Trump all’ONU: il succo del suo primo discorso

U.S. President Donald Trump: l’esordio all’ONU

Il Presidente Americano Donald Trump ha sottolineato l’importanza della sovranità nelle relazioni internazionali, anche se ha affermato che gli Stati Uniti non cercano di imporre la propria strada ad altri paesi. Questo è il sunto del suo primo intervento al dibattito generale annuale della 72ma sessione dell’assemblea generale alle Nazioni Unite.

“In America – ha detto Trump – non cerchiamo di imporre il nostro modo di vivere a nessuno e ci sarà sempre e ciascuno dovrebbe sempre mettere prima i costumi dei propri paesi”.

“…Siamo guidati dai risultati, non dall’ideologia. …Perché la sovranità è il principio fondatore degli Stati Uniti”.

Il ‘Tycoon’ ha ringraziato la Cina e la Russia per essere stati solidali nell’imporre le sanzioni alla Corea del Nord.

“Rocket Man è in missione suicida per sé e per il suo regime – ha affermato Trump – e se non saremo costretti a difendere noi stessi e i nostri alleati, gli Stati uniti non avranno altra scelta che distruggere completamente la Corea del nord”

” …E’ ora che la Corea del nord realizzi che la denuclearizzazione sia il suo unico futuro accettabile”.

Appena il presidente americano ha iniziato il suo discorso, la maggior parte della delegazione inviata da Kim Jong-un, premier nord coreano che Trump chiama con il noto nomignolo, ha lasciato la camera.

Il presidente americano ha anche maledetto l’Iran, dicendo che le sue esportazioni principali sono “violenza, spargimento di sangue e caos”.

Ha affermato infine che l’accordo nucleare con l’Iran, che le principali potenze mondiali, tra cui gli Stati uniti, hanno negoziato due anni fa, è un imbarazzo per gli stessi Stati Uniti. Toni, quelli rivolti nei confronti dell’intesa siglata due anni fa dai 5+1 con Teheran, che riecheggiano quelli utilizzati nel 2002 da George W. Bush, quando l’allora presidente americano parlò di Iraq, Iran e Corea del Nord come “l’asse del male“.

Parlando del presidente venezuelano Nicolas Maduro per nome, ha accusato il leader del Venezuela di morire di fame e di trasformare il suo paese ricco di petrolio in una terra di disperazione e corruzione. Egli ha affermato di essere pronto a prendere “ulteriori azioni” contro il regime, ma non ha offerto alcun indizio di ciò che potrebbe essere deciso.

Insomma il Tycoon mostra i muscoli a chi li mostra a lui e vanta anche i successi della sua presidenza: risultati in borsa e occupazione intesta. Ma precisa stigmatizzando: “America al primo posto, come al primo posto gli altri leader devono mettere i rispettivi Paesi”. Insomma, sul fuoco anche un paio di secchi d’acqua…

Benjamin Netanyahu ha commentato: “in più di 30 anni nella mia esperienza con le Nazioni Unite, non ho mai sentito un discorso più coraggioso”.

 

A cura di Guido Francesco Guida

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