Il piccolo Charlie e i rischi di un futuro atroce

I coniugi Gard genitori dell’ormai famoso Charlie: hanno lottato per la vita. Sembra abbia vinto la morte…

Fino a tal punto – parliamo del caso Gard – la gabbia burocratica, figlia dello statalismo, può condurre al male e ad errori che contrastano con la morale e, quindi, con lo stesso spirito delle leggi… Questo si basa sulla logica della vita che discende dalla concezione diffusa che delle azioni (atti) e degli accadimenti (fatti) ha maturato l’umanità attraverso la storia. La burocrazia segue, invece, logiche proprie, prigioniere di una concezione dello Stato che configura i cittadini sotto forma di sudditi e lo Stato come coincidente con la figura del medievale “monarca assoluto”.

E, se la protagonista del “mancato rilascio” da parte di un ospedale di Stato del piccolo Charlie Gard, è la liberale Inghilterra, figuriamoci lo spirito che sostanzialmente regna nella normativa degli altri stati.

Lo Stato, in tal modo, è “buono per definizione” e i cittadini sono “stupidi per antonomasia”, oltre la prova contraria.

Siamo – ripetiamo – di fronte ad un’interpretazione “sfasata” dello “spirito delle leggi”, non improntato alla “filosofia del diritto” e ai “principi generali” dello stesso. Questi in particolare dovrebbero per la legge (che li prevede, li indica e li afferma) sovrintendere persino alla stessa Costituzione. Le buone leggi – che sono la base di una società giusta – sanciscono per “ius” il contenuto derivato dal comune senso di giustizia diffuso nel popolo e nella morale corrente… Leggi concepite in armonia con lo spirito di un popolo sono leggi tendenzialmente poco trasgredite, perché facenti parte della mentalità e del costume di quel popolo…

In pratica è accaduto invece in Inghilterra che, per difendere la diagnosi e l’interpretazione della stessa vita prevalente all’interno di un nosocomio di Stato, la direzione ha potuto negare la consegna ai genitori del corpo ancora vivo del loro figlio, secondo lo stesso ospedale condannato a morte certa da una perniciosa malattia incurabile…

Solo Dio dà la vita e la mantiene assieme al mondo (Pantocratore). All'uomo il compito di conservare più a lungo il gran dono...
Solo Dio dà la vita e la mantiene assieme al mondo (Pantocratore, qui a Cefalù, Duomo).  Può quindi toglierla con l’intervento di fatti naturali (fisici). Per i cristiani (non per i musulmani) essi non sono singolarmente determinati da Lui. All’uomo il compito di conservare più a lungo il gran dono della Vita

C’è di peggio, il nosocomio ne ha ordinato l’eutanasia. L’Unione Europea ha poi avallato tale statuizione. Ai genitori non è stato riconosciuto il diritto – vogliamo dire la possibilità – di vegliare il figlio fino alla morte naturale, facendogli sentire l’affetto loro e delle tante altre persone che vegliavano materialmente e idealmente su di lui assicurandogli il loro affetto.

Saranno staccati, dunque, venerdì i macchinari che tengono in vita Charlie Gard, il neonato di dieci mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per quella rara malattia che secondo i medici è incurabile e procura eccessive sofferenze. Lo hanno annunciato i suoi genitori, Chris Gard e Connie Yates, che hanno perso la battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani per portare a proprie spese il bimbo negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale.

“Noi e soprattutto Charlie – hanno detto i genitori – siamo stati incredibilmente abbandonati lungo tutto il processo. Ringraziamo invece i tanti comuni cittadini che hanno dato sostegno, anche economico tramite una colletta, alla nostra causa”.

I Gard vorrebbero da tempo trascorrere le ultime preziose ore col piccolo che “ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone”. Ma anche questo è stato ritenuto “impossibile” ed è stato negato dall’ospedale britannico…

Charlie è affetto da una sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, malattia rara che causa un progressivo e inesorabile indebolimento muscolare. Per la medicina inglese è incurabile, ma i suoi genitori hanno sempre nutrito speranze. Per questo motivo, quando il 12 aprile scorso l’Alta corte inglese ha stabilito che i medici potevano staccare la spina, hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Che, di conseguenza, il 19 giugno aveva ordinato all’Inghilterra di continuare a tenere in vita Charlie Gard fino a quando non avesse preso una decisione sul ricorso.

Di questi ultimi giorni la scelta finale: La Cedu, nel decidere sul ricorso, ha tenuto conto “del considerevole margine di manovra che gli Stati hanno nella sfera dell’accesso alle cure sperimentali per malati terminali e nei casi che sollevano delicate questioni morali ed etiche”, ribadendo anche che non le spetta il compito di sostituirsi alle competenti autorità nazionali.

Con queste parole degne di Ponzio Pilato l’Alta corte si è tirata fuori dal caso: “Da questa prospettiva la Corte ha dato peso al fatto che esiste una legislazione – compatibile con la Convenzione europea dei diritti umani – che regola sia l’accesso ai trattamenti sperimentali che la sospensione dei trattamenti per tenere in vita qualcuno”.

Inoltre i giudici di Strasburgo hanno rilevato che “le decisioni dei tribunali nazionali sono state meticolose e accurate e riesaminate in tre gradi di giudizio con ragionamenti chiari ed estesi che hanno corroborato sufficientemente le conclusioni a cui sono giunti i giudici”.

La storia di Charlie Gard ha scosso la stessa opinione pubblica inglese, specie da quando i medici del Great Hospital di Londra si sono rivolti ai giudici. I genitori volevano provare a sottoporlo a un trattamento sperimentale negli Stati Uniti e hanno lanciato una raccolta fondi per sostenere le spese, arrivando a raccogliere, ad aprile, 1,25 milioni di sterline da oltre 80mila donatori. Com’è noto, però, è stata negata loro questa possibilità: assurdo!

Anche l’Italia con l’Ospedale Bambin Gesù di Roma si è fatta notoriamente viva, offrendo – come gli Usa – la propria cittadinanza al bimbo e dichiarandosi pronta ad ospitarlo in stanza con i genitori ed a prestare tutte le cure possibili di cui quell’ospedale avesse facoltà.

Einstein come Galileo non perse la fede personale in Dio
Einstein come Galileo non perse la fede in Dio: sono i due uomini che più abbiano “esplorato e anche scalfito l’ignoto.

E’ possibile che i sostenitori dell’eutanasia invochino il primo passo del “Giuramento”: primum lenire dolorem. Ma la scienza medica offre altri rimedi prima di giungere a quella decisione contraria alla vita. Pensiamo alla stranezza dell’ipotesi di cui sopra: …per non farti sentire dolore ti uccido! La vita è un dono di Dio che la dona attraverso la natura. E’ insito nell’uomo conservarla il più a lungo possibile. Chi non crede si limiti alla natura. Uccidere coincide con l’opposto di ciò che impone il Giuramento di Ippocrate, prestato da tutti i medici all’inizio dell’esercizio della professione: “mi adopererò per la vita e non compirò mai atti tali da determinare la morte di una persona, né darò indicazioni e insegnamenti in tal senso ad altri”..

Ippocrate di Coo V secolo a.c.
Ippocrate V secolo a.c.

I signori Gard intendono, però, proseguire la loro battaglia, utilizzando i fondi raccolti, per giungere a norme che impediscano l’esercizio di questo “ius vitae et necis” (diritto di vita e di morte) da parte di organi pubblici nei confronti di privati cittadini.

Occorre usare la massima attenzione su queste “derive morali” cui assistiamo nel mondo di oggi. Queste sono il seme velenoso di un possibile “futuro atroce”, ancor più dei supposti timori che riguarderebbero le tanto temute scelte ecologiche.

Ciò che più bisogna coltivare oggi è proprio il contrario di quanto troppo spesso vediamo: la fiducia che l’umanità con l’uso libero della ragione e della fede trovi la retta via. Ciò senza venir meno con atti avventati e repentini (l’illusione di risolvere tutto e subito è propria del simbolico peccato di Adamo) a ciò che nei millenni passati i nostri predecessori, necessariamente intelligenti, ci hanno insegnato sul terreno umano, morale e – perché no – scientifico.

Germano Scargiali

 

Cavalli ed esseri umani

E’ nel ricordo di tutti quel triste momento in cui lo stesso padrone spara persino al suo amato cavallo che si è rotto una gamba o i garretti. E’ certo un chiaro errore paragonare l’uomo agli animali per tante ragioni. Me è stato fatto tale esempio…

Una delle differenze, troppo spesso sottovalutata, è l’autocoscienza, cioè la piena consapevolezza della propria esistenza e dei propri simili, messa, eventualmente, in relazione con il “prossimo e col mondo circostante.

Se ti dicono: “stai fermo per due mesi”, tu cercherai di non muoverti. Un animale, se non sedato, cercherà di muoversi semplicemente perché non capisce ciò che gli accade.

Il cavallo ha, per inciso, una struttura ossea molto diversa da quella umana. Per sentito dire (lettura su altri forum dedicati) ci sono fratture che, se non perfettamente saldate, impedirebbero all’arto danneggiato di reggere il peso dell’animale…

Quanto alla didascalia sotto il Pantocratore, vogliamo precisare la nostra spiegazione più estesa di ciò che affermiamo: Dio non vuole mai il Male, lo subisce in qualche modo con grande dolore. Siamo di fronte ad uno dei massimi misteri della fede: il Male, la Libertà… Il Male venne abbracciato già prima dal Demonio con gli angeli ribelli e poi da Adamo con il peccato originale. Fa parte di quel margine di ulteriore perfezionamento di cui Dio stesso, autore del “Capolavoro Natura”, e la stessa natura da Lui creata necessitano, sempre per una libera scelta di Dio. Egli non volle omettere di migliorarsi, decidendosi alla Creazione. Dio è, quindi, il principale nemico del Male. Ciò sembrerà un paradosso fra gli altri, ma è una spiegazione cosmologica in cui crediamo anche perché mette a posto tante tessere di un mosaico.

L’Umanità, che riceve il gran dono della vita e della conoscenza, cioè di essere coinvolta in questo splendido e impegnativo disegno, viene chiamata a collaborare. E’ figlia di Dio, amata come tale e richiesta di operare per la vittoria del Bene nel corso della storia sul Male. Essa resta, però, “confinata” nell’ambito naturale con tutta la sua molteplicità e mutevolezza (siamo al cosmico panta rei). Non può concepire l’unità che è in Dio, ma solo intuirne l’esistenza. O meglio, può capire che essa è …possibile, anche se, come Dio, non si vede. Chi ha la fortuna di intravedere per qualche attimo l’unità (è dato a pochi) giunge probabilmente ad un tempuscolo di meravigliosa felicità. Perché, del resto, assieme all’Unità c’è l’Unum Deum, che è ciò che “solo è fermo”.

Archimede, noto per la legge sul galleggiamento, inventò: la gru, la catapulta, la "vite" per pompare l'acqua dai pozzi...
Archimede, di Siracusa, noto per la legge sul galleggiamento, inventò: la gru, la catapulta, la “vite” per pompare l’acqua dai pozzi… Sfiorò l’impossibile, precedendo Galileo e Einstein nel concepire verità cosmologiche al di fuori della realtà sensibile del Pianeta.

Archimede, un altro dei massimi scienziati della storia, capì che nel cosmo non c’è nulla di fermo: quando disse “datemi un punto fermo e vi solleverò il mondo” non intese che esprimersi in una battuta scientifica – di enorme valore – per far capire tale verità fisica.

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