Termini Imerese bombardata: we will remember

Stabilimento Zolfi Mormino, bombe americane dall’aria, 12 o 13 luglio 1943. Gli effetti distruttivi. Ph. Pasquale Mormino.

Nell’ultima guerra mondiale, anche Termini Imerese venne duramente bombardata dall’aviazione americana. Il nostro corrispondente Giuseppe Longo, appassionato studioso dei i sistemi difensivi, delle “casematte”, dei sabotaggi, dei segreti spionistici che caratterizzarono lo sbarco in Sicilia, ci manda notizia di questo convegno cui collabora. Ne parliamo volentieri, accettando il titolo “per non dimenticare ” e la sua forma inglese, “we will remember“, proposta dal nostro corrispondente, forse perché chi ha orecchie per intendere (i protagonisti anglosassoni della politica atlantica) intenda…

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In occasione del 75° anniversario dei bombardamenti su Termini Imerese e dell’Armistizio di Cassibile, al Circolo Margherita di Termini Imerese (PA) sabato 22 settembre alle ore 18.00, si terrà la conferenza dal titolo: “12 luglio 1943: bombe su Termini Imerese – 3 settembre 1943: la firma dell’armistizio”.

Programma

Saluti: Giacinto Lo Faso (Presidente del Circolo Margherita di Termini Imerese)

La locandina
La locandina

Relatori:

Gen. Mario Piraino (Storico)

“Liberatori o criminali di guerra”

Dott. Enzo Giunta (Storico)

“Ricordi”

Dott. Geol. Donaldo Di Cristofalo (Comitato spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari)

“Le incursioni su Termini Imerese”

Dott. Fabio Lo Bono

“Il secondo conflitto mondiale a Termini Imerese e il rapporto con gli esuli dell’Istria, Fiume e Dalmazia”

Introduce e modera: Prof. Agostino Moscato

Sarà presente: Avv. Francesco Giunta (Sindaco della città di Termini Imerese)

Circolo Margherita, Piazza Duomo, 1 90018 Termini Imerese (PA)

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Settantacinque anni fa, nel corso dell’Operazione Husky (nome in codice dello sbarco anglo-americano in Sicilia), Termini Imerese subì dal 12 al 14 luglio, ripetuti attacchi aerei da parte di bombardieri e cacciabombardieri statunitensi provenienti dal Nordafrica. Anche prima, il 14 giugno, la cittadina imerese era stata sottoposta a un’incursione per opera di velivoli inglesi decollati da Malta. L’attacco britannico avvenne lo stesso giorno della caduta del presidio di Lampione, nelle Pelagie, e fu il preludio dello sbarco militare in Sicilia (notte tra 9 e il 10 luglio 1943) da parte della 7ª Armata statunitense e della 8ª Armata britannica (contro le coste siciliane bombardarono in orizzontale soprattutto le cannoniere canadesi e i primi fanti, con licenza di saccheggio, scesi dai mezzi da sbarco, furono marocchini, mentre i servizi segreti si avvalsero della mafia itali americana, ndr). Le incursioni su Termini Imerese non si concentrarono solamente su piccoli obiettivi militari ma colpirono in modo indiscriminato la popolazione indifesa. All’indomani della presa di Palermo, i soldati della 45ª Divisione americana occuparono Termini Imerese il 23 luglio, e proseguirono l’avanzata lungo la costa tirrenica. Termini Imerese insieme alle altre città della penisola assistette da testimone alla serie degli eventi a catena con conseguenze tragiche che accadranno da lì a poco.

Corrispondenza di Giuseppe Longo

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Nella foto in alto, Termini Imerese bombardata: Stabilimento Zolfi Mormino, bombe americane dall’aria, 12 o 13 luglio 1943. Gli effetti distruttivi mentre gli aerei si allontanavano, nella foto di Pasquale Mormino.

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Dopo lo sbarco, i cosiddetti “alleati” cercarono di tornare vergognosamente a bordo delle navi e molti mezzi con cui erano scesi erano tornati a terra nelle coste preso Gela. Le forze che tentarono di resistere a terra erano riuscite a far uso di alcuni cannoni sfuggiti ai sabotaggi, ma anche a disporre opportunamente alcune postazioni all’interno mandando eccezionalmente in tilt il sistema spionistico degli alleati (che in quei mesi fu decisivo in tutti gli sbarchi). Il prevalere assoluto nel cielo, dove caccia e bombardieri invasori la fecero da padroni, fu decisivo e determinò l’epilogo che conosciamo e la fine della guerra che, dopo tanto sangue e tanti stenti , apparve come …una liberazione. Ma il sacrificio dei soldati italiani, fedeli comunque alla patria, il formarsi di un fenomeno partigiano anti americano, soffocato con spietate esecuzioni sommarie, che pur durarono tempo breve rispetto a quelle verificatesi poi nel nord Italia, non andrebbe dimenticato come – invece – è stato impietosamente fatto negli ultimi 74 anni.

Germano Scargiali

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