Energia, acqua, clima, rifiuti, fame e relative panzane

Lo Zambesi. L’Africa ha i più grandi fiumi del mondo ed alcuni dei massimi laghi, eppure si dice che sia un continente riarso. Il deserto è in gran parte il miglior terreno che si possa coltivare… Nei laghi africani tedeschi e francesi combatterono battaglie navali… La cultura generalizzata è tale che non si comprenda quanto sia grande l’Africa rispetto alle dimensioni del corpo umano. Ma neppure il Mar Tirreno… L’Africa da quasi 2 secoli è il motivo del contendere mondiale a causa delle sue ricchezze. Oggi è soprattutto un potenziale mercato e al contempo un luogo di produzione…

Energia, acqua, clima, rifiuti, fame hanno un valore finché sono un problema. Se non lo fossero – e già da tempo non lo sarebbero, non dovrebbero esserlo neanche per scherzo – smetterebbero di …rendere. Attenti che non è uno scherzo, né un mero sopruso: far sì che smettano di rendere rappresenta un vero problema. Come fare, infatti? Come sostituire questi business secolari? I problemi di carattere più generale – legati anche al grande consumo o al generale utilizzo. rendono solo finché esistono come tali. Finché sono un problema aperto…

Risolvere certi mega problemi equivale – per per certi versi – a smettere di ostacolare lo sviluppo: l’economia rischierebbe di scattare (po scatterebbe subito) tanto velocemente in avanti che mancherebbero inizialmente le strutture per gestire un boom proporzionale a quello degli anni 1935, 1960, 1970… Moltiplicato, però, con gli incredibili mezzi di oggi, già alla portata di tutti (PC, telefonini, mezzi  sistemi di trasporto etc). E’ per questo che, già dagli anni ’80 si è preparata la crisi dei ’90 che – praticamente – non  si è più recuperata, perché i sabotaggi allo sviluppo e alla crescita -scattati effettivamente già nel 1968 – sono proseguiti sotto molteplici e variegate forme, sia materiali, sia mediatiche… Vi hanno collaborato i monopolisti della finanza e dei mega monopoli (anche cereali, medicine e persino la religione…), i gestori della demagogia e quelli della morale (i moralisti sono per lo più impauriti dal sopravvenire di fenomeni sociologici incontrollabili). Alfieri, anzi paladini, della mala informazione sono certamente la maggior parte dei canali radio Tv. Il peggio è quando non parlano per denotazione, ma ricorrendo ad un’arte nella quel ogni giornalista di mestiere è maestro: la denotazione. Come sa chi conosce un po’ di linguistica, con la denotazione ci si esprime in modo conclusivo, senza prendere un’apparente posizione, anzi mantenendo un tono obiettivo, ma inserendo come prestigiatori verità non comprovate fra una serie di certezze ed ovvietà. Infine, pur non giungendo ad una conclusione, questa risulta ovvia dall’insieme del discorso: appare, come le false verità inserite nel parlare, talmente ovvia da non dover essere neppure proclamata…

Il nucleare rispetta l'agricoltura, non emette CO2 (perché non c'è combustione) ma solo vapore acqueo. Comunque la fisssione sarà prsto sostituita dalla fusione chg rieolverà del tutto il problema energetico.. L'energia è tutto, si traìsfrma in tutto
Il nucleare rispetta l’agricoltura, non emette CO2 (perché non c’è combustione) ma solo vapore acqueo. Comunque la fissione sarà presto sostituita dalla fusione che risolverà del tutto il problema energetico.. L’energia è tutto, si trasforma in tutto. Il sarcasmo scatta anch’esso da solo: l’Italia rincarerà l’energia perché la Francia non le può più inviare quella prodotta col nucleare, che l’Italia stessa (che sperimentalmente è all’avanguardia mondiale del settore) aveva – con storica stupidità – bocciato anni fa…

Ma perché si rifiuta il nucleare e si parla poco o niente dell’idrogeno? Perché queste due fonti energetiche risolverebbero dall’oggi al domani il “problema energia”. Per qual motivo, invece, si predicano il solare e l’eolico? Perché non lo risolveranno mai… Poche centinaia di megawatt non sposteranno mai il problema dell’energia necessaria al mondo moderno! Siamo ad una sorta di “anno zero”, perché un vero apporto di energia sbloccherebbe senza limiti agricoltura, industria e trasporti… Oggi l’energia è tutto, si trasforma in tutto: oltre che luce e calore, è vita, cibo, possibilità di incontro e dialogo produttivo fra persone lontane ed altro ancora… Il mondo si sta “attrezzando” con qualcosa di prodigioso, come degli assi viari impensabili un tempo, degni – nei principi – di quelli dell’antica Roma e della Cina, ma di carattere decisamente intercontinentale. Le grandi volontà che riescono a programmare il futuro a livello globale intendono farlo e stanno operando – tuttavia – per gradi.
Sapete perché non si parla più di dissalatori (nel 1939 Mogadiscio beveva da un dissalatore e Malta negli anni ’60-’70…)? Perché il problema non è l’acqua, il problema è di prenderla e di renderla disponibile: tutta quella che c’è o anche una parte. Praticamente è ovunque o quasi. Dove non c’è, se è vero che i Romani e gli antichi uomini più evoluti costruivano acquedotti di migliaia di Km, se gli uomini preistorici scavarono i qanat, figuriamoci che cosa può fare l’uomo moderno… Nel sottosuolo l’acqua è ovunque: questione di profondità… Ma anche l’acqua sorgiva e di pozzo, di fiume e di lago abbonda… Nei laghi africani, in pieno Continente Nero, sterminata terra della “grande sabbia”, l’Erg sahariano, francesi e tedeschi si affrontarono in passato con navi da guerra. Vi scorrono fiumi fra i massimi al mondo: Nilo, Congo, Zambesi, Niger…

Termovalorizzatore (schema): il fumo è per oltre il 90% vapor d'acqua. Inoltre trasforma in energia i rifiuti che riduce a polveri inerti...
Termovalorizzatore (schema): il fumo è per oltre il 90% vapor d’acqua. Inoltre trasforma in energia i rifiuti che riduce a polveri inerti…

La lotta contro i termovalorizzatori è assolutamente assurda, mentre la raccolta “differenziata” un’assoluta panzana: è inconcepibile togliere tempo utile agli uomini che lavorano, per riciclare il silicio del vetro (è l’elemento più sovrabbondante sulla crosta terrestre) o per fare concime, quando i polifosfati si ricavano facilmente per sintesi e quelli naturali neppure vengono scavati dalle miniere, mentre i liquami da allevamento sarebbero reperibili in enorme (mastodontica) quantità e creano g anch’essi grandi problemi di smaltimento…

L’economia circolare, intesa come riciclo, è un’altra bestialità: ciò che oggi serve – purtroppo – è di consumare: che qualcuno consumi tutto ciò che l’industria produce. purtroppo anche in eccesso. Il solo male è che l’abbondanza tende a provocare squilibri di carattere socio-civile e morale… Escludere nei modi più svariati dal commercio una parte della produzione è in tutti i settori un rimedio continuamente adottato.

L’acqua è l’elemento più abbondante sulla crosta terrestre: basterebbe per molti pianeti come la Terra. A causa del ciclo naturale la sua quantità è una “costante” sul pianeta: non si potrà mai esaurire e non potrà mai diminuire, tranne che la Terra non esplodesse…

La redditività per ettaro è cresciuta e crescerà ancora, supportata dalla serricoltura (anche su più livello sullo stesso spazio).
La redditività per ettaro è cresciuta e crescerà ancora, supportata dalla serricoltura (anche su più livelli in spazi molto ridotti, indipendente dal clima).

I vegetali si producono a ritmi che crescono in modo esponenziale, addirittura incontrollabile: la redditività per ettaro cresce di anno in anno e sempre più spazi – per compensare – vengono destinati per questo a parchi naturali e riserve… Non male: un parco dove passeggiare è più bello di una serie di campi arati che producono verdure che nessuno potrebbe mangiare. La corsa ai “siti Unesco” contribuisce a frenare l’antropizzazione selvaggia laddove non ha spcifiche necessità…

Non è, per inciso, l’opinionismo ecologico – infatti – a fare la differenza, ma drastici provvedimenti e presenze di carattere politico e culturale che incidono sulle grandi decisioni e sui comportamenti a livello statale e amministrativo. Oggi in ogni settore (esempio, sgravio del carico fiscale)  sono necessarie grandi e visibili misure… I consigli e i suggerimenti sono una sorte di mero palliativo…

Frattanto, in agricoltura, è stata abbandonata nel dopoguerra (ecco un riprova) la coltivazione “a terrazzamenti”, perché la terra non è più un fattore fondamentale della produzione. La produzione agricola si apre alla serricoltura, su più piani (praticamente in batteria) consentendo grandi produttività, indipendenti dalle condizioni climatiche, su terreni di piccola dimensione…

Pertanto il solo problema odierno è che i prodotti mantengano un prezzo retributivo sul mercato. Un prodotto non può costare una sola monetina, perché già la ricarica dei rivenditori su cifre minime non consentirebbe la gestione delle rivendite e dei trasporti. Se io trasporto oro, potrò chiedere una cifra adeguata e più per le mie spese e il mio profitto. Se trasporto letame, dovrò pensarci su. A meno che non si tratti di “preziosi” rifiuti differenziati, riciclabili o assolutamente non riciclabili, cioè “rifiuti speciali”. Si evince così come, complicando le cose, il business cresce e “valga la pena” di esser perseguito garantendo un margine di profitto… Redditività e profitto – inutile contrastarli – sono la fonte d’energia, quella che fa “andare il motore”, quella che un tempo era la semplice …benzina.

E’ per il ribassarsi dei prezzi, che porterebbe farina, pane, latte, burro, carne, cioccolata, ma persino pesce e prodotti ittici, a prezzi stracciatissimi, che nascono degli espedienti “in gran serie” per …rompere i giochi. Tutti i prodotti alimentari hanno oggi un equivalente arricchito di qualcosa (con aggiunta di…) oppure depurato di qualche altro (senza…). Nasce il mito dei prodotti naturali, biologici, macrobiotici, delle diete speciali, degli yogurt con i fermanti speciali, le diete vegane, il culto “ohimè”, affascinante per la verità, dei prodotti a Km zero: occorre giustificare un prezzo che non sia identico o minore rispetto a quello di una bottiglia d’acqua. In Sicilia ci scandalizzavamo del Nero d’Avola ad 1,5 euro. Abbiamo visto, però che, dagli spumanti con carta stagnola e tutto fino ai vini igt e doc se ne producono a tal prezzo a tutte l latitudini della nostra lunga Italia. La verità è che nella Penisola è difficile trovare del vino veramente cattivo, più di quanto non sia il trovarne di veramente buono…

Oggi è normale l’uso della standardizzazione della produzione. Per cui – a parte qualche aroma in più o in meno – la qualità dei prodotti similari è identica, indipendentemente dal prezzo. La distinzione avviene in base alla presentazione, alla confezione, alla pubblicità e al canale di vendita (caramelle al supermercato e in farmacia, creme emollienti negli store e in profumeria, per l’esposizione (merchandising) e i tempi di stazionamento negli scaffali (shelf life). Per trovare un prodotto di qualità veramente superiore (salmone scozzese, lardo di colonnata, vero zafferano, vero aceto balsamico) bisogna andar su, di molto, col prezzo…

Speriamo, questa volta, di avere avuto il dono della chiarezza. Perché ciò che più conta è che – convincendoci delle panzane contenute nei Tg, nella “migliore” carta stampata e nelle stesse encicliche, purtroppo – impariamo a diffidarne a 360 gradi!

 

Germano Scargiali

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