Ceauşescu una storia da riscrivere e un esempio

Una delle più brutte immagini del secolo scorso: l’esecuzione dei coniugi Ceausescu. Morirono dignitosamente dopo esser stati lasciati a pane e acqua, intonando l’inno alla libertà.

Fu una rivoluzione, come venne chiamata, o un colpo di stato? Si può “titolare” oggi un articolo o un pamphlet “Ceauşescu una storia da riscrivere“? Il dittatore rumeno, è divenuto una delle tante figure controverse della cronaca recente. Val la pena di ripescarla – anche se può sembrare che di acqua sotto i ponti ne sia passata tanta – perché questa storia presenta connotati simili ad altre  dello stesso genere, che viviamo ancora. Essa può farci capire come vadano …esattamente certe cose. Che cosa rappresenta, del resto, “la storia” ove non serva a …preparar l’avvenire? Rubiamo, opportunamente, qualche parola al noto detto che campeggia sul frontale del Teatro Massimo di Palermo…

La Romania, dal 1945 al ‘65, strettamente legata all’Unione sovietica, dopo la morte di Gheorghiu – Dej, passò, assieme alla carica di guida del partito, nelle mani di Nicolae Ceausescu che, in discontinuità col predecessore, avviò a sorpresa una politica estera indipendente e per certi versi contrapposta a quella di Mosca: rifiutò di aderire al Comecon, l’unione economica dei paesi comunisti e istituì, invece, rapporti diplomatici con la Germania federale. Fu il solo, inoltre, tra i leader comunisti, a istituire rapporti diplomatici con Israele dopo la Guerra dei sei giorni. Nel 1968, la Romania di Ceausescu si rifiutò di intervenire in Cecoslovacchia al fianco delle forze del Patto di Varsavia. Così prese apertamente le distanze dall’Urss, che aveva deciso di reprimere i moti scoppiati nello stato vicino. Malgrado la disapprovazione dell’Urss, stabilì rapporti diplomatici con la Cina, compì svariati viaggi in Usa e diventò membro del Fmi (Fondo Monetario Internazionale) e della Banca Mondiale (1972). Nel ’76 ratificò il primo patto formale di un paese extraeuropeo con la Comunità europea. Unico stato dell’Europa orientale a riconoscere Israele ed Egitto, la Romania di Ceausescu promosse la storica visita di Sadat in Israele nel 1977.

 

Ceausescu: oggi lo rimpiangono. Dalla Romania - sappiamo bene - si emigra in tanti
Nicolae Ceausescu: oggi lo rimpiangono. Dalla Romania – lo sappiamo bene – si emigra in tanti…

Già una tale descrizione avrebbe dovuto mettere in guardia un attento osservatore, ma a quei tempi dubitare del sistema mediatico non era assolutamente la regola. Quel che veniva comunicato veniva preso per …abbastanza vicino la verità…

Gli occidentali, tutti d’accordo, infatti, erano la parte buona del mondo. Il contrario avveniva, per i più, nei confronti di tanta realtà “oltre cortina”. Ma ogni generalizzazione nuoce alla verità. O no? I pericolosi “bolscevichi” e quelli che ad essi somigliavano erano comunque gli avversari del mondo libero.

Ma, ideologia a parte, su cui noi non abbiamo cambiato opinione – bolscevismo è cadere in un baratro – tanto di altro avveniva nel mondo, così da mostrare nuovi scenari e sfumature diverse…

Ceausescu ci era stato dipinto alla stregua dei peggiori dittatori della storia, sostanziale disastro per l’economia rumena, ladro, corrotto, crudele con gli immancabili “et-cetera”.

Le amicizie pericolose: Ceausescu con Gheddafi
Le amicizie pericolose: Ceausescu e Gheddafi

Studi più approfonditi sulla figura e l’opera di Ceausescu dimostrano adesso che molti fatti avevano avuto risvolti differenti da come ce li avevano raccontati.

La Romania, nell’ambito dell’impero sovietico, come abbiamo visto, era la meno conformata al sistema. Aderiva, addirittura, al patto dei paesi non allineati e guardava all’Europa e all’Occidente nell’ottica di accordi politici e commerciali, rischiando anche così, tra l’altro, di provocare la reazione dell’Urss, già manifestatasi in precedenza nei confronti dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, quando avevano cercato di rendersi più autonome da Mosca.

Ceausescu accettò persino l’ingresso nel paese della banca di Rothschild, rispettandone le direttive. Un “passo” discutibile quanto si voglia – oggi da non apprezzare – ma, col senno del poi, era quello decisivo lungo la strada della occidentalizzazione…  Ne adoperò il prestito per rilanciare l’economia della Romania, adottando una politica di austerità piuttosto che una di sprechi, rischiando così di alienarsi il favore della popolazione, ma con l’intenzione di restituire il denaro avuto in prestito al fine di potersi rendere autonomo dai lacci della grande finanza, coprire – udite, udite – il debito, e rendere il paese libero da pesanti vincoli internazionali.

La sua politica ebbe successo: il debito fu risanato senza compromettere lo sviluppo della Romania. Inoltre, alla popolazione venivano garantiti svariati servizi e agevolazioni che assicuravano a Ceausescu il consenso della gente come, ad esempio, il rilancio dell’industria e le distribuzioni di grano al popolo. In questo campo, però le cose andarono bene soltanto in parte, perché le cifre venivano manipolate e le distribuzioni non avvenivano in modo corretto, ma il premier queste cose le apprese solo quando era troppo tardi.

Il presidente rumeno, però, non si era reso conto che aveva poi commesso un insospettabile errore: quello di dimostrare che, grazie alla ripresa economica fosse in grado di svincolarsi dai lacci mortali di Rothschild, e che avrebbe potuto decidere di farlo fornendo, quel che è peggio, l’esempio ad altri: restituito il prestito avrebbe potuto “sganciarsi” dal controllo dei banchieri americani. Una strada differente, insomma, sia dal capitalismo senza scrupoli, finanza compresa, sia dal comunismo sovietico, poteva, dunque, avere successo. Per paradosso, stiamo sostenendo che, proprio in conseguenza del suo buon governo, Ceausescu si trovò solo contro tutti… Aveva scontentato sia l’Urss, sia gli Usa!

Il crollo del muro di Berlino, la disintegrazione dell’Urss, il passaggio dei paesi dell’est europeo nella sfera dell’Unione europea furono i fattori decisivi che travolsero il fragile paese rumeno… Lo portarono, così, verso una crisi da cui il presidente, Ceausescu appunto, non riuscì a uscire. Fu per lui una crisi politica che potremmo definire sotterranea. Gli restava e gli pesava, frattanto, la “nomea” del dittatore e nessuno più lo difendeva…

Da tempo Mosca lo aveva travolto con accuse e scandali infamanti, tanto che non poté resistere alle aggressioni mediatiche ed a quelle dei suoi nemici. Fece, dunque, la fine che ricordiamo. Fu ingloriosa e violenta, concludendosi con la fucilazione di Nicolae Ceausescu e di sua moglie Elena. Negli ultimi giorni vennero lasciati a pane e acque e senza un vero wc: davanti al plotone d’esecuzione iniziarono a cantare l’inno alla libertà, ma l’ordine di sparare fu repentino. Riuscirono ad intonare solo le prime parole. La loro fine violenta ricorda quella di Gheddafi e quella in carcere di Mubarak. Quella evitata finora da Assad possiamo solo supporla…

Ecco, quindi, una storia tipica dell’epoca post bellica. Oggi, però, stranamente, molti suoi connazionali ricordano il loro leader con affetto o, almeno, con rimpianto. Ne lodano le qualità e soprattutto fanno notare come quel che accadde dopo la destituzione di Ceausescu fu molto peggio di quel che accadeva prima: la Romania rimase abbandonata al suo destino di povertà e marginalità, i servizi sociali scomparvero come la possibilità di studiare e imparare un mestiere che prima era assicurata a tutti. Mentre anche i prezzi al consumo salirono alle stelle. Le conseguenze le ha pagate il popolo rumeno, ma in parte, anche quello europeo che ne ha subito l’esodo con conseguenze non sempre positive.

Nel frattempo, Mosca, finita sotto il controllo di Mikhail Gorbaciov, aveva epurato la metà del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione sovietica e aveva dato vita a un processo di capitolazione che comprendeva anche “la svendita” dei paesi satelliti. In Romania erano stati fatti penetrare diversi emissari della Mosca di Gorbaciov per preparare la fine di Ceausescu. Essi rimasero nei quadri statali anche successivamente per anni ancora, non giovando, certo ai rumeni.

Ciò che aveva “infastidito”, invece, Washington, guidata allora da Bush padre (che comunque, a differenza dei sovietici, aveva chiesto di salvare Ceausescu con l’esilio), era il fatto che la Romania avesse fatto saltare il vincolo con gli ambienti usurai occidentali. Anzi stava andando oltre. Perché Ceausescu, poco tempo prima di subire il colpo di stato che lo avrebbe ucciso, stava dando impulso a un istituto internazionale di credito che avrebbe concesso prestiti a tassi ridottissimi (3%) ai paesi poveri destinati al loro sviluppo, una sorta di Banca Mondiale antimperialista, cui avevano aderito non solo gli Ayatollah della Repubblica islamica dell’Iran, ma soprattutto Muammar Gheddafi, leader della Repubblica Araba popolare socialista di Libia e anche lo sceicco del Kuwait stava caldeggiando. E, come abbiamo pubblicato di recente sull’edizione cartacea di Palermoparla (N.103 pag. 16), a decretare la morte di Gheddafi fu – a quanto pare e secondo testimonianze molto qualificate di fonte libica – la sua decisione di creare una moneta unica africana e, quindi una grande banca!

In men che non si dica fu scatenato in Romania e fuori un attacco mediatico senza precedenti, si parlò di diritti umani calpestati, diritti religiosi negati…il solito copione che abbiamo rivisto contro l’Iraq, la Serbia, la Bielorussia, la Libia, l’Ucraina e ora la Siria e in cui anche il popolo della sinistra buonista casca regolarmente.

Ecco che cosa avvenne in quei giorni: la “rivoluzione”, così definita, ebbe tutti i connotati di un sollevamento violento delle masse con centro propulsivo per le strade e le piazze di Timisoara. La stampa mondiale appoggiò la rivoluzione come risultato di un anelito spontaneo verso la libertà di un popolo. In realtà, non c’è dubbio che i moti che si susseguirono furono fomentati da veri e propri agitatori.

Un episodio cruciale fu la morte del ministro della difesa Vasile  Milea (22 dicembre 1989, erano i giorni di Natale) in circostanze misteriose. In un comunicato Ceauşescu affermò che Milea, essendo stato giudicato colpevole di tradimento per non aver arginato i rivoltosi, si fosse suicidato dopo essere stato scoperto. A lungo, la teoria più diffusa fu che Milea sarebbe stato assassinato per mano dello stesso Ceauşescu… Tutto in risposta al rifiuto di eseguire gli ordini. Invece, un’ulteriore indagine realizzata tramite la riesumazione del cadavere nel novembre 2005 accertò poi che Milea si era effettivamente suicidato, sparandosi con la pistola di un proprio subordinato.

Tutto si concluse con la presa del potere della nuova struttura politica, il “Fronte di Salvezza Nazionale” (FSN) i cui dirigenti erano quelli di “seconda fila” dei tempi di Ceausescu, il cui posto venne preso da Iliescu.

In seguito alla “rivoluzione” la Romania ricevette grandi aiuti da parte del mondo intero. Inizialmente gran parte di questa solidarietà fu diretta verso il governo del FSN, ma l’intera operazione venne presto inficiata, quando i minatori e la polizia risposero agli appelli di Iliescu, invadendo Bucarest (Mineriada, giugno 1990) e brutalizzando gli studenti e gli intellettuali che protestavano contro l’inganno della rivoluzione rumena da parte degli ex membri della guida comunista sotto gli auspici dell’FSN.

Questo – per concludere – il volto della finanza assassina, della politica e della informazione venduta, che distrugge popoli e fortune, provoca guerre e rivolte, al solo scopo di crescere in potenza e ricchezza.

Quanto accaduto a Ceausescu e alla Romania somiglia fin troppo alle più recenti destituzioni di Gheddafi in Libia, Mubarak in Egitto e di Ben Alì in Tunisia. Allo stesso modo si è cercato di colpire Assad in Siria e così via… Chi crede, del resto, alla sincerità di chi vuol capovolgerne il governo per altruistico desiderio di democrazia? Per capovolgere un regime in uno stato qualunque occorrono, del resto “motivi forti”, perché non è difficile capire come sia chiaro anche a chi compie certe azioni che molte conseguenze possono andare “fuori controllo”…

Ma questi ultimi “successi” sembrano diventare sempre più “provvisori” per i Rothschild e il loro grande sistema bancario. Ad esso è asservito un sistema politico artificiale e artificioso, fatto di falsa social democrazia. Queste “forze” internazionali lo finanziano e sostengono mediaticamente da decenni. Il risultato ha ben poco di sociale e ancor meno di democratico. I popoli, forse, lo stanno capendo…

Lydia Gaziano

 

Nota: ci siamo decisi a scrivere questo articolo, eseguendo una vera ricerca, dopo aver ascoltato di recente testimonianze dirette da parte di alcuni rumeni che rimpiangevano decisamente i tempi di Ceauşescu. Possiamo invece dire di aver sentito parlare, allo stesso modo, molto male di Gorbaciov, bene invece di Putin.  Sempre i rispettivi cittadini dicono decisamente bene sia di Assad, sia di Gheddafi. Il primo ha fatto dei siriani un popolo colto e preparato al lavoro. Gheddafi consentiva ai libici – così si diceva – di vivere senza quasi lavorare, serviti da immigrati dall’Africa…  Quanto a Mubarak, il nostro direttore si recò con una missione di giornalisti in quegli anni al Cairo, riportando, anche in quell’occasione testimonianze e impressioni positive. Anche per essere stato per alcune settimane anni al Cairo anni prima, ospite di parenti, ed aver potuto constatare i progressi.

Persino gli insuccessi dei discorsi pubblici con cui più volte Ceausescu cercò di riconquistare il proprio popolo furono “pilotati” con artificio…

Un dejà vu delle poteste popolari: meno adulti che ragazzini in piazza
Un dejà vu delle poteste popolari: più ragazzini  che adulti in piazza. Le manifestazioni furono “fomentate” tramite agitatori e …opinion leader.

Secondo le memorie di un membro delle strutture di allora, dopo la rivolta di Timişoara un gruppo di generali della Securitate approfittò dell’opportunità per lanciare un colpo di stato a Bucarest. Il colpo di stato, in preparazione sin dal 1982, era stato pianificato per la vigilia di Capodanno, ma poi se ne decise l’anticipazione in seguito a degli eventi favorevoli. Il capo della cospirazione, il generale Victor Stanculescu, faceva parte della cerchia di Ceauşescu e, secondo varie fonti, sarebbe stato lui a convincere Ceauşescu a tenere il discorso di fronte alla sede del Comitato Centrale nella Piazza Gheorghe Gheorghiu-Dej circondata da armi automatiche telecomandate. Durante il discorso le armi avrebbero dovuto sparare a caso sopra la folla, quando i propagandisti distribuiti fra la gente avrebbero istigato a cantare slogan contro il regime.

 

Bibliografia: Grigore Cristian Cartianu, caporedattore del più letto quotidiano romeno, in un libro che ha interessato parecchio i suoi connazionali. Sono circa duecentomila le copie vendute in patria di “La fine dei Ceausescu” (accurato reportage – inchiesta, frutto di una lunga ricerca). Editore Aliberti traduttore e curatore Luca Bistolfi.

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Ecco una spiegazione chiara, ma abbastanza tecnica del “processo finanziario” imposto dal sistema bancario Usa per stra-guadagnare a danno dei paesi concorrenti, tenerli sotto scacco, evitare che crescano e, possibilmente rovinarli…

Queste sono le regole, non gli squilibri di un governo o di un dittatore pazzo, le regole del FMI (Fronte monetario internazionale) e quindi degli USA, che valgono per tutti: sei obbligato – a mezzo di manovre di carattere politico, economico e finanziario – a prendere prestiti inutili ad interessi esorbitanti. Quello che spendi lo devi spendere con aziende americane stabilite e non puoi fare cose utili per la nazione, ma soprattutto non devi restituire il capitale, ma pagare gli interessi (composti) fin che puoi. Il tutto è  mirato sempre ad un più ampio obiettivo, tenere sotto scacco le popolazioni anche politicamente, garantendosi governi che stiano al gioco… La grande intuizione di Federico De Roberto nei Viceré, ambientato come Il Gattopardo al tempo dell’unità d’Italia,

Ciò spiega il delirio dei debiti pubblici irrestituibili non perché non li vogliano restituire ma per l’anatocismo, l’interesse sugli interessi capitalizzati. Ma, soprattutto, perché tutto nasce da una trama già preparata, un vero e proprio copione. Spiega anche il grande inganno dell’Unione Europea contro Grecia, Portogallo, Italia, ma anche contro tutti gli altri stati membri… Sorge spontanea l’idea che una “Europa così” sia stata concepita solo al fine di non farla crescere: è ciò che avviene, infatti. Una crescita sotto il 2% è una decrescita, al 3% è un pareggio, al 4% è una piccola crescita… In un altro articolo spiegheremo in modo molto comprensibile perché… (D.)

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