Scettici pessimisti e marpioni: chi ci ruba la speranza

Le Virtù cardinali viste da Raffaello – qui prudenza, fortezza e temperanza – nella Stanza della Segnatura in Vaticano
Sposalizio mitico di San Francesco con le Tre Virtù teologali (1450 c.ca) Sassetta
Sposalizio mitico di San Francesco con le Tre Virtù teologali (1450 c.ca) Sassetta

“…A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto”.

In poco più di due versi del canto La sera del dì di festa, Giacomo Leopardi esprime una profonda riflessione sulla tristezza della propria condizione. Colpevole una natura avversa, ma anche il suo pessimistico scoramento, visto che proprio la natura aveva fatto di lui anche un genio…

Ma chi, oggi, nega la speme, cioè la speranza, al mondo? Non chiediamoci – al momento – il perché. Partiamo, invece, dalla costatazione dello stato di fatto. Non c’è dubbio che frustrando la fiducia nell’avvenire, a breve ed a lunga scadenza, si privi il mondo – e i cosiddetti giovani in particolare, i più vulnerabili – soprattutto della spinta allo sviluppo, al progresso, alla crescita.

Le paure seminate e inculcate nella gente corrono dall’esplosione demografica fino al problema opposto, quella del calo demografico; dall’esaurirsi del petrolio (entro 5 anni già prima del 1960), fino alla fobia per l’inquinante uso della sua energia; diaboliche sarebbero tutte le fonti d’energia tranne il sole e il vento (che, però, rendono poche centinaia di mega-watt ad orario contro le migliaia che servono h24). La paura ricomincia a correre dall’imminenza di una tropicalizzazione a quella di una glaciazione; dalla carenza di acqua al timore delle esondazioni…

La Banca Morgan in Usa: è incredibile ce chi dovrebbe contribuire allo sviluppo preferisca frenare il progresso per mantenere il controllo monopolistico
La Banca Morgan in Usa: è incredibile che chi dovrebbe contribuire allo sviluppo preferisca frenare il progresso per mantenere il controllo monopolistico

Le paure spaziano dalle salmonelle alle grandi epidemie endemiche, fino alla fobia per le relative vaccinazioni. Nel cibo si vola dal pollo agli ormoni alla mucca pazza, ai pesci al piombo e al mercurio, al grano con le diossine: tutto ciò che mangiamo sarebbe venefico o rischia i esserlo…

La verità è che i controlli di oggi non sono mai esistiti in passato ed erano nulla, in paragone, fino a 20 anni fa…

La crescita in generale – come dimostra la storia – si accompagna all’aspirazione umana tesa verso un mondo che contenga una minor dose di “male”. Val la pena di ripetere che una buona definizione del male lo fa coincidere con l’errore, l’ignoranza, il peccato, la malattia e la catastrofe. L’umanità ha combattuto sin dai primordi (…dal dì che nozze e tribunali ed are diero all’umane belve esser pietose, dice il Foscolo nel suo famoso carme I Sepolcri) adottando specifiche “cure”: la cultura, la morale, la religione, la medicina, la previdenza e la prudenza.

Come si vede, siamo di fronte ad una logica storica “stringente”, che non è facile contestare. Con il trascorrere di tanti anni, nessuno può dire che la vita sia più scomoda, rischiosa e, quindi, nel complesso, peggiore che nell’antichità. Tutto ciò, nonostante la ricorrente nostalgia d una “mitica età dell’oro”, mai concretamente definita da nessuno. A chi nega tutto ciò si può anche opporre la realtà dell’allungarsi della vita, di una maggior consapevolezza e cultura rispetto al proprio corpo e di infinite conoscenze in più nella cura della salute.

La “battaglia” cui assistiamo, tendente a “togliere la speranza” al mondo ed a bloccare, pertanto, la crescita e lo sviluppo con i più svariati pretesti ed i più articolati espedienti, finanziari, economici, sociali, cultuali, mediatici, ci fa pensare alle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Vogliamo dire che, da fonti fondate sull’ateismo è quasi conseguenziale l’abbassarsi del livello della speranza. E’ vero che il Cristianesimo ritiene che fra le tre virtù il primato spetti (S. Paolo, lettera ai Corinzi) alla carità. Fede, però, è parola che viene da fiducia o viceversa. Quindi, anche la speranza discende dalle prime due o, anche, è un sentimento inseparabile da esse.

A combattere la speranza, tuttavia, sono oggi più categorie di persone, fra cui almeno due chiaramente individuabili: chi vi trovi un interesse e chi soffre di obiettiva carenza delle tre virtù. Da esse non a caso si fanno discendere le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Benché la loro definizione spetti alla filosofia classica il Cristianesimo ritiene che siano suggerite sempre dalle prime. Un sano pensiero laico le attribuisce, invece, alla natura umana. Come cerchiamo sempre di ribadire, il “corretto” laicismo esclude il rifiuto della fede e degli ideali, perché tale rifiuto, se fosse assoluto, sarebbe esso stesso una fede, quindi cesserebbe di essere un atteggiamento laico.

I pessimisti vengono definiti in filosofia dei “nomadi del pensiero”. Una pioggia di messaggi pessimistici tendono, soprattutto da quando è decollata la rivoluzione industriale, a fiaccare la speranza del “mondo giovane”, cioè non di quello che si identifica con il dato anagrafico, quanto con quello che si riconosce nella “volontà di crescita”, proiettata in ogni direzione, appunto con fede, speranza e carità, fruendo di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza e con tutte le difficoltà del caso.

Ora, se facciamo decollare l’era industriale a partire dalla fine del 1700, con l’avventa della macchina a vapore e poi dell’automazione e di mille altre scoperte scientifiche – anche se la borghesia, assoluta protagonista di questa “megagalattica” fase storica, avesse iniziato a svegliarsi, a fasi alterne, già da prima della scoperta dell’America con l’Umanesimo e il Rinascimento – il trend positivo è evidentissimo e innegabile.

Ancora nell’8OO il mondo era quello del “disastro sociale” permanente, criticato da V. Hugo, C. Dickens, A. Manzoni etc. Il formalismo morale corrente era quello della Dame aux camelies. Nel Mediterraneo, laddove erano pur nate la massicciata stradale, la vela latina, le banche, la partita doppia, le stabili “ambasciate” fra stato e stato (Firenze e Milano le prime nel 1400) tanti bambini nudi giocavano nel sudiciume delle stradine centrali delle grandi città: avveniva a Barcellona come a Genova, Napoli, Atene, Palermo… Nelle zone interne – anche in quello che divenne poi il nord evoluto – si soffriva di pellagra, malaria, rachitismo congenito… Per non parlare delle piccole isole, oggi paradisi turistici…

La democrazia è ostacolata: sempre più nazioni son governate da persone mai votate...
La democrazia è ostacolata: sempre più nazioni sono governate da persone mai votate… Per questo si ostacola la borghesia colta e la si penalizza. Si impauriscono i popoli, perché accettino condizioni di vita con ridotte libertà, poca auto occupazione e libera iniziativa: a favore di un’economia mondializzata e controllabile. Cercate la lettera su Google…

Con l’era industriale e grazie ad essa, ma soprattutto dagli anni ’30 e poi dall’ultimo dopoguerra, si è ben capito (o così dovrebbe essere) come automazione nell’industria, conoscenza e utilizzo dei concimi nella agricoltura, disponibilità dei fosfati, coltivazione intensiva e soprattutto in serra, allevamento con metodi avanzati, sia pur con i dovuti correttivi da apporre (ma non è un vero problema), ponessero fine a quegli stenti d’una volta. Quando l’aumento della popolazione non era compensato dai mezzi di sussistenza. Le crisi di oggi non sono mai come quelli di un tempo, non esiste più la vera “carestia”, ma neppure la necessità di certi risparmi (pane, proteine, vitamine, olio, zucchero e persino sapone) per la stragrande maggioranza del popolo…

Tutto ciò contrariamente a quanto sostenuto a fosche tinte dai grandi pessimisti del’800 – 900: Malthus, Falan, Marx e dai loro seguaci, che hanno condizionato il contenuto di molte pagine dei libri di scuola fino ad ieri (persino ancora adesso) e seminato il pessimismo e il contrario delle tre virtù teologali e delle quattro cardinali. Quei pessimismi, però, tornano come dei rigurgiti. Molti non si accorgono quanto sappiano – scusateci – di acido e di alitosi…

Anche i media si allineano, infatti, facilmente al pessimismo, compiendo un vero delitto contro l’umanità: sia perché assecondano coloro che proditoriamente soffiano sul fuoco. Ma il sentimento della paura – specie di quella cosmica – fa più notizia del suo contrario…

Nasce una sorta i catena solidale formata da speculatori, media conniventi, pseudo moralisti, ignoranti, ipocondriaci, creduloni, veri e  propri stupidi

Chiariamo che per ignoranti intendiamo coloro che non hanno capito che cosa sa la scienza. Molto vicini a questi sono anche gli stupidi, coloro che non sanno riconoscere la bontà delle fonti, individuare il sofisma in un ragionamento o scambiano un postulato con un teorema, pur avendone studiato a definizione. Un ignorante – afferma E. De Filippo in una sua commedia – è una cartella di rendita. Oggi, nella realtà mediatica, leggiamo e ascoltiamo affermazioni date per certe, ma che tali non sono: ipotesi scientifiche -ad esempio – in luogo di verità comprovate…

Papa Francesco – che pur talvolta non comprendiamo – dopo ferragosto è “sbottato” in una significativa domanda retorica: “...ma noi siamo uomini della primavera oppure dell’autunno?” Poi ha incalzato: “guardiamo ai germogli nuovi o alle foglie ingiallite dell’albero?” A sua volta Benedetto XVI aveva affermato: “solo quando il futuro è certo come realtà positiva diventa vivibile anche il presente…”

Ma perché qualcuno “su in alto” soffia sul fuoco? Perché un mondo meno ricco, con la ricchezza meno frastagliata e diffusa liberamente (pluralismo), si “controlla” meglio con la politica economico finanziaria dei grandi monopoli.

Inoltre, come scriviamo altrove, alcuni moralisti sostengono che liberalizzando l’iniziativa e, quindi diffondendo più speranza e più fiducia nei singoli cittadini, la realtà sociale finirebbe per “scoppiare” letteralmente della sua stessa salute.

Oggi nel mondo, grazie a tecnologie note e diffuse attraverso le stesse università e la diretta esperienza industriale, si produce di tutto e di più. I magazzini già rigurgitano di merce invenduta. Si produce cibo, manufatti, servizi, ma anche energia, acqua letteralmente a volontà. Non è difficile capire perché – secondo qualcuno – occorra piuttosto creare le premesse perché tutto questo non sembri, non risulti e, almeno in parte – non avvenga…

Eccoci, quindi, di fronte ad una mega operazione di cartello!

Non c’è dubbio che occorrerebbero nuove “strutture” fisico logistiche ed anche di natura prettamente morale, per gestire un nuovo possibile boom, che assumerebbe possibili proporzioni e ritmi vertiginosi.

Da questo a scegliere di bloccare il mondo volgendo fino al contrario il corso della storia, impaurendo l’uomo con timori fobici, fiaccandone la stessa capacità, ne corre.

Quel che è peggio è, forse, far vivere il mondo nella menzogna e nell’errore. Tanto più che le paure alimentate come sopra decritto sono basate su una scientificità che esce poco al di fuori della fantasia di chi le sostiene. Sono, tutt’al più, delle ipotesi scientifiche, non delle verità comprovate. Si tratta di “giudizi lampo” di futurologia che di un fenomeno in atto (crescita demografica, inquinamento, variazioni climatiche) non considerano se non una o due varianti, la peggiore o le peggiori, senza considerare l’intero quadro della fenomenologia e l’intervenire possibile di fattori nuovi, specie in campo scientifico, ma anche sociologico e naturale, poco ipotizzabili in anticipo…

Germano Scargiali

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Non può esserci più alcun dubbio che – come cerchiamo da tempo di spiegare – vi sia una “scelta preferenziale” da parte della”finanza cattiva” e di quello che qualcuno definisce neo liberismo, ma che va meglio inteso come “neo monopolismo“, mondialismo e ciò che – con una generalizzazione anch’essa da rivedere e ridefinire – intendiamo nel mondo come”la sinistra“. Tutto ciò ha sporcato – al momento sine die – lo stesso socialismo e l’idea social democratica e liberal democratica. Tutte e tre hanno buon diritto di vita negli ordinamenti democratici cui aspiriamo sin dl tempo di Pericle… Sono,infatti, portatrici delle idee e degli interessi della più vasta delle classi sociali: oggi la borghesia meno ricca.

Ma perché i “cattivi del mondo” la prediligono? Perché, intesa marxisticamente ed hegelianamente legata allo statalismo più “mero”, essa restringe il campo della contrattazioni e delle transazioni con le forze sociali ed economiche al confronto con il governo o con i pochi organi rappresentativi – e corruttibili – della politica e della pubblica amministrazione.

In carenza di pluralismo, di confronto e concorrenza, la vita degli aspiranti monopolisti del denaro e delle grandi forniture è ben più “lieve”…

A ciò si lega l’alleanza concerti moralisti” che ritengono che, comunque, un mondo in mano a poche teste sia più controllabile, quindi tendenzialmente migliore di uno con …troppe teste pensanti. Ciò trova riscontro nei tanti che hanno scarsa fiducia nell’umanità: una nota ricorrente nella mentalità idealistica del marxismo e del nazifascismo, che non per caso sfociano nelle dittature.

Il colmo è , infatti, che anche “i cattivi del mondo” dispongano di una giustificazione morale, talvolta persino in buona fede. Più spesso se ne auto convincono: tanto forte è l’interesse personale o quello coltivato dalla stretta collettività della”super mafia” di cui sono parte da ritenersi addirittura morale… Tutte le mafie hanno o cercano di arsi una organizzazione di stampo massonico. Certi massoni puri si dolgono che tale “deriva” abbia finito per rovinare persino la massoneria”come’era”.

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