Ma quale clima “cambia”?

Ma sì, il sole sorgerà ancora per molto. Poi, la fine del pianeta è segnata da sempre. Sarà l’uomo tecnologico che lo conserverà a lungo in bellezza, non certo Greta Thumberg… Non a caso la natura ha dato all’umanità, che ne fa parte, la conoscenza e la ragione. Non certo per “farsi distruggere”… L’umanità “colonizzerà” invece altri pianeti vicini?

E’ “fuori moda” negare i cambiamenti climatici: la persuasione mediatica c’è riuscita. Ma le menzogne “fioccano” e sono anche riconoscibili.

Iniziamo con lo smentire un comune adagio: i governi non hanno nessun “interesse” a …non prendere provvedimenti contro i mutamenti climatici. Hanno invece enormi interessi ad intervenire e possono farlo impunemente se ciò avviene “su pressante richiesta della piazza”… E’ proprio ciò che sta avvenendo. La classe politica (l’intera amministrazione)  non cerca altro che motivi “qualsiasi” per proporre stanziamenti e relative gare d’appalto. Tanto più è un “invito a nozze” adottare misure i cui effetti – come in questo caso – non potranno mai essere controllati, né tantomeno quantificati.

Ma ancora non entriamo nel merito. E’ risibile il concetto che la cosiddetta vecchia generazione, “i vecchi” screditati nella storia per antonomasia, siano da una parte “più colpevoli”, dall’altra meno sensibili dei giovani ai problemi futuri. Il sogno dei “padri” è, di regola, cioè salvo (rare) eccezioni, quello di lasciare i figli in migliori condizioni di quelle che trovarono alla loro nascita. La prova tangibile è l’eredità: i “padri”, non escluse le “madri”,  di regola accumulano riserve di sicurezza, mattone, ma denaro stesso da lasciare ai figli. Se dispongono di un’azienda pregano il Signore che i figli siano all’altezza di mantenerla in vita. Anzi di farla crescere. I singoli esempi contrari non invertono la regola ampiamente seguita.

Perché mai i giovani dovrebbero condannare i genitori che “se ne fregherebbero” di un qualsivoglia problema dell’avvenire? Questo sta a cuore ugualmente a tutti. Né la nuova generazione, già in vita, avrà il tempo di accorgersi materialmente dei “guai” seri dei mutamenti climatici. Ogni giorno alle previsioni del tempo si tace che siano in corso…

Quante sono, inoltre, le passate generazioni da condannare? Quelle che hanno fatto registrare negli ultimi due secoli o poco più i progressi prodigiosi che conosciamo. Quelli che hanno affrancato il mondo da gran parte dei problemi di  fame e ingiustizie a ritmo crescente?

Affermare che il tempo possa esser mutato “a vista” nel corso di una sola vita è quanto di più antiscientifico si possa fare: se il tempo cambiasse visibilmente, il mondo sarebbe “bell’e fritto”, né alcun possibile provvedimento potrebbe fermare il disastro.

Ma dovrebbe esser chiaro a qualunque mente intelligente che non vi sono sicurezze scientifiche di sorta in quanto si sta affermando, a proposito del “supposto” surriscaldamento “di qualcosa”. Ma di che? Della crosta terrestre? Dell’atmosfera? E l’effettoserra? Passato di moda. Un ghiacciaio vien giù: se non ci fosse questa baraonda, si direbbe che è colpa dell’estate, “colpa del vino, colpa del mare”, dice una recente canzone…

Che il clima stesse cambiando lo sentiamo dire – per strada – da quando siamo nati. Tutto nacque dalle esplosioni nucleari di  Hiroshima, Nagasaki, Bikini… Oggi dei danni di quelle esplosioni “in loco” è rimasta solo la stele: vivono abitanti, fauna marina e relativa flora… Ma del clima si parla sempre, prima, durante e dopo ogni accadimento: quando non si ha altro da dire. Fornire “inediti” argomenti a questa stucchevole abitudine è un gioco facile…

Aspettiamo ancora ad entrare nel merito: c’è dell’altro. Ciò che dovrebbe saltare all’occhio e salta all’occhio a chi sa riconoscere l’imbroglio per esperienza di vita è con quale e quanta sicurezza – anzi sicumera – si dà per certo – anzi certissimo – che il surriscaldamento, sostituito abilmente (di fronte a molte evidenze contrarie) dal concetto di “cambiamenti climatici” sia in atto.

Non esiste una sola prova certa, tantomeno di reale “valore scientifico“,  che alcun cambiamento climatico sia in corso. Ma se lo fosse, non vi sarebbe alcuna certezza scientifica che non sia naturale né naturalmente irreversibile. Anzi sarebbe la conferma del ripetersi di antiche tropicalizzazioni e glaciazioni del cui succedersi si ha – questa volta – un’assoluta certezza documentata dai geologi e simili…

Infine non v’è alcuna certezza scientifica che, nei limiti in cui sarà possibile limitare le emissioni di CO2, ciò avrà alcuna rilevanza sui mutamenti climatici. Anche perché bisognerebbe dire agli alberi, alle piene, alla stessa amatissima posidonia marina etc di limitare l’emissione naturale di CO2 (la notte). Per non dire che 10 anni di emissioni industriali non equiparano quella di una (1 sola) eruzione vulcanica che si rispetti. Ma ci sono i vulcani sempre attivi: Etna e Stromboli solo in Italia. Più le solfatare, le acque sulfuree in genere, i soffioni boraciferi, i geyser… Emettono tutti insieme una quantità di CO2 da far ritenere “una bazzecola” ciò che può fare la “nemica umanità”, quello che abbia potuto fare la”nemica passata generazione”.

Passo dei Giovi (Genova, Liguria): boschi a perdita d'occhio sugli appennini :il verdene mondo nofa che crescere. L'umanit àloammira e lotiened'occhio ben più di quanto non lo distrugga.Pianidirimboschimentoovunque: Europa, Asia, Africa eanche in Amazzonia. Ma si vuol dire il contrario...
Passo dei Giovi (Genova, Liguria): boschi a perdita d’occhio sugli Appennini: il verde nel mondo non fa che crescere. L’umanità
lo ammira e lo tiene d’occhio ben più di quanto non lo distrugga. Piani di rimboschimento ovunque: Europa, Asia, Africa eanche in Amazzonia. Solo in Sicilia abbiamo quasi 30 fra parchi e riserve in cui il rimboschimento è legge. Ma si vuol dire il contrario…

La passata generazione ha affrancato gran parte del mondo di una cosa che si chiama “fame”, ha trasformato i vicoli delle “città vicine” da malsani cunicoli pieni di bambini col culetto di fuori in luoghi dove passeggiare, fare cultura, creare musei, vivere dei ricordi di un passato bellissimo, fatto di bei palazzi: la mitica età dell’oro che non è mai esistita, che aveva una giustizia sociale da fare schifo rispetto a quella (pur malata) di oggi. Questo per dare una risposta pur demagogica, ma molto meno di quella contraria che accusa il passato e il presente di chi sa quali torti.

Il “mattone” che abbiamo acquistato costruito pietra su pietra, spellandoci – comunque – le mani, non dormendo – comunque – la notte quando scadevano le rate dei mutui. Ci hanno aiutato i nostri padri, ci hanno aiutato i nostri fratelli. Oggi lo lasciamo “nummo uno” alla nuova generazione, che si lamenta – magari – di dover procedere a qualche ristrutturazione…

Fabbriche e opifici hanno portato il necessario nelle case di tutti. E oltre.L’agricoltura intensiva ha affrancato i terreni montagnosi delle orribili e dannose colture a terrazza. Il fattore “terra” non fa che perdere valore. Persino l’oro e le stesse materie prime hanno solo un valore più nominale che reale. Ciò che conta è l’attività, l’economia circolare, ma quella di Keynes, non quella stucchevole dei verdi, quella del pane duro da grattugiare per farne polpette, che non serve assolutamente a niente, anzi danneggia chi produce.

Ricordiamoci che, rispetto alla grandezza dell’amato pianeta, l’umanità vive in una ridottissima porzione delle terre emerse, che rappresentano un quarto della superficie, ma questo quarto include sterminate terre disabitate (Groelandia, Siberia, deserti, zone montuose, foreste…). La “nostra” Sicilia tanto amata, ma avvilita e calpestata, è fortemente antropizzata. Ma basta valicare i primi monti, che si affacciano sul mare per trovare il vuoto. Il 70% dei siciliani (e degli italiani) vive lungo le coste. E’ facile parlare a questi “cives” incalliti di sovrappopolazione, di super antropizzazione, di pianeta che “scoppia”. Ma “de che”?

“Parlano” di neo umanesimo come ritorno all’individuo, ma  schiacciano la persona seppellendola sotto la coltre di una disinformazione che mortifica non solo la cultura, ma anche la capacità stessa di riconoscere la verità, di distinguere il bene dal male. Spacciano l’uno per l’altro. Concedono quelle libertà dell’individuo che al potere non costano una sola moneta (ma non è neppure così), mentre gli negano la libertà di esistere, la libertà di parola, nel senso che la sua parola non conta nulla, la libertà di crescere, perché crescono solo “i gruppi”. E quelli grandi.

Li chiamano a riunirsi in grandi kermesse per un qualunque motivo propagandato mediaticamente: è il nuovo oppio – più efficace che mai – come panem et circentes, ma più circentes che panem. E’ un gran circo, una gran mascherata che fa solo il gioco dei massimi poteri. Ragazzi andate. Assentatevi da scuola per certe manifestazioni con tanto di permesso, ma recatevi a passeggio e in villa a divertirvi, conoscetevi e baciatevi, anche. Come facevamo borghesemente noi per la “festa della matricola”. Meglio, se ci riuscite, fra uomini e donne…

Ma siamo rincoglioniti? Ci vogliono in adorazione di una piccola minorata che piange come se avesse visto la Madonna e ci guarda incazzatissima per la nostra supposta cattiveria. Nei suoi confronti.

Pensi – Greta – che quelli cui rivolge le sue accuse lottano per contraddire coloro che sul clima concordano con lei, ma poi vogliono anche che i bimbi minorati siano tolti di mezzo prima della nascita, di quando vedano alla luce  naturalmente uscendo dal seno materno!

Germano Scargiali

 

Nota

Non c’è bisogno di Zichichi, né dei 500 scienziati negazionisti (hanno appena scritto all’Onu) per capire che il discorso sui mutamenti climatici è privo di una qualunque certezza scientifica: non è certo che, seppure la terra si scalda, il fenomeno non si rivelerà spontaneamente reversibile come l’ampiezza del buco nell’ozono (che già si restringe). Non c’è prova scientifica (prova certa) che il surriscaldamento abbia a che fare con le emissioni industriali di CO2, né che diminuendole di quanto sarà effettivamente possibile, ciò possa influenzare il fenomeno. Anzi vi sono ipotesi più scientifiche le quali affermano che fattori naturali contribuiscono al fenomeno in tali proporzioni che le emissioni umane sono una bazzecola. Per di più si ha la certezza assolta che nelle ere grandi glaciazioni e tropicalizzazioni naturali si sono succedute. Anche in epoca storica risultano tropicalizzazioni e glaciazioni di piccola entità come quella attorno alla quale “più di un qualcuno” ha certamente interesse a sollevare un gran polverone. Quello cui assistiamo. I mutamenti climatici scatenano un gran business, ma è tutto “a perdere” per l’umanità, che ha ben altri problemi…

Nota 2

Una teoria scientifica non nuova ma certo avveniristica ritiene che un giorno l’umanità disporrà di tanta energia (per esempio scatenando la reazione nucleare da materiali comuni – non solo quelli fissili – che hanno una enorme potenza nel nucleo) da poter spostare Marte sull’orbita terrestre non troppo lontano dalla Terra. Il che lo renderebbe ben più abitabile di come lo sarebbe lungo la sua orbita. Si pensi che già i privati possono prenotare voli spaziali. La fantascienza è quella che già stiamo vivendo e le prossime generazioni vedranno “cose incredibili”.  Sono questi i traguardi cui guardare, i grandi sogni dell’umanità che confermano gli insegnamenti dalle origini, a partire dal “crescete e moltiplicatevi” incondizionato della Bibbia… Anche la terra, con le moderne tecnologie (aumento esponenziale della redditività per ettaro) ha tali risorse che solo gli ipocondriaci e la speculazione possono immaginare in via di esaurimento.

 

 

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