Gesù è risorto, lo dice anche la scienza

Raffaello Sanzio, Resurrezione di Cristo. L’arte ha rappresentato sotto infinite forme la religione, privilegiandola nel Medio Evo e nel Rinascimento. Così ha fatto anche l’architettura fino al Barocco, momento topico della passione religiosa sotto il profilo espressivo. Esso rappresenta la molteplicità del cosmo e la fatica della fede contro il dubbio, nella fantasmagoria del creato. Per questo il Barocco è lo stile più “imitato” anche nelle piccole chiese di campagna e, peraltro, suscita tanto interesse artistico nelle città d’arte… Non c’è dubbio che il proiettarsi dello spirito umano nell’arte costituisca – anche per il ridotto risvolto pratico – una manifestazione e una ricerca del Divino.

Papa Francesco nell’udienza generale in Piazza San Pietro dello scorso anno svolgendo la sua catechesi sul temaCristo risorto nostra speranza” ha concluso così: “essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima nemica. Dio è più grande del nulla, e basta solo una candela accesa per vincere la più oscura delle notti. Paolo grida, riecheggiando i profeti: ‘Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?’ (v. 55). La Resurrezione di Gesù Cristo è l’architrave del Cristianesimo, come è testimoniato da San Paolo che dice in una lettera agli abitanti di Corinto “Che se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede, perché siete tuttora nei vostri peccati”. (1Co 15,17).

Giotto, Ascensione. L'ispirazione del sommo pittore, assieme alla sua fantasia ed alla sua inventiva di grande innovatore sorprende anche per la purezza e la semplicità che ricalca quella di San Francesco.
Giotto, Ascensione. L’ispirazione del sommo pittore, assieme alla sua fantasia ed alla sua inventiva, di grande innovatore, sorprende anche per la sua purezza e la semplicità che ricalca quella di San Francesco.

Paolo credeva nella Resurrezione di Gesù Cristo per via della luce e della parola che lo fecero cadere da cavallo sulla via di Damasco (Giuseppe Baldacchini). Il persecutore diviene apostolo. Perché? “Perché io ho visto Gesù vivo! Io ho visto Gesù Cristo risorto!”. Questo è il fondamento della fede di Paolo, come della fede degli altri apostoli, come della fede della Chiesa, come della nostra fede” (Papa Francesco).

Avvennero anche scosse telluriche le rocce si spaccarono e le tombe si aprirono e molti corpi dei santi addormentati si ridestarono e usciti dalle tombe dopo la risurrezione di lui entrarono nella città santa e apparvero a molti (Matteo, 27, 51-53). Nel raccontare come fu trovata la tomba di Gesù vuota, Matteo e Marco sono abbastanza paralleli fra loro, Luca è più reticente ma non si discosta molto dal racconto di Marco, Giovanni è schematico perchè vuole precisare alcuni punti con la sua particolare autorità di testimonio dei fatti. Nell’atto del risorgere Gesù non fu visto da alcuno.

Nessun evangelista riferisce in quale maniera egli uscisse dal sepolcro. Uno di essi fa conoscere implicitamente che l’uscita dal sepolcro avvenne rimanendo intatta la pietra circolare che sbarrava l’apertura, pur essendo la risurrezione accompagnata da segni straordinari: “ecco avvenne un gran terremoto infatti un angelo del Signore, disceso dal cielo e avvicinatosi, rotolò via la pietra e si sedette su di essa. Era poi il suo aspetto abbagliante come lampo e il suo indumento bianco come neve” (Matteo 28, 2-3). La pietra dunque fu rotolata perchè inutile visto che il sepolcro era già vuoto. I primi ad accorgersi dell’accaduto furono i soldati posti a presidio del sepolcro, che fuggirono per lo spavento e per non incorrere in sanzioni si recarono dai Sinedristi per trattare con essi. La seconda fu Maria la Magdalena, la sola di cui parla Giovanni e la prima nominata dai tre Sinottici. Poi Pietro e Giovanni che furono i primi ad entrare nel sepolcro e vedere le bende ed il sudario ben piegati e messi da parte. I discepoli se ne andarono a casa loro (Giovanni 20, 3-10) lasciando Maria che si fece coraggio ed entrò nel loculo della camera mortuaria attraverso lo stretto uscio che metteva in comunicazione la camera con l’atrio. Inaspettatamente scorse due angeli assisi uno alla testa e l’altro ai piedi del loculo ove era stata la salma.

Uno di essi le dice: donna perché piangi? Chi cerchi? Ella rispose Signore se tu l’hai portato via dimmi dove lo hai messo e io lo prenderò. Quell’uomo era Gesù risorto che chiamò per nome la donna, la quale voltatasi rispose in ebraico “Rabbonì” che significa Maestro. Era la prima volta che il risorto era stato visto e riconosciuto da persona umana. Riconosciutolo Maria gli si getta i piedi per abbracciarli ma Gesù le dice “Non mi toccare perchè non sono ancora asceso al Padre mio (Giovanni 20, 17). Risorse al terzo giorno secondo le Scritture e fu visto da Cefa e in seguito dai dodici, poi fu visto da più di cinquecento fratelli insieme, poi fu visto da Giacomo quindi da tutti gli apostoli e per ultimo da Paolo (I Cor. 15, 4-8). Dal sepolcro vuoto parte la ricerca. Fra l’altro, nella filosofia come nelle scienze, ogni ricerca che fa l’uomo non è altro che evitare il sepolcro. Principio di ogni sapere umano e di ogni tecnica umana è come vincere in qualche modo la morte: è il nostro grande desiderio. La fede cristiana sta con la testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti. Solo se Gesù è risorto è avvenuto qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Allora Gesù diventa il criterio del quale ci possiamo fidare.

Ancora Giotto (Cappella egli Scrovegni): il tradimento di Giuda. Tutte la confessioni cristiane considerano la resurrezione il momento saliente del messaggio di Gesù e la prova che egli vuol dare del suo impegno per l'umanità. Per un vero Dio morire e risuscitare è solo un gesto. Per un Dio - Uomo significa essersi sottoposto alla condizione umana ed alla sofferenza che conduce alla vittoria sul Male.
Ancora Giotto (Cappella egli Scrovegni): il tradimento di Giuda. Tutte la confessioni cristiane considerano la resurrezione il momento saliente del messaggio di Gesù e la prova che egli vuol dare del suo impegno per l’umanità. Per un vero Dio morire e risuscitare è solo un gesto. Per un Dio fattosi Uomo significa essersi sottoposto alla condizione umana ed alla sofferenza che conduce alla vittoria sul Male.

Poiché Dio si è veramente manifestato (Joseph Ratzinger, Gesù di Nazaret). Il miracolo di un cadavere rianimato significherebbe che la risurrezione di Gesù era la stessa cosa che la risurrezione del giovane di Nain (Lc 7,11-17) della figlia di Giairo (Mc 5,22-24,35-43) o di Lazzaro (gv 11,1-44). Di fatto, dopo un tempo più o meno breve, questi ritornarono nella loro vita di prima per poi più tardi, a un certo punto, morire definitivamente. La risurrezione di Gesù è stata l’evasione verso un genere di vita totalmente nuovo, verso una vita non più soggetta alla legge del morire e del divenire, una vita che ha inaugurato una nuova dimensione dell’essere uomini. Non un cadavere rianimato, ma uno che in virtù di Dio viveva in modo nuovo e per sempre e che al tempo stesso, in quanto tale, pur non appartenendo più al nostro mondo, fosse presente in modo reale nella sua piena identità.

Egli lascia che le sue ferite siano toccate da Tommaso, anzi, secondo Luca avrebbe chiesto qualche cosa da mangiare e poi davanti agli occhi dei discepoli avrebbe mangiato un pezzo di pesce arrostito, per dimostrare la sua vera corporeità. Gesù si mise a tavola con i discepoli, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò lo diede loro che in quel momento lo riconobbero. Si mostrò ad essi durante quaranta giorni (Atti degli Apostoli) apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Nelle testimonianze sulla resurrezione si parla di qualcosa che non rientra nel mondo della nostra esperienza. Si parla di una nuova dimensione della realtà che si manifesta. Non si contesta la realtà esistente piuttosto esiste un’ulteriore dimensione rispetto a quelle che finora conosciamo. Dio non può  creare una dimensione nuova della realtà umana? Non è, in fondo, la creazione in attesa di questa ultima e più alta “mutazione”, di questo definitivo salto di qualità? Non attende forse l’unificazione del finito con l’infinito, l’unificazione tra l’uomo e Dio, il superamento della morte?  C’è poi la modalità dell’apparire: Gesù arriva attraverso le porte chiuse, sta improvvisamente in mezzo a loro e allo stesso modo si sottrae improvvisamente.

Egli è pienamente corporeo e tuttavia non è legato alle leggi della corporeità, alle leggi di tempo e spazio. In questa sorprendente dialettica tra identità e corporeità, tra vera corporeità e libertà dei legami del corpo si manifesta l’essenza peculiare, misteriosa della nuova esistenza del Risorto. Gesù non è, come i discepoli nel primo momento temono, un fantasma, uno spirito ma ha carne e ossa (Lc 24,36-43). Lo “spirito” evocato è un morto che, come esistenza ombra, vive negli inferi, può essere temporaneamente chiamato su, ma deve poi ritornare nel mondo dei morti.

Gesù invece non viene dal mondo dei morti, ma al contrario viene dal mondo della pura vita, viene da Dio. Con la resurrezione di Gesù è avvenuto un salto ontologico che tocca l’essere come tale, è stata inaugurata una dimensione che ci interessa tutti e che ha creato per tutti noi un nuovo ambito della vita, dell’essere con Dio. Giuda Taddeo si rivolse a Gesù nel cenacolo: Signore come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo? (Gv 14,22). La risposta sta proprio nel mistero di Dio, il quale agisce in modo sommesso. Bussa alle porte dei nostri cuori e se gli apriamo ci rende capaci di vedere, senza sopraffare con la potenza esteriore ma dandoci libertà, donare e suscitare amore (Papa Ratzinger). Un capitolo importante riguarda la Sindone. Sono molto numerosi gli scienziati che nel corso degli ultimi decenni si sono interessati alla Sindone e hanno cercato di comprendere l’origine di questo oggetto, così studiato ma così ancora misterioso. Nel 1977 il direttore scientifico della polizia di Zurigo, Max Frei, un botanico protestante, annuncia di aver trovato sulla Sindone tracce di 58 pollini di piante diverse, di cui 38 non europee, alcune delle quali vengono proprio da Gerusalemme. Questo risulta il primo indizio della provenienza del “telo”. Lo studio più importante è quello realizzato dal fisico Giuseppe Baldacchini del Centro di ricerca Enea di Frascati (Roma).

L'incredibile immagine che emerge dalla Sindone, trattata con metodi fotografici.
La prodigiosa immagine che emerge dalla Sindone, trattata con metodi fotografici. Le manifestazioni di fede nei confronti del “Sacro lenzuolo” sono esse stesse un miracolo.

La Sindone è un lenzuolo di lino antico di circa 4,40×1,10 mq. sul quale ci sono molti segni tra i quali una debole immagine corporea frontale e dorsale e macchie di liquidi organici ed inorganici. E’ stato accertato che quel telo risale proprio al periodo storico in cui è vissuto Gesù e che attraverso le modernissime tecniche usate si è potuto asserire che non si tratta di un falso. In un libro scritto dal professor Giulio Fanti – docente di misure meccaniche e termiche alla Facoltà di Ingegneria dell’ateneo padovano – viene descritta l’indagine effettuata sulle fibre sindoniche, realizzata con un’originale macchina per prove di trazione in grado di valutare fibre estremamente piccole. Con l’ausilio di nuove analisi compiute nei laboratori dell’università di Padova si è giunti all’affermazione che la Sindone risale a un tempo compatibile con quello in cui Gesù Cristo fu crocifisso a Gerusalemme. Il dr. Baldacchini, secondo la sua ipotesi, ha dichiarato che la Resurrezione è avvenuta utilizzando la stessa dinamica fisica della creazione dell’Universo.

Il Big Bang è iniziato con una gigantesca esplosione di Luce costituita da fotoni gamma che hanno generato Materia e Antimateria che, a loro volta, si sono annichilati (processo d i annichilazione elettrone-positrone è una reazione che avviene quando un elettrone incontra un positrone ) per generare di nuovo fotoni gamma, e così via per circa un minuto quando il processo si è congelato in uno stato di Luce e una piccolissima frazione di Materia. Su questa falsa riga, la Resurrezione è consistita nella trasformazione di una piccolissima frazione della Materia del corpo di Gesù in una esplosione di Luce, mentre però il corpo diveniva trasparente per un istante al lenzuolo funebre, cioè la Sindone. In pratica, all’interno della Sindone avvolta intorno al corpo di Gesù c’è stata la liberazione della energia della Resurrezione.

L’energia liberata dalla Resurrezione è infinitamente più piccola di una esplosione nucleare, e quindi risponde al primo requisito della mancanza storica di una esplosione apocalittica in Palestina, ma non elimina quella di una esplosione convenzionale. Infatti, dal punto di vista energetico l’energia della Resurrezione equivale a 1,82 tonnellate di tritolo per un corpo di 78 kg, un valore pari a quello di un bomba aerea pesante della Seconda Guerra Mondiale. Ma questa energia è in una forma tale che può essere utilizzata per finalità diverse da quella banale di una pura e semplice esplosione meccanica. In ogni caso. E’ chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo. Infatti, cosa impedisce a Dio di fare in 10 miliardesimi di secondo, la Resurrezione, quello che aveva già fatto in 10 miliardi di anni, la vita? Dal Blog lo Straniero di Antonio Socci apprendiamo che quel lenzuolo ha certamente avvolto il corpo di un uomo morto, che quel corpo morto non è stato nel lenzuolo per più di 40 ore perché non contiene traccia alcuna di decomposizione e infine che in base allo studio sulle tracce di sangue, quel corpo non è stato tolto dalla fasciatura del lenzuolo con un movimento fisico, ma si è come smaterializzato.

Paul Davies, celebre scienziato nato a Londra nel 1946, non particolarmente incline alla religiosità, scrive: «Oggi molti astronomi e cosmologi sostengono la teoria secondo cui c’è effettivamente stata una creazione databile a circa diciotto miliardi di anni fa, quando l’universo fisico sorse all’improvviso con l’inimmaginabile esplosione volgarmente detta “Big Bang“. L’ipotesi fondamentale – che, cioè, si sia data una creazione – è dal punto di vista scientifico del tutto accettabile. Essa infatti nasce da un vastissimo insieme di dati scientifici accomunati dalla legge fisica più universale a noi nota, la seconda legge della termodinamica». E sempre a proposito del Big Bang (che rientra nella categoria scientifica della «singolarità») ha aggiunto: «Una singolarità è quanto di più prossimo a una entità sovrannaturale che la scienza ha saputo scoprire». Chi ha creato dal nulla tutto l’ universo e la vita stessa, può ben riprendersi la vita dopo che – fattosi uomo per amore – è stato ucciso. Si deve dunque riconoscere la possibilità razionale che Gesù Cristo sia veramente la rivelazione di Dio, cioè Dio fatto uomo, e che sia risorto in quell’aprile dell’anno 30 a Gerusalemme.

Tutto questo è ragionevole ed è verificabile. Interessantissimo lo studio prodotto da Frank I. Tipler fisico statunitense, nato nel 1947, nei suoi studi concentrati sulla fisica del viaggio nel tempo. A  proposito del processo di annichilazione barionica sopra descritto ha dedotto che Gesù sarebbe potuto risuscitare da morte facendo uso di questo processo, che è responsabile dell’esistenza di tutta la materia oggi presente nel cosmo: infatti nell’universo primordiale questo processo fu utilizzato per convertire la radiazione in materia. Gesù ha invertito il processo, convertendo la materia del suo corpo in una radiazione invisibile fatta di neutrini. Un osservatore che avesse assistito alla conversione del corpo di Gesù in neutrini avrebbe visto il corpo smaterializzarsi. L’inversione della smaterializzazione avrebbe prodotto la materializzazione di Gesù apparentemente dal nulla.

La Chiesa è piena di “cristiani sconfitti”, cristiani “convinti a metà”. Cristiani che hanno bisogno della “prova”. Invece è la fede che può tutto e “vince il mondo”, ma occorre il coraggio di affidarsi a Dio. “La fede è confessare Dio, ma il Dio che si è rivelato a noi, dal tempo dei nostri padri fino ad ora; il Dio della storia. E questo è quello che tutti noi recitiamo nel Credo. E una cosa è recitare il Credo dal cuore e un’altra come pappagalli, no? Credo, credo in Dio, credo in Gesù Cristo, credo… Io credo in quello che dico? Questa confessione di fede è vera o io la dico un po’ a memoria, perché si deve dire? O credo a metà? Confessare la fede! Tutta, non una parte! Tutta! E questa fede custodirla tutta, come è arrivata a noi, per la strada della tradizione: tutta la fede! E’ come posso sapere se io confesso bene la fede? C’è un segno: chi confessa bene la fede, e tutta la fede, ha capacità di adorare, adorare Dio”.

L’uomo o la donna che ha fede si affida a Dio: si affida! Paolo, in un momento buio della sua vita, diceva: ‘Io so bene a chi mi sono affidato’. A Dio! Al Signore Gesù! Affidarsi: e questo ci porta alla speranza. Così come la confessione della fede ci porta all’adorazione e alla lode di Dio, l’affidarsi a Dio ci porta ad un atteggiamento di speranza. Ci sono tanti cristiani con una speranza con troppa acqua, non forte: una speranza debole. Perché? Perché non hanno la forza e il coraggio di affidarsi al Signore. Ma se noi cristiani crediamo confessando la fede, anche custodendo, facendo la custodia della fede, e affidandoci a Dio, al Signore, saremo cristiani vincitori. E questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede!” (Papa Francesco – durante la messa di Santa Marta 10/1/2014).

Franco La Valva

(Impaginazione e didascalie di Germano Scargiali)

 

 

 

 

 

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