Giorgia Meloni firma Sarà una donna a guidare il primo governo italiano di destra

Alle ore 10 e 11 minuti del 22 ottobre 2022, Giorgia Meloni firma davanti al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. E’ una data storica. Nasce il 68° governo, parte la XIX legislatura e con due grosse novità: sarà guidato da una donna ed è, per la prima volta, espressione di una maggioranza di destra.

In verità, alcuni commentatori hanno sostenuto che, in realtà, non è il primo governo di destra, perché erano già stati tali anche quelli guidati da Silvio Berlusconi.

Non ci sembra, però, che le cose stiano così: quei governi, infatti, non erano espressione esclusiva di forze di destra, ma annoveravano anche centristi e persino socialisti. Ora il quadro è cambiato. Il voto popolare ha portato, oggi, al governo del paese gli eterni esclusi dalle leve del potere. E’ un avvenimento storico di grande portata.  A qualcuno potrà non piacere, ma è un fatto rilevante di cui si dovrà per forza tener conto.

Certo, i profeti di sventura non si fanno attendere, ma proprio a loro toccherebbe dare la risposta corretta alla domanda giusta: perché è accaduto tutto ciò? Come mai il voto popolare ha spazzato via tanti nomi noti, tante collaudate certezze?

Costoro si augurano una pronta caduta del governo e un rapido ritorno al voto, ma si chiedono pure se l’obiettivo è far tornare la sinistra al governo (e quale? dato che ormai è divisa in tre tronconi) in qualsiasi condizione oppure che, per ottenere un tale risultato non dovrebbero, anche, dare risposte credibili ai numerosi e gravi problemi del paese? L’unica cosa che, in realtà, potrebbero ottenere, facendo cadere il governo in carica, è un ritorno all’instabilità politica, una situazione che servirebbe solo ad aggravare le emergenze del paese. Non sembra, però, che questa sinistra (o sinistre, che dir si voglia) se ne preoccupi più di tanto, l’unico interesse manifesto è, infatti, per le poltrone.

Ad altri commentatori sembra invece che le elezioni del 25 settembre non rappresentino una vera vittoria del centrodestra perché molti italiani non sono andati a votare.

La risposta, in verità, appare molto semplice: chi non ha votato non ha espresso preferenze per nessuno schieramento, quindi numericamente non conta. Certo, questo è un dato negativo per la politica, che risulta in tal modo, alquanto screditata, ma va sottolineato pure il fatto che da circa un decennio l’Italia è guidata da governi illegittimi e anche questa potrebbe essere una causa della disaffezione degli italiani al voto. Basta ascoltare gli umori della gente qualunque per capire che sono in tanti a sentirsi scontenti, ignorati, abbandonati ai propri guai…non sarà facile farli tornare alla partecipazione politica.

Purtroppo, però, molti non vogliono capire che non è facile neppure per i politici risolvere i problemi della gente. Non si tratta tanto di menefreghismo, quanto di potere reale, che non è neppure nelle loro mani. Il paese è ormai da tanti anni posto sotto tutela da “poteri altri” e non è facile che possa riuscire a liberarsene. Il fatto, però, che proprio in tanti, tra gli esecutivi esteri, prima delle elezioni italiane, a partire da Biden fino a vari leader europei, senza fare troppi nomi, si siano detti preoccupati dell’ascesa di un governo di destra in Italia, vorrà dire che in qualche modo lo temevano.

Quando la sinistra di casa nostra ammira i politici italiani che vengono “coccolati” all’estero non pensa che per l’Italia questo non sia per forza un fatto di cui doversi rallegrare?

Ci chiediamo, poi, perché la destra al governo dovrebbe essere un male così grande? Potrebbe forse superare i danni prodotti, finora, dalla sinistra? Gli enormi sprechi, le contraddizioni, l’incapacità decisionale …Alla peggio, potrebbe solo uguagliarli.

C’è anche chi definisce la destra italiana “reazionaria”, ma questo è ridicolo. Basta guardare la famiglia di Giorgia Meloni, che ha un compagno, Andrea Giambruno, il padre di sua figlia, e non un marito. Un compagno, un giornalista, che non viene neppure dalle file di AN, né di Fratelli d’Italia.

La nuova premier italiana, che si dichiara cristiana e cattolica, si dimostra così, anche di moderne vedute, laiche per intenderci e certo non “bigotte”.

Perché mai dovrebbe spiacere alle femministe una donna di origini economiche modeste, una persona che si è fatta da sé, che non si è unita a un uomo importante, né lo ha sposato, per fare carriera?

Ci sembra, invece, che la Meloni sia proprio un concentrato di quel che le “vere” femministe desiderino per le donne: libertà, autorealizzazione, personalità, coraggio, carisma. Giorgia Meloni, non solo nel mondo della politica, si è fatta da sola, e – altro fatto clamoroso – il partito con cui ha vinto le elezioni lo ha fondato lei stessa (insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa).

Non scriviamo tutto questo per piaggeria, ma per voglia di giustizia. I troppi insulti e le volgarità gratuite che ha dovuto subire la Meloni danno fastidio, sì, molto fastidio a chi vorrebbe vedere in giro più educazione e signorilità.

Ricordiamo pure che la leader di Fratelli d’Italia, in questi anni, è stata una “femminista” coi fatti e non solo con le parole: vicina alle donne vittime di violenza, anche straniere, ha stigmatizzato gli insulti razzisti, ha difeso la famiglia e i bambini, oggi i grandi dimenticati del sistema.

Ma forse questa “grande” donna non dà fastidio tanto alle femministe in generale quanto a quelle che si autodefiniscono tali, ma non vorrebbero che le donne fossero anche mogli o madri, come se volerlo essere fosse una colpa. Un po’ strano, no?

E andiamo alla formazione di governo: 24 ministri, due dei quali siciliani: Nello Musumeci e Adolfo Urso, il primo ministro per il Sud e il Mare, il secondo, dello Sviluppo economico. Sei le donne, solo due in meno del passato governo, ma di qualità. La formazione, che non piace alle sinistre, ha una chiara connotazione culturale e, sotto questo aspetto, mostra una omogeneità finora sconosciuta ai passati governi.

Tante le priorità, a partire dall’energia, un’agenda da mettere i brividi. Speriamo che, finalmente, si volti pagina e che l’opposizione svolga il suo ruolo in modo intelligente e costruttivo nell’interesse dell’Italia.

 

 

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