Morto Pellicani un socialista futuribile

Maggi Giovanni foto: Il Quarto Stato il bel dipinto che ha reso famoso il figurativista Pellizza da Volpedo.

Sei giorni fa è venuto a mancare a Roma l’intellettuale pugliese Luciano Pellicani

Cresciuto a Napoli con la madre separata, nel 1964 si laureò in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma  con una tesi su Gramsci. Figlio di Michele Pellicani, già parlamentare Psdi e Psi per tre legislature e più volte sottosegretario di stato. Proprio lavorando alla tesi, Pellicani, portatore di idee familiari di tradizione  comunista, si convinse che “il comunismo non era una buona idea realizzata male. Era proprio un’idea sbagliata“, e abbracciò idee socialiste riformiste

Luciano Pellicani, giornalista,saggista intellettuale 'neo socialista'.
Luciano Pellicani, giornalista, saggista intellettuale ‘neo socialista’.E’ stato uno degli ultimi ‘ideologi’ della politica italiana. Il concetto di ideologia è stato svilito dopo la fine del socialismo reale. Lo si vuole negare, annullare. Al contrario, la società moderna, alla vigilia di nuove imprevedibili svolte, ha bisogno di ideologi. Purtroppo sono ‘demodé’. Oggi vola in alto sulle ali dell’elettronica che velocizzerà la crescita scientifica in modo esponenziale in ogni e qualsiasi settore. Siamo all’alba di una nuova rivoluzione industriale con grandi problemi dimorale e di costume. Di tutto c’è bisogno tranne che di futurologi pessimisti – chi sa perché delusi dalla storia –  come se ne vedono tanti. Molti ecologisti, ma anche alcuni grandi capitalisti hanno una visione materialistica, atea, a volte pagana della realtà e sono preda di timori ancestrali e anti storici che dovrebbero essere relegati in quel passato, pur non remoto, che l’asciò l’umanità sgomenta di fronte all’improvviso progresso e all’automazione. Se quel passato è recente sul calendario, è, però, antico rispetto alla fisiologia dei tempi che, in questo caso, è quello più concreto e reale. Il ‘tempo’ moderno è divenuto, più che mai, ‘relativo‘.

Alla dissoluzione del partito dopoMani pulite’, decise di chiudere Mondoperaio, la rivista di cui era direttore. Riguardo all’inchiesta giudiziaria, in un’intervista dichiarò che, anche se le irregolarità erano presenti in tutti i partiti (eccetto il Partito Radicale), non poteva …perdonare al gruppo dirigente socialista di aver “affogato nella corruzione le buone idee”.

Nel 1998 si avvicinò allo Sdi (Socialisti democratici), dichiarando di rimanere di centrosinistra (pur lontano da posizioni massimaliste) e quindi rifiutandosi di emigrare, come molti del PSI fecero, in Forza Italia con Silvio Berlusconi. Nello stesso anno, Mondoperaio riprese le pubblicazioni, sempre con Pellicani direttore.

Nel corso della manifestazione di Roma organizzata dall’Ulivo il 3 marzo 2002, Pellicani, il solo socialista presente tra i relatori in una delle sue rarissime apparizioni in piazza, fu duramente fischiato quando nel suo intervento attaccò la linea politica dei ‘girotondi’ e quella di Antonio Di Pietro.

Pellicani, trascorsi i primi giorni dalla sua morte, non sarà – forse –particolarmente ricordato. Il suo pensiero viene sottovalutato in un ambiente – quello attuale – in cui la cultura e la riflessione non sono la regola.

In effetti, invece, teorizzare un socialismo non marxista non solo sarebbe opportuno per far capire la differenza fra la radicale ed apodittica dottrina di Marx, trasformatasi in ideologia, al di là – forse – dalle stesse intenzioni del filosofo hegeliano di Trevi (Germania) ed una posizione socialista del pensiero aperta alle differenti opinioni in fatto di economia e società. Pronta, cioè al dialogo ed al confronto sinceri. Come si vede, un atteggiamento ben diverso da quello della sinistra che percorse lunghi decenni per culminare ideologicamente nell’assurda contestazione detta del 1968 (intempestiva perché materialista in epoca di esplosione produttiva e consumistica), mantenutasi ideologicamente inflessibile fino ed oltre la fatidica caduta del muro di Berlino, un eufemismo questo per indicare l’implosione del socialismo reale di stampo marxista

In questo differente modo di intendere, il socialismo può essere alla base di una corrente e di un partito con pieno diritto di cittadinanza nel mondo moderno. L’idea socialista sarebbe una delle posizioni politiche nell’ambito di una realtà pluralistica assolutamente raccomandabile nella cultura e nella democrazia.

Di tutto questo Luciano Pellicani fu, certamente,un precursore. Di fatto questa forma di socialismo, che non è neppure riformista, ma si fa portatrice di interessi e punti di vista presenti nella realtà civile, già funziona nei paesi evoluti. Quindi può dirsi già vincente, per quanto ci sembra poco consapevole di sé della propria fisionomia e del proprio ruolo.

Un limite era rappresentato nel pensiero craxiano dal riferimento specifico a Proudon. Evidentemente, perso per strada Marx, Craxi riteneva di dover dare un ‘padre’anche al proprio socialismo…

Pierre Joseph Proudon pesatore francese (1809 - 1865) nato nella Francia post rivoluzionaria aveva un pensiero certamente pensiero illuminato. Da allora, comunque, il mondo è radicalmente cambiato. L'economia di mercato si è affermata, la rivoluzione industriale ha creato il miracolo economico, Anche quelle idee vanno molto aggiornate.
Pierre Joseph Proudon pesatore francese (1809 – 1865) nato nella Francia post rivoluzionaria aveva un pensiero certamente pensiero illuminato.  Dalle sue parole, anche di fede anarchica… Da allora, comunque, il mondo è radicalmente cambiato. L’economia di mercato si è affermata, la rivoluzione industriale ha creato il miracolo economico, Anche quelle idee vanno molto aggiornate. C’è chi ritiene che la civiltà opulenta sia strutturalmente in crisi. Piuttosto trattasi di una crisi morale e di costume. Il mondo riflette ed ha anche paura: il vero problema sarà – però – preparasi ad un nuovo ‘inevitabile’ boom. Coloro che lo ostacolano e coloro che ne dubitano saranno smentiti. Come i predenti balzi in avanti dal dì dell’avvento dei motori… Forse solo il sogno di fede anarchica di Proudon può essere considerato ancor oggi ‘avveniristico’. Non essere governati? Magari! Chi sa, un giorno forse? 

Un nuovo socialismo deve,invece raccogliere tutte le esperienze precedenti senza fermarsi a nessuna in particolare. Non si dimentichi che i socialisti del tempo di Falan e Proudon erano nutriti da una cultura e da teorie ottocentesche che è bene lasciarsi dietro le spalle….

Come ritenere con Falan che la razza umana si ridurrà a vivere in palazzoni pur di coltivare a frutta e ortaggi tutti gli spazi intorno ‘rimasti ‘dopo l’esplosione demografica. Oggi la demografia fa registrare una contrazione elle nascite in tutti i paesi’evoluti’. Cioè la storia seguente ha dimostrato che l’esplosione demografica si arresta da sé. Perché-contrariamente a ciò che si temeva nell’800,i fenomeni non procedono uguali a se stessi nel tempo. Specie quelli legati al costume e alla volontà degli umani. Altre componenti imprevedibili, quale la crescita tecnologica esponenziale degli anni che seguirono fanno sì che le dottrine ottocentesche restino un fatto storico ‘datato’, ma siano improponibili ai giorni d’oggi.

Come ritenere con Proudon che ‘la proprieté c’est le vol’, cioè che …la proprietà è un furto?

Piuttosto un nuovo socialismo dovrebbe combattere perniciose devianze dal vecchio  marxismo che hanno dato luogo a quelle forme di Capital socialismo presente in Cina, in Russia e predicato persino auspicate da parte del partito Democratico americano. Questo conta certamente nelle proprie fila dei grandi capitalisti, dei banchieri e dei monopolisti feroci.

Commemoriamo, quindi, degnamente Pellicani per non dimenticarlo, andando anche oltre il suo pensiero per avvicinarci ad una società pluralista e non strattonata da opposti principi che fanno spesso da paravento ad occhiuti interessi.

Germano Scargiali

Nota

Quando ci soffermiamo in riflessioni come quelle di cui sopra pensiamo all’opera di Benedetto Croce ‘Perché non possiamo non dirci cristiani‘. I nostri codici si intersecano con il diritto canonico, ma ancor prima applicano una morale di matrice cristiana, così come il nostro costume. Per motivi similari, in una certa misura abbiamo certamente ‘bevuto al calice del socialismo’. Come definirci anti socialisti? Non ci compiaciamo forse delle conquiste in fatto di welfare, assistenza ai disabili, previdenza sociale e simili? Non sono queste una fondamentale conquista del mondo civile? Non a caso c’è chi propone un ‘socialismo liberale‘. Ma questo è un perfetto ‘non senso’. Sono due voci indipendenti o quasi (ambedue ritengono di perseguire il massimo bene comune) che devono, invece, assolutamente dialogare in un regime di una affermata e garantita libertà di pensiero.

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