Prosegue fino al 14 febbraio la mostra più attesa dell’anno: Antonello torna in Sicilia. Domani 6 gennaio, prima domenica del mese, la mostra sarà visitabile con il biglietto tradizionale dalle 9 alle 19, mentre il museo Abatellis sarà aperto gratuitamente. Antonello non è solo un grande maestro del disegno e dei colori, ma-come tutti i grandi – un innovatore che percorre una propria strada, aprendo le porte ai grandi ritrattisti che seguirono, fra cui lo stesso Leonardo. Predilige i soggetti sacri, a conferma di una profonda religiosità. Tuttavia, vi si dedica con una libertà simile d’ispirazione e di modi pari a quella che usa nell’impareggiabile “Ritratto d’Ignoto”, patrimonio del museo Mandralisca di Cefalù.
Per la prima volta sono riunite a Palermo, nella galleria di Palazzo Abatellis, che già ospita l’Annunciata, altre celebri opere di Antonello da Messina, in un inedito percorso espositivo costruito da Giovanni Carlo Federico Villa, già curatore della celebre mostra-evento del 2006 alle Scuderie del Quirinale. A Palermo sono arrivate dall’Italia e dall’estero, tavole che raramente si ha la possibilità di vedere riunite in un unico sito, e in dialogo tra loro. L’esposizione, promossa dalla Regione Siciliana e da MondoMostre, e nel cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, ha aperto al pubblico il 14 dicembre e resterà visitabile fino al 10 febbraio. Ogni pezzo di Antonello da Messina è giunto a noi fortunosamente, avventurosamente, molti misteriosamente. In questa grande mostra sono esposte quasi la metà delle opere ancora esistenti.
C’è, ad esempio, la Crocifissione che Voll nel 1902 suggerisce di Antonello, parte della collezione del barone Samuel von Brukenthal a Hermannstadt. L’opera esposta in Romania è molto particolare perché rappresenta un Golgota immaginario con alle spalle, lo Stretto di Messina, la terra di provenienza dell’artista ed è l’unica in cui, sullo sfondo, si intravedono anche le Isole Eolie (nella foto qui in basso, il particolare della tavola ndr).
Dagli Uffizi arriva l’importantissimo trittico con la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista acquistati dall’allora Ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il San Benedetto di straordinaria qualità pittorica che la Regione Lombardia ha acquistato tramite Finarte nel 1995. Il trittico è stato ricomposto definitivamente di recente per essere esposto stabilmente agli Uffizi.
Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia arriva il Ritratto di giovane gentiluomo (a lungo considerato il suo vero volto) trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 e recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. Una accanto all’altra anche le tavole rimaste in Sicilia.
Opere tra le più famose al mondo come l’Annunciazione di Siracusa, l’Annunciata di Palermo, e il Ritratto d’ignoto conservato al museo Mandralisca e reso ancora più famoso dal romanzo di Vincenzo Consolo, “Il Sorriso dell’Ignoto Marinaio”.
E ancora: la “Pietà” del Museo Correr di Venezia, il Polittico di San Gregorio, commissionato dalla badessa delù Monastero di Santa Maria extra moenia a Messina ad Antonello nel 1473. Distrutto il monastero, smembrato il polittico, recuperato poi dal pittore messinese Letterio Subba nel 1842.
Oppure, tra gli altri, la “Madonna con il Bambino” della Carrara di Bergamo, firmata da Jacobello, il figlio di Antonello. Accompagnano il visitatore ad una piena fruizione dell’esposizione una didattica concepita a svelare, opera per opera, l’arte di Antonello collocandola nel contesto culturale e sociale del Mediterraneo, evidenziando la centralità della Sicilia, e un’audio-guida ove il curatore prende per mano lo spettatore alla scoperta delle novità artistiche e tecniche della sublime arte del maestro messinese.
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Numeri e altro…
Cinquecentotrentanove anni: c’è voluto un mezzo millennio, cinque secoli per rimettere insieme l’eredità visiva di Antonello da Messina, riunendo alla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis fino al 10 febbraio, quasi la metà delle opere esistenti del pittore quattrocentesco.
(Testo raccolto, con impaginazione, titolo e dida di Germano Scargiali)
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Nota
Quanto al rapporto fra Antonello da Messina e Leonardo da Vinci nella ritrattistica, una mostra ne ha celebrato tempo fa a Milano il parallelismo. Il “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, gioiello delle collezioni del museo Mandralisca, è stato esposto a Milano in una grande mostra su Leonardo. La collocazione dell’opera in una retrospettiva su uno dei maggiori artisti di tutti i tempi è valsa da riconoscimento per il valore del dipinto conservato a Cefalù. Il “Ritratto” aveva già lasciato la Sicilia: avvenne nel 2006 per essere esposto al Metropolitan Museum di New York e alle Scuderie del Quirinale. Eccolo, poi, al Palazzo Reale di Milano. Il capolavoro, sotto scorta della polizia, ha raggiunto Milano per essere esposto all’interno di una teca con gli stessi valori termoigrometrici mantenuti a Cefalù. Sono state rispettate tutte le condizioni di sicurezza e di conservazione indicate nell’autorizzazione al trasferimento rilasciata dalla Sovrintendenza ai Beni culturali di Palermo. Il “Ritratto” di Antonello (1430 – 1479 Messina) è stato collocato nella sezione tematica “Anatomia, fisiognomica e moti d’animo”, accanto al dipinto “Ritratto di Musico” di Leonardo (1452-1519).