Trump sfoglia una strana margherita: ama la pace, lo salva la guerra

Non ci si può aspettare da Trump una politica anti americana: delicatissime la posizione di sconfitto ereditata in Siria, e quella in Mediterraneo che vede ormai gli Usa perdenti. Non gli resta che cercare spazio in Oriente, ma anche lì… I guai all’estero, però, lo preservano da quelli in patria…

Su queste sperdute righe nelle quali – però – prevedemmo perentoriamente con 24 ore di anticipo la vittoria di D.Trump in Usa (e la sconfitta di Renzi al referendum), abbiamo poi espresso frequenti preoccupazioni per il procedere della nuova presidenza americana e per la stessa figura del premier alla Casa Bianca…

L’aspetto principale degli atteggiamenti di Donald Trump è quello di dire il contrario di quanto il politically correct ci proponeva da decine di anni. Il suo vero peccato: dare pane al pane vino al vino, applicando null’altro che il puro pragmatismo americano. Come in tutto l’Occidente, anche in Usa, però, non avveniva da tempo…

Peggio, il neo presidente, prima delle elezioni affermò espressamente: “ripulirò il fango di Washington”, intendendo anche implicitamente “…il peggio di Wall Street”.

Si pone, quindi una domanda immediata: piaceva al mondo l’atteggiamento complessivo di Washington? Era felice dell’andamento dell’attività di Wall Street? A queste due domande non rispondiamo nemmeno. La risposta è scontata.

Occhio all’enorme potere finanziario che le grandi banche di Manhattan hanno creato, dopo due guerre mondiali e tutti gli anni trascorsi prima, durante la breve pace di mezzo (1918 – 1942) e nel corso dell’ultimo dopoguerra, quel “mondo” occidentale che fece dire filosoficamente a Winston Churchill: “d’accordo, abbiamo creato il peggior mondo possibile, ma tolti tutti gli altri”…

Che cosa vuol dire? Sostanzialmente che chi ha guidato il cosiddetto “Occidente” non ha impedito che la rivoluzione industriale affrancasse la società dalla “fame diffusa” descritta da Victor Hugo, Charles Dickens, Alessandro Manzoni, né dai guai della stessa “America”, che accolse come poteva gli emigrati fino agli anni ’50 del secolo scorso…

In compenso il nuovo assetto sociale e civile non ha escluso che una dottrina paradossale come il marxismo insidiasse fino a pochi anni fa lo stesso progresso morale ed economico del mondo. Questo per indicare il peggio che si è rischiato a causa del perdurare di contraddizioni, di ingiustizie sociali, di sostanziali limiti imposti alla libertà individuale, di carenza di un concreto ed efficiente funzionamento della democrazia.

Se tante facce assume col tempo la lapidaria battuta di Churchill, non abbiamo soverchi dubbi, che in questa pur grande e progredita realtà, laddove il concetto di “occidente e occidentale” già funziona male (molto male, specie a causa di contrasti fra Atlantico e Mediterraneo), si è imposta una mentalità per cui politically correct – ma soprattutto moralmente – fosse un vago atteggiamento di sinistra non estraneo all’ispirazione marxista. Chiariamo, appena, che il marxismo, al contrario del socialismo alla Falan e alla Proudhon, non è una dottrina, ma una sorta di apodittica previsione storica. E’ per questo che contiene una dose di ideologia che potremmo definire velenosa: abitua a ragionare in termini di certezza al di fuori delle verità supportate dalle regole proprie della scienza…

Tornando al politically correct, affermatosi nell’ultimo dopoguerra (la nostra vita), anche sulla scorta del “gioco troppo facile” che scaturiva dalle critiche al nazifascismo, si è consolidato il “vexato” ossequio alla “morale delle regole”: le regole sono state ossequiate fino all’eccesso più totale laddove l’avanguardia culturale, relativa degli approfondimenti sul concetto di morale, le aveva abbandonate da tempo… Alla morale delle regole si oppone la morale della coscienza, ai troppi “comandamenti”, ai variegati dettami sulle varie deontologie si oppone la norma base che detta di non nuocere al prossimo (il vicino) ed alla comunità. C’erano arrivati molti anni fa, se non sbagliamo, il Gesù dei Vangeli nella morale e l’ateniese Pericle nella politica… Ovviamente non  vogliamo gettare alle ortiche né gli insegnamenti del Corpus Juris Justinianei, né quelli del codice napoleonico e ciò che  ne è seguito…

Tornando a Donald Trump, si tratta di un personaggio che visibilmente “sbeffeggia” la morale “sinistrorsa” dietro la quale in tutto il mondo si nascondono da tempo i massimi poteri, non esclusi la massoneria e il Bilderberg: un modo per vestirsi proditoriamente di una ruota di penne da pavone molto a buon mercato. Un moloch che ha gemmato paradossi morali e civili come il cattocomunismo, una via per saziare la voglia di perfezionismo – anzi di perfettismo – a 360 gradi. Ne discende una società formalista molto simile a quella farisaica che fu oggetto di tante parabole del Gesù dei Vangeli…

E’ facendo oggetto su questo radicato perbenismo, su questo formalismo, che la grande stampa, diretta proprietà dei massimi poteri di Washington e Wall Street, accusa Trump, assieme ad essa – per vassallaggio, conformismo o diretto coinvolgimento – giornalisti e corrispondenti dagli Usa…

Il “giornale unico” si stupisce di continuo: l’inevitabile ritorno della destra in tutte le sue forme, i “contraddittori” atteggiamenti dello stesso Trump nei confronti della pace e della guerra: contrastanti solo all’apparenza, perché non in linea con il dictat semplicistico e demagogico di questi decenni.

Ma come? Uno di destra che vuole la pace?” “Ma no, è …cattivo. Vuole limitare l’immigrazione”. Bella novità: provate a diventare neozelandesi! Sarebbe bello per molti, no? E gli emigranti italiani venivano accettati in Usa tout court? No! Eppure vi hanno esportato una buona dose di quella che… “chiamano mafia”. Intendiamoci, lo ripetiamo:la mafia è un’altra cosa!

Nessuno sottolinea i rischi che corre Trump nel paese la cui storia nasconde i misteri dell’assassinio dei Kennedy, prima ancora di Lincoln, e la strana storia del Watergate… In un Occidente in cui anche in Italia si sa ma non si dice la vera storia delle stragi di stato ed in cui si parla di mafia con un formalismo da abecedario…

Una breve nota finale: la politica aggressiva della Corea del Nord è quella che con ogni probabilità, più sta aiutando Trump. In un momento così l’America può permettersi di “divertirsi” a far la fronda al proprio presidente?

Scaramacai

_____________________________

Aggiornamento

Come si vede l’accanimento continua. Chi ha convinto Flinn ad abbandonarsi alle “ammissioni” che lo coinvolgono? Flinn come Sansone? Vuol dunque morire con tutti i filistei? Quali le promesse sottobanco? …Che, intendiamoci, non saranno mantenute? Non lo saranno per inciso, sia perché questo è il costume massonico dei nemici si Trump, sia perché dal tempo di Clelia (ricordate la storia di Roma?) i traditori vengono. poi, comunque immolati…

Ma quale sarebbe – lo ripetiamo – la colpa di Trump? Di essere amico di Putin e della Russia? Ma non è una grazia di Dio? Non è una cura contro la guerra? La peggiore che si potrebbe temere? Quella fra le due maggiori potenze mondiali, Cina – l’outsider – a parte?

No, il Russiagate ha tutti i contorni del Watergate: una buccia di banana creata solo per far scivolare il presidente non voluto dai poteri forti per aver un torto: quello di governare.

Tutto ciò con buona pace degli articoli farneticanti che appaiono in questi giorni sull’Espresso. A varie firme (Caracciolo…) si manifesta lo sfogo di chi ha peso l’orientamento di una cultura che aveva una bussola in cui i punti cardinali non erano nord, sud, est, ovest, ma progressista, non progressista, rossi, neri… Amenità!

Questi “amabili columnist” parlano di Trump, Putin ed Erdogan come neo “surrogati” di Mussolini, dando sfogo alla loro personalità condizionata da decenni di educazione  nichilista… Si chiedono che cosa mai abbia condotto ai non meglio specificati …guai di oggi. Non esaminano la propria coscienza, per sapere quanto abbia collaborato la loro mentalità. Ma quali sono – secondo loro – i guai di oggi? Non li specificano granché nei particolari. Alludono a guai,m guai, guai… Ma sono, probabilmente, ben diversi da quelli che lettori come il sottoscritto ritengono tali…

Parlano di neo mercantilismo e, ovviamente, di populismo. Loro che – venendo dalla cosiddetta sinistra – il populismo l’avevano inventato e il popolo l’hanno vistosamente beffato  tradito. Parlano di democrazia loro che la democrazia l’avevano calpestata e, aspirando sostanzialmente ad ideali marxisti non sarebbe potuto avvenire diversamente… Che cos’è, infatti, il marxismo se non la dittatura di una mera idea? Ma lo sanno che cosa “fu” il mercantilismo? Appena per inciso, non si può ritenere  questo termine nel significato di “mero ossequio al mercato”. In quanto il mercantilismo (delle monarchie europee) venne avversato dal Liberismo (Adamo Smith etc), vera dottrina fondante della scienza economia ( o economia politica). Ritenere che il liberismo – nemico del mercantilismo – non ossequi il mercato è una vera bestialità. Per non dire che anche il liberismo da questi “colti critici”  viene visto come la peste bubbonica ignorando un semplice dato: tutti i prende i Nobel dell’economia sono liberisti. Il vero problema è che – a partire da Giorgio Bocca o Gianni Brera nello sport – il nostro giornalismo ha fatto appena Wle superiori”. Perché non mandiamo qualche columnist italiano all’univesità?

Non c’è risposta possibile a questi commentatori! Viceversa occorrerebbe iniziare con il fatidico inglesismo: “When God was a baby…” Cioè, per i meno anglofoni: “Quando Dio era un bambino”. (G.S.)

 

Articoli correlati