Umanesimo o rinascimento?

Crociere in Mediterraneo,un tempo per “pochi ricchi” oggi alla portata di quasi tutte le tasche. Ma il Neo Rinascimento passa da industria, commercio e trasporti per mare e per terra verso Asia e Africa… Si percorronolerotte da Suez e quelle verso il Bosforo ed oltre (trasporti intermodali nave treno gommato).

La realtà mediterranea diventa il tema del momento. Tuttavia resta in ombra. Il discorso, ovviamente, è complesso…

Partiamo, perciò, relativamente …da lontano  . When God was a baby, dicono gli inglesi….

Un capitolo dei libri d’italiano si intitolava Umanesimo e Rinascimento. Era un caposaldo della cultura liceale. Un altro -per inciso – era “Dante, Petrarca, Boccaccio“.

Quanti italiani, però hanno chiari i concetti di umanesimo e il concetto di Rinascimento? Pochi, come pochi sanno come Giovanni e non Dante sia considerato il più grande poeta d’amore nel mondo…

Brava Matera: nella esposizione come Capitaledella cultura europea ha ricordatoilruolo delMerisioned'ItalianelRinascimento. Qui il portodiNapoli a quei tempi in una "tavoladi Framncesco Pagano"
Brava Matera! nella esposizione come Capitale della cultura europea ha celebrato il ruolo del Meridione d’Italia nel Rinascimento. Qui il porto di Napoli, centro attivissimo a quei tempi in una “tavola di Francesco Pagano”

Sarebbe stato meglio che Umanesimo e Rinascimento fossero trattati insieme e poi “uno ad uno” sul libro di storia

Tutto ciò, come in altri casi, consente alla “cultura mediatica“, le cui “fonti” restano incerte e nebulose, di utilizzare i due termini “umanesimo e rinascimento” facendo leva sulla suggestione diffusa, ma discostandosi dai concetti originali.

Più facile è inventarsi un “nuovo” concetto di umanesimo, perché il termine – ancora più del termine romanticismo – è vago di per sé e venne “adattato” a quel periodo di risveglio post medievale di cui divenne il simbolo. Ma umanesimo può significare di tutto e questo è un problema…

Antonello da Messina vessillifero del "ritratto moderno". Ecco il suo famoso "Ignoto".
Antonello da Messina antesignano del “ritratto moderno“. Ecco il suo famoso “Ignoto”. Il pittore messinese è paragonato al Leonardo della Gioconda e della Belle Ferroniére o Dama con l’ermellino. I fasti del Rinascimento che dal Mediterraneo indicarono al mondo la via della storia, potrebbero avere un seguito dopo mezzo millennio, grazie alle nuove vie che ripercorrono  e ricalcano quelle della seta, delle spezie, delle grandi carovaniere… Le vie dell’aria sono lontane dal “sopportare” le migliaia ed oltre di tonnellate di merce in movimento. Soluzione l’intermodalità: mare, treno, gommato.

L’umanesimo che precedette il Rinascimento – il quale lo contiene e non avrebbe potuto farne a meno – possiamo simboleggiarlo con Giotto e Dante. Giotto riportò l’arte pittorica all’uomo e alla natura, che dipinse, facendo anche poesia, più o meno come li vedeva. Cioè non rispettano gli stilemi codificati dal Medio Evo e dai Bizantini strettamente legati alla fede. Eppure Giotto – non certo un laico – ebbe gran fede e illustrò molto anche l’opera di San Francesco.

Dante fece una “summa” della scienza antica, medievale in particolare, per superarla ricorrendo anche all’uso polemico della lingua del volgo: il volgare, l’Italiano, parlato appunto nel “bel paese là dove il suona”, piuttosto la sua Toscana (che la Penisola) che oppone il sì allo oui d’oltralpe. La Divina commedia è anche un capolavoro di teologia e illustra la fede ferma con cui Dante concepì l’opera la sua opera immortale.

Oggi – anche se c’è chi non se ne accorgono e chi lo nega – siamo alla vigilia di una grande rivoluzione che riguarda in particolare proprio il Mar Mediterraneo. Essa ha basi economiche, ma anche il Rinascimento volò sulle ali della scienza e della tecnica, surclassando in questo tutto il precedente corso della storia:massicciata stradale, vela latina, nuovo modo per attaccare i cavalli ai carri…

C’è chi tale nuova rivoluzione la auspica, ma c’è – purtroppo – chi la teme, la ha come il “fumo negli occhi” e la avversa con ogni mezzo. C’è, al contrario, chi la dà per iniziata e chi – invece – ne nega le condizioni sufficienti…

La rivoluzione che qualcuno data – come già iniziata – con l’inclusione della Dieta mediterranea nel Patrimonio Unesco (Nairobi,m novembre 2010), va chiamata correttamente – secondo noi – Neo Rinascimento del Mediterraneo. Così la chiamò alle soglie del 2000, il giornalista Saverio Vertone in uno splendido articolo di più pagine pubblicato su Panorama. Quasi 20 anni prima che di “vie della seta” si parlasse nelle stanze della politica… Di Neo Rinascimento anche in questi anni una docente universitaria milanese (di cui non abbiamo memorizzato il nome) a Lampedusa nel corso di un convegno…

Adesso è d’uso parlare di Neo Umanesimo del Mediterraneo. Sembra il frutto di una “pruderie“: un modo per “sublimare” e allontanare della materialità, dal denaro, ma anche dal rischio di proteste e di “rappresaglia” contro questo fenomeno storico economico che è di estremo interesse per il Mediterraneo meridionale, per i popoli che vi si affacciano e per la stessa crescita (sviluppo) dell’Africa (da quella settentrionale a quella centrale e sub sahariana), nonché del Medioriente con effetti che vanno fino al prodigioso attorno a problemi che giungono fino a quello dell’emigrazione selvaggia, oggi in atto…
Quanti “vogliono”, infatti, tutto questo? Rinascimento, crescita del terzo mondo, rivincita del piccolo Mediterraneo contro gli oceani che lo soverchiano per importanza dal tempo delle grandi scoperte geografiche? Quanti, invece, non lo vogliono, ne sono gelosi, lo temono? Tanti a partire dalla stessa Europa continentale, che si considera più “oceanica” e ne ha goduto negli ultimi 5 secoli… Persino nei territori interessati c’è chi marcerebbe contro tale potente strumento di sviluppo. Uno strumento che sta offrendola storia e poggia anche sulla geografia. La propaganda anti progresso,del resto,batte forte la grancassa…

Non c’è dubbio alcuno che il Neo Rinascimento del Mediterraneo abbia nemici forti ed agguerriti. Il potere Usa è,in effetti, non da oggi, il maggior nemico. Si consideri che il Mediterraneo – come abbiamo scritto – è già una realtà notevole: pur costituendo appena l’1% delle superficie acquee, detiene il 19% del traffico mondiale di merci e il 30% di petrolio”, ma secondo alcune fonti, ancor di più, specie per la prima voce (si parla di quote prossime al 40%). Il Mediterraneo è cresciuto da pochi anni d’importanza con il raddoppio del Canale di Suez e si ritrova ad essere il crogiolo marittimo della economia che ruota negli immensi territori – in via di evoluzione – della maggior massa di terre emerse del pianeta: Europa, Asia e Africa. Oggi si parla di Mediterraneo allargato e di Eurasia allargata (Eurafrasia). La crescita in alcune zone,proprio quelle più arretrate supera spesso il ritmo frenetico del 10% l’anno.

Nell’ambito di questo grande sommovimento storico e di altri fenomeni in atto (cambiamento, movimento sincrono e asincrono di carattere economico,sociale e morale) giocare con i due storici termini – Rinascimento e Umanesimo – è come “tirare di fioretto”: i due momenti “storico – artistico – culturali”  che liberarono l’Europa dagli impasse della cultura medievale (che ebbe, però, anche i suoi contenuti non disprezzabili), diventano ormai concetti in sé.

Il Rinascimento, che si giovò del “ritorno alla centralità dell’uomo” che caratterizzò l’umanesimo, fu – probabilmente – il periodo di maggior splendore (vigore) del pensiero umano: fu un periodo di fiducia nella ragione che attraversò l’esperienza di Galileo e Copernico, ma anche di Newton, con la rivoluzione dell’astronomia e la nascita, dovuta a G. Galilei, del concetto di scienza accettato in assoluto, probabilmente senza correzioni neppure future (anche per la sua genericità), per quanto riguarda la “realtà visibile”. E’ venuta, poi, tutta la visione moderna che culmina in Einstein, visto come pietra miliare (non più di Galilei), che mette in dubbio, su base della scienza pura le verità galileiane. Ma non certo la sua definizione di ciò che è “scienza”.

Il Rinascimento fu il tempo delle certezze. Si tornò alla cultura, all’arte e all’architettura classica. Riapparve il timpano, caratteristico dei templi greci, simbolo del triangolo, della perfezione rappresentabile con esso con riferimento a Dio stesso. Anche la religione volle sognare la certezza. Anche se questa atmosfera contribuì certamente alle deviazioni degli scismi, della “riforma” cui conseguì la forte reazione della “controriforma”. Un travaglio ben poco positivo. Ma tutto quell’intero fecondo periodo che inneggiò alla ragione umana non perse, di certo, la fede. Anzi, come abbiamo detto, ne ebbe una concezione …più ferma.

Il Rinascimento, comunque, entrò in profonda crisi e ciò fu rappresentato plasticamente dal Barocco, altro affascinante momento, ma perché esprime la sofferenza di fronte ad una realtà che non si piega di certo al sogno di una “perfezione vicina” su questa terra che era stata del Rinascimento… Nelle opere di Caravaggio – primo esempio di genio e sregolatezza – vediamo contenuti ben diversi da quelli dei grandi pittori che lo precedettero di pochi anni…

In fondo, l’errore del Rinascimento – se di errore si può parlare – era stato similare, in qualche modo, a quello che che si ripeté con il platonismo, con la rivoluzione francese, con lo stesso marxismo: una perfezione vicina, davanti ad un cosmo perfetto perché creato da Dio perfetto ovvero – nella visione atea – un cosmo che è “quello che è“, forse è Dio stesso: un cosmo che comunque non si può cambiare, non si deve “contaminare” in alcun modo, neppure con il progresso. Una natura che era perfetta allo stato primordiale, come pensava J.J.Rousseau, in una visione che vediamo non certo passare di modo a neppur oggi…

Parlare di Neo Rinascimento significa, comunque, rappresentare i contenuti positivi, inclusi quelli materiali di un periodo – molto atteso – per compensare secoli di recessione e di sottosviluppo. I segni di questa lunga crisi si vedevano chiari, fino a circa 60 anni fa, lungo le strade di tutte le maggiori città mediterranee: Napoli, Palermo, Genova, Atene, per non parlare dell’Africa e del Medioriente, ma persino di Marsiglia e Barcellona… Bambini laceri nei vicoli ove la notte gatti e topi si contendevano i resti del mercato…

Il Rinascimento del Mediterraneo è – in effetti – già in atto da decenni, trascinato da quello di tutto l’Occidente. Occorre guardare, adesso, in avanti, per vedere …che cosa succederà nell’imminente e più in futuro. Per quanto si dica che prevedere l’economia futura si arduo.

Parlando, invece, di Umanesimo del Mediterraneo, pur dando l’impressione di parlare in modo più raffinato, più vicino alle idee dell’etnologia, al sociale, alla cultura, si finisce per percorrere un “terreno minato“, irto di insidie.

Umanesimo sì, purché non si giunga al “ripescaggio” di un concetto di “laico” che coincide con la negazione assoluta della fede, che – a ben vedere – è un credo contrario, quindi una “confessionalità” opposta. Visto che la ragione non può né negare né confermare Dio, occorre essere laici solo nel proporsi alla scienza ed alla tecnica ben sapendo che esse sono materia differente rispetto alla fede.

L’Umanesimo fu vissuto da Dante con la lente della piena religiosità. E’ l’approfondimento dell’animo umano in tutta la sua realtà fatta di interiorità ed esteriorità. Né può negarsi che l’homo religiosus sia a tutte le latitudini il vero homo. Anche qui, però, c’è un tranello: i cristiani non possono paragonare “più di tanto” la propria religione, rivelata, ecumenica, slegata da ogni concetto di stirpe, popolo, razza, ad altre confessioni con cui ha in comune solo l’intuizione del trascendente e generiche affinità nella morale… Può accostarsi con amore e gesti di pace, ma non rinunziare all’esclusività del suo “credo”, né sottovalutare la figura del Messia come intermediario fra l’umanità e Dio. Né può negarne la divinità, senza abbandonare la strada del cristianesimo.  Perché, come ripetiamo, cristiano, nella sua stessa parola, è solo chi segue Cristo e i suoi insegnamenti. Oltre a ciò deve professare la propria fede nella diretta provenienza divina del Vecchio e Nuovo Testamento. Non è facile, costa fatica, ma ciò non ammette “fughe”…

Il Neo Rinascimento del Mediterraneo è tutt’altra cosa. Passa poco attraverso un neo umanesimo, pur dovendo tener presente – modernamente – che nulla si fa senza una base nella civiltà  nel costume, cercando le affinità anziché le differenze.

Germano Scargiali

Nota.

Umanesimo? Sì, certamente, ma non mettiamo – proprio noi cattolici – l’uomo al posto di Dio e tanto meno al posto di Cristo. Non si parli di umanesimo come ritorno alla “centralità dell’uomo” rispetto all’Assoluto, dando spazio a quel relativismo etico che è proprio ciò cui “il potere”  vuol spingere l’individuo.Né si professi un rapporto diretto tra l’uomo e l’assoluto che non passi attraverso il grande messaggio che comunque proviene dalla tradizione che da Abramo corre a Gesù ed a noi stessi…

Il cristianesimo è una religione rivelata. Lo è realmente? Qui è la fede a dover parlare. Ma non surroghiamo migliaia di anni di storia col capriccio di un momento.

Facciamo, inoltre, attenzione: il potere vuol fornirci -oggi -platealmente una miriade di false libertà che non gli costano nulla, ma ruba in cambio la nostra anima.

L’umanesimo va inteso come la ricerca di una grande armonia morale e non va confuso col Rinascimento che non può non avere contenuti più concreti. Propriamente materialistici, anche. L’armonia che l’umanesimo propugna viene indubbiamente dall’individuo, ma esattamente come il messaggio del Gesù dei Vangeli.Esso è puntualmente diretto all’anima individuale, alla sua interiorità, pur con conseguenze certamente esteriori…

Non è diretto certamente né ai “gruppi”, né a liberare l’individuo dal confronto con Dio, tramite l’insegnamento di Gesù. Se, invece,intendiamo”saltare” questo confronto,  non diciamoci più cristiani…

A proposito del Mediterraneo – lo ribadiamo – parliamo francamente di Neo Rinascimento: è un fenomeno epocale che,pur se non è iniziato, è già “in fieri”. Come abbiamo detto altre volte lo vogliono la storia e la geografia. Ma si soprattutto l’evolversi della prima, attorno alla maggiore porzione di terre emerse: Europa, Asia e Africa.  l’Europa sede della migliore civiltà ed anche della tecnologia, l’Africa e l’Asia portatrici del fattore terra e popolazione. Anche se la Cina e il Far East non sono neppure seconde in fatto di tecnologia. Ma forse lo sono ancora – tolta l’elettronica – in quanto a sperimentazione. (G.S.)

 

(G. Scargiali)  

 

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