Ecco Bloomberg! Non certo “uno di noi”

“Mike” Bloomberg, il finanziere americano neo paladino della sinistra, è fra i dieci uomini più ricchi del mondo. Da far impallidire D. Trump. Bloomberg è di certo un esponente dell’alta finanza, cioè delle oligarchie bancarie.

Contro Donald Trump il partito democratico americano schiera un uomo ancora più ricco di lui e persino di molto. Incredibile, ma Michael Rubens Bloomberg è anche un grande editore che affronta in modo”specialistico” le vicende del mondo finanziario.

E’ chiaro che sia, quindi, un paladino della finanza, che adesso si scontra contro Donald Trump, il quale è, al contrario, un chiaro sostenitore dell’economia reale. Il confronto è sul “far soldi con altri soldi”, lavorare – cioè – sui numeri o far soldi nel mondo della produzione, dell’industria di trasformazione, quella che crea reale “valore aggiunto”, cioè ricchezza reale. Tanto che su di esso più si indirizza – ovunque – il fisco (Iva), …per alimentare i costi di gestione dello Stato.

La rivalità del mondo finanziario spiega le aggressioni subite da Trump – nonostante i suoi successi economici e politici – da parte di un riconoscibile establishment americano e mondiale. Perché non è difficile enumerare veri e propri “atti di guerra” contro personaggi similari nel resto del mondo, Italia compresa. Per quanto ottusa sia la scelta, il mondo finannziario combatte così…

Ma vediamo chi è Michael Rubens Bloomberg. Nato a Boston il 14 febbraio 1942 da famiglia ebrea è un imprenditore e politico statunitense, cofondatore e proprietario della società di servizi finanziari, software e mass media che porta il suo nome, Bloomberg LP, per 12 anni sindaco di New York dal 2001 al 2013. Eletto con il Partito Repubblicano, lo ha poi abbandonato rimanendo indipendente fino al 2018. In quello stesso anno è tornato tra le file del Partito Democratico, cioè cui apparteneva inizialmente. Un ripensamento non casuale. Perché in tutto il mondo il “santo protettore” della sinistra è da ricercare – a partire da una certa data – proprio nel massimo potere finanziario. Tutto iniziò quando i massimi poteri decisero di dare un colpo di timone a quel fenomeno di anticomunismo viscerale, che era culminato in Usa nella cosiddetta “caccia alle streghe”. Da allora, la massima ricchezza, in particolare quella concentrata nelle oligarchie bancarie, è divenuta “di sinistra”. Un paradosso solo apparente della storia contemporanea: il massimo capitale ha preferito allearsi con il potere politico, concentrato – però – nello Stato padrone. Un accordo di ferro – quindi – fra due padroni!

Forbes (il magazine più famoso al mondo su classifiche, cultura economica, leadership imprenditoriale, innovazione e lifestyle) ha indicato Bloomberg, nel 2019, come l’ottavo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 52,4 miliardi di dollari.

La Bloomberg LP è una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede a New York e filiali in tutto il mondo. Nel corso degli anni Bloomberg è cresciuta creando un servizio mondiale di news, che comprende TV, agenzia di stampa, radio, internet e pubblicazioni editoriali.

Bloomberg rappresenta quasi il 33% dei 16 miliardi di dollari del mercato globale dei dati finanziari, con un fatturato stimato di 7,6 miliardi di dollari (2011).

(Testo raccolto e commentato da Germano Scargiali)

Nota

Oggi più che una possibile guerra fra le nazioni, è in corso una guerra fra il potere finanziario e il mondo economico, la cosiddetta economia reale. Lo abbiamo spiegato e lo ripeteremo ancora…

In una situazione fisiologica, l’economia si estende alla finanza e i due”mondi”, perché così vengono definiti, convivono e collaborano. In particolare, la finanza – secondo logica – dovrebbe …lavorare al servizio dell’economia. Solo questa, che persegue la crescita della produzione e il risultato finale di creare valore aggiunto attraverso il mercato, può portare vantaggi per tutti. Così, infatti, è avvenuto – nonostante i tanti timori diffusi – nel corso della rivoluzione industriale.

Purtroppo, una malevola gestione della “mano finanziaria” ha fatto sì che ingenti guadagni si possano realizzare lavorando sui numeri, specie tramite i “giochi di borsa”. A questo i grandi finanzieri vogliono aggiungere oggi la gestione di grandi leve economiche a livello globalizzato, in fatto di beni indispensabili all’umanità: energia, acqua, cereali… Ma si parla – addirittura – di beni immateriali, quali, ad esempio, la stessa fede religiosa. Diffidate di tre parole: nuovo ordine mondiale… Tutto, del resto, si può materializzare, riportandolo al denaro, ai numeri, che rappresentano la passione dell’alta finanza. In pratica si potrebbe dire che siamo davanti al rischio di una sorta di follia su scala mondiale…

Come scriviamo sempre, rispetto alla crescita e allo sviluppo l’alta finanza predilige il ferreo controllo del fenomeno economico, tramite le leve in mano allo strumento bancario.

Questa è la “vera guerra” già in corso ed è sperabile che il mondo della produzione sappia difendersi ed abbia la forza per uscirne vincitore. (G.S.)

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