L’Espresso o “del pessimismo”

L’attraversamento verticale della sconfinata Africa da Capetown al Cairo e a Tunisi: è ancora un raid, ma si progetta una grande via Sud-Nord, in parte già in costruzione, che comunicherà con l’Europa attraverso la Sicilia. Il porto di Tangeri in Marocco è già il primo del Mediterraneo: l’Africa cresce…
Coltura su più ripiani sulla stessa superficie. Di "ettari" da coltivare ne servono sempre meno, il prodotto aumenta e il risultato è certo (non dipende dai capricci del clima, grandine, gelate, piogge non volute, altro). Occorre energia, verrà da nucleare, idrogeno, geotermia, biomasse...
Serricoltura su più ripiani sulla stessa superficie. Il “fattore terra” perde valore , il prodotto aumenta e il risultato è certo (dipende sempre meno dai capricci del clima, gelate, piogge, altro…) Occorre energia, verrà da nucleare, idrogeno, geotermia, biomasse… L’energia solare (pochissima) servirà a produrre idrogeno (l’enorme quantità d’energia che è anche nella bomba H).

Mentre su questo nostro www.palermoparla.news appariva un articolo in positivo sulla storia passata e – quel che più conta – sulle prospettive della storia avvenire, con riferimento anche (e proprio) al dovere della speranza e, frattanto, il Papa stesso parlava di uomini d’autunno e uomini di primavera, encomiando ovviamente i secondi, l’Espresso si esprimeva in senso contrario…

Poca sorpresa, visto che già nel nostro articolo notavamo come, per chi parte da premesse atee, la disperazione sia comunque in …agguato. L’autore dell’articolo, Tommaso Cerno, un giovane 45enne dall’aspetto mite, ritratto a pagina 7, vuole esprimere, però, la propria disperazione per l’autolesionismo – così lo definisce nella sostanza – della “sinistra” che, in conseguenza del comportamento politico del ministro Minniti (invano ammirato – invece – da gran parte degli italiani) adotta chiare scelte “di destra”…

La triste, quanto ritrita, dialettica di partenza ( destra – sinistra) porta il giornalista ad una immediata conclusione, che poi ribadisce, proprio per non lasciare nessun dubbio al lettore. Egli ritiene che, continuando su questa via, la “sinistra”, o meglio ciò che lui intende per sinistra, non avrà – o non avrebbe – presto ragione d’esistere…

L’ovvio riferimento è alla difesa del suolo italiano di fronte ai massicci sbarchi di migranti operata “alla base”, in Libia, sulla falsariga, come lui stesso avverte timebondo, delle scelte – udite, udite – berlusconiane…

Il “peggio”, però, deve ancora venire nelle stesse parole – nero su bianco – dell’autore. In sostanza, niente sarebbe – finora – ciò che abbiamo visto dell’emigrazione dall’Africa, rispetto a ciò che vedremo, perché “…la grande migrazione non è nemmeno cominciata”.

Insomma “quel che sanno a memoria i bimbi d’un anno”, cioè la storia della Vispa Teresa secondo Trilussa, fino alle parole “…e quella fuggì”, il signor Cerno lo sa, o meglio, lo saprebbe. Non sa, invece, quel che “le avvenne quand’era ventenne”… Le cose da grandi sono altre, infatti.

La sola soluzione all’inevitabile trasferimento in massa di milioni di africani in Europa sarebbe, secondo Cerno, l’ossequio assoluto alla …alta idea di Giustizia cara al filosofo Roberto Esposito che vieta ogni limite alla umana voglia di viaggiare, come facevano Goethe o Byron: la dichiarazione dei diritti dell’uomo dev’essere intesa come assoluta garante della…circolazione dell’human being e l’Italia, guidata dalla “sinistra”, dovrebbe esserne l’assoluta paladina. Invece…

Ma guarda che cosa ti combina questo Minniti! Cerno parla anche di altri sentimenti altissimi da preservare e di “tradimento dell’Occidente” che, dopo le Seconda guerra mondiale si sarebbe fatto “garante dei diritti”. Malato di benaltrismo, afferma poi che l’Italia dovrebbe occuparsi di cose ben più grandi e più serie, piuttosto che controllare le Ong che, hanno “surrogato …con opera meritoria” un compito che sarebbe spettato di dovere ai governi…

L’autore dell’articolo non concepisce che l’America e la politica atlantica con le guerre mondiali abbiano voluto, invece, impedire all’Europa di “fruire” dell’Africa e della sua prossimità, che le avrebbe potuto arrecare e le porterà presto benefici, con ogni probabilità, inestimabili.

Non concepisce che, tutt’altro che garantire i diritti dell’uomo, l’Occidente cui egli fa riferimento, non solo non esiste più, ma forse non è mai esistito come entità “buona”, ma solo come entità demagogica, mantenendo una plausibile bandiera al vento solo contro lo spauracchio del comunismo sovietico, finché fu tale…

Il cosiddetto Occidente ha, invece, dolosamente provocato la destabilizzazione dell’Africa, il suo permanere in stato di estremo sottosviluppo e povertà. Altro che garantire… Il motivo principale è che, superato tale pietoso stato, in carenza di un minimo di cultura tecnologica, lo sterminato continente Africano, gran salvadanaio di materie prime, si sarebbe immediatamente legato all’Europa. Il know how di quest’ultima, più le risorse africane ne farebbero (e ne faranno) un Bengodi e una potenza. Culturalmente e civilmente l’Europa è già il miglior angolo del mondo. Al punto che gli stessi signor Cerno ne farebbero già un polo di altruismo oltre ogni possible confine – attuale – della stupidità.

Colmato, comunque, anche solo in parte, il gap di tale triste condizione, persino con la parziale partecipazione dei “tanto e troppo temuti” cinesi, che sono già anche “da noi”, l’Africa sarà – ma in parte e in fieri lo è già – un grande interlocutore. L’Africa non è un grande “bidone” di povertà, ma una riserva di grande ricchezza, un fornitore prezioso e un mercato in crescita…

Ma Cerno ha una visione ottocentesca del fattore terra. La conserva in naftalina in qualche armadio di casa sua. E’ fermo alla viglia prima lezione di economia, alle teorie fisiocratiche… Non ha letto bene o capito neppure Adamo Smith. Crede che i cinesi vadano in Africa per la terra, come se di spazi non ne avessero abbastanza e dovessero occuparne come si faceva nel Medio evo. Oggi si contratta, si collabora, mentre il fattore terra è relativo. Si produce di tutto in poco spazio. Valgono infinitamente di più i mercati…

In economia si parla direndita” non più come reddito relativo al possesso della terra (terra, lavoro, capitale, impresa corrispondenti a rendita, salario, interessi, profitto), ma come reddito derivante dalla “posizione” sul mercato, nascente sia da condizioni geografiche e persino topografiche, sia – soprattutto – dall’idea inserita, cioè adottata, nel processo di produzione. E’ la scelta imprenditoriale e manageriale che risulta vincente in veste di …primattrice. Da essa proviene il profitto, mentre la rendita è il possibile ulteriore surplus che discende da una serie di possibili chance…

Andremo sì verso un’epoca differente e sarà quella dell’aumento vertiginoso della redditività per ettaro, della serricoltura: grandi risultati in serre, in pochissimo spazio. In buona parte lo è già. Ma di questo i “vari” Cerno non si accorgono. Forse, non vogliono accorgersene. Non vorrebbero fosse così: è la storia che mette fuori gioco il modo tradizionale di essere “sinistra”, non il ministro Minniti…

Personaggi come Renzi, Gentiloni, Minniti, la Pinotti             avranno altri limiti e difetti, persino fra i ricordi della vecchia formazione para marxista, ma si sono accorti che il mondo di oggi – sul terreno economico e politico – non ha più quasi nulla a che vedere con quello di 100 e neppure di soli 50 anni fa. I Cerno no…

Peggio ancora. Sembrano rimpiangere – e dall’articolo si evince chiaramente – un mondo pieno di vecchi bisogni, il mondo dei poveri e degli stenti – da 1800 – un’Africa sempre più miserabile, perché meramente derubata e calpestata, un tempo dagli schiavisti, ora da chi vuole impedire ai suoi abitanti l’human being, sola via di scampo: sostanzialmente la fuga dalla terra natia. Sarà mai questo motivo di felicità e di riscatto?

Presto l’Africa sarebbe anche derubata della terra dai famelici cinesi. Ricchi, forse, ma sempre insaziabili, per la voglia di mangiar i polli degli altri (torna Trilussa e il dubbio del …pollo mio chi se lo mangia), un pericolo giallo alla maniera dei seguaci d Malthus due secoli fa…

Niente speranza, né tanto meno fede e carità: nulla si evolve in questo mondo per il meglio, ma soltanto verso il peggio.

Cerno chiama attorno a sé per fargli forza Saviano e qualche altro che “dovrebbero” pensarla come lui.

Promesse di strade, ponti, pozzi, acquedotti all’Africa? Tutta finzione, tutta invenzione. L’Occidente, come ancora o chiama lui, sarebbe tutto in perfetta malafede. Per non parlare dell’Oriente. Non si sarebbero decisi a mandare una canna e insegnare all’Africa come si pesca al posto di …lanciare un pesce ogni tanto. No, ruberebbero la terra agli africani, continuando ad aspettare che emigrino in Occidente e in Oriente, che occupino le case mentre la gente va al mare o in montagna…

E sì, caro Cerno, se il mondo si evolve, che disdetta! Il tuo modo di intendere “la sinistra” non avrà più senso. Preparati per altri piagnistei: il mondo che vorresti si appresta a non esistere più, ma sappiamo che quelli come te non si rassegneranno mai…

Scaramacai

Nota: la strada da Tunisi al Cairo attraverso la Libia che Berlusconi aveva promesso a Gheddafi era anche la parte iniziale, a Nord, del grande asse viario che giunge a Cape Town. Dal lato sud si lavora già. Ma l’asse, da Mazara passerà a Palermo congiungendosi con l’Asse N.1 europeo che giunge a Berlino ed a sua volta si collega fino ad Oslo. Un asse trasversale Est -Ovest parte da Lisbona e giungerà a Pechino. Ne fa parte la TAV Torino Lione. I due assi si incrociano a Milano.

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