Il ’68 l’esempio d’un errore

che il grande drammaturgo Eugene Ionesco, vedendo passare in corteo i sessantottini, a Parigi, li ingiuriò con una… diciamo profezia: “diventerete notai”. In effetti molti di loro passarono da “Agito ergo sum” a “Rogito ergo sum”…

Non vorremmo infierire, ma perché mai non si parla del ’68? Eravamo preoccupati, dopo altre rievocazioni e …rimpianti! Chi sa – dicevamo – che cosa ci toccherà sentire? Le celebrazioni…

Certo, eravamo “la meglio gioventù”, ma non esattamente quelli che “ci credettero”. La protesta del cosiddetto 1968 fu la più intempestiva e mal impostata che si potesse concepire, ed ecco perché…

La Francia, più dell'Italia, fu "la sede" delle proteste sessantottine. Si sognava la Marsigliese e parlavano i nouveax philosphes assieme al fascinoso J.P. Sartre...
La Francia, più dell’Italia, fu “la sede” delle proteste sessantottine. Si sognava la Marsigliese e parlavano i nouveax philosphes assieme al fascinoso affabulatore J.P. Sartre…

Il cosiddetto 68 fu una variegata protesta, fondata su basi materialistiche e rivendicazioni salariali e relativa al tenore di vita: in quel momento storico era una blasfemia:  c’erano stati momenti difficili, anche molto, ma ormai giocavamo alla …dolce vita. Andiamo, però, con ordine.

L’Italia e il Mediterraneo erano appena usciti, sia dalla povertà “come regola diffusa”, sia dal ricordo negativo della guerra: erano bastati 15 anni di pace, perché Roma ospitasse a testa alta la prima Grande Olimpiade della storia e non l’ultima di quelle “antiche”, concetto che qualcuno vorrebbe contrabbandare.

Non solo perché fu immortalata dal film “La Grande Olimpiade”, bensì perché fu la prima in cui la città si attrezzò all’uopo, costruendo due stadi di calcio (olimpico e Flaminio) due palazzi dello sport ed altri impianti di cui Roma ancora gode… Per la prima volta nella storia venne costruito un apposito “Villaggio olimpico”, mega foresteria – giardino, per ospitare le squadre ospiti. Per la prima volta si svolsero anche i Giochi paralimpici.

L’Italia post fascista, sulla chiara spinta di un primo risveglio avvenuto negli anni ’30 (culminato in Europa con un’altra Olimpiade nel 1936 a Berlino) e la relativa nascita o crescita della maggiori industrie nazionali – Fiat, Oto Melara, Ansaldo, Montecatini Edison – Cantieri navali e soprattutto Eni, ma anche acciaierie e industrie alimentari – dimostrò una forza inaudita, tornò fra le massime potenze mondiali, vinse il premio per la stabilità della lira ed altro ancora…

Altro? L’Italia aveva appena esportato nel mondo intero la parola boom. Fu la prima nazione al mondo che si accorse che, con le moderne tecnologie, erano scomparsi – o quasi – dai vicoli i bambini seminudi e i gatti randagi che, in città come Genova, Napoli, Palermo, Marsiglia e persino Barcellona contendevano di notte il cibo ai topi. Questo era stato il Mediterraneo decaduto in base ad due grandi eventi storici: il primo ultra secolare decadimento dopo la scoperta del Nuovo mondo aveva ridotto gli italiani – eredi del crollo delle 4 Repubbliche marinare – a dover tendere faticosamente la testa “… dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, dai boschi, dall’arse fucine stridenti”; la seconda dovuta a due guerre distruttive, ma sorprendentemente seguite, specie in Italia, da alacri processi di ricostruzione.

La protesta avrebbe dovuto essere – e dovrebbe esserlo ancora – di carattere eminentemente culturale. Semmai, da una cultura evoluta si sarebbe dovuto ridiscendere sul terreno materiale, partendo – però – da concetti di rispetto umano, dignità individuale, ricerca della libertà autentica, di pensiero e di azione, democrazia consapevole e simili.

Il 1968 – per non dilungarci – diede, invece, secondo noi il “la” ad un’operazione che ancora vediamo pienamente in essere, sotto altra forma, tesa ad impedire la crescita e, prima ancora, la concreta “generalizzazione dei diritti”.

Che cosa intendiamo con tale concetto? Intendiamo proprio ciò che aveva condotto al boom: la possibilità di autoccupazione, di realizzare, partendo dalla micro realtà anche mega disegni…

Niente hai detto! Tutto ciò infastidisce chiunque detenga al controllo della società, chiunque voglia stabilire monopoli o già, in parte o in toto, ne disponga in qualsivoglia settore – materiale e mortale – e non abbia “alcuna intenzione” di metterli in discussione.

Si crea da allora una “cordata” cui partecipa chiunque vi abbia interesse. Dal 1968 la situazione è cambiata. Vie era ancora il confronto Usa – Urss e due grandi fazioni si schieravano per principio (ideologia o interesse) dall’una o dall’altra parte.

Nel 1968 furono adoperati i cosiddetti “agitatori”, anzitutto sotto forma di opinion leader, poi di fomentatori veri e propri, che partecipavano alle rivolte.

Il “metodo” era stato ideato moltissimi anni prima da Alessandro Magno per fiaccare l’esercito persiano di gran lunga più numeroso ed armato del suo… E’ un sistema che precede di poco la guerriglia. Oggi la vediamo platealmente applicata nei Black bloc. Ma viene accompagnata e preceduta – appunto – da campagne d’opinione e di pensiero di tipo moraleggiante, ma che contengono una gran dose di condannabile “invidia sociale” sulla quale fanno leva. Si appoggiano, anche, su ancestrali paure umane, ricorrendo a concetti di salutismo e ambientalismo ideologico e scandalismo in genere…

Di tali sentimento era “nutrito” il cosiddetto 1968. I contenuti erano talmente labili, ma “assimilati” da alcuni strati della popolazione giovanile che sono sopravvissuti alla morte del socialismo reale di stampo marxista sul quale facevano apertamente leva…

A sopravvivere, purtroppo, sono state le collaudate metodologie. Ma che cosa è avvenuto dopo? Ne diamo la nostra interpretazione.

La mentalità di stampo massonico, fortemente presente a livello internazionale, ha certamente avuto sempre più anime. Una (o più) di esse, l’ala più potente forse, guarda di buon occhio lo statalismo e, quindi, il socialismo. In tale ottica si muove anche l’ebraismo, quello fortemente massonico. Anche l’ebraismo ha almeno, anch’esso, due anime, spesso in disaccordo. Non ha esitato – intendiamo con i suoi potentati allocati in Usa – a finanziare persino Lenin per probabili scopi a “breve”. Fedele, in ciò, ad una vocazione per le situazioni “di fatto”, per un realismo portato a principio d’intelligenza e, come tale, anche di morale: di tal natura (giusto e morale) è tutto ciò che afferma noi stessi…

Da allora sono in atto nel mondo – specie in quello cosiddetto occidentale – manovre per “tenere sotto controllo lo sviluppo”, perché ad esso si preferisce il mantenimento del controllo della situazione economica e politica.

L'Italia all'indomani delle stragi di Stato, le autorità dela prima repubblica consegnano decorazioni ai parenti delle vittime...
L’Italia all’indomani delle stragi di Stato: le autorità della prima repubblica consegnano decorazioni ai parenti delle vittime, ma c’è chi chiede funerali privati e riservatezza…

Da qui il sostegno alle “sinistre” che è venuto dopo ciò che sembrerebbe più logico: l’avversione al socialismo fino a giungere alla cosiddetta “caccia alle streghe” nell’America del tempo di Charlot. Ne è venuto fuori un apparente appoggio al socialismo. Ma non certo ad un socialismo “serio”, cioè democratico e assolutamente chiuso ad ogni patteggiamento con l’alta finanza, come dovrebbe essere se il potere politico difendesse la nazione contro quello del mero denaro…

In Italia il 1968 proseguì con l’azione sotterranea di Lotta continua e poi delle Brigate rosse, culminando nelle cosiddette Stragi di stato, rimaste a tutt’oggi impuntite. Frattanto è entrata nella mentalità comune e nello stesso lessico nazionale la “criminalizzazione del profitto” e dell’imprenditore, oggetto di continuo sospetto e censure.

Oggi la mira dei grandi potentati, i cui folli disegni – da Goldfinger – vanno ben otre la durata di una vita umana, sono quelli di conquistare il monopolio mondializzato della vendita di energia, acqua, cereali, medicinali e persino religione… Da qui il coltivare il sentimento di una fede unica, ancor più ecumenica di quella cattolica. Ciò che perseguono è il liberismo ad alto livello (corretto modo di intendere spregiativamente il neo liberismo) e il socialismo a livello di popolo. Comodo, no?

Attenti, quindi, più che mai, alle parole! Perché le parole diventato macigni se significano… “qualcosa”.

Attenti anche che – a voler fare una battuta – nulla o pochissime cose sono come sembrano e come vengono descritte. Perché i grandi media, copiati dagli altri, sono in mano a quei potentati.

Oggi la lotta politica prevalente non è più fra gli stati, ma fra l’alta finanza – quella delle bolle – e il potere politico. Questo, con tutti i difetti che possiamo attribuirgli – è la suola arma del popolo.

L’alta finanza vuole impadronirsi anche dell’alta economia, uccidendo l’economia reale. Ovviamente, tutto ciò “castrerebbe” una molla fondamentale del progresso, che è legato alla libertà di pensiero e d’azione…

Per contro, una collaborazione crescente fra nazioni – anche un tempo avverse – in campo scientifico e medico, accanto a veri tentativi di pacificazione fra governi e capi politici – quando sfuggono al potere dell’alta finanza – rappresentano il meglio del mondo di oggi e rinfocolano la speranza che, come dovremmo sapere, non deve mai abbandonare l’umanità, i popoli e gli individui.

E il ’68? Solo un esempio per descrivere un errore…

Germano Scargiali

 

 

 

 

 

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