben sappiano, chi vuol processare Salvini. “Peccato per loro” che Open Arms abbia, frattanto, ammesso candidamente di avere scelto l’Italia come attacco politico. Se il Senato dà il via libera anche a questo processo, diventerà, pertanto, complice di un attacco politico all’Italia.

Ed ecco la replica di Open Arms che, commentando la memoria difensiva di Salvini, sostiene: “Le convenzioni internazionali sono molto chiare su questo punto, non è affatto il Paese di bandiera a dover coordinare i soccorsi ma piuttosto lo Stato nelle cui acque avviene il soccorso, il quale Stato, se anche non è in grado di assegnare un porto, deve comunque coordinare l’evento e indicare un porto sicuro, eventualmente sollecitando e coordinandosi con lo stato più vicino”.

La Ong spagnola prosegue: “Sulla questione del divieto di ingresso in acque territoriali, la sospensione del Tar stabiliva l’incongruenza del divieto stesso. Non rappresentavamo alcun pericolo per la sicurezza dello Stato e ovviamente una volta stabilito questo, e concessa la possibilità di entrare in acqua territoriali, l’assegnazione di un porto sarebbe stata la conseguenza logica. Invece abbiamo dovuto aspettare giorni a poche centinaia di metri dalle coste di Lampedusa con le conseguenze fisiche e psicologiche che troviamo riportate nel provvedimento della Procura”.

Gli ‘attivisti pro immigrazione’ sostengono, quindi, che l’Italia – il Ministero dell’Interno – avrebbe dovuto ‘obbligatoriamente’ assegnare loro un porto per sbarcare in un proprio porto.

“I nostri avvocati e il comandante dalla nave in quei giorni – aggiungono ancora gli iberici di Open Arms – reiteravano dunque la richiesta di sbarco senza ottenere alcuna risposta. In base a questo la Procura ha deciso ‘giustamente’ di aprire un’indagine per sequestro di persona…”

“L’offerta di Madrid inoltre – puntualizzano infine sull’operato anche dell’esecutivo spagnolo – è giunta dopo venti giorni di stallo in mezzo al mare. Con le persone a bordo fisicamente e psicologicamente stremate avremmo dovuto affrontare altri quattro giorni di mare per far sbarcare le persone in Spagna, un’opzione inaccettabile che avrebbe anche messo in pericolo le persone salvate e l’equipaggio e avrebbe violato ancora una volta i loro diritti”.

Mah! E’, sempre per loro, un vero peccato che tutto ciò cozzi contro una visione anche superficiale della realtà…

Oscar Camps Gausachs (Barcelona; 1963), es socorrista, empresario y activista español, conocido principalmente por ser el fundador y director de la ONG badalonesa Proactiva Open Arms. Trattasidi un avventuriero dell'era Twitter.Un volto e un fisico quasi cinematografico. Chi sa se lo vedremo sul grande schermo o dove altro...
Oscar Camps Gausachs (Barcelona; 1963). Così lodefinisce inSpagna Wikipedia: …es socorrista, empresario y activista español, conocido principalmente por ser el fundador y director de la ONG badalonesa Proactiva Open Arms. Ecco un tipico avventuriero dell’era Twitter: l’aspetto è quasi cinematografico, alla Robert Hossein. Chi sa se lo vedremo sul grande schermo o dove altro…

Sorvoliamo sul fatto che i clandestini erano in salute e che, se non sei in grado di navigare qualche giorno in più, non stai settimane in Libia in attesa di clienti da trafficare. Ma come conciliare il tutto con quanto affermato ‘candidamente’ da Oscar Camps, il trafficante umanitario fondatore di Open Arms, dopo lo sbarco?

“I clandestini – ha affermato Camps – non sono felici in quanto sbarcano a Lampedusa. Bensì perché così sconfiggiamo Salvini”.

Ecco come, con una naturalezza da incosciente, ha svelato i veri obiettivi del traffico: il vero obiettivo è quello politico!

Oscar Camps è visibilmente un avventuriero dell’era Twitter. il Web consente una pubblicità gratuita a vasto raggio fatto di domende, rispposte, dichiarazioni… Un volto e un fisico cinematografico. Chi sa se lo vedremo sul grande schermo o dove altro..

Obiettivo, tanto per cambiare: la destabilizzazione politica dell’Italia. Per di più, in una situazione critica come quella attuale: eversione… Non si capisce perché nessun magistrato arresti Oscar Camps e i suoi per associazione sovversiva.

Anche in Francia non manca un’adeguata definizione: “Ces ONG ‘humanitaires’ ne se cachent même plus. Désormais, elles assument clairement de vouloir influer sur la politique des pays européens … !”

Pagina a cura di Aldo Brandini

(Corrispondenza da Roma)

Nota

Ripetiamo ancora una volta come sia necessaria un’azione “in loco”, cioè in Africa. Essa dovrebbe iniziare con il bloccare le partenze a terra. Ma, soprattutto, proseguire con azioni visibili e concrete – da parte dell’UE e dei singoli paesi europei – per innescare ed accompagnare la ripresa e lo sviluppo economico dei paesi africani, che – comunque – presentano già un Pil in crescita – dove regni la pace – di oltre il 10% annuo. Non c’è dubbio che le guerre tribali e politiche locali siano, invece, alimentate dalle maggiori potenze produttrici di armamenti. Stati Uniti d’America in testa. Gli Americani lavorano da tutto il secolo scorso (Due guerre mondiali etc) con l’interesse a mantenere il sottosviluppo e la guerra in Africa per evitare che il grande continente vicino concorra ad una crescita dell’Europa che sarebbe notevolissima. (G.S.)

Nota 2

L’allinearsi del “giornale unico” al politically correct che impone il silenzio o “i pannicelli caldi” attorno alle notizie “scomode” o non confacenti con gli ordini di scuderia del potere dominante. Con le odierne veline, qualcuno  fa sì che, mentre si strombazzano i casi di coronavirus per vendere vaccini e medicamenti vari, mentre si avvicendano le apocalittiche notizie sul clima, per poter stanziare cifre enormi a fronte del nulla (100 miliardi dell’UE), si taccia sul numero degli stupri, degli accoltellamenti, dei misfatti in genere, da parte degli ‘elementi’ accolti o assistiti alla stregua di profughi politici. Spesso altrettanti “alias“, cioè avvezzi a fornire più generalità e altrettante e provenienze (false).

La verità è che una norma internazionale (asilo politico), nata di fatto nella storia e poi di diritto (Onu) in questo dopoguerra, a  fronte di situazioni assolutamente difformi da quelle attuali, venga invocata ed applicata non si sa bene nell’interesse di chi.

O meglio è chiaro che, attorno agli ‘immigrati‘, ruoti un business milionario… Attorno ai cosiddetti mutamenti climatici si giustificano stanziamenti enormi (110 milioni UE) verso interventi la cui validità ed efficacia non potranno mai essere misurate, controllate, provate… (G.S.)

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