Il nuovo porto di Palermo si presenta

Un momento della descrizione degli importanti lavori portuali in corso. Pasqualino Monti fra i giornalisti Germano Scargiali e Giovanni Villino. Alle spalle a dx l’addetta stampa Antonella Filippi. (Foto Angelo Modesto)

Il porto di Palermo avrà finalmente nuova vita? Pare di sì, secondo la promessa che Pasqualino Monti, giovane ma esperto neo presidente dell’Autorità di sistema portuale ha espresso ai giornalisti che ha intrattenuto prima in un giro guidato in bus attraverso il porto e poi in conferenza stampa nei locali di via Crispi… Il “sistema portuale” della Sicilia Occidentale comprende, oltre Palermo – che ne ha la governance – Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle.

Pasqualino Monti con il nostro direttore sul bus durante il giro del porto. (Foto Angelo Modesto)
Pasqualino Monti con il nostro direttore sul bus durante il giro del porto. (Foto Angelo Modesto)

Dopo 7 anni di scontri e contenziosi amministrativi, l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale e l’impresa appaltatrice, la So.Co.Stra.Mo, sono giunti ad una transazione. Si è sbloccata, così, la vicenda che ha tenuto la stazione marittima del porto di Palermo sotto sequestro e interdetta ai passeggeri e chiusa ai necessari lavori, senza che nulla si muovesse.

Adesso, dunque, appianate le dispute, si riparte. Lo ha annunciato ufficialmente durante la conferenza stampa il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti. Presenti altri personaggi coinvolti, assieme al   sindaco di Palermo Leoluca Orlando… Gli altri ospiti al tavolo, tecnici del settore, erano il provveditore interregionale Opere pubbliche Sicilia-Calabria, Donato Carlea e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, C.A. (CP) Salvatore Gravante.

“A nove mesi dal mio arrivo alla guida dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale il network che tiene insieme i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle – ha spiegato Monti – non è ancora il momento di fare bilanci, ma possiamo riepilogare quanto è stato fatto e come abbiamo rimesso in moto una macchina da tempo ferma”

“Dopo anni di vuota attesa – ha proseguito il presidente – abbiamo sbloccato i lavori della stazione marittima, grazie alla intensa e proficua collaborazione con il Provveditorato, nella persona del dottor Carlea, che ha dialogato con So.Co.Stra.Mo. Ha permesso così, in tempi ragionevolmente brevi, di giungere alla scrittura di una transazione tra l’impresa e l’Autorità di Sistema. Tale documento ha seguito il suo iter, passando al vaglio dell’Avvocatura distrettuale dello Stato, del giudice del Tribunale di Roma e, finalmente, lo scorso 19 giugno, è stato firmato dalle parti. La So.Co.Stra.Mo ha adesso 45 giorni di tempo per consegnarci il progetto esecutivo, quindi inizieranno i lavori che dovranno concludersi entro due anni”.

“Le parole di stima del presidente Monti – ha sottolineato il provveditore Carlea, prendendo la parola subito dopo – rappresentano un’ulteriore spinta per continuare a operare in maniera rapida e puntuale per risolvere i problemi difficili. Sono, infatti, le soluzioni complesse a richiedere grande capacità e impegno e a dare le soddisfazioni più grandi. Nel dirimere la matassa della stazione marittima, problema che non era difficile ma difficilissimo, il Provveditorato ha dato piena di disponibilità a una stretta collaborazione con l’Autorità di Sistema e con la Capitaneria: inizialmente qualcuno ha detto che sarebbe servito il coraggio della follia. Evidentemente l’abbiamo trovato, e questo ci riempie d’orgoglio”.

“Spesso le difficoltà – ha precisato il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, C.A. (CP) Salvatore Gravante – sono dipese da irrisolte contraddizioni burocratiche, per le quali ci siamo trovati a volte ad essere parte in causa ed arbitri, al contempo, della situazione. Da qui il nostro imbarazzo e l’invitabile impasse che si aggiungeva al procedere ingarbugliato dell’appalto il cui iter si era inceppato”.

Il provveditore Carlea con notevole chiarezza e disinvoltura ha spiegato che i lavori si sono fermati per motivi procedurali e di fatto ben individuabili che la nuova normativa ha cercato di evitare, come egli stesso evidenzia in alcuni suoi scritti dove raccomanda accortezza sin dall’inizio, da usare nell’intraprendere le opere pubbliche…

“Per realizzare le opere pubbliche – spiega Carlea – occorrono tre fasi di progetto: preliminare, definitivo ed esecutivo. Il progetto esecutivo deve possedere una certezza di grado 3. Dev’essere, insomma, perfetto con certezza… Esiste al riguardo una provvida istituzione nella persona del Rup (Responsabile unico del procedimento). Questo è il principe dell’opera pubblica. Ma se c’è un principe, qual è il re? Ebbene, il re è il progetto stesso. Pertanto, ciò che si raccomanda e io stesso lo ripeto, è che il progetto nasca bene sin dall’inizio. In questo caso non era così. Da qui gli intoppi ripetuti, i malintesi e i dissidi fra l’impresa esecutrice e la committenza che si rimandavano l’un l’altra le accuse…”

L’impresa – si è chiarito nel corso dell’incontro – ha commesso l’errore di voler ‘tirar avanti i lavori’ dichiarando che era stata raggiunta la certezza di terzo livello. Cosa dimostrabile come non vera. Da qui i margini di trattativa per l’avvenuta transazione. Perché neppure il progetto iniziale fornitole era perfetto…”

L'intera realtà portuale di Palermo:la stessa presenza del porto e il Monte pellegrino allontanano il mare dalla vista dei cittadini. Ma i palermitani amano e conoscono il mare.Lo ritrovano nelle splendide spiagge e coste vicine. Si sta tentando di rendere otticamente più vicino il porto alla città. Si dovrebbe,poi, realizzare un vero lungomare da S.Erasmo ad Acqua dei Corsari."otticamente" il porto alla città che il Comune sogna dal secolo scorso...
L’intera realtà portuale di Palermo:la stessa presenza del Porto e il Monte Pellegrino allontanano il mare dalla vista dei cittadini. Ma i palermitani amano e conoscono il mare.Lo ritrovano nelle splendide spiagge e coste vicine. Si sta tentando di rendere “otticamente” più vicino il porto alla città. Si dovrebbe, poi, realizzare un vero lungomare da S.Erasmo ad Acqua dei Corsari che il Comune “sogna” dal secolo scorso…

“Occorre riconoscere – ha precisato Carlea – che la passata presidenza aveva iniziato quest’opera di recupero della complessa pratica che ha tenuto il molo Vittorio Veneto sotto sequestro per intervento del Gip di Palermo”.

Le condizioni del molo che ospita anche la Stazione marittima erano state ritenute, com’è noto, di pericolo.

Adesso sono già incorso dei lavori di integrale ristrutturazione e restyling dell’intero impianto portuale, sia nella parte tecnica (ormeggi divisi fra navi traghetto tipo Ro-Ro e Ro-pax, navi crociera e mercantili, da smistare in massima parte a Termini Imerese).

Il presidente Conti tiene molto alla trasformazione dell’area prospiciente via Crispi in giardino, che renderà partecipe la città della realtà portuale…

Niente centro commerciale, dunque, né grande ristorante fra l’area portuale la strada, né parcheggio ipogeo

Ma opere di grande rilievo attendono, ugualmente, di essere realizzate a strettissimo giro. Anzi i lavori in corso già sono visibili…

Sono stati, soprattutto, assegnati i delicati ed ingenti lavori per la realizzazione della nuova Stazione marittima che prenderà il posto di quella esistete da poco prima dell’ultima guerra… Tale lavoro non è, però, da sottovalutare per le difficoltà tecniche che comporterà…

Molti milioni, in compenso, sono stati già stanziati e sono immediatamente disponibili per le singole opere.

Restano i problemi di urbanizzazione di Palermo fuori dal porto: è questo il sintomo principale, non la mentalità poco marinara cittadina, che manifesta il “no al porto” della storica Panormos (tutta ormeggio). Città dotata sin dalla preistoria di un profondo porto naturale protetto dai venti da nord e ancor adesso molto apprezzato da tutti i comandanti di nave: buoni i fondali, zero le correnti. Basta girare Capo Gallo e Monte Pellegrino…

A quando, dunque, la bretella autostradale? Se vengono rassicurazioni dal fatto che molto traffico containers andrà a Termini e negli altri due porti, come convincere i Tir a non sbarcare e imbarcarsi a Palermo, megalopoli, peraltro fornita – comunque – di due zone industriali? E di grossi centri vicini come Terrasini, Partinico, Corleone?

La verità è che la bretella per via Belgio (già progettata e realizzabile in finanza di progetto) e la tangenziale (programmata dalla Provincia ma stoppata dal Comune) sono un must.

Di altre opere strettamente portuali si è parlato, come di portare il fondale tutto ad almeno 12 mt. Di creare spazio al posto dei dismessi vecchi bacini galleggianti del cantiere e di realizzarne uno, il massimo, per le piattaforme petrolifere, in “area cantiere”.

Per ultimo si è parlato del fatidico Sant’Erasmo: l’Autorità portuale, che ne ha l’esclusiva potestà, lo ristrutturerà come “sistemazione di carattere urbano”. Saltato definitivamente il porticciolo turistico, voluto dalla stessa Autorità, che aveva superato tutte le fasi burocratiche, si realizzerà qualcosa di coreografico (sembra) con un paio di “casette” al servizio dei turisti di passaggio: niente “peccaminoso business” come quello della Cala! “Che schifo, vero?”. La città, del resto, “continua a progettare” una passeggiata lungomare fino ad Acqua dei Corsari che somigli, magari superandola in bellezza, alla Promenade des Anglais che va da Nizza verso Cannes…

Germano Scargiali

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