Conte bravissimo? Con le parole sì, ma non con i fatti. Quando al governo c’era Draghi non riusciva a ottenere un bel niente

I deputati del Movimento 5 Stelle, a conclusione dell’intervento, applaudono Conte fragorosamente.

L’ “avvocato del popolo” come ama farsi chiamare, è un abile oratore e ha cercato i punti deboli del discorso della Meloni, che aveva suscitato tanti applausi, persino da parte dell’opposizione.

Anche se siamo contenti che un’opposizione ci sia perché in una democrazia è di fondamentale importanza, dobbiamo, però, fare notare che, adesso, di opposizioni ne abbiamo ben tre, del tutto incompatibili tra loro, come si evidenzia dalle varie dichiarazioni dei leader.

Per Letta, la priorità sarebbe l’atlantismo, quindi continuare a inviare armi all’Ucraina, per Conte, invece, tutto l’opposto.

Per Conte è fondamentale il mantenimento del RDC, per Calenda, invece, no.

Quali sarebbero, poi, i grandi successi di Conte al governo?

Era al governo con Salvini e si è prestato al gioco di farlo cadere contando così di acquisire maggiore potere, ma sacrificando la Lega ha fatto il gioco dei poteri forti con Draghi in testa, che non gli ha fatto toccare palla.

Il governo Draghi, infatti, ha approvato l’invio di armi in Ucraina, lo smantellamento dei Bonus edilizi, nonché la riduzione del reddito di cittadinanza senza che Conte alzasse neppure un dito.

Tenendosi ben stretta la poltrona si è ingoiato tutto senza fiatare. Sì, ma poi ha fatto cadere il governo, dirà qualcuno. E’ vero, ma solo, alla fine, quando ai parlamentari la pensione era garantita in ogni caso e ha preferito il ricorso alle urne per evitare di scomparire del tutto dalla scena politica.

Va detto pure che la legge di Bilancio del 2022 contiene un pesante attacco al Reddito di Cittadinanza. L’operazione del governo Draghi ha due precisi obiettivi: ridurre le risorse destinate a questa misura, anche contenendo il numero dei beneficiari, e obbligare gli stessi ad accettare qualsiasi proposta di lavoro, anche se a diverse centinaia di chilometri da dove vivono.

Ora i grillini cercheranno di addebitare al governo Meloni i cambiamenti introdotti nel RDC, ma si ricordino che al governo con Draghi c’erano pure loro e in quella occasione non sono stati capaci di imporsi.

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