Europa alle corde prigioniera della cultura idealista platonica hegeliana

L’immagine dell’uomo Vitruviano non salva l’Euro. La monetina del parcheggiatore abusivo vale due belle banconote da 1000 lire ma soprattutto è tecnicamente una patacca. Lo “strillano” invano i Nobel dell’economia da Krugman ad Amartya Sen…

L’impasse culturale europeo facilita l’opera distruttiva di cui è oggetto il continente più importante del mondo…

Da decenni l’Europa vive in una temperie culturale che contiene un grave errore di base che non sta nel contenuto, bensì – ed è peggio – nel processo del ragionamento. Tale “temperie” contamina atei, credenti e laici anche in tutto il cosiddetto Occidente e altrove, ma in Europa – patria della cultura – l’errore è più grave e diffuso…

Si tratta dell’errore che la dottrina marxista si porta appresso, come figlia della mentalità che da Platone passò dopo secoli ad Hegel, dopo essere stata rinverdita sotto l’aspetto fideistico da Scoto Eriugena nel Medio Evo. Essa si era travasata anche nell’Illuminismo, nella rivoluzione francese e nel Risorgimento, procedendo attraverso “la sinistra e la destra hegeliana“, assi portanti di quelle che sono rimaste “la sinistra e la destra” sul piano morale, socio – civile e politico: niente di peggio per la cultura “vera”, un vero lete…

L’idealismo filosofico e culturale ha trovato nella storia focosi oppositori. Tuttavia non pare che vi sia per loro altra definizione che quella di “anti idealisti“. Anche i razionalisti, da Aristotele a Cartesio, pur con un difforme atteggiamento mentale, ricadono nell’idealismo, così come il “criticista” Kant. Vi sono filosofi che hanno affrontato la filosofia da altre visuali, come Kirkegaard, Nietzsche, Shopenhauer. Non hanno avuto, però, il meritato successo…

Vi è, infine, di certo una categoria di persone che ignora l’intero problema, non è affetto da questa sorta di malattia: tali persone o sono in grado di aiutare l’umanità – e spesso lo fanno – ovvero prendono il prossimo per un’acclita i gonzi e spesso ne approfittano…

L’errore che ha contaminato inopinatamente i “tempi moderni” risiede nell’intero procedere del giudizio e si ripercuote sulle valutazioni della realtà circostante, prima fra tutte la realtà storica, ma anche – ovviamente – pesa sulle opinioni…

Anche per questo l’implosione del socialismo reale di marca marxista, tutto ideologia, avvertita inizialmente – tanta era stata la fede in esso – con un grande scoramento generale, è stata camuffata e soprattutto “surrogata”. Ai giorni nostri cambia in apparenza il contenuto, resta la sostanza del ragionamento, si ricorre ad eufemismi e nuove invenzioni al pari di quelle “antiche”: idee, mere “ipotesi” scientifiche, poche o nulle verità tecnico – scientifiche.

La deflagrazione del socialismo o socialcomunismo reale, prevista da vari personaggi fra cui lapidariamente da Luigi Einaudi, viene spacciata – fateci caso – con la dizione edulcorata di “caduta del muro di Berlino”. Essa, lo ribadiamo, non ha determinato la fine di quella mentalità, che viene sommariamente definita “di sinistra”, danneggiando persino una sana visione sociale dei problemi…

Vogliamo dire che si potrebbe rifondare il socialismo, purché lo si facesse su basi non marxiste ed “alleggerite” anche dal catastrofismo di Falan, Proudhon e dello stesso Malthus…

Si parla – altro eufemismo, altra edulcorazione fuorviante – di “crollo delle ideologie”, nonché di un possibile procedere del pensiero, talmente “laico” da prescindere da ogni valutazione che sia di tipo fideistico… La verità è solo che a crollare è stata l’ideologia socialcomunista marxista. Chi la professava l’aveva considerata, però, l’unica ideologia possibile, tanto da definire “progressista” solo chi vi avesse fede…

L’errore culturale e civile è evidente ed è marchiano: ideali di democrazia e libertà sopravvivono certamente, mentre il traguardo da raggiungere è ancora lontano, quanto lo è maggiormente la conquista di traguardi morali, indicati da tempo “al meglio” dal Cristianesimo…

Ideali e ideologie permangono visibilmente, frattanto, in veste di “forma mentis“… Ciò non sempre – come vogliamo dimostrare – è un bene. Anzi! Gli ideali sarebbero leciti, anzi anche nobili, sotto forma di “mete“, ma cessano di esserlo quando assumano la forma di ideologie

Di fatto, però, il ragionamento corrente è – ma non può ancora, per retaggio storico culturale, essere diversamente – tale da continuare ad attribuire valore a dei “preconcetti”. Altro che laico… Altro che laicismo… Tutto il contrario, il laicismo è un atteggiamento della mente: come tale è “sano” solo se costituisce una condizione provvisoria e funzionale per garantire il “buon funzionamento” di una logica obiettiva. Invece spesso si “radicalizza”: un’ opinione corrente ritiene addirittura che laicismo significhi “anti religioso, anticristiano, ateo”, addirittura amorale… Ecco che sfocia oggi nel cosiddetto “relativismo etico”, fenomeno pernicioso… In tal modo il laicismo diviene anch’esso un “credo”, una “confessione” e come tale non è più una condizione mentale laica… Circolano adesso forme di laicismo che sono addirittura caratterizzate da atteggiamenti manichei e persino bigotti

Ma perché tutto questo spirito anti cristiano? Proprio perché il cristianesimo è la religione per eccellenza, quella contro la quale più si accanisce non a caso l’ateismo corrente. Spesso sostenuto da tanta ignoranza, proprio in materia di filosofia e di scienza. Si pensi che Galileo ed Einstein (la peggior disgrazia per un uomo è perderla…) non persero mai la fede in un Dio molto simile a quello cristiano, per quanto di certo non frequentassero le parrocchie…

Per fare un esempio, anche il pensiero liberal democratico, che prende le mosse dalla mentalità di Pericle, avverte appunto come lontani i traguardi di democrazia e libertà. Quindi quegli ideali sopravvivono e con essi le rispettive ideologie…

Pericle era nipote di Platone e ne accusava l’atteggiamento da snob a favore  difesa delle oligarchie anti democratiche. Forse non è un caso che il socialismo marxista si trasformi paradossalmente quanto puntualmente in dittatura…

Morte le ideologie? Neppure per idea! Anche ciò che resta del pensiero “socialista – marxista” insegue, infatti, una serie di obiettivi legati alla dialettica storica, ai timori per l’avvenire del mondo, all’ambientalismo, ai pericoli legati alla crescita e allo sviluppo. Li vuole, li cerca, li individua: non può farne meno…

La “sinistra”, inoltre, vuole fondamentalmente dimostrare – e lo fa sempre ideologicamente – che anche l’alternativa al marxismo sia fondamentalmente un errore. Essa ha, nella propria mente, anche un gioco facile – del tutto interno a se stessa – perché teorizza di base, da sempre (altro marchiano errore), un possibile mondo perfetto a breve scadenza, a portata di mano, come lo avevano visto Parmenide, Zenone, Platone, Sant’Agostino, Scoto Eriugena: un Dio perfetto – pur confuso dagli illuministi e dalla massoneria, possibilmente, con qualcosa di vicino alla natura stessa – non avrebbe potuto creare che un mondo perfetto. In ogni caso, anche gli atei allineati a tale visione trovano una loro logica. Il cosmo, per questi atei, sarebbe …quello che è: immutabile…

Portatori di una fede ferrea (lo sono spesso ii cattocomunisti) ed atei assoluti si trovano incredibilmente d’accordo: il mondo sarebbe perfetto se emanazione di un Dio perfetto, ovvero “come perfetto” perché “comunque immutabile“, un dato fermo, un vero “monolite“, rispetto alla realtà cui appartiene la sfera umana. Da tale mentalità consegue che il genere umano sarebbe …un ospite come un altro del creato, senza alcun primato. Esso costituisce anzi un pericolo, una bomba innescata, a causa della sua perversa intelligenza (forse), per la natura… Contraddizioni su contraddizioni!

In tal modo, l’evolversi della cultura e del pensiero è prigio-

Technologia Omnipotens Regnat: In un motto della massoneria atlantica si legge chiaramente il tentativo di trasformare la conoscenza della tecnologia in strumento di dominio...
“Technologia Omnipotens Regnat”: Un motto della massoneria atlantica (gli Illuminati) che parla chiaro sull’intenzione di far uso della conoscenza e della tecnologia come strumento di dominio…

niero di gabbie, fra le quali la ragione comune non trova più vie da percorrere. Platone e S. Agostino stesso, in tarda età, si accorsero che il mondo da loro “immaginato” azzerava il valore dell’azione umana e della stessa morale: perché, infatti, essere morali in un mondo già perfetto? La vita sarebbe un mero gioco, una prova contro l’errore, un’attesa sadica o masochistica della morte.

Il Creatore rischierebbe di apparire un carnefice.

Di facili certezze era fatto il pensiero illuminista. Ne era interprete il marxismo e ne è anche la mentalità cattocomunista e quella della nuova sinistra in genere. Poche regole, semplici e via! La capacità di ragionamento, di approfondimento, la voglia di progresso ne resta penalizzata o paralizzata se non esclusa. Da qui le odierne teorie “di sinistra” sulla “decrescita felice“. Dove andare, infatti, se l’umanità è prigioniera del cosmo – perfetto che sia come il Creatore, ovvero immutabile di fronte a se stesso – senza che possa intervenire nella storia? Viceversa, basterebbe notare come la storia sia una creazione prettamente umana. La divinità ne è probabile spettatrice e che intervenga viene negato “soprattutto dagli stessi atei”. Dalla contraddizione al paradosso il passo è breve…

Secondo il Cristianesimo l’umanità collabora con Dio e questi con l’umanità perseguendo il fine di sconfiggere il Male: il peccato, l’errore, l’ignoranza, la malattia e la catastrofe. In tale lotta il Creatore ha coinvolto l’umanità, gratificandola con i doni della vita, della conoscenza e della ragione. La lotta per migliorare le condizioni di vita, per allungarla, per preparare l’avvenire di chi resta “ultra vitam“, cioè anche dopo la morte dell’individuo, comprovano quale sia la “naturale tendenza” dell’umanità: una vita migliore, più sicura, più lunga. Il male sempre più attenuato, più isolato e circoscritto possibile…

Bisogna tener presente che – in virtù del successo del pensiero idealista, che parte da Platone e attraversa “pietre miliari” moderne con Hegel, lo stesso Kant, Marx e in Italia anche Croce e Gentile – l’intelligenza comune, quindi, sia molto condizionata, proprio nel momento più sbagliato, cioè nell’era della rivoluzione industriale, dall’idealismo.

Eccoci di fronte ad un fatto paradossale: il procedere tumultuoso della tecnologia richiederebbe una mentalità corrente legata alla tecnica e alla scienza, specie a nuove scienze come – prima fra tutte – la statistica e i suoi corollari, cioè la sociologia, la psicologia, il marketing…

Chi muove le fila del mondo moderno, sia con finalità positive, sia con finalità fraudolente, ragiona nei termini “corretti”, ovvero “consoni al fine di assecondare la crescita e il progresso”. E questo è un bene ed è un male, perché il progresso procede, frattanto, lo stesso grazie a pochi, ma chi vuole frodare le masse non incontra grosse difficoltà. I maggiori “strati” della popolazione sono – infatti – prigionieri di una mentalità idealista. Sono persone incapaci di creare per sé un giudizio chiaro sui fatti, che abbia un minimo di certezza e di autonoma. Il che sarebbe, ovviamente, utile, anzi indispensabile.

Il problema maggiore è che, al cospetto di ogni problema, gran parte degli individui cerca una soluzione indagandone prima, istintivamente, l’aspetto ideologico, invece di quello tecnico – scientifico…

Solo una corretta impostazione culturale potrebbe evitare questo pernicioso fenomeno in atto. In tale ampio contesto morale e civile, però, la filosofia, la letteratura e l’arte, che dovrebbero dovrebbero “parlare” –  cioè esprimersi – soffrono in genere – per un probabile timore referenziale nei confronti dell’esplosione del progresso scientifico – di una sorta dicomplesso di inferiorità” proprio rispetto alla scienza e alla tecnica: esse, purtroppo, tacciono o parlano poco e male, mentre la prima galoppa, infischiandosene per lo più, letteralmente. Filosofia è oggi parola sconcia: pochi sanno che equivale alla storia del pensiero umano e studia il suo evolversi. L’arte e la morale, cioè l’estetica e l’etica della filosofia, si rinchiudono “schive”, pur sopravvivendo, ciascuna nella rispettiva turris eburnea

Come volete, dunque, che l’Europa, l’affascinante piccolo continente che tutti pur considerano la guida spirituale del mondo intero, il modello da imitare in fatto di civiltà e di stile, giunga a qualcosa di pratico al di fuori delle gelosie e degli interessi di parte? Essa è nata abbarbicandosi come un naufrago all’Euro: la moneta definita “una patacca” dai 5 maggiori economisti viventi. L’Europa dimentica di essere un faro di civiltà, non coltiva il meglio di sé e coltiva male il peggio. Cioè ciò in cui è meno capace, con l’aggravante che “si lascia consigliare” dall’America, la sua maggiore rivale sullo scacchiere mondiale…

Tutti, infatti, nel mondo vogliono o vorrebbero “sembrare europei”. Americani compresi. Ma l’America vende meglio una merce similare, contraffatta con molta più abilità e tradizione dei cinesi. Impedisce inoltre all’Europa – solo potenzialità, solo cervello, solo buon gusto – di fruire delle materie prime di cui necessita dallo scoccare della “industrial revolution”.   L’Europa ha il primato nel mondo, ma non ne fruisce. La sua way of life da sola la manterrebbe ricca e sicura, ma essa è anche tecnologicamente fortissima, lo è di gran lunga nell’arte e nel pensiero, ma ha concepito l’Impero, il Rinascimento, la Vela latina, la gravità, la partita doppia, le banche, la borsa, le trade unions, i motori, i vaccini e la penicillina, l’energia atomica, le conquiste spaziali etc. Le manca il filo conduttore, il filo logico: moralmente insegue Platone, politicamente insegue le “verità” da abecedario di un suo lontano, quasi inconsapevole, proselite che lo capovolge: tanto Platone era un poeta, tanto Marx è un materialista. Crede che i destini del mondo dipendano dalla possibilità o meno di derubare i lavoratori. Come se questi si potessero derubare come pensava lui: privandoli del salario e non mettendoli in condizione di consumare il prodotto stesso del proprio lavoro. Da sfruttati a consumatori il passo fu breve, ma nel cosiddetto occidente e, quantomeno, in Giappone ciò corrispondeva al Bengodi

“E no! Così non va!” Insorsero gli speculatori e stranamente persino certi moralisti… Oggi c’è di sicuro chi, con “ben più” raffinatezza, sta cercando di dominare il mondo in altra maniera, calpestando Platone, Marx, l’intero pensiero e la ragione umana, la stessa cristianità, che addita una morale “troppo alta”…

Con un popolo prigioniero di opposti idealismi e, soprattutto, delle aspirazioni assurde e anti storiche della Rivoluzione francese, del marxismo e dell’idealismo in genere, a lungo contrabbandati come il “non plus ultra”, l’Europa è ferma. E’ vittima dei Soros e dei Rothschild – una follia, certamente, la loro – che cercano di dominarla da oltre oceano e vi riescono a tratti, o quasi. Forse solo l’Oriente, patria di tutte le religioni, può salvarla e, ancor più paradossalmente, l’Africa… La soluzione sarebbe – sorprendentemente – quella di correre in aiuto del “terzo mondo” e riuscire così a collaborare con esso. Allora l’Europa salverebbe tutto il Mondo. Lo rifonderebbe. Ma è proprio questo che, attorno all’Atlantico, qualcuno non vuole!

Il guaio è che Rivoluzione, Marxismo, Idealismo in genere hanno avuto ed esercitano ancora un forte fascino, anche in chi non ne conosce direttamente e consapevolmente i contenuti. Proprio perché parlano di una sorta di sogno impossibile, promettendo di realizzarlo: una perfezione “assoluta” oppure “relativa solo rispetto a ciò che si possa ragionevolmente pretendere”, già a portata di mano. L’uomo – secondo Platone e l’illuminismo – sarebbe soltanto un stupido che fino ad un imprecisato “oggi” non ne avrebbe goduto…

Che l’uomo qualunque sia uno stupido forse è anche vero, quanto è vero che l’interesse dell’Atlantico e delle potenze del nuovo mondo, egemoni del cosiddetto “Occidente”, oggi in gran crisi di senescenza, è contrario al Rinascimento del Mediterraneo. A questa palingenesi storica sarebbe interessata l’intera Europa, che – però – è gelosa delle regioni meridionali e del Medioriente, che si trovano avvantaggiate nell’ottica dei contatti con il Far East, l’Est in genere, lo stesso Medioriente e l’Africa. L’asse economico abbandonerebbe gli oceani e tornerebbe sul grande agglomerato continentale formato da Eurasia e Africa di cui il Mediterraneo è certamente il cuore. I gran nemici di tale fenomeno storico – probabilmente inarrestabile – sia gli Usa che i Soros e i Rothschild… Lo è anche la Gran Bretagna e la stessa Francia che continua stolidamente a guardare all’Atlantico ed al carro massonico che vi si crogiola…

L’impasse è evidente. Anche la politica adotta di solito una mentalità idealistica o la asseconda, appunto, per “politica”. Chi gestisce il potere con più chiarezza lo fa in ben altro modo, specie se agisce con finalità maligne. Quasi vivesse in un mondo di “gonzi”. Siamo, perciò, al cosiddetto capolinea.

Scaramacai

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