Sinistra e destra sempre lì: “c’u pilo e senza pilo” è scontro…

Silvio Berlusconi: fateci caso, braccato da decenni, è ancora lì. Il fatto è che per fregare uin uomo ce ne vorrebbe un altro.

La feroce reazione ad una vigilia di marca liberale, in attesa del confronto elettorale imminente, scatena la prevedibile reazione della …sinistra. Gli italiani e persino il mondo avrebbero, invece, dimenticato – secondo un comune assetto – la distinzione destra / sinistra. Ma sì: quel che è giusto è giusto e ciò che è un errore resta tale per tutti! Non sarà mai così, perché dai primordi nel pensiero umano esistono due mentalità: “perfettismo e imperfettismo”, il buonismo a portata di mano da una parte, mentre dall’altra chi accetta il confronto – necessariamente imperfetto – con una realtà fatta di chiari e scuri, le verità solo se “quantomeno” galileiane, contro falsa e frettolosa scienza… Libero pensiero in evoluzione  da una parte (progresso multidirezionale verso la crescita e il progresso), ideologia (progressismo a 1 direzione, la marcia comunista) dall’altra.  Ma, dopo il flop social comunista, fa “buono” dire che gli umani questa dicotomia l’avrebbero quasi dimenticata, tornando ad una situazione primordiale alla Rousseau: tutti insieme appassionatamente. Purtroppo, ancora una volta, non è così. E’ presto per acchiappare l’unità, dobbiamo acvcettare la molteplicità del cosmo… Può attecchire l’ennesima errata opinione perché, come dice Antonino Zichichi, la cultura diffusa è ferma all’epoca pre aristotelica. Ma noi diciamo pre socratica: non hanno capito che cosa sia la filosofia (storia ed evoluzione del pensiero umano), né la scienza galileiana. Per non parlare delle porte aperte da Einstein, percorse da scienziati come lo stesso Zichichi… La massa del popolo, forse con poca colpa, vive nell’ignoranza. Crassa.

Restano i chiari e gli scuri, Ancora. Che ci evocano un ricordo “pedestre”, che ha del comico e dell’amaro insieme… Come si dice per infamare (come se non bastasse) il povero – anzi il ricco – regno dei Borboni: i suoi soldati non avrebbero saputo riconoscere la destra dalla sinistra: per questo qualche comandante faceva legare un pelo di coda di cavallo sulla gamba destra e – ogni tanto – durante la marcia, ridava il passo, urlando “c’u pilo” e poi dopo un attimo ripeteva il suo uno, due: “c’u pilo e senza pilo”… Questo per ricordare quali fossero la destra e la sinistra: no gli italiani e il mondo se lo ricordano ancora. Perché intervenga un provvido lete, il gas “letale” del sonno nemico della memoria, occorreranno anni, forse molti, di …educazione. O forse non avverrà mai ed è “normale”, cioè giusto e previsto, che sia così… Perché solo accettando il cosmo com’è l’individuo può raggiungere il premio… Forse l’educazione farà in modo che la sinistra rinunci, però, al proprio tradizionale manicheismo. Ma dovrebbe capire prima che, dopo il numero 1, la numerazione ricomincia da 2 e …continua. Spietato? Non tanto, non troppo: l’errore risale a Parmenide, ma Eraclito (panta rei), filosofo della molteplicità, l’aveva capito…

In questo palcoscenico di carta colorata come si vuole, si scatena la pantomima della ennesima caccia a Berlusconi, in America quella a Donald Trump, in Russia a Vladimir Putin, in Turchia ad Erdogan, in Egitto ad Al-Sisi, in Siria ad Assad. …E non ci si rende conto che sono tutte metamorfosi dell’omicidio di Gheddafi. Quello che – a danno avvenuto – i facili storiografi ammettono: fu un errore… Se la logica di tali eventi è unica, anche la mano, cioè la volontà, lo è – per incredibile che sembri – quindi la parte più potente del mondo: con chi sta, dunque, la fantomatica …mafia? Oppure i deboli sono protetti da una “mano mediatica” pura e disinteressata, quasi santa, che li rassicura sulla provvida (?) opera, che è la mano di una “strana” provvidenza. Questa tenderebbe a difendere il mondo dai vari Gheddafi, Mubarak e dai loro governi? Oppure dagli Al-Sisi e dagli Assad, per sostituirli, pur di levarceli di torno, con …quelli della Jihad?

Ciò che “dà fastidio”, a dir poco, ai poteri fortissimi del mondo (ma hanno sede a pochi Km l’uno dall’altro) è il “governo che governi“. Lo si individua nel capo del governo – vedi caso “stravotato” dal popolo – che diventa …un di quei capi un po’ – o anche tanto – pericolosi, come disse il Porta del Manzoni. Scatta il concetto di populismo, emerge quello di dispotismo. La nuda verità e che sono capi – come fu anche Craxi – che prendono “sfacciatamente” anche le parti della propria nazione, del proprio Stato… Lassù, infatti, qualcuno …ci odia. Ama, invece, i governi flebili, che non governano, quelli aggirabili con uno zuccherino, in bocca ai “capi non pericolosi“, quei “mollacchioni” che ben conosciamo e tanti …ne vedemmo. Nascono le democrazie falso socialdemocratiche, tranne ad essere in pratica non elettive, cioè non solo falso socialiste, ma anche falso democratiche. Occorrono esempi? Il concetto è: Non fia mai che lo Stato governi! Lo Stato deve servire a pilotare denaro e tener buone, sottomesse e in stato di bisogno –  le masse…

Tornando ai “fatti nostri” non ci si meravigli di ciò che si vede, così come è impossibile meravigliarsi delle campagne antri Trump in Usa… Così è facile che un esimio columnist nazionale parli a ruota libera di Mafia con certificato d’origine siculo “controllato e garantito”, dicendo le solite “minchiate”: dando per scontato – cioè – ciò che scontato non è. No, non lo è affatto. Perché ripeteremo, finché abbiamo le dita e una tastiera davanti e la voce per parlare, che la mafia non è quella che spara, che uccide per strada. La Mafia è quella che ti uccide nella vita, da vivo, che cerca di limitarti come uomo e come professionista, ma persino nello sport, che dà la precedenza ai “parenti della zita”. Questa Mafia, la responsabile – anche –  dell’imbattibilità del fenomeno, non sta né necessariamente sui monti di Corleone e di Palermo, né nelle periferie di Napoli o Reggio Calabria o Bari. Ce lo insegnarono da bambini. Lo apprendemmo dal biberon, noi nati in quell’isola “felice e tormentata”, avvilita e calpestata, derisa e tanto amata. Proprio come quell’amore di J.Prevert. Il capo è ignoto e, se non lo è, non si nomina. Non è Riina che tormenta il cappello fra le mani come il papà di “Matrimonio per forza” di Fabrizio De André. Intendiamoci: non che sia un brav’uomo…

Ma non sta neppure – la mafia –  spiccatamente fra i politici, gli invidiati malversatori che dominerebbero il mondo. Ma questo il noto columnist, che non nominiamo, perché lo conosciamo troppo bene e tutto sommato “è un amico” e da cristiani lo amiamo, molto prima di come amiamo un nemico, non lo sa. Il nesci, eccellenza? O non l’hai capito. O fai finta di non capirlo. I politici la mafia, di regola, li nomina, li crea e li distrugge.

Che in tutto questo bell’alveo, morto Andreotti, adesso Belzebù sia Silvio Berlusconi e gli altri diavoli siano Trump e gli  altri che nell’articolo “suso ho detto” è una vera baggianata. Non per un motivo, ma, come dicevano Veronelli e Vittorio Gassman: i motivi sono millanta…

Scaramacai

1 comment
  1. Un’interessante ricostruzione, purtroppo poco nota. Occorre, del resto,
    sempre ascoltare “tutte le campane”.

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