Ancora Orlando: Cultura e progresso due latitanti a Palermo

Un’immagine non rara a Palermo: ingorgo a 360 gradi. La circonvallazione è anche autostrada via commerciale e ospita il tram sempre vuoto o quasi…

Basta poco ad Orlando per riatteggiarsi da despota. Lo hanno votato direttamente in pochi – appena 16 mila circa, in una città che va per il milione di abitanti – tutti gli altri voti, fino a 90 mila circa, li ha avuti in automatismo da chi ha votato le liste senza ricorrere al voto disgiunto. Si è fatto abbassare, unico in Italia, la soglia al 40% per andare più facilmente al ballottaggio. Ferrandelli, uno sbarbatello, gli è arrivato vicino e chiede il riconteggio: non è il primo a dubitare dell’onestà delle elezioni con Orlando…

Il porto è l'attività imprenditoriale maggiore, ma la città ne ignora l'importanza e la consistenza dei traffici. Manca la prima opera di cui ci sarebbe bisogno, la bretella per l'autostrada...
Il porto è l’attività economica più grande a Palermo, ma la città ne ignora l’importanza e sottovaluta la consistenza dei traffici. I tir si imbarcano e sbarcano dalle navi ro-ro. Andranno a crescere, nonostante il supporto di Termini Imerese. Manca la prima opera di cui ci sarebbe bisogno in città, la bretella per l’autostrada. I Tir attraversano a decine vie commerciali già insufficienti ad assorbire il traffico urbano. Il “serpentone” dei tir di un solo traghetto è lungo 15 Km. Ne sbarcano diversi al giorno. Portano e caricano decine di migliaia di tonnellate di merce. In buona parte sono dirette nell’hinterland e in tutto l’entroterra… L’amministrazione Orlando ha sempre ignorato e osteggiato il porto…

Ma Ferrandelli perderà, inutile ogni protesta, perché …vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

Orlando passa presto alle auto referenze: “…governerò in modo personale, a modo mio, in nome del progresso, alla Macron. Che m’importa – dice in sostanza, rispondendo ad una domanda specifica – del resto della politica…” A posto siamo! La scarica di adrenalina gli ha dato alla testa. Ci spieghi: ma come governa Macron, un Ferrandelli parigino? Chi glielo ha detto che Macron “governerà” in un certo modo? I giornali?

Perché non va in visita a Bilbao e si fa mostrare dal sindaco come dare una svecchiata alla città? Che dico? Bilbao è un paio di secoli avanti a Palermo. Né crediamo abbia rinunziato alle proprie tradizioni, immolandole sull’altare dei nuovi palazzi, delle sopraelevate e dei sottopassi, alle proprie tradizioni!

Ma, quel che è peggio, è che Palermo risfodera il suo cronico inguaribile provincialismo. Si parla del Mondo, come se andasse a Monte Pellegrino a Monte Cuccio, da Capo Gallo fino al Monte Catalfano. Chiusi nella piccola valle, la pregevole Conca d’Oro d’un tempo, i palermitani tornano sul loro “asteroide”, sulla loro cometa senza base di partenza e senza una meta nota: a stento si ha un’idea della rotta, rispetto ad un lontano firmamento…

Palermo vive la propria vita oscillando come un pendolo senza muoversi. Il movimento della cometa è un’ignota rivoluzione. Il pendolo è fermo o come de lo fosse. Da una parte la città pensa come fosse sola al mondo, dall’altra sogna riscatti impossibili, non solo improbabili. D’un tratto ha il centro storico più grande del mondo, la piazza De Gasperi è la più grande d’Europa, inaugura un percorso arabo normanno bizantino e l’indomani si scorda dei bizantini e lo ribattezza tout court arabo normano. Palermo fa letteralmente ciò che vuole, purché lo faccia in pieno regime culturale di idealismo platonico. Che cos’è l’osservazione della realtà? Niente!

Così si sogna Capitale della Cultura. Così asseconda il pensiero del De Seta, autore della più pregiata opera sull’impianto architettonico di questo benedetto centro storico, fatto coincider con l’amata Città murata: …Palermo è come un re senza corona, una città offesa, perché fu capitale del Sacro Romano Impero, del Regno d’Italia (anche nel Medio Evo, ma i palermitani non lo sanno), del Regno delle Due Sicilie pro tempore, idem del regno di Napoli, della stessa Sicilia indipendente ed altro ancora. L’offesa la rende – secondo la lucida visione del De Seta – schiva e quasi sprezzante verso se stessa e soprattutto del giudizio degli altri… La supposta perfezione sentita da tutti siciliani, espressa da Giuseppe Tomasi è proprio questa. Poi Palermo sogna all’improvviso d’essere una capitale – è comune anche a tutte le “provincie” del pianeta – come assecondando una nevrosi, un complesso psichico…

Può una città che continua ad essere sostanzialmente questa mettersi al passo col mondo moderno? Comprendere quelli sono le sue reali possibilità, il ruolo da recitare al centro del Mediterraneo il quale sta vivendo l’alba di un Neo Rinascimento?

Quando Palermo si accorgerà di ciò che le accade intorno? Chi sono i veri interlocutori? Con chi dialogare? Quando si accorgerà di un canale di Suez a due “corsie” che porta navi dal Far East e con esse miriadi di tonnellate di merci e il semplice saluto dell’Oriente? L’asse economico sta muovendosi verso il Sud, per guardare all’Africa e ad Est. Sta postandosi dalle coste atlantiche e dalla Mitteleuropa verso quel mare che Roma chiamava “Nostrum” e che qualcuno vede addirittura come “Mostrum“.

Se Palermo continuerà a discutere fra tram e non tram, senza pensare alle vere vie di comunicazione verso fuori e attraverso la Sicilia, ma anche a quelle “serie e veloci” attraverso la stessa città (sopraelevate, sottopassi e by pass) in un mondo che non perde tempo, resteremo al palo!

La giusta visione non ce la darà certo Orlando che non ce l’ha data in un quarto di secolo. Lasciò Mondello senza fognature, la cala infetta e puzzolente, l’acqua distribuita dai silos inox. Questo lasciò la prima volta, dopo 2 sindacature. Orlando che sogna traguardi formali come … “capitale della cultura”, in una città che non sa neppure chi fossero Michele Amari e Gaspare Palermo. Non sa chi siano i grandi palermitani che danno i nomi alle strade, non conoscono i nomi di piante e alberi, pur disponendo del famoso Orto botanico. Palermo non sa che Federico II non era a caso lo Stupor Mundi, ma un uomo moderno ante litteram, precursore del Rinascimento, che morì dicendo: “lascio tanto alla Sicilia, ma soprattutto la sua posizione nel Mediterraneo”. Eppure non conosceva neppure la vela triangolare che servisse per attraversare con un minimo di speditezza quel mare…

Federico II riceveva missioni da tutta l’Africa e l’Oriente. Marc’Aurelio, l’imperatore filosofo, aveva a sua volta già inviato nel 130 a.c. una spedizione da Roma, stabilendo rapporti diplomatici con l’imperatore cinese Wudy aprendo la via della seta verso Roma molto prima di Marco Polo: le donne romane compravano tanta seta che per legge fu messo un freno all’importazione…

Oggi, altro che seta, altro che Cina! C’è anche la grande Africa da scoprire, con cui parlare, con cui commerciare. Ne riceviamo i poveracci, ma l’Africa cresce a due cifre perché può farlo – ha grandi margini da coprire –  e conta già su innumerevoli “ricchi”…

Il problema generalissimo è che c’è uno scollamento – in Italia,  ma in particolare a Palermo – fra la cultura e la vita. Altrettanto e forse più grave: fra la scienza (inclusa la tecnica) e la vita. E’ come se ci fosse una sorta di “teoria” inaccessibile da un lato e una “pratica” banalizzata dall’altro. In questo modo si può far credere alla maggior parte della gente qualunque cosa. Per esempio, se lo dice la Tv…

Palermo è al palo. Ciò che abbonda sono le saracinesche delle storiche attività commerciali e artigianali chiuse con le erbacce sulla soglia. I il solo elemento che ci apre al mondo, il Porto, dichiarato “Core” dall’Unione Europea, scelto quale terminale del “Corridoio 1” proveniente da Berlino (è il primo e più importante asse stradale europeo e, in pratica non se ne parla), viene osteggiato dall’amministrazione comunale che non mette un timbro e una firma da alcuni anni perché “parta” (ci sono i fondi interamente privati) la costruzione della bretella sotterranea che lo colleghi all’autostrada. Palermo rientra nel programma nevralgico della crescita europea: il programma TEN-T, Trans European Network Transport, di cui parliamo spesso in questa pubblicazione. Un progetto già avviato (Tav, Brennero, Ponte sullo Stretto prima o poi…). Ma, nel parlarne, ci sentiamo veramente e assurdamente soli o quasi. Palermo dorme (i cittadini non sanno neppure “dove” vivano) e lo dimostra ad ogni feed back. Il porto come tale, essendo d’importanza nazionale dipende direttamente dal Ministero dei trasporti, sottosegretariato alla Marina. E’ la fascia a mare Water front) da Sant’Erasmo all’Arenella. Orlando ha sempre rifiutato di accettare questa realtà normativa e di compiere la parte che spetta al Comune. Ma lui pensa a mettere in via Libertà, in cui si salva qualcosa del vecchio stile, più bello delle ramblas barcellonesi, un tram che sembra un elettrotreno, con una linea aerodinamica da 200 all’ora per andare solo a 20 km h.

Ripetiamo: c’è un mondo che si muove attorno a Palermo, e si muove abbastanza bene. La città, però, non ne prende atto e, come si vede, tutto va decisamente male…

Scaramacai

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Quanto agli esempi della incultura cittadina, il sarcasmo, come la domanda di Lubrano, nasce spontaneo. Quanti sanno enumerare un paio di opere di Vincenzo bellini? Quanti sanno che Casta diva è l’aria più famosa della Norma e la conoscono? Quanti sanno che l’intermezzo sinfonico della cavalleria rusticana che rende famosa la Sicilia nel mondo è fra i più suonati e ascoltati del mondo? Eppure c’è il Teatro Massimo, c’è il Politeama… Quali sono le opere più pregiate in mostra nei musei della città? Val la pena di aprirli “gratis” se nessuno di solito ne ha mai parlato ai giovani? Quali sono le opere più pregiate del Museo d’arte moderna? E i reperti del museo Salinas? Che cosa hanno in comune la Casina Cinese e il museo etnografico Giuseppe Pitrè? Facciamo una cosa: parliamone ai giovani palermitani! Facciamo di palermo una città con …un minimo di cultura!

Eccoci sul terreno tecnico: Che cosa significa sistema portuale? Che cosa significa intermodalità dei trasporti? Come mai non esiste un solo progetto per una centrale geotermica all’Etna? Quanti sanno che senza il Ponte gli elettrotreni, cioè i treni moderni, non possono transitare dallo Stretto? E neppure il grande traffico merci che da sbarcare e imbarcare Augusta? Che come terminal dell famose vie della seta (che non è più seta) si candidano con ottime possibilità Trieste e persino Venezia? Anche questa sarebbe cultura… Dobbiamo continuare?

Ma a voler cercare il peggio, questo forse risiede – a Palermo, ma anche altrove – dal venir meno della cultura antropologica assorbita attraverso la famiglia e un cotesto a misura di uomo. Si dice da decenni che mancano i punti e i momenti d’incontro. Ma soprattutto, quando ci sono, non risultano né significativi, né funzionali, non provocano condivisione di esperienze e di idee. In tale situazione, parlare di cultura significa proprio barare al gioco. Sarebbe meglio cercare la politica dei passi più brevi, ma più concreti e aderenti ai possibili rimedi all’ignoranza dilagante. Essa non fa venir meno il valore di “punta”. Quello che è “a terra” è il valore medio, il livello generale…

L’ignoranza epidemica e dilagante genera anche grettezza mentale, poca generosità, ristrettezza di vedute, mancanza di iniziativa, anche in coloro che avrebbero doti naturali per …uscire dal guscio.

Capitale ella cultura? Mah!

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