Tajani denaro e buoni presagi: senza il Sud e la Sicilia non si va avanti

Tajani all’Assemblea. Seduta solenne con Micciché: tutti presenti assieme al governatore Musumeci. (Le foto sono di Angelo Modesto).

Antonio Tajani è giunto in Sicilia, passando per Catania, dove ha incontrato il sindaco Salvo Pogliese ed è poi giunto a Palermo –accolto come un principe, prima in presidenza a Palazzo d’Orleans e poi in “seduta solenne” all’assemblea di Palazzo dei Normanni – Tajani si è detto ancora una volta colpito della magnificenza e dalla ricchezza dei palazzi, crogiuolo nella storia, di grandi eventi e di democrazia, oltre che splendidi per architettura e opere d’arte…

Prima tappa a palazzod'Orleans:Tajani e Musmeci si intrattengono a parlare a porte cihuse, poi ricevono la stampa nella sala con le con le colonne.
Prima “tappa” a Palazzo d’Orleans: Tajani e Musumeci si intrattengono a parlare a porte chiuse, poi ricevono la stampa nella sala con le colonne davanti a due leggii in plex..

Tajani ha portato buone notizie: fondi in arrivo recuperati da quelli non spesi in passato:

“La Sicilia ha enormi potenzialità – ha esordito il Presidente del parlamento europeo – e non può essere tagliata fuori dall’Europa. Sono qui per presentare un piano da 200 miliardi per infrastrutture e accesso al credito al Sud con i fondi Ue”.

Lo aveva già annunciato in un tweet Tajani, prima di partecipare a Catania ad un incontro dal titolo “Sicilia 2030: ripartiamo da un Piano per le infrastrutture”, insieme al Governatore Nello Musumeci.

 “E’ inaccettabile – ha affermato Tajani – che la Sicilia abbia 12 volte meno voli per l’Europa delle Baleari. Serve pertanto un rilancio di Comiso e di tutto il sistema aeroportuale siciliano nei suoi quattro aeroporti…”

“Fondamentale è la posizione della Sicilia al centro del Mediterraneo – ha ripetuto più volte il presidente europeo – per cui, come isola e come regione deve assumere il proprio ruolo di ’capitale’ di questo mare oggi in pieno sviluppo, nonostante le difficoltà ancora in atto…”

“Non servono le liti – ha affermato Tajani, entrando nel vivo di queste difficoltà – come quelle tra Stati come l’Italia e la Francia… Per risolvere il problema principale, quello dell’ immigrazione, bisogna intervenire con una strategia che miri allo sviluppo dell’Africa che non è un continente povero, tutt’altro,  bensì un gran contenitore in attesa di veder valorizzate le sue grandi potenzialità. Programmiamo, quindi, a lungo termine e non si chieda all’Italia di essere l’unica protagonista di questa strategia: la strategia o è europea o non si può realizzare”.

“Questa è la battaglia – ha aggiunto – che conduco al Parlamento europeo. Se l’Europa non parla con una voce unica, non si riuscirà di certo a stabilizzare un Paese come la Libia per far sì che i migranti rimangano a casa loro non in condizioni di vita pessime, ma migliori di quelle che hanno oggi. Quindi, nemmeno il resto dell’Africa”.

L’uomo politico di Forza Italia, però, non ha solo affrontato i temi istituzionali. Ha parlato anche dell’imminente confronto politico…

“L’appuntamento elettorale europeo – ha detto Tajani – è un appuntamento in cui ogni forza politica concorre con le sue liste. È giusto che Berlusconi si candidi essendo il leader di una forza politica. È stato estromesso, secondo me violando le regole, dal suo seggio elettorale in Senato. E’ giusto che i cittadini possano, direttamente, riparare ciò che è stato fatto attraverso una campagna mediatica oltre che politica contro Berlusconi. Ritengo che adesso gli italiani riassegneranno a Silvio Berlusconi un seggio al Parlamento europeo, dove potrà mettere a disposizione dell’Italia e dell’Europa la notevole esperienza già dimostrata e maturata in politica estera”.

“Al tempo di Berlusconi e Gheddafi – ha aggiunto – si concluse un accordo che bloccò l’immigrazione clandestina. Grazie a Berlusconi si sono conclusi accordi con tanti altri Paesi in cui operano imprese italiane. Penso anche alle relazioni con la Russia, che erano ben più limitate di quelle odierne”.

Tajani ha quindi alluso a nuovi contatti che non escludano paesi fuori dall’UE come la stessa Russia

“La Sicilia e il Sud – ha praticamente ‘chiosato’ i suoi discorsi con un’affermazione polemica contro Roma – meritano di più da un governo che gli sta togliendo il cofinanziamento ai fondi strutturali…”

Un uomo politico, quindi, Antonio Tajani che alla sua funzione di statista a livello super nazionale, affianca una viva sensibilità rivolta ai confronti politici in atto: sia a quello diretto fra Italia e Francia, sia a quello che vede a Roma un governo bicolore che giudica ibrido, con il proposito di vederlo al più presto concentrato sul versante del centrodestra che pende in direzione del versante dei moderati e dei popolari.

Su tutto emerge la coscienza di un Mediterraneo e di un’Africa in grande evoluzione, alla vigilia di un Neo Risorgimento, già in atto, cui l’Italia e la Sicilia in particolare non devono sottrarsi. Al contrario devono subito parteciparvi da primattori. E’ un ruolo loro assegnato dalla geografia e dalla storia.

Germano Scargiali

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Nota

All’Assemblea si sono alternati al microfono i rappresentanti dei gruppi parlamentari, quali Claudio Fava, Giuseppe Milazzo, Giuseppe Lupo, Vincenzo Figuccia…

Micciché ha parlato anche della condizione di insularità, chiedendo un maggiore impegno anche rispetto all’istituzione delle zone franche.

Se n'era accennuato,ma alla domana specifica sul Ponte sullo Stretto da parte del nostro direttore germano Scargiali sul Ponte, Tajani risponde: è un'assoluta necessità.
Se n’era accennato più volte nel pomeriggio, ma alla domanda specifica relativa al Ponte sullo Stretto da parte del nostro direttore Germano Scargiali, Tajani risponde: è un’assoluta necessità.

Sul problema dell’insularità, per quanto non sia stato precisato, la concessione di tale prerogativa – attualmente indispensabile e dovuta – cederà il passo alla “costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina“, condizione “sine qua non” di un vero sviluppo della Sicilia, del suo import export e della grande funzione dei suoi porti al centro del Mediterraneo. 

Nello Musumeci, sempre all’Assemblea, ha chiesto maggiori attenzioni da parte dell’Europa: “Se continuiamo a guardare alla Sicilia come ultima regione d’Europa, ci sentiremo sempre più lontani da Bruxelles. Se ci convinciamo, invece, che l’Europa comincia qui nel Mediterraneo, allora noi siciliani avremo tutto il diritto di candidarci a protagonisti. Del Mediterraneo e dell’Europa. Vogliamo sperare che dalla comunità europea arrivino ulteriori e concreti segnali di vicinanza, perché noi siamo l’Europa. Siamo europeisti per tradizione ed è questa consapevolezza che ci consente di guardare al futuro, perché la Sicilia torni ad essere luogo di confronto, di crescita, di sviluppo e di tolleranza, ma anche punto di partenza per qualunque progetto l’Europa voglia intraprendere in questo tormentato bacino Mediterraneo”.

 

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