Si riparla del mega porto a Romagnolo…

Più di qualunque progetto parlano i dipinti di Lojacono, parla il nostro cuore. Di solito schierati per il progresso, ci imbattiamo di fronte al momento del no. Un no assoluto. Oltre al cuore, parla ogni e qualsiasi logica. Palermo, regina della storia, “porta” numero uno del turismo in Sicilia, dà già troppo di sé al porto esistente e a due zone industriali… Incentiviamo e miglioriamo ciò che già abbiamo e la nostra immagine che somma turismo, storia e cultura. Non coltiviamo chimere! Impennate come certi progetti megagalattici sono tipiche ricadute in quel grave male che si chiama provincialismo…

Forse – sempre se “questi”del progetto Eurispes facciano sul serio e proseguano nel folle disegno – la sola speranza è quella di morire prima di vedere un tale scempio.

Significative le parole delle quali si è fatto scudo il governatore Musumeci, non potendosi esimere, a quanto sembra, dall’ascoltare, in qualche modo, chi lancia l’idea del progetto, non escluso qualche politico e un Orlando in disaccordo con Giusto Catania: “valuteremo attentamente il progetto – ha detto il Presidente della Regione –  in un’ottica generale di opportunità di programma”.Vedremo fra pochissimo che cosa si possono riferite tali parole…

Un “hub port” nel golfo di Palermo è privo di una qualunque logica, è un assurdo sotto ogni profilo. La Sicilia ha già un hub port, da anni il maggiore d’Italia per tonnellaggio e con un alveo naturale che è il massimo d’Europa: Augusta.La sua ampiezza è paragonabile a quella di tutto il golfo di Palermo e la profondità media naturale è di 16 mt. Augusta soffre per non essere ancora stata proclamata quale “porta d’Europa”, ruolo che nell’ambiente solitamente le viene riconosciuto. Un porto hub,coinvolto nella reale dei trasporti intermodali intercontinentali ha un senso solo in funzione europea. Se si trova in Sicilia, necessita, fra l’altro del Ponte sullo Stretto e di vie brevi verso Reggio Calabria o Villa…

Augusta,dove il traffico containers è naturale ed è già in  crescita, ha già avuto un riconoscimento: la governance rispetto a Catania, che le si è opposta invano… Il motivo è significativo per far capire un’altro aspetto dell’assurdità di “pensare a Palermo” per un hub. Augusta ha grandi spazi attorno – anche al di là degli spazi portuali a terra (piazzali) – non una città asfittica e con problemi di traffico e viabilità già di per sé come Catania. E come Palermo…

Palermo, inoltre, ha già un hub port. Non tanto perché è un porto naturale che le ha meritato nei millenni il nome di”Panormos, tutto porto”, ma perché la stessa Unione Europea le ha riconosciuto subito il titolo di Porto Core, che è un modo più moderno e specifico per definire appunto un …hub port. Ma tanto più lo diventa come sistema portuale, cioè con l’apporto, sotto una sola governance (l’Autorità portuale che risiede a Palermo e che è oggi presieduta da Pasquale Monti) di Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle. Sono tre strutture già famose che, se potenziate, possono fornire tutti i vantaggi della propria posizione, delle proprie caratteristiche, della propria posizione in armonia con il ruolo di Palermo centro. Qui si tratta anche di non aver compreso il senso della riforma nazionale che ha trasformato l’Autorità portuali in “autorità di sistema”. Qui siamo davanti a 4 porti che devono collaborare, superando ogni campanilismo, come specifica Pasquale Monti, neo presidente…

La realtà del Porto di Palermo, cantiere compreso, rappresenta – aggiungiamo –  il maggior polo industriale della Sicilia Occidentale. Il porto rientra fra i primi 10 d’Italia nel settore Crociere, mentre il Cantiere navale si prepara a realizzare e a disporre di un bacino capace di accogliere le massime piattaforme petrolifere del mondo. Questo è un settore in cui è già leader, tanto da ricevere piattaforme fin dall’Oceano Indiano… Non è un caso che l’UE abbia indicato come”Corridoio Uno” la Berlino-Palermo, nell’ambito del programma TEN-T (Trans European Network Transport).

Tutto questo, ovviamente, nelle condizioni in cui siamo, quelle in cui il folle progetto del nuovo hub port non era nemmeno un sogno.

C’è un aspetto apparentemente positivo: l’autostrada è vicina. Ma di che autostrada si tratta? Di una arteria insufficiente ad alimentare la Città stessa. La circonvallazione è ormai una via cittadina.Non c’è una tangenziale. Non c’è una bretella che alleggerisca la città dal porto alla via Belgio. Un’opera che si attende da anni (senza costo in project financing) e cui il comune è inspiegabilmente contrario, come lo fu alla sopraelevata e alla stessa tangenziale…

I motivi dell’assurdità del progetto sono tanti e tutti tassativi: si pensi all’offesa al paesaggio dipinto da Lojacono, fra i più fotografati del mondo, col mare davanti a Monte Pellegrino e a Capo Zafferano. Ma non si volevano riproporre gli stabilimenti con capanne a Romagnolo? E le associazioni che non vollero che Sant’Erasmo divenisse una seconda “cala” con gli yacht (che hanno fatto solo bene) che ne pensano adesso di questa bella novità?

Realizzare un porto all’Acqua dei Corsari era una vecchia idea di Orlando, in contrasto con la sua stessa idea di creare un lungomare tipo “Promenade des Anglais” di Nizza: dalla “Marina” fino, appunto, all’Acqua dei Corsari. Realizzare qualcosa – per anni un porto turistico, magari (mah!) un rifugio (che si è bevuto anni fa 600 milioni …scomparsi) a discapito di quello di Sant’Erasmo – alla Bandita è un’altra “idea fissa” dello stesso sindaco “a vita”. Il perché non si è mai capito…

Una precisazione: si è per anni letto, sui coloratissimi portolani privati ad uso del diporto, ma firmati da fior di editori, che “La Bandita” fosse già, in effetti,un rifugio per yacht in difficoltà, evidentemente col maltempo. Evidentemente “qualcuno” trasmetteva a distanza questa …panzana. Con una perturbazione da levante pieno o da tramontana (o quasi) la Bandita può definirsi come “l’ultimo rifugio”  dove andare a fondo.Lo sanno bene quei due o tre pescatori che tirano le loro barche a secco all’interno di quella “bocca di grancio” costruita alla meglio per scaricare il pescato o chi sa che cosa nel corso degli anni passati. Le imprecazioni dei pescatori si rivolgono anche ai denari stanziati e scomparsi,oltre a quelli promessi e mai stanziati. La realtà è che un qualunque porto in quel posto non fruisce neppure dei vantaggi natutali che hanno fatto grande nel tempo …Palermo e il suo porto.

Scaramacai

Vedi altro articolo sul tema e gli articoli alla voce Trasporti sulle novità del Sistema portuale che ha già la sua governance a Palermo.

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