Siamo ricchi o poveri!

Ministero dell’Economia e Finanze Roma

Italia povera o Italia ricca? La nazione che ha 4 città fra le prime 10 più fotografate del mondo, ma anche la maggior acciaieria europea (che rischia di chiudere), la moda e il vino, ma anche la Fiat divenuta multinazionale e la Ferrari che condiziona il successo della Formula 1 (ad ogni gran premio il mondo si chiede se sia stata battuta o ha vinto) è ricca o povera, come dice Bruxelles e gli altri stati europei?

La prima incongruenza è fra il debito pubblico, che appare incolmabile, e la ricchezza privata. Qualche attenzione non guasta, perché si rischia poi di arrivare a conclusioni contraddittorie e sgradite…

E’ il caso della nuova indagine Banca d’Italia-Istat che ha appena spiegato che dopo tre anni di contrazione alla fine del 2017 la ricchezza delle famiglie italiane sfiorava i 10 mila miliardi, 98 in più rispetto al 2016. Insomma, l’arcinoto popolo di risparmiatori, in una stagione pur contrassegnata da redditi stagnanti, ha raggiunto un livello di ricchezza cumulata (casa, terreni, depositi bancari, azioni, titoli) pari ben otto volte il reddito disponibile. Meglio di francesi e inglesi. E in termini di ricchezza pro-capite meglio delle famiglie tedesche.

Gli italiani si confermano ancora adesso un popolo di risparmiatori. Tartassati dallo Stato, combattono ugualmente l’incertezza economica e lo stallo degli stipendi continuando ad investire, partendo sempre dal mattone. Tanto che a conti fatti le famiglie italiane sono più ricche di quelle tedesche.

È questa la fotografia scattata dal rapporto di Istat e Banca d’Italia: sulla “Ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane”. A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane era di 9.743 miliardi di euro, ovvero 8,4 volte il reddito medio disponibile. Una cifra superiore di oltre quattro volte il debito pubblico, che si aggira sui 2.400 miliardi. Le abitazioni rappresentano la principale forma di investimento: hanno un valore di 5.246 miliardi, più della metà del totale. In base ai dati dell’Ocse (Organizzazione ‘internazionale’ per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr) il rapporto tra ricchezza netta e reddito medio disponibile …è più alto di quello relativo alle famiglie francesi, inglesi e canadesi. Questo non ammonta a più di 8 volte il reddito medio disponibile. Negli ultimi anni il divario si è ancora notevolmente ridotto. Infatti l’indicatore è gradualmente sceso dal picco raggiunto nel 2013.In questo caso con un andamento opposto a quello osservato in altri paesi.

Il livello dell’indicatore cui ci si riferisce nell’ambito internazionale è amplificato dal ristagno ventennale dei redditi delle famiglie italiane. Insomma, molta della ricchezza è quella accumulata in passato, perché adesso gli stipendi non tengono il passo con l’aumento del costo della vita e i risparmi di regola rischiano di assottigliarsi. Cosa che è già in divenire…

A pesare è soprattutto la contrazione del settore immobiliare. Tra il 2005 e il 2011 il peso delle abitazioni sul totale della ricchezza è salito dal 47% al 54% per poi ridursi negli anni successivi sino al 49% nel 2017. La crisi del mercato degli immobili, in atto dal 2012, ha indebolito i risparmi. Aumentano comunque del 3,7% i risparmi in attività finanziarie, che hanno raggiunto 4.374 miliardi di euro, anche se la loro incidenza resta inferiore a quella registrata in altre economie.

All’interno del portafoglio finanziario si è registrato un aumento del peso sulle attività dei depositi (dal 10% al 13%) mentre si è ridotto il peso di azioni e altre partecipazioni (dal 12% al 10%) e, in misura maggiore, dei titoli (dall’8% al 3%). L’Istituto statistico e Banca d’Italia hanno preso in esame anche la ricchezza delle imprese. A fine 2017 era di 1.053 miliardi di euro, con il totale delle attività del settore, 4.943 miliardi, costituito per il 63% da attività non finanziarie. Tuttavia l’aumento della ricchezza lorda del 3,7% dipende proprio dall’incremento della componente finanziaria (+11,9%), rispetto alla contrazione delle attività reali (-0,6%).

La seconda incongruenza sulla quale gli osservatori concordano è che il rapporto fra la ricchezza privata e il redito privato sia insufficiente. Da qui anche la tentazione per il governo di imporre nuove patrimoniali. Ma ciò non giova né alla crescita, né all’economia. Crescita che in questo caso non inciamperebbe di certo sul problema della “compatibilità”. Sarebbe una crescita (sviluppo) meramente consequenziale…

Altra analisi merita la realtà dei fondi occulti detenuti dalle oligarchie bancarie, le quali mantengono demagogicamente i tassi presso lo zero, ma non sono realmente disponibili al credito, cioè a “farli uscire” dalle proprie casse al fine di tenere al sicuro ricchezza sotto forma pecuniaria. Anche per questo si adoperano per ridurre presso lo zero la svalutazione, facendosene “belli”: tutta demagogia, perché ciò provoca una diaspora di danni all’economia e alla crescita. Confermando – anche – che esiste una volontà occulta di bloccare lo sviluppo, sia livello internazionale che, per conseguenza, a livello nazionale… Tale volontà si manifesta anche nella campagna mediatica pseudo morale sul “parossismo ecologico” e a favore di quella che si definisce “decrescita felice”.

Quanto, infine, al debito pubblico – che l’Italia deve in gran part ai propri stessi cittadini – gli stati lo hanno sempre trasmesso agli anni seguenti, senza per questo andare in default come vorrebbe l’UE. Una nazione che produce attivamente come l’Italia (la seconda manifattura europea, di poco dietro la Germania) può far fronte a richieste d’emergenza dall’estero anche con “provvedimenti politici”. Ma, prima ancora, è elementare ciò che avviene anche nel privato ad una ditta in difficoltà che –  però – produce… Il debitore dice al creditore: “vuoi che fallisca o che ti paghi poco a poco, o ancora che ti dia in concessione per la vendita i miei prodotti in una determinata zona?” E’ un esempio. Gli stati hanno dell’altro da offrire in termini politici ed economici.

Ma “queste trovate” richiedono un minimo di abilità e …avrebbero l’aria di qualcosa di serio e di concreto.

Aldo Brandini

(Da Roma)

Nota. Sarebbe bello se lo Stato, invece di insidiare con le patrimoniali la ricchezza ai cittadini e invece di minacciare i conti correnti dei “poveri cristi“, prelevasse forzatamente fondi da quelli occulti delle banche. Ma “avrebbe l’aria”, come dice il nostro corrispondente, di qualcosa di giusto e sensato. Inoltre aiuterebbe, anziché danneggiare l’economia, cioè la mucca che ci allatta tutti, nel privato e nel pubblico.

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