Turismo colto? Quanti ospiti accogliere? Sceglierli, dunque? E gli italiani? Sono abbastanza colti?

L’ultima cena di Leonardo Da Vinci. E’ massimo esempio di artista medievale al contempo scienziato. Fu grande soprattutto nella pittura e nel disegno. Nel rinascimento le varie figure, inclusa quella dei filosofi, si distinsero con l’apparire di veri e propri scienziati: Galilei, Keplero, Newton… Gli inglesi cercano a Milano dove sia “The last supper” e difficilmente qualcuno sa indicargliela con questo nome…

In Italia occorre fare educazione artistica, cultura nelle scuole e educazione musicale per sensibilizzare verso l’arte i giovani. I giovani sono la risorsa primaria del nostro paese, dobbiamo cercare di valorizzare e di difendere il nostro paesaggio. Per fare questo occorre sensibilizzare e rafforzare l’educazione anche digitale che ci può aiutare a comunicare più velocemente.

Le grandi città d’arte , Firenze , Verona (ma anche Roma, Venezia, Napoli, Milano, le città della Sicilia e tante altre, ndr) sono soggette ad un turismo di massa che danneggia e distrugge i centri storici e la bellezza del nostro paesaggio. C’è un invasione che si constata tutti i giorni. Alcune città Europee quali Barcellona ed Amsterdam hanno detto stop al turismo di massa in quanto si è costatato a causa della distruzione del paesaggio.

Il nostro patrimonio culturale ha bisogno di specialisti per risanare e migliorare il nostro paesaggio. l’Italia non è bene organizzata per quando riguarda il patrimonio colturale che non è facile da gestire, ci sono troppi visitatori alla reggia di Caserta che possono danneggiarla…

In Sicilia si è costruito troppo sulle coste, come anche in Sardegna. Tali costiere non sono le sole invase, piuttosto,dal cemento. Vedi per esempio il paesaggio delle cave di San Prisco usate come cassaforte della mafia. Andrebbero, invece, salvaguardate…

Per concludere L’Italia dovrebbe ancora valorizzare di più e difendere i valori artistici ed evitare di favorire il turismo di massa che distrugge i nostri centri storici e la bellezza del nostro paesaggio. Invasione che si può costatare tutti i giorni…

Marisa Mauro

(Corrispondenza da Chieti)

NOTA: Nel bello e giusto sfogo della nostra corrispondente, quasi tutto in linea con ciò che usualmente sosteniamo molto …quadra: l’inammissibile carenza di cultura degli italiani su temi come la arti figurative, il Rinascimento, il Barocco, ma, peggio ancora, la musica e persino il vino – materie in cui il mondo riconosce all’Italia un primato. Abbiamo appena, volutamente, taciuto un riferimento all’avversione per il turismo di massa. Il turismo – è vero – presso i monumenti e i capolavori, specie se al chiuso, va assolutamente contingentato, ricorrendo a turni ed imponendo comportamenti di assoluto rispetto, controllandoli. Ma ciò già avviene nei siti più importanti e visitati: sì, bisogna farlo meglio e di più, anche se costa…

E’ frettoloso, però, come si afferma spesso, cercare di limitare il “turismo di massa”. Sia perché ciò contrasta con i valori della democrazia e quelli cristiani, sia perché si oppone al desiderio di allargare la diffusione della cultura e “degli atteggiamenti culturali corretti” che predicavamo sopra, sia noi che la nostra stessa corrispondente. Un contraddirsi, dunque… Sussistono, inoltre, vari motivi perché del turismo si faccia un business: servono moneta fresca e posti di lavoro. Occorre, piuttosto, organizzazione, controllo, spazi e tempi per l’ospitalità. In tutto il mondo si sogna un viaggio in Italia e sarebbe inumano, oltre che contro il portafogli degli italiani (e l’occupazione), limitare tout court il flusso turistico, riservandolo ai turisti colti, che restano soltanto ipotetici: come sceglierli, come controllarne i gusti e selezionarli? Come dire no ai meno colti?

Occorre, al contrario, non cullarsi sui soli “monumenti” o sul bel sole mediterraneo. Offrire, invece, anche divertimento agli ospiti, serate, gastronomia, assistenza e programmi speciali riservati agli anziani e soprattutto ai giovani ed ai piccoli al seguito della famiglie. E’ ciò che, anche attorno al Mare Nostrum, la “concorrenza” già fa, spesso, meglio della media degli operatori nazionali. Uno snobismo del tipo di quello attribuito a Barcellona e Amsterdam – vagheggiato anche in Sicilia –  è concepibile solo con il ricorso ad una pubblicità mirata più in alto. Continuiamo, comunque a ritenere, con gli operatori più illuminati, che occorra attrezzarsi per accogliere tutti gli ospiti, da quelli in tenda a quelli che cercano i 6 stelle e i posti esclusivi, passando ovviamente per gli intellettuali: questi non abbondano quanto si dice e non spendono molto. Il che resta grave…

Ciò che l’Italia deve coltivare e proteggere è l’Italian style nel senso più ampio (eleganza estetica e di pensiero), l’Italian way of life, che è – in realtà – ciò che il mondo più apprezza ed anche invidia… Notiamo come non sia facile “essere all’altezza” delle aspettative e come, spesso, l’italiano medio conosca ed apprezzi l’Italia meno dello straniero, persino quello che viene da lontano (Asia, Sud Africa, Australia, Russia…). Anche i numeri della crescita dei musei in Italia (affluenza) non dice molto sulle reali proporzioni della crescita del business: non conta quanto si cresca rispetto a se stessi senza paragonare i risultati agli …altri, i musei stranieri. Non solo e non tanto come tasso di crescita, ma paragonando i valori assoluti. Allora si vedrebbe che il British Museum, per non dire il Getty Museum o il Louvre “stracciano” i musei italiani. Quanto al Louvre è utile perché consente un paragone on la Disneyland parigina. Il villaggio disneyano conta da solo su più affluenza dell’intera Parigi. Ecco come avere il metro di ciò che contano i musei – con tutto l’amore che noi coltiviamo per la “vera” cultura – rispetto all’intero business turistico, lo si voglia o no. Il sito turistico numero 1 al mondo è, infine Las Vegas, in piano deserto, non certo per i siti storici o museali, in pieno deserto… Tutto ciò serve a far capire che l’offerta turistica – per essere un business – dev’essere “completa”.

Come si vede, però, la nostra corrispondente ha gettato un bel sasso in piccionaia…

(Germano Scargiali)

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