C’è chi trema temendo per il futuro e chi trema già per il presente. Oggi il vero grande compito sarebbe quello di porre fine alle guerre nel terzo mondo, di innescare in quei territori il know how presente nei territori ‘evoluti’ e di contribuire – soprattutto – con fattive presenze tese allo sviluppo dell’Africa. Che è, comunque, in atto e nessuno, neppure l’America (che ne ha voluto e vuole il sottosviluppo), è in grado di arrestare…
Un secondo obbiettivo sarebbe quello di far sì che la grande produzione di beni (alimenti, manufatti, servizi) in atto giunga ai ‘bisognosi’ del mondo ‘evoluto’. Perché è assurdo e peccaminoso che ciò non avvenga. Altro che reddito di cittadinanza! La realtà produttiva del mondo è tale che ‘il necessario‘ e qualcosa in più dovrebbe giungere a tutti gli individui, anche ‘recapitandolo’ al domicilio dei più indigenti e dei meno …capaci!
Che ciò non avvenga è la vera vergogna del secolo! Ma già lo era nella seconda metà del ‘900…
Purtroppo il concetto di ‘scarsità’, ben teorizzato e ‘così chiamato’ da Vilfredo Pareto (l’economista italiano tutt’oggi più citato al mondo), è ‘vissuto’ dai più come ‘un complesso‘ e si manifesta nelle tante paure ataviche, mantenute a dispetto della crescita in atto (dal tempo della Industrial revolution) e del benessere di cui tutti godiamo al di là dei reali meriti personali…
Un esempio (fra i tanti possibili) è facile: quanto lavoriamo per fruire di tutte le ‘utili idee‘ dei nostri predecessori? Invenzioni, soluzioni tecniche e pratiche etc? Quanto le paghiamo?
Oggi la crescita è insita nel sistema. La sola domanda è: “a quanto si cresce?” E una crescita all’1% o meno dovrebbe farci capire (perché è un fatto matematico) quanto la società, al momento, sia becera, quanto si sia rilassata moralmente. Gli aggettivi da attribuire alla generalità degli individui ma soprattutto ai governanti e a chi comunque gestisce un potere sarebbero: inefficiente, infingardo, malevolo, bugiardo, ignorante… E questo non perché ‘non facciamo bene la differenziata’ o perché i nostri bimbi gettano la carta delle caramelle in mare o ancora perché, per colpa di ‘noi tutti’ (questa poi…), abbiamo esagerato con la crescita rendendo asfittico (chi sa perché?) il futuro a figli, nipoti e, addirittura, pronipoti. Non è crescendo che si toglie il pane ai posteri!
Il problema è che il benessere diffuso – che si è innescato ad ondate, prima a cavallo fra ‘800 e ‘900, poi negli anni ‘930, infine negli anni dal 1958/1959 al 1989/1990 ha dato alla testa a molti…
Ciò ha dato luogo a due opposti atteggiamenti ‘fuorvianti’. Il primo consiste nell’ubriacatura del godere del progresso, come fosse un ‘calice dolce’ dal contenuto senza fondo, talmente godibile da non concedere alternative sia per la scelta (fra esso e la sofferenza dell’impegno), sia per il tempo da dedicarvi. Il secondo coincide con l’insinuarsi della paura che ciò sia tutta un’illusione e che la storia – prima o poi – …ci presenterà un conto salatissimo.
I due atteggiamenti sono – per opposti motivi – certamente erronei. Sono apodittici ed esagerati. Non per questo rari, ma neanche infrequenti…
Oggi è più che mai vero che ‘i guai‘ …chi non li ha, spesso, ‘se li cerca’. Tutto si traduce, per una gran fascia della società, in un …momento consumistico. Sta avvenendo in pieno con il ricorrere dell’influenza di Corona virus Covid 19.L’ultima è una direttiva del ministero della Salute: “in terapia intensiva solo i ‘curabili’, gli altri …sono da abbandonare”. E’ proprio vero che oggi – con la moda del laicismo ateo – l‘individuo ha un valore che si misura solo in base a quanto la sua persona sia …spendibile.
Siamo letteralmente sommersi da un …festival di notizie, commerci, acquisti e vendite, mercimoni veri e propri, chiacchiere, pettegolezzi veri e propri: tutto , comunque, ‘vuol essere‘ consumo. Sia a pagamento che persino ‘a gratis‘. Paradossalmente, anche ciò che non si paga è vissuto come un consumo. Quindi, in modo nevrotico – schizofrenico, …diventa consumo anche …la rinunzia al consumo. E’ incredibile, contraddittorio, ma è esattamente così! Tale è il cattivo sentimento per cui l’individuo gode, vivendo ogni propria scelta guardata attraverso la lente deformante del consumo. Bisogna reagire individualmente contro tale personale atteggiamento! Dev’essere un must. Quasi ‘il’ must!
Nel Decamerone di Boccaccio il ricorrere di un’epidemia si trasforma in un momento ‘godereccio‘ per quella ‘allegra brigata‘ che si riunisce in clausura in una villa dove ciascuno, anche, racconta anche una …gustosa novella. Frutto in realtà della fantasia del grande Boccaccio. Un artista non certo conosciuto e capito a sufficienza in Italia. Forse all’estero… Vuoi vedere che persino il Grande fratello, stile canale 5 l’aveva pensato lui? Nobilitandolo, però, in forma di innovativa ‘cultura’?
Oggi, però, un moderno decamerone lo vivono tutti, ma proprio tutti …quelli che ‘possono’. Avviene spesso in occasione di quasi tutte le …contrarietà. E non ci si accorge che ciò è reso possibile dalla rosea realtà in cui, comunque, vive la maggior parte ‘di noi’…
Perché è certo che, per quanto infingardi noi e i nostri governi possiamo essere, i tempi volgono al meglio e l’ieri difficimente è stato migliore dell’oggi. Ciò a parziale correzione di quanto dicevamo prima. Mai mitizzare ‘ipotetici tempi d’oro‘ è stato una ‘panzana‘ come lo è ai tempi d’oggi…
Per chiarire, ciò che fa la differenza fra il presente e l’era preindustriale è proprio l’impiego delle nuove tecnologie emerse con l’avvento dei motori e l’uso del cemento armato e del calcestruzzo che, assieme all’impiego dei fosfati in agricoltura, furono causa e conseguenza dell’avvento dell’Industrial revolution con tutta l’esponenziale crescita economica che si innescò.
Le novità tecnologiche, in tempi brevissimi, superarono quelle di tutti i secoli precedenti sommati. E la crescita tecnologica è esponenziale e procede a ritmi, a propria volta ancora crescenti.
Se non fose in atto una visibile ‘reazione‘ che artificiosamente rallenta la crescita economica, probabilmnentele stesse ‘strutture’ non ne terrebbero il passo. Parliamo di strutture fisich sul territorio e struttre immateriali:porganizzative e …morali. La stessa fede religiosa è indsiadata dal Male, sia in occasione delle avversità, sia in occasisone di un’improvvisa fortuna.
Rapidamente siamo giunti nell’era dell’elettronica che fornisce prestazioni inimmaginabili e ha il valore di una nuova fonte d’energia. Oggi, come abbiamo già scritto, le carestie sono al di fuori della realtà.
Paradossalmente, chi continua a prendere sul serio i timori dell’Ottocento e dei primissimi del Novecento, vede come nemici i motori, il calcestruzzo e i fosfati.
Si fa e si ‘procalama’ di tutto per condannare le colonne portanti di quel processo che ha tolto la stessa Europa dagli stenti: dalla realtà della Parigi di Victor Hugo, della Londra di Charles Dickens, della Milano di Manzoni, dalla Sicilia di Verga e Capuana…
Ma l’errore è ideologico e si trova ‘a monte‘ di una certa mentalità idealistica che considera l’idea più ‘vera’ dell’osservazione. Ne parliamo spesso: l’ideologia innesacata da pensatori come Maltus, Falan, Marx ed Engels, quanto il pensiero fuoriviante di Hegel, che tanto ha condizionato la realtà sociale e civile (la stessa psicologia sociale) dei secoli recenti, sono una iattura: hanno imposto una ‘soma‘ al pensiero corrente. Esso ha smarrito ‘ilsenso del dato concreto?
Questa penalizzazione dell’intelligenza non è neppure l’unica: concentrando l’attenzione generale sulla realtà materiale (materialismo storico), suggerendo forme fideistiche paganeggianti a favore della Natura come tale come fosse al di sopra della coscienza umana e del’umanità stessa, hanno aggravato la tendenza al consumo, che è il male peggiore della società liberale (la sola propronibile).
Perché mai, infatti, in una realtà materialistica non consumare ad libitum? Hanno condotto al relativismo etico, a fare del consumo addirittura un idolo, a ‘culti’ decisamente pagani come il ‘salutismo’, l’ecologismo ideologico, l’arrivismo, l’egotismo, tutte declinazioni di un comune sostanziale ateismo.
Per fortuna, ciò ‘infetta‘ meno della metà della popolazione. E la stesa fede deve condurci a credere fermamente che l‘oscurantismo sarà, col passar del tempo, illuminato e sconfitto.
Germano Scargiali