Amministrative: Liberali, liberisti e libertari emergono…

Il vincitore (Salvini ha trainato la destra e conferma la sua alleanza), il ridimensionato (Di Maio) e il soddisfatto Martina

Di Germano Scargiali

Non deve destare meraviglia laderiva politica” verso posizioni liberistiche e liberali manifestatasi in queste amministrative. Né deve limitarsi la portata di questo nuovo risultato, che conferma una tendenza come caratteristica di elezioni in provincia, lungi dalla visione d’insieme delle scelte nazionali e internazionali… Fuori dai soliti pannicelli caldi degli sconfitti di turno, qui siamo di fronte ad una chiara tendenza che, negli ultimi anni, è stata addirittura mondiale…

Significativo che Catania si sia liberata da Bianco, una vera calamità che ha messo in ginocchio la città e Roma abbia dato un bella botta alla Raggi, donna carina e gentile – nonostante la sua voglia di fare …il duro – che tutto avrebbe dovuto fare tranne che il sindaco dell Città Eterna. Questi sono fatti storici come lo è la “cacciata” di Accorinti da Messina e tanti comuni che hanno portato al primo turno sindaci liberali o che hanno in ballottaggio sindaci di centro e di destra con esclusione della sinistra e dei 5Stelle

Da una parte assistiamo all’onda lunga della cosiddetta caduta del Muro di Berlino, che è – invece –l’implosione del socialismo reale. L’annessione di Berlino est, il capovolgimento dell’Urss in Russia e simili cambiamenti in tanti stati che si definivano socialcomunisti sono costati qualcosa persino in termini di spesa, ma stanno fruttando al mondo un ritorno al libero mercato che darà certo i suoi frutti se già non li sta dando, nonostante le crisi finanziarie. Perché tali sono e vanno opportunamente e attentamente distinte da quelle economiche…

Dall’altra parte funziona quel tanto di democrazia possibile in termini realistici nel mondo di oggi e per più anni ancora… Vogliamo dire che i popoli si accorgono – e lo manifestano al voto – dell’errore dello statalismo inteso come colonna portante della realtà socio-civile e quindi politica delle nazioni.

Peggio o forse meglio: i popoli si accorgono come lo statalismo sia “voluto” e venga ancora sostenuto sotto forma di falsa democrazia di tendenza socialisteggiante… Ciò da parte di forze semi occulte che intravedono il loro tornaconto (planetario) nella possibilità di “controllare” economicamente e persino moralmente e socialmente le cosiddette “masse”, preponendo risolutamente tale possibilità di controllo (grande fratello etc) allo sviluppo, alla crescita generalizzata e persino al progresso. Sono questi almeno 3 ordini di grandezza di qualità parallela similare, marcatamente differente e distinguibile l’uno dall’altro…

I risultati di queste amministrative in oltre 700 comuni italiani sono ovvi ed evidenti: la tendenza verso la cosiddetta “destra” assume la fisionomia di una svolta pur senza esserlo adesso, perché – come dicevamo – è solo il prosieguo di una visibile deriva che non è soltanto italiana… Inutile interrogarsi, da parte dei perdenti su questo o quell’errore in particolare…

Tipico è il caso del PD, che sta dimostrando un tenuta inattesa, dopo aver pagato che cosa? Giusto i propri meriti e la propria volontà innovatrice: la consapevolezza di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni di innovare in senso- appunto –liberale e liberista – rifondando un socialismo che abbia cancellato il 90% e passa della sclerosi marxista… E senza ripescare –intendiamoci – neppure i patemi ottocenteschi di Falan, Proudhom, Fourier, Owen o – peggio – i pregiudizi di un loro ispiratore come Malthus e persino Darwin… Nessuna corrente deve “rottamare” il passato a favore di un “cambiamento” quanto debba farlo – onde avere un nuovo e opportuno diritto di cittadinanza – il socialismo… Il comunismo, poi, è da ritenere assolutamente “out of order”…

Anche il PD adesso “gode”, per così dire, di quell’apertura generalizzata  verso posizioni di libertà e di indipendenza da chi visibilmente vuol indirizzare la politica verso falsi “idoli” demagogici, tutto favore di una fede nello Stato che questo non merita, al di fuori di quelle funzioni che sono “statuali” per antonomasia…

Il mondo comprende o intuisce come sia drammatico rinunziare all’economia di mercato. Con tutti i suoi difetti ed i problemi che pone, il mercato è da una parte la “mucca da mungere”, che ha determinato il grande sviluppo del tenore di vita generalizzato nella realtà odierna, in cui la crisi è pur sempre una crisi da ricchi enon riguarda la carenza obiettiva dei mezzi di sussistenza.

Mercato significa liberismo e tale principio vuol dire anche libertà con tutti i risvolti sul terreno socio civile, culturale e artistico, che lo statalismo frustra irrimediabilmente, sia o meno accompagnato da uno  pseudo liberismo verticistico. Quest’ultimo è da tacciare di “neoliberismo“, non certo il liberismo di base, quello generalizzato, pietra angolare di ogni libertà. La libertà generalizzata, invece, è vista con timore dalle accolite di stampo massonico che temono ad ogni li vello lo sviluppo e il moltiplicarsi di autonomi centri di crescita e,inevitabilmente, potere. Temono i confronti e la necessità di competere con grave danno per tutto il progresso…

Si ripete anche l’errore – quasi contrario – di considerare estinte la ideologie e possibile un metodo di governo assolutamente libero da quelli che vengono considerati “pregiudizi“, a tutto favore di ciò che è “giusto e opportuno“: non esistono usuali scelte assolutamente opportune di per sé. Quindi tale accordo è possibile, ma del tutto “episodico”, assolutamente non generalizzabile… L’ideologia è insita negli esseri umani e dipende dalla divisione del pensiero, che risale – come può essere culturalmente rimarcato con facilità – ai primordi della storia: è una vera dicotomia con qualche secondaria variante. E’ per questo che tentativi di creare partiti politici basati sul”indeterminatezza del pensiero, quali i 5Stelle, Podemos e Tsipras, ultima spiaggia di chi vuole proditoriamente imbrigliare sostanzialmente la storia (che è continuo e irrinunciabile confronto), sono vani e risultano ben presto perdenti…

(Germano Scargiali)

 

Il dettaglio

 

Sei i sindaci eletti al primo turno, tre di centrodestra (Vicenza, Treviso, Catania), uno di centrosinistra (Brescia), due civici (Barletta e Trapani), e 14 città al ballottaggio (12 con un candidato di centrodestra): è il bilancio delle amministrative nei venti capoluoghi chiamati al voto (I RISULTATI). Matteo Salvini parla di “dati straordinari”, mentre Luigi Di Maio – che resta fuori da due consigli circoscrizionali del comune di Roma – smentisce le difficoltà del Movimento. Positivo anche il segretario del Pd Martina: “Risultati incoraggianti…”

Si avvicinano i ballottaggi…

Sette dei 14 ballottaggi – che si svolgeranno tutti nella giornata di domenica 24 giugno – sono tra centrodestra e centrosinistra (Ancona, Brindisi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo). A Messina, Siracusa e Viterbo la sfida è tra centrodestra e civiche, mentre ad Imperia tra due candidati di centrodestra. Il M5s affronta il centrosinistra ad Avellino, il centrodestra a Terni e un civico a Ragusa.

Ecco ballottaggi centrodestra-centrosinistra…

A Pisa la sfida è tra Michele Conti (Lega, Fi e Fdi) e Andrea Serfogli (Pd, e liste civiche), mentre, sempre in Toscana, a Siena si attende il vincitore tra il sindaco uscente Bruno Valentini, appoggiato da Pd e Lista civica In campo, e Luigi De Mossi (Lega, Fi, Fdi, lista civica Voltiamo pagina). Confronto tra centrodestra e centrosinistra anche a Brindisi, dove Roberto Cavalera (Pri, Fi, Udc, e liste civiche) è in corsa contro Riccardo Rossi (Pd, LeU e liste civiche), a Teramo con Giandonato Morra (Fi, Fdi, Lega, liste civiche e Il popolo della famiglia) e Gianguido D’Alberto (Pd e liste civiche) e a Sondrio con Marco Scaramellini (Fi, Fdi con Giorgia Meloni, Lega, e liste civiche) e Nicola Giugni (Pd, Sinistra per Sondrio e liste civiche). Infine, la sfida tra centrodestra e centrosinistra prosegue ad Ancona, con la sindaca uscente del Pd Valeria Mancinelli e il candidato del centrodestra Stefano Tombolini, e a Massa, con il primo cittadino uscente Alessandro Volpi, appoggiato da Pd e liste civiche, e Francesco Persiani, sostenuto da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, Lista civica Persiani sindaco, Lega, Il popolo della famiglia, Fi.

Qui i ballottaggi centrodestra-civiche…

A Messina la corsa alla poltrona di sindaco esclude sia i 5Stelle, sia la sinistra: avviene tra è tra Placido Bramanti (Noi con Salvini, Fdi, Fi, Ora Messina, Peloro 2023, Insieme x Messina, diventerabellissima, Idea Sicilia – Popolari e autonomisti, Il Popolo della famiglia e Bramanti sindaco) e Cateno De Luca. L’uomo politico, preso di mira da una pletora di accuse giuidiziarie da cui ece regolarmente assolto, si presenta da “nudo alla meta” con queste liste: liste Giovani x, Messina nord, Messina sud, La svolta per Messina, Messina centro, De Luca sindaco di Messina.

La sfida centrodestra-civiche si ripete anche a Siracusa, dove Ezechia Reale (Idea Sicilia – Popolari e autonomisti, Progetto Siracusa, Cantiere Siracusa – ora…tutti noi evoluzione civica, Amo Siracusa, Fratelli d’Italia, Italia Unione di centro, Forza Italia Berlusconi per Siracusa, Siracusa protagonista) andrà al secondo turno con Francesco Italia (liste Francesco Italia sindaco, fuorisistema per Siracusa e Siracusa 2023 – Pdr Sicilia futura). Infine, a Viterbo si scontrano Maria Arena (Fi, Lega, Fdi con Giorgia Meloni e lista civica Fondazione!) e la candidata civica Chiara Frontini (liste civiche Viterbo venti venti e Viterbo cambia).

Un ballottaggio tutto nel campo del centrodestra è quello di Imperia, dove passano al secondo turno l’ex ministro Claudio Scajola (liste civiche Obiettivo Imperia, Imperia insieme, Area aperta e Il popolo della famiglia) e Luca Lanteri (Lista civica Forza Imperia, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, Lista civica Progetto Imperia, Lega, Lista civica Vince Imperia).

I ballottaggi del M5s

Il M5s ha conquistato tre ballottaggi. Ad Avellino il pentastellato Vincenzo Ciampi se la vedrà con Nello Pizza, candidato del centrosinistra appoggiato da Pd e liste civiche, mentre a Terni tocca a Thomas De Luca che sfida Leonardo Latini (Fi, Lega, Fdi con Giorgia Meloni, lista civica Terni civica e Il popolo della famiglia). Infine Ragusa, dove il pentastellato Antonio Tringali sfida il civico Giuseppe Cassì (Ragusa – fuori dagli schemi Peppe Cassì sindaco, Movimento civico ibleo, Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia e Peppe Cassindaco).

Ecco quelli già con la fascia tricolore

Vari primi cittadini sono stati già eletti… a Vicenza il candidato di centrodestra Francesco Rucco è il nuovo sindaco della città, prima guidata dal dem Achille Variati. Mario Conte (Lega, Fdi con Giorgia Meloni, Fi, e liste civiche) si afferma invece a Treviso. Il centrosinistra perde Barletta, dove al primo turno è stato eletto Cosimo Damiano Cannito, appoggiato da diverse liste civiche, e Catania, che vede vincitore l’europarlamentare di Fi Salvo Pogliese. Tuttavia i dem reggono a Brescia, dove il primo cittadino uscente Emilio Delbono è stato confermato a pieni voti. Quasi un plebiscito, poi, per il neo sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, esponente del centrosinistra che si è presentato con una lista civica.

Così dicono Salvini, Di Maio e Martina…

Il quadro che emerge dopo questo primo turno di amministrative mostra quindi la Lega di Matteo Salvini ancora in crescita, in linea con la tendenza delle politiche del 4 marzo, e un M5s che invece rallenta e perde i Municipi III e VIII di Roma. Il leader del Carroccio parla di “dati straordinari” e ricorda che abbiamo aumentato il numero dei sindaci, raggiungendo percentuali commoventi a Terni e Pisa per non stare nel lombardo-veneto dove i successi sono garantiti. Significa che questi primi giorni da ministro sono stati riconosciuti”. Positivo, nonostante qualche sconfitta, anche il leader pentastellato Luigi Di Maio, che attacca chi parla di difficoltà del Movimento rispetto al 4 marzo: “È una lettura che si è sempre rivelata falsa e che si rivelerà tale anche questa volta”. Stessa linea per il segretario reggente del Pd Maurizio Martina: “I dati elettorali sono incoraggianti, rivelano che tante persone danno ancora fiducia e sostegno al Pd. Vogliamo stare con i piedi per terra ma sono risultati sui quali possiamo costruire un nuovo corso per il Pd come lo intendiamo adesso”.

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