Cinquant’anni dallo sbarco sulla luna

Neil Armstrong, Cristoforo Colombo dello spazio, saluta militarmente il mondo davanti alla telecamera.

Venti luglio 1969, data storica per l’umanità. La navicella spaziale Apollo 11, USA, porta i primi uomini a sbarcare sulla Luna. Pianeta che, per migliaia di anni, aveva alimentato l’immaginazione ed i sentimenti dell’Uomo. Cadeva un mito e ne nasceva un altro: quello dell’esplorazione spaziale. Della possibilità dell’Uomo di uscire dai confini della Terra, rendendo verosimile ciò che prima era stato solo un sogno, il frutto dell’immaginazione del singolo e quella collettiva.

Un piccolo passo per l’Uomo – disse Armstrong alle 20:17:40 UTC. di quel 20 luglio – ma un balzo enorme per l’umanità. Un orizzonte sterminato, dai limiti indefiniti, ma esplorabile ed alla nostra portata. Anche se chissà quando. La corsa era iniziata anche se condizionata dalle risorse umane e, soprattutto, economiche.

Cominceremo da Marte, dicono le informazioni della NASA, l’ente spaziale americano… E forse anche con un volo privato, facendo prima sosta sulla Luna. Alcuni poi, presi dall’euforia e da chissà quali pulsioni, hanno già prenotato pur sapendo che potrebbe trattarsi di un volo di sola andata. Ma cosa importa, l’importante è evadere dalla prigionia di un mondo divenuto stretto nei confini e nelle aspettative. Il comandante Neil Armstrong e il pilota del modulo lunare, Buzz Aldrin, sempre quel fatidico 20 luglio del 1969, divennero noi stessi. I primi esseri umani a camminare sulla superficie lunare ed in quei momenti ci libravamo anche noi saltellando mossi da un’allegria ed una curiosità indescrivibili. Chi ha assistito a quei primi passi ebbe la consapevolezza di far parte della storia. C’ero anch’io e non perdetti nessuno di quei momenti, anche quelli al cardiopalma quando lo storico cronista Tito Stagno, per un problema di comunicazione, anticipò la discesa. Gli astronauti americani trascorsero appena 21 ore e 36 minuti sulla Luna e, da allora, solo una manciata di astronauti ha ripetuto quel viaggio.

L’obiettivo principale della missione lunare di Apollo 11, indicato anche da Richard Nixon, fu di eseguire un atterraggio lunare con equipaggio e fotografare il terreno lunare, con equipaggiamento e bandiera schierati e tornare sulla Terra consapevoli soprattutto di aver vinto la corsa con i sovieitici della Russia. I primi nella Storia ed a gli occhi dell’Umanità.

Gli altri obiettivi scientifici, secondari in quella occasione, includevano l’esplorazione dal modulo lunare, l’installazione di una telecamera per trasmettere segnali alla Terra, L’esperimento di composizione del vento solare, un pacchetto di esperimenti sismici, un retroriflettore Laser Ranging, la raccolta di campioni di materiali lunari da riportare sulla Terra. Apollo 11 ha effettivamente raggiunto quell’obiettivo nazionale e ha aperto le porte a future esplorazioni spaziali, a una curiosità e a una scoperta senza confini. La Luna è così divenuta, allo stesso tempo, tanto lontana che vicina. Da allora possiamo immaginare che tutto, un giorno o l’altro, sarà possibile per l’Uomo!

Guido Francesco Guida 

 

Nota

Condividiamo l’ottimismo storico del nostro giornalista Guido F. Guida.Non tutti lo fanno. Si va dai pessimisti che misero in giro per anni la bufala che fosse stata tutta una simulazione a coloro che odiano o temono ogni genere di progresso senza eccezioni. Se l’uomo non avesse avuto il coraggio di sperimentare e di andare oltre il muro delle apparenze, saremmo ancora all’età della pietra. Ma qui il discorso si allunga e rimandiamo a quanto giornalmente scriviamo sul nostro Palermoparla on line: www.palermoparla.news 

C’è chi ripete giornalmente che “abbiamo solo questo pianeta”, sottovalutandone anche le risorse… Esse saranno certo moltiplicate dalle innovazioni tecnologiche… In futuro potrà essere possibile disporre di tanta energia da spostare Marte sull’orbita terrestre e costruirvi una realtà vivibile simile alla “nostra”. Ma l’uomo medio ha poca conoscenza scientifica ed ancor meno fantasia. In compenso è pieno di timori…

(Germano Scargiali)

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