La tartaruga “torna a Surriento”

Caretta Caretta qui sbarca in Sardegna dove i bagnanti sono stati preceduti da un giovane subacqueo che sta per lasciarla ripartire: sa dove andare… In tanti altri casi (vedi a Lampedusa) si recintano le sue uova: lunga, lunghissima vita al simpatico animale… In tema di “sbarchi” i suoi sono sempre graditi. Da tutti.

Ci avrà messo molto, ma – incurante della forte antropizzazione in zona – Caretta Caretta, l’amata tartaruga del Mediterraneo, ha deciso di ascoltare le parole di una delle canzoni più amate e cantate in tutte le lingue. Si dice che “Torna a Surriento” abbia fatto vendere sia in Giappone, sia in Canada, 5 milioni (cinque) di mandolini. Come li abbiano prodotti a Napoli e dintorni quei 10 milioni di esemplari del melodioso strumento non è dato sapere, ma sappiamo che all’ombra o alla luce del Vesuvio se la cavano sempre in questi casi.

Caretta Caretta gira un po’ ovunque. Ovvio, quindi, che abbia ascoltato le magiche e languide parole, abbia creduto in quel “turmiento” e si sia determinata per un ritorno a …Surriento.

Meno male che, nelle sue lunghe nuotate, non abbia incontrato pezzi di sacchetti da supermarket, scambiandoli per ghiotte meduse.

Romantica e meridionalista, Caretta Caretta, regina di Lampedusa, duchessa di Sardegna e de La Galite,  non ha disdegnato le terre delle Due Sicilie. In questi anni era “sbarcata” a deporre le uova anche a Palermo, non lontano da Acqua dei Corsari. Evidentemente , non è troppo schizzinosa, visto che da queste parti da sempre (millenni) tutto ciò che abbonda si ritiene di “buttarlo a mare”. Da tanto sono “antropizzate” Neapolis e la sua consorella – nel bene e nel male – Panormus.

Caretta Caretta, questa amica del Meridione e delle isole, non trova le rispettive acque inquinate…

A proposito: stanotte a che ora sorge la luna o a che ora tramonta? Ci andiamo a totani come facevano già i nostri antenati Fenici? Purché con gli appassionati dell’Arenella li chiamate in gergo todari o …tòrari.. Passano le giornate chiedendosi l’un l’altro “a che ora ‘affaccia’ o a che ora se ne va”, tacendone il nome: è, appunto, la luna…

Oh silver apple of de Moon e golden apple of the sun! Poco di nuovo sotto la vostra luce, tranne che nella scatenata fantasia degli umani…

Germano Scargiali

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