BlueSeaLand: Il Mediterraneo allargato da costruire

Il workshop b2b è sempre il momento clou per le aziende presenti

A CONVEGNO I RAPPRESENTANTI DI 50 PAESI DISCUTONO INSIEME DI PACE E LAVORO

Si conclude oggi  (domenica 9 ottobre 2016) la V edizione del Blue sea land expo a Mazara del Vallo. Il clou sarà rappresentato alle 17 dalla Preghiera della pace dei popoli, la cerimonia inter religiosa ormai tradizionale, nella piazza S.Franesco della Casbah dov’è anche una moschea. Ma sono presenti anche tante altre confessioni…

Sono stati affrontati tutti i temi di questa kermesse polimorfa, che affronta temi diversi -disparati – dal business internazionale alla logica dei distretti-cluster dell’agroalimentare e dell’enogastronomia, alla politica per la pace del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente e tanto altro ancora…

A Mazara sfilano gli ambasciatori italiani – alcuni, come l’inossidabile decano Umberto Vattani o l’esperto Raimondo De Cardona negli ultimi anni in Tunisia sono ospiti fissi – accanto ai colleghi stranieri venuti da Roma. Ma sono presenti anche ministri, al maschile e al femminile, venuti da tutta quell’area mediterranea “allargata”, anzi super allargata, di cui l’organizzatore Giovanni Tumbiolo, presidente del più attivo Distretto produttivo in Sicilia, spinge i confini oltre l’Equatore in Africa e oltre ogni possibilità in Medioriente e Mar Rosso. Quest’anno – poi – son venuti fin dall’Indonesia etc…

Ma Paolo Gentiloni, ministro degli esteri, più volte visto assieme a Tumbiolo in questo 2016, è presente per interposta persona tramite il suo sottogretario Vincenzo Amendola e ancora con un attivo membro della Commissione esteri come Fausto Raciti.

Sono tanti, comunque, i presentida non poterli enumerare. Ci è sembrata la più significativa la discussione nella sala nella sala del Centro culturale Caruso (ex cine Diana), venerdì mattina in piena Casbah mazarese.

Parlano, i presenti sul palco, un linguaggio poco noto alla massa e, purtroppo, ai media. Anzi un linguaggio che meriterebbe da tempo – da sempre – ben altra eco. Parte dalle parole dello stesso Tumbiolo, che già alla vigilia, all’Assessorato Agricoltura e Pesca a Palermo, indicava con disinvoltura i paesi africani e mediorientali come “i nostri partner”: non più con l’erronea – e gravemente fallace – allusione ad una enorme riserva di povertà e di fuggiaschi, ma come alla sede di interlocutori con i quali trattare da pari, all’insegna della collaborazione, della pace, dell’intesa sociale e civile, oltre che – immancabilmente – economica. Nel reciproco interesse.

Questo ed altro ancora – come abbiamo detto altrove – è il Blue sea land expo, che quest’anno sembra consacrare i meriti di Giovanni Tumbiolo, ideatore e motore instancabile, che viene encomiato e indicato da tutti nella veste “di fatto” di Ambasciatore del Mediterraneo. Ed è questa certamente la segreta ambizione di questo personaggio quasi unico, che riesce a riscuotere, in queste ricorrenti giornate di ottobre, la doppia adesione e la presenza delle delegazioni libiche di Tripoli e Tobruk, della Siria e dei paesi caldi in genere in quell’area nevralgica – importantissima per la nostra economia – che attraversa l’Egitto e corre da ovest ad est per scendere verso sud che qualcuno nel mondo trasforma in una guerra generale, a tanti focolai, in un’area destabilizzata da cui si fugge – anche in massa – lasciando dietro di sé inutilizzato un tesoro potenziale di inestimabili ricchezze.

Su tali aspetti mette l’accento il sottosegretario Amendola e tutti gli altri intervenuti con toni e aspetti focali diversi. Ma è importante che questo comun denominatore sia centrato al massimo esponente come si dice in matematica, dai rappresentanti politici, vedi anche Raciti. Perché non può essere che politica la spinta decisiva…

A parlare in termini di collaborazione e di elogio per l’Italia è il vice presidente del parlamento tunisino, Mourou Abdel Fatah,  vestito allo stile islamico, rappresentante della componente tradizionalista che affianca quella laica alla guida della Repubblica democratica nata dalla rivoluzione dei gelsomini: un “compromesso storico” mirato a traghettare la Tunisia, il più europeo degli stati africani verso nuovi traguardi.

Si parla tutti della politica della mano tesa con fede in un Mediterraneo che verrà, che prima o poi nascerà, dall’avvento della pace, a dispetto di tutto ciò che è accaduto. Allora, se proprio il Mare delle antiche Civiltà non tornerà ad essere l’ombelico del mondo, sarà comunque sede di prosperità ed alto decoro, di cui la sua storia e i suoi popoli certamente sono degni. Più che degni.

Valgono le parole che Tumbiolo pronunzia in un attimo di maggior apparente crudezza: “cominciamo a parlare da subito con i tanti ricchi già presenti in Africa”. Anche perché, si può concludere, è da loro, dalla nascita e dalla crescita di una borghesia facoltosa che – come sappiamo – si esce dal sottosviluppo. Ed è questo il riscatto che le persone ragionevoli d’Italia e d’Europa devono aspettarsi ed augurarsi, facendo il possibile per favorirlo.

Ma il Blue se land expo è anche kermesse stracittadina, è persino ricerca da Guinness dei primati, su temi consoni a quelli dei workshop BtoB che si svolgono nei saloni del Collegio arcivescovile: l’agroalimentare e l’enogastronomia. Una sera Guinness per la cubaita, torrone Mediterraneo sovranazionale. Una seconda sera per il “pane cunzato”. Il tutto su lunghi sconfinati tavoli improvvisati nelle viuzze della Casbah. Quasi 1Km in ambedue i casi…

Di Germano Scargiali

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