New Zealand batte per 7-3 Luna Rossa, vince la 36ma America’s Cup e mantiene il trofeo

Un’immagine che ben simboleggia la realtà del confronto e le speranze degli italiani: Le 2 barche sono ‘ingaggiate’ di bolina con Prada in posizione di vantaggio perché ‘sopra vento’. Il confronto è molto aperto ed è già un onore per la vela italiana che sta ‘giocando fuori casa’ contro i velisti storicamente più qualificati del mondo assieme agli americani.

La Coppa America resta ad Aukland: i neozelandesi di Emirates N.Z. hanno vinto per 7 a 3 il confronto di ‘match race’ con la barca italiana Luna Rossa Prada Pirelli, che non ha sfigurato. Tuttaltro: ha difeso con grande onore i colori dello sport italiano, il livello di tecnologia applicata (ad una barca sperimentale) e quello dell’organizzazione del team.

La prossima edizione, la 37ma, si svolgerà a Dubai – in camppo neutro, ma per volere degli sponsor Emirates. Sarà gestita ancora dallo ‘Yacht Squadron’ di Aukland.

Potremo averla a Mondello solo dopo la prova successiva e probabilmente Patrizio Bertelli e il Circolo della Vela di Agostino Randazzo ci riproveranno… Dovranno snidare i maestri Kiwi che la vela la insegnano al mondo, ma non sono imbattibili. E gli italiani lo hanno dimostrato. Potrebbero essere loro a riportare la fatidica Caraffa d’argento della Regina Vittoria in Europa da quando non è mai più tornata indietro dopo che la Goletta America la strappò agli inglesi in quella che – senza che si sapesse – fu la prima edizione. Doveva essere una regata unica (fu un’oceanica di grande altura), ma presto gli americani misero in palio sportivamente quella che è anche famosa come la Coppa delle Cento ghinee. Tanto era costata alla Regina…

Ma com’è andato questo articolato confronto? Lo troverete descritto negli approfondimenti che abbiamo cercato di fare giorno per giorno qui di seguito…

Quest’ultima prova – purtroppo – ha avuto poca storia. Sin dall’inizio si è visto che New Zealand era partita meglio e difficilmente, con l’abilità ‘in copertura’ che hanno i neo zelandesi, guidati in acqua al timone da Peter Burling (1 gennaio 1991, età 30 anni – Tauranga – New Zealand, altezza 1.86) che nella scorsa edizione fu il più giovane timoniere ad aver mai vinto al timone l’ambito trofeo. 

C’era molta Sicilia a bordo di Luna Rossa: anzitutto il gagliardetto di poppa. La barca naviga per il Circolo della Vela Sicilia di Palermo, presieduto da Agostino Randazzo ed è armata da Patrizio Bertelli e sua moglie Miuccia Prada, titolari dell’omonima griffe dell’alta moda italiana, vessillifera dell’Italian Style, molto apprezzata oltre oceano. Il timoniere è il palermitano Francesco Bruni (in coppia con il ‘canguro’ James Spithill) sin da bambino ‘Checco’ alla romana, cresciuto al Lauria, appartenente ad una famiglia ‘storica’ della vela siciliana: Bruni, Guccione-Alù. Anche uno del team dei progettisti è di Caltanissetta (vedi precedenti ‘puntate’ qui in basso).

La presenza siciliana, palermitana in particolare, non è certo un fulmine a ciel sereno, dato il contributo fornito alla vela olimpica da Palermo e dall’Isola, derive, surf compreso (anzi…) e nuove diavolerie come il 49er (disputato ai Giochi anche dai fratelli Bruni), che in qualche modo è ‘ìl papà’ di questi AC75, un’inedita classe di regata, inventata – per così dire – dai kiwi.

Gli AC75 sono fra i vincitori di questa edizione: alla fine ci hanno conquistato tutti, anche i velisti, per la loro spettacolarità eccezionale. Un modesto appunto: li farei partire per regola in dislocamento, perché nelle schermaglie della prepartenza è troppo frequente ‘cadere dai foil’ e trovarsi immerso in acqua, in dislocamento non voluto: addirittura ‘troppo facile’ e finisce per essere determinante sul risultato finale (purtroppo) dell’intera match race. Anche questa ha – del resto – dei limiti: non è la formula della vela (le regate di flotta) che hanno conquistato il cuore di chi ama lo sport velico . Ma si dice siano meno …telegeniche. In realtà, sia in Nuova Zelanda che in Danimarca, dove la Vela è fra gli sport più popolari, le riprese dirette sono comunque ‘una regola’. Anche nelle regate in cui si parte in tanti: ben altro ‘mangiare’ in fatto di sport. Una partita a scacchi giocata in mare fra cielo e vento.

Germano Scargiali

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NELLE ACQUE DI AUKLAND MINUTO PER MINUTO 

Penultima giornata: conclusa con una sola prova disputata vimnta da New Zealand che è adesso ad 1 solo punto ( sola prova di giornata) dalla vittoria.

Dopo un primo rinvio della partenza nella regata di oggi (in Italia la mattina – ore 4 Rai2 – di martedì 16 marzo ) i neo zelandesi di Emirates hanno vinto la prova più bella e avvicente fra quelle fin qui disputate: un finale al cardiopalmo, virata su virata, come una prova olimpica con barche dislocanti (normali). Ma qui Prada ed Emirates volavano sull’acqua quasi sempre oltre i 36 nodi (knots), raggiungibili in normali condizioni soltanto con potenti motori a bordo e non con ‘normali’ (si fa per dire) vele. Queste sono in materiali sofisticatissimi, mantengono ‘la forma’, cosa fondamentale, che è anche regolabile, con ‘spreco’ (nel ‘composito’) di preziosa fibra in ‘carbonio’…

Gli italiani hanno perso ma non hanno sfigurato: hanno dimostrato di avere una barca e un equipaggio assolutamente in grado di competere con i campioni neozelandesi, maestri di questo sport, impegnandoli a denti stretti. Bravi i timonieri, Bruni e l’ingaggiato australiano James Spithill, che hanno ben poco da rimproverarsi. Si sono confermati bravi almeno quanto l’avversario Peter Burling

La quinta giornata ‘reale’ di Coppa America 2021 è dunque inizialmente ‘vittima’ del vento zero’ o quasi nella lontana baia di Hauraki, acque di Aukland, agli antipodi dell’Italia, dove – nell’altro emisfero –  vivono i giorni della ‘loro’ estate. Poi, come spesso avviene la cosiddetta ‘termica’ si è ‘dichiarata’ ed è stata ottima, assieme all’andamento della regata per assistere ad un’ultima bolina spettacolare che ‘ci voleva’ dopo quel tanto di monotonia che pesa di regola sulle gare veliche di match race (1 contro 1).

OGGI NON CI SARA’ la Seconda prova di giornata per un successivo immediato calo di vento che ha portato verso la fine del tempo massimo consentito per regolamento perché le gare avessero luogo (non si può dare il via oltre una certa ora a partire dall’inizio). MEGLIO COSI’: LA GARA AVREBBE  POTUTO CONCLUDERSI OGGI. E’ ancora possibile sperare in una rimonta italiana, ma ci vorrebbe un miracolo…

Si gareggia domattina con inizio su RAI2 alle 3,30′ italiane

(La ‘termica’, detta comunemente brezza di mare o solo brezza è determinata dalla differenza termica creata dalla maggior rapidità di riscaldamento – da parte del sole – della terra rispetto all’acqua. Sulla terra l’aria si solleva e dà spazio all’aria di mare, più fredda e pesante, a farsi avanti entrando nella terra, purificandola anche dall’inquinamento e questo è un vantaggio delle zone di mare, ndr).

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Il punteggio va a 6-3 per i padroni di casa che sono a 1 vittoria dalla possibilità di tenersi stretta, la storica Caraffa ordinata tanti anni fa ad uno degli abili argentieri londinesi dalla grande Regina Vittoria. Da allora la Goletta America la strappò per sempre all’Inghilterra (dopo una regata oceanica di grande altura) e non è più tornata ‘a casa’. Fu rimessa in palio per puro spirito sportivo dai vincitori americani dopo qualche anno… Quest’anno i britannici sono stati sconfitti proprio dagli italiani, nonostante avessero al timone Sir Ben Ainsle, giovane baronetto nominato da Elisabetta II, perché un mito del Laser e delle classi olimpiche.

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La storica America’s Cup sta vivendo l’avventura della sua 36ma edizione sul campo di gara del club detentore, il Royal New Zealand Yacht Squadron che lo tolse al New York Yacht Club (detentore per 25 edizioni nel corso delle 36 effettuate).  

L’America’s Cup (Coppa America in italiano) è il più famoso trofeo nello sport della Vela, nonché il più antico trofeo sportivo del mondo per cui si competa tuttora.

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OTTAVA GIORNATA DI REGATA (effettiva) Guai per Prada – Emirates fugge via…

Purtroppo è 5 a 3 per Emirates New Zealand. Dopo la quarta giornata, il miracolo si allontana, assieme al sogno di vedere la prossima sfida nelle acque palermitane. Per incredibile che potesse sembrare anni fa, abbiamo sperato questo. Ma nulla è perduto: assolutamente non è finita. Come i Kiwi ‘ci hanno sconfitto oggi’, così per gli italiani di Luna Rossa Prada Pirelli, in gara per il Circolo della Vela Sicilia, potrebbe andare al contrario domani…

I tifosi italiani ‘a bordo campo’ non demordono e sbandierano sorridenti ugualmente l’amato tricolore… Intanto la barca italiana ha messo più volte all’angolo i campionissimi (della vela) kiwi. Dopo aver vinto, ricordiamolo, la selezione fra gli sfidanti nella stessa baia di Hauraky, conquistando la PRADA CUP, detta così perché la prima sfida è partita dall’Italia, da Palermo (circolo della Vela Sicilia presieduto da Agostino Randazzo), che è ‘challenger of record’, il primo degli sfidanti, quello che ‘mette in moto la sfida e, quindi il bando della regata di selezione. Una bella pubblicità per il pregiato marchio Prada, molto presente sui mercati oltre oceano…

SETTIMA GIORNATA DI REGATA (effettiva) Prada spera

Stanotte (italiana) due prove similari e dall’esito identico

Purtroppo, dopo un avvio vincente, Luna Rossa ha ceduto ad Emirates NZ la prova 7 e adesso i neozelandesi conducono 4-3. Questa prova – col vento più leggero fra tutte quelle disputate – ha fatto registrare quelli che possono essere definiti ‘sorpassi’. Diciamo così perché il famoso vocabolario della marineria e dello sport velico non sempre vale, – anzi ha subito rinnovamenti notevoli – con la formula delle match race… Ma si conferma che tali sorpassi avvengono soprattutto quando la barca perde l’andatura ‘da aliscafo’ sui foil e ‘cade’ in dislocamento (displacement, come dicono telecronista e commentatore). Tutto il linguaggio in Tv è troppo stretto e incomprensibile per il pubblico comune. Spesso fra inglesismi e novità dalla particolare formula, qualcosa non la capisce neppure chi se ne intende. Ma ‘il gioco’ di certi giornalisti per iscritto e a voce contrasta con i primi ‘comandamenti’ della comunicazione: chiarezza, uscire dai panni di chi comunica e mettersi nei panni di chi legge o ascolta… La descrizione si disperde in particolari ‘minutissimi’, in una gara fuori dall’acqua fra chi commenta a dimostrare di aver ‘colto’ i minimi particolari. Ma si dimentica di ‘informare’, di dare i parziali, di assistere chi si è messo in ascolto da poco in piena notte… Fermiamoci qui, perché parlar male dei giornalisti (specie con una tessera stampa ultra-ultra decennale) è altrettanto da condannare, addittura triste…

Nella seconda prova la sentenza è stata determinata dal fatto che gli italiani hanno sbagliato una ‘strambata’: questa è già una libertà di linguaggio, perché nel gergo esatto dovrebbe dirsi ‘abbattuta’, la ‘strambata’ è l’equivalente quando è involontaria e non è certo questo il caso. Luna rossa ha dovuto ‘strambare’ (ovvero abbattere) per forza, quando ha scelto di virare e la scelta era giusta: questo i telespettatori l’hanno capito? Non crediamo! Ricordiamo che tutto il linguaggio è ‘inconsueto’ nelle match race (come in Coppa A.), ma così si finisce per non far contenti né ‘la gente normale’ né i velisti. Perché siamo in virata e di strambata solitamente parliamo soltanto di poppa, mentre l’abbattuta è qualunque ‘passaggio di mura’ (cioè da destra a sinistra) della randa (sia di bolina che di poppa). Solo che con queste barche con i foil  le ‘strambate’ possono costar care. Molto. Per la conseguenza, ormai famosa, di …perdere i foil: perdere la spettacolare planata sui foil che ‘rende’ fin oltre 30 nodi sull’acqua, una velocità da motoscafo veloce

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LA CRONACA FINO A DOMENICA MATTINA (g.14 italiano con 6 gare disputate e punteggio di 3-3)

In Coppa America fra Luna Rossa e Team New Zealand: Gara-7 e Gara-8 cancellate – in quella che è stata per noi l’alba di domenica (dalle 04 di notte su RAI2) a causa del vento debole che è rimasto al di sotto (4/5 nodi) della soglia minima (6.5): insufficiente, quindi, perchè la giuria autorizzasse la partenza a norma di regolamento (Per chiarire, la soglia non è uguale in ogni caso, ma varia a seconda delle classi di regata ndr).

Le regate annullate saranno recuperate domani, lunedì 15 marzo sempre alle ore 4 italiane (le 16 in Nuova Zelanda). Il calendario subisce, quindi, una modifica con l’eventuale bella – non improbabile, stando al pareggio finora registrato – spostata adesso al 18 marzo.

La prua
La prua della barca italiana, tutta splendida come sempre. L’Italian style non si smentisce.

CRONACA DELLA TERZA GIORNATA ALLA CUI CONCLUSIONE IL PUNTEGGIO E’ 3-3

Due volte in vantaggio, un ottimo segno dal punto di vista agonistico: tutti i confronti sportivi hanno una logica comune che sta tra le cabala, la psiche e i veri e proprio ‘segnali’ indicativi per svelare i valori in campo. Spieghiamo meglio: il fatto che NZ avesse esordito con una vittoria, poi pareggiata da LR, era un segnale a favore dei kiwi. A metà giornata (nottata per noi), nel vento leggero della baia di Aukland, gli italiani sono andati in vantaggio per la seconda volta (lo erano stati già provvisoriamente dopo la terza prova). Adesso il ‘segnale agonistico’ favorisce Luna Rossa.

Nella seconda prova di giornata (ma in C.A. e nelle match race in genere il linguaggio del mare e della vela viene molto modernizzato e si va da quello dei motori a quello del calcio e si parla di …incontri o di regata invece di prova). New Zealand Emirati si rifà e …siamo nuovamente ad un pareggio: un confronto ‘mirabolante’, dunque, che dimostra finora una parità di valori che porta a mille il tifo – calcistico in loco da terra e da numerosi yacht a mare, ma anche certamente quello in  Tv, che qui da noi va dalle 4 notturne alle 6 (RAI 2).

Sul piano tecnico l’interesse è concentrato sulle barche: la formula di classe, le caratteristiche delle imbarcazioni  e di stazza e dislocamento è al centro dell’attenzione. Ci si chiede anche se qualcuno potrà andare a di porto in quel modo si ripete: assolutamente improbabile con quel tipo di ‘foils’, meno improbabile per le caratteristiche del piano velico, la cui invenzione – dicono – non è di oggi ma risale al 1929. Fantascientifica, per materiali e non solo ne è la realizzazione e l’applicazione. 

Le barche vanno costantemente molto più veloci col vento che le spinge. L’incontro è esaltante. Ma si vince in partenza. Intendiamoci: la partenza è importantissima anche nelle regate di flotta e Francesco Bruni, che è il nostro primo timoniere, da ‘singolista consumato? Ne è un maestro: a Mondello, col bel tempo, il levantino della ‘termica’, dopo la partenza, fra i primi due il confronto può somigliare molto ad una match race. E gli altri 30, 50, o più tutti dietro con le loro barche….

Ma in questa terza giornata si è visto chiaramente come si parte meglio ad Aukland. Durante le schermaglie dietro la linea di partenza, la velocità di queste barche volute dai ‘maestri neozelandesi’ – bellissime sì, spettacolari sì – è facile perdere velocità e cadere dentro i foil (scusate le parole …povere), ciò significa andare in dislocamento anziché in planata. I telecronisti dicono ‘displacement‘  per le tre abitudini loro: gli inglesismi, darsi importanza, nascondere le carte.  Questo è un grande limite della formula. Un vero errore dei progettisti neozelandesi... Che peggiora il difetto già insito nelle match race. Almeno questo è il parere – modesto per quanto sia – di chi scrive queste righe…

Tutta la regata si svolge con un solo primo ed un solo secondo. La sola speranza per chi sta dietro è un improbabile errore del battistrada…

La manovra tipica – cui asistiamo – è che il secondo ricorra a delle virate, andando a cercare il ‘bordo buono’ da un’altra parte rispetto al primo. Questi, il battistarada, tatticamente ‘non può che …virare sopra di lui’ persino se la scelta è matta‘.

Perché l’inseguitore gioca sì la sola carta agonisticamentee tecnicamente possibile, a riscchio di straperdere, MA potrebbe sempre trovare, specie con condizioni di vento leggero come in questi giorni ad Aukland, ‘rinforzi di vento‘ , ‘raffichette‘, ‘artietteo lievi coerrnti a sorpresa. Tattici e timonieri ‘leggono’ queste cose sulla superficie del mare. Ma queste letture possono – ripetiamo – rivelarsi improvvise, sorprendere

La barca che conduce non può rischiare tali soprese e vira anch’essa ‘sopra il secondo’ mettendosi sulla stessa rotta: l’importante e rimanergli sopra vento o – che è lo stesso – tenerselo sottovento. Il ch significa ‘avanti‘, ‘in vantaggio’. Prché il vento è la cosa più difficileda ‘risalire’. Le progressive virate sono una andatura a zig-zag, la sola valida per raggiungere una boa di bolina ‘perfettanente’ controvento. Così viene posizionata ‘al fondo’ con una mazzera (un peso).

Ma, a questo punto, se è vero com’è vero che Luna Rossa, con due timonieri, il palermitano Franecsco Bruni e l’austarliano Ben Ainsli, (una trovata che migliora molto il tempo di virata, ed è assurdo come i NZ non l’abbiano subito ‘copiata’), può impegnare i Kiwi, trovandoseli avanti, in una serie continua di virate, guadagnando metri ad ogni virata. In questi casi il primo rishia diperdere la testa’, il secondo rischia che il primo rinunzi a ‘virargli di sopa’. Cioè ad inseguirtlo sull’altrto ‘bordo’.  Allora: o il secondo è su un bordo fortunato e va a vincere, oppure il primo, seguendoi i dettami del vento, delle correnti e del campo di regata, se ne va di filato verso il traguardo.

Anche nell’andatura di poppa si verificano ‘mosse’ similari

Ma sia chiaro: se il secondo non fa che inseguire sulle stesse acque il primo, con barche molto simili  (ugualmente performanti) com Prada ed Emirates, non lo acciufferà mai (ripeto, tranne improbabili errori o ‘disgrazie’ del primo).

Ebbene, questo è già un duello ‘bellisimo’ e viassistiamo spèesso, moltospesso. Tutrtavia la Vela con la V maiuscola che ci ha fatto perdere la testa, quella che rischia di ridurci in povertà (come tutte legrandi passioni) per i suoi costi, non è solo questa. Assolujtamnente no!

Non è: due barche che si inseguono senza superarsi quasi mai… Nè tanto meno che partono meglio sol perché l’altra perde la planata. Quasi sempre per una semplice circostanza sfortunata. Le regate di tipo olimpico hanno molti partenti, per cui ‘il gioco si compluica’ e si arricchisce: solo il susseguiresi di molte prove premia alla fine il più forte e fornisce una classifica finale che rispecchia i valori in accua. 

Ma la gara appassiona: se si vince, sarà ugualmente la tecnica velica e la tecnologia italiana ad aver dato un duro colpo – in casa loro – ai maestri neozelandesi che dello sport velico hanno fatto una religione. Forse ancor più del rugby o, da buoni ex britannici del Commonwealth dell’hockey su prato o del Polo.

Germano Scargiali

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Non bisognerebbe ricordarlo, ma i carri armati che nelle sabbie di Bir el Goby o di Giarabub fino ad El Alamein inseguivano gli italiani e i libici che li affrontavano con semplici molotov erano in buona parte neo zelandesi. Oggi siamo tutti ‘occidente‘ e, grazie al Cielo, parliamo solo di pace e …di sport. Ma gli inglesi, che hanno inventato lo sport moderno, vorrebbero sempre vincere e così gli ex inglesi del Commonwealth.

Una ‘bella’ lezione ce la danno – però – i Kiwi con gli sfondi di Auckland: ecco che cosa sono le città moderne. L’Italia, per non parlare delle miserie della Palermo moderna – pur essendo la patria  di Renzo Piano e Gae Aulenti ed essendo tornata presto una grossa potenza industriale – è in estremo ritardo sul ‘moderno’. Si pensi allo stadio della Favorita di Palermo: che vergogna! A parte le bastonate che i ‘gloriosi colori rosanero’ stanno prendendo in una serie che molti palermitani non sanno più neppure quale sia!

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LA STORIA DELLA REGATA ad AUKLAND  A ‘MARCIA IDIERO’

SECONDA GIORNATA

E’ di nuovo parità ad Aukland ( 2-2) tra New Zealand e Luna Rossa nella finale per la conquista della Coppa America. La regata fra italiani e neozelandesi si profila ai ferri corti e rischia di giungere ad una ‘bella’ conclusiva che avrebbe il sapore di un’ordalia.

La seconda giornata di regate nel mare dei Kiwi (non bisogna dimenticare che la storica Carraffa bisogna vincerla fuori casa e con regole di formula e di stazza e di regata dettate dai detentori) si è conclusa con una vittoria per parte, esattamente come la prima giornata: il risultato ora è 2-2.

Francesco Bruni, cresciuto e tesserato per il Lauria presieduto prima da Totò Matracia ed orada suofiglio Giorgio, è adesso anche sociofondatpore del Circolo VelicoSferracavallo, un 'cammeo' frutto della passione di Giusepèpe Giunchiglia e elle sue figlie Sonia e Marta campionese di29er pronte adesso per l'olimpico49er che fuanche una delle varie 'classi' in cui primeggiò di F.Bruni.
Francesco Bruni, cresciuto e tesserato per il Lauria presieduto prima da Totò Matracia ed ora da suo figlio Giorgio, è adesso anche socio fondatore del Circolo Velico Sferracavallo, un ‘cammeo’ frutto della passione di Giuseppe Giunchiglia e delle sue figlie Sofia e Marta campionesse di 29er pronte adesso per l’olimpico 49er che fu anche una delle varie ‘classi’ in cui primeggiò F.Bruni.

Luna Rossa Prada Pirelli si aggiudica la gara 3 con 37” di vantaggio su New Zealand mostrando ottime doti in condizioni di vento leggero e scrivendo una pagina importante nella storia dello sport italiano: mai una barca italiana aveva vinto due regate nella finale di Coppa America.

Risposta immediata, purtroppo, dei padroni di casa con il dominio in gara 4 fin dalle prime battute da parte di Emirates N.Z.

Insomma il risultato è stato un secondopari e patta’, ma a corrente alternata: la prima vittoria è stata azzurra, la seconda black. E’ notevole, perché la barca è timonata dall’ormai più che famoso palermitano Francesco Bruni (regatante del Circolo Canottieri Lauria e socio fondatore del Circolo velico Sferracavallo).

Il via della regata viene rinviato di alcuni minuti per la presenza (incredibile, anche lì) di barche di tifosi all’interno del campo di regata (è prevista la proibizione nel codice della Navigazione)…

Alla partenza Luna Rossa ci azzecca e nel primo scambio di virate lotta di virate, si conferma più agile e veloce, lasciandosi dietro New Zealand. Corre così veloce cancello dopo cancello (gate) fino all’arrivo: l’Italia è in testa in quelle lontanissime acqua. Gli azzurri sperano, i kiwi e i tifosi Maori cercano di non battere i denti.

Per il momento l’incontro è 2-1. La musica, però, si inverte nuovamente in ‘gara quattro’ e New Zealand, controllando bene l’avversaria, incrementa il suo vantaggio a ogni lato, a dispetto del vento sempre debole e conclude con un vantaggio di oltre 1’…

Domani si torna in acqua con altre due prove di regata. Si gareggia al meglio dei 13 confronti. E’ ormai arcinoto: vincerà la coppa la prima che ne vince sette. 

(Testo da varie fonti ordinato e commentato da G. Scargiali)  

 

CRONACA DELLA PRIMA GIORNATA : 1-1 DOPO LA RIMONTA DI LUNA ROSSA

Una visione di poppa di Luna Rossa. si vede la scelta tecnica originale della coperta: La barca che ha molta Sicilia a bordo ha due timonieri. Nella Coppa America 2021.L’australiano James Spithill e il palermitano Francesco Bruni sono i due timonieri che finora hanno 'guidato' l’equipaggio italiano, entrambi affiancati dal tattico Pietro Sibello. Ecco perché lo scafo italiano ha adottato una scelta del genere, una novità assoluta per la finalissima di America’s Cup. Nella notte tra mercoledì 10 e giovedì 11 marzo, alle 4 del mattino (ora italiana) sono iniziate le regate Nel Golfo di Hauraki contro New Zealand. continua su: https://www.fanpage.it/sport/altri-sport/perche-luna-rossa-ha-due-timonieri-nella-coppa-america-2021/ https://www.fanpage.it/
Una visione di poppa di Luna Rossa. Si vede la scelta tecnica originale della coperta: La barca che ha molta Sicilia a bordo ha due timonieri. Nella Coppa America 2021. Il palermitano Francsco Bruni e l’australiano James Spithill (ingaggiato dall’armatore Bertelli marito di Miuccia Prada) sono i due timonieri che conducono la barca al timone, assistiti dal ‘tattico’ Pietro Sibello. Ecco perché lo scafo italiano ha adottato una scelta del genere, una novità assoluta per la finalissima di America’s Cup. Nella notte tra mercoledì 10 e giovedì 11 marzo, alle 4 del mattino (ora italiana) sono iniziate le regate nel Golfo di Hauraki contro New Zealand.
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Luna Rossa strappa gli applausi pareggiando 1-1 al termine della prima giornata della finale della Coppa America nel golfo di Hauraki ad Auckland, in casa dei detentori del trofeo della competizione velica più antica che tutt’oggi si disputi.

Emirates Team New Zealand aveva vinto la prima regata, ma Luna Rossa Prada Pirelli risponde battendo gli ‘All Blacks’ del mare nella seconda con un finale da cardiopalmo.

Siamo appena agli inizi: per impadronirsi della storica Carraffa gli italiani dovranno vincere 7 prove ed altrettante i Kiwi se vorranno tenersela nella loro bacheca fino alla prossima sfida…

Molte le indicazioni emerse da questa prima, attesa sfida. L’esordio contro i forti e ‘pugnaci’ neozelandesi rappresentava un grosso interrogativo, un giustificato patema: ci vuol coraggio ad affrontarli  a vela come nel Rugby. Forse di più. E la posta in palio – si sa –è alta. Altissima: poche volte come in questi appuntamenti è in lizza nell’agone sportivo il prestigio nazionale

In poppa la barca neozelandese ha mostrato un pelo di velocità in più, circa un nodo: troppo poco rispetto alle performance di Luna Rossa che ha colmato il gap mostrato ancora a dicembre.

La barca italiana ha mostrato non solo di essere competitiva nelle performance, ma anche nel match race. Virate e manovra sono il suo momento vincente. Niente hai detto: sperare è più che lecito, ma non diciamolo…

La prima regata: vince Emirates New Zealand

Prada sconta un ritardo alla prima partenza della giornata: New Zealand parte da formula 1 e corre ‘sparata’ nel box con 150 metri circa di vantaggio sugli italiani che reclamano due volte la penalità in manovra, non rilevata, però, dagli arbitri.

New Zealand arriva alla boa del primo cancello filando ad oltre 40 nodi di velocità. Impensabili per i comuni yacht a vela: velocità da off-shore. Mantiene più o meno il passo in poppa nel secondo tratto allungando a 350-380 metri il distacco su Luna Rossa. Alla seconda boa il vantaggio è di 23 secondi. Nel terzo lato, completando la regata naviga di bolina ad una media oltre i 37 nodi…

Prada recupera qualcosa girando a 19” di distacco ridotti poi a 17” virando la boa della quarta porta.

I kiwi volano, però, ormai verso il traguardo distanziando di 500 metri gli sfidanti…

31” il distacco finale e prima annotazione tecnica…

Il ‘match race’ non si smentisce, diciamolo a bassa voce: chi prende il vantaggio in partenza, è facile che vinca (troppo). Questo ha determinato il mancato decollo che si era sperato in virtù dei giustificati entusiasmi delle dirette televisive…

Quando la posta in palio non è alta come nella America’s Cup, fatta di alta tecnologia, materiali sofisticati, tecnica raffinata e …tifo sperticato il duello fra due si sgonfia inevitabilmente…

Lo ha detto anche Patrizio Bertelli, patron di Luna Rossa. E Bruni, il timoniere italiano…

“Potevamo far meglio – afferma – non c’è un gap fra le due barche…”

Ciò significa che Prada ed Emirates – secondo ‘Checco’ – stanno gareggiando ‘ad armi pari’, quasi fossero due monotipi.

La sfida tecnologica si preannunzia già abbastanza in pareggio e questo può essere considerato il primo responso: è bastata la prima prova…

Bruni non si sbaglia in materia! Per decidere la vittoria, se si continuasse di questo passo potrebbero essere necessari fino a 13 (7-6) incontri (prove nel ‘gergo velico’ usuale, ma qui siamo dentro una vela moderna, dove ciò che è tradizione non può non cedere il passo alla novità).

Le due barche, insomma, si equivalgono più o meno e, escludendo improbabili errori clamorosi, vince chi ‘parte meglio’. …Gli AC75 da 75 piedi, lunghi mt 22,86, gli ‘yacht’ che vediamo impegnati, senza vele di prua e spinnaker, sono le macchine volanti del mare e li hanno inventati i neozelandesi. Essi, secondo la regola della AC, hanno anche scritto il regolamento e presentano una barca con una coperta molto bassa e poca superficie piutosto a favore dell’aerodinamica. Da rilevare che il doppio timoniere, in fase di qualificazione, contro esimi avversari, si è dimostrata vincente: probante contro gli inglesi

Seconda prova: Luna Rossa pareggia

Al via della regata numero 2 della giornata abbiamo 14-15 nodi di vento, quanto basta e avanza per far correre questi ‘mostri sacri’ dell’andare a vela…

Ed è Luna Rossa stavolta a sbucare prima dalla linea di partenza: Gli All black fanno quello che possono: poco. Coperti dalle vele italiane, navigano con un distacco di una settantina di metri.

Siamo in pieno ingaggio, non molto differente dal duello di due battistrada di una regata …comune. Luna Rossa porta a 100 mt il vantaggio: adesso la barca che porta il gagliardetto del Circolo della Vela Sicilia, timonata da Francesco Bruni, tesserato da sempre al Lauria e fondatore e socio acclamato dal Circolo velico Sferracavallo, anch’esso di Palermo, fila fino ai 45 nodi…

Ora sono gli 11 uomini dell’equipaggio di capitan Max Sirena a dominare la bolina

Splendida, Luna Rossa Prada Pirelli si lascia dietro gli spocchiosi kiwi di 270 metri. Virata veloce alla boa del secondo gate con 12” di vantaggio.

New Zealand è più piccola, offre meno resistenza all’acqua ma appoggia con un angolo un po’ più ampio perché anche i suoi foil sono più piccoli…

Ancora una volta sono le virate l’arma vincente di Luna Rossa: stringe il vento come una lama e accresce a 25” il vantaggio al terzo ‘cancello’ perdendone solo uno (24”) al quarto…

I neozelandesi potrebbero raggiungerla? non se ne parla nemmeno!

Nel quarto lato, però, Prada lascia per un po’ il campo libero a New Zealand che può aggredire la barca del Circolo della Vela Sicilia e rimontare fino a diminuire il distacco a 180 metri.

Inizia il duello finale, un nuovo ingaggio con i neozelandesi virata per virata: Prada entra all’ultima poppa con soli 12” di vantaggio.

L’ultimo lato: New Zealand incalza a 160, 150, 100 metri e le due barche si lanciano in una vera e propria ‘volata’ sul simbolico filo di lana… Luna Rossa taglia l’allineamento d’arrivo con soli 7 secondi di vantaggio:       è 1-1.

Soddisfatto Jimmy Spithill, l’altro timoniere di Luna Rossa.

Un po’ preoccupato invece Peter Burling, il timoniere neozelandese che proviene dalla classe olimpica 49ers, classe in cui ha regatato anche Bruni…

Burling è stato argento ai Giochi di Londra e oro a Rio 2016, 7 volte campione del mondo, nonché il più giovane vincitore dell’America’s Cup nel 2017

A quanto pare i neozelandesi hanno trascurato negli ultimi tempi gli allenamenti. Un ‘peccato’ che potrebbero pagar caro e il loro titolato timoniere se ne rammarica…

“Siamo – sembra che Peter Burling abbia esclamato – un po’ arrugginiti”. In effetti Il timoniere di Team New Zealand sperava di vincere comodamente le prime due regate contro Luna Rossa e di palesare una netta superiorità. Così non è stato.

E’ duro per i neozelandesi che considerano la vela sport nazionale assieme al Rugby e al Netball (solo femminile), ammettere anche una parziale sconfitta in Coppa America…

Luna Rossa non solo ha pareggiato con la seconda prova di giornata, ma ha annullato il pronostico che dava favoriti i Kiwi. Prossimo appuntamento domani (sabato 13 marzo) all’alba.

(Notizie da varie fonti, ordinate e arricchite da G. Scargiali)

Nota

Voto 5 ai teleconisti: peggio che in altri sport – ci spiace dirlo – …se la commentavano da soli, si chiamavano l’uin l’altrto per nome (De Angelis sempre Francesco, fuori campo, omonimo di Bruni e non si sapeva a chi si riferissero). E’ un vezzo consentiuto …solo in casi estremi. I tecnici passavano da commenti strettissimi in gergo – quasi emnpre inglese quando (ovviamente) c’è l’equivalente italiano – memtre cercavano di superasi  l’un l’altro in raffinatezza, con note incomprensibili per il telspettatore comune. Da lì a considerazioni di una banalità deprimente. Si scordavano di comunicare la classifica, di riferirsi – assistendo che si mettesse in ascolto (eravamo fra le 4 3e le 5 del magttino) sulla situazione. Non parlavano del puneggio dopo le giornate pecedenti.  Tecnicamente non hanno mai spiegato che cosa sia il ‘sopravento‘ e l’importanza che ha in regata trovarsi sopravento alla barca avversa. Praticamente è …tutto. Ma anche nel corso dei singoli incontri spesso e a lungo non dicevano chi fosse primo e chi secondo. Ovvio dalle immagini? Non sempre sinceramente. Perché le vele piatte, la non sovrapponibilità del fiocco alla randa e il colo nero, i quasi uguale delle 2 barche hanno reso il tutto più fastidioso che altro: mi metto nei panni di chi non abbia visto decenni di regate come chi scrive, non abbia mai fattoregata, non sia un ufficiale di regata… E ci fermiamo qui per decenza…

Di solito, in tal modo, la gente qualunque non poteva che commentare all’americana: “Fantastic!” E sapere solo dopo l’arrivo chi avesse vinto.

Bisognerebbe, quanto meno, dir loro che fra i primi 10 comandamenti del giornalista c’è quello di mettersi nei panni di chi legge o ascolta, uscendo dai propri. Un altrto dice di non par male dei colleghi, ma lo faccio solo per amore dell’informazione e soprattutto della vela. Il troppo è troppo…

Nonostante questo, dato lo spettacolo fantasmagorico, risulta che vi sia una gradita affluenza di nuovi giovanissimi ai corsi di vela la FIV (Federvela)  li accoglie a braccia aperte…

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