Macron batte per il momento la Le Pen: ma chi è esattamente?

Marine Le Pen ha festeggiato ugualmente: mai tanti voti e spera ugualmente.
Macron per festeggiare trova il modo di baciarsi così con sua moglie. una maestrina che , si dice, studia da First lady
Macron festeggia come replicasse il bacio alla sposa. Altra raffinatezza. Lei è una maestrina ma , si dice, studi già da First lady.
Con questa finezza si manifesta contro "la destra": le femen.
Con questa finezza si manifesta contro “la destra”: le femen.

Marine Le Pen ed Emmanuel Macron si contenderanno la vittoria nella corsa finale all’Eliseo. Sono i due candidati che andranno al ballottaggio in Francia. Ma il 38enne Emmanuel – che si dice sia “il candidato di Rothschild”, cioè dei “cattivi del mondo – è andato in testa di misura: al primo turno ha avuto la meglio lui, indicato ora come “il centrista”, con il 23,75 per cento, mentre la leader del Front National ha raccolto il 21,53 per cento delle preferenze (il miglior risultato di sempre per il suo partito). Adesso si attende la seconda e decisiva tornata, ma i due rivali saranno ormai soli “testa a testa”. In pratica la destra perde, per il momento d’un soffio da un’altra destra, liberale. Macron si definisce dichiaratamente “liberal – socialista”: un modo marpione per raccogliere voti a destra e …a manca. Per smentire le previsioni dei mesi scorsi, che vedevano la Le Pen pericolosamente ad un passo dalla vittoria, sono state platealmente adottate tutte le misure possibili.

L’Europa, adesso, gioisce e con essa tutto il mondo dell’ufficialità, quello mediatico, che aveva bastonato invano Trump, la Brexit e il No alla riforma Renzi. Gongola già, contando che al ballottaggio assisteremo al bis. Junker è corso a congratularsi: è il politico rimasto in sella dell’Ue, dopo essere stato “preso” come le mani nella marmellata per riciclaggio ai massimi livelli nel continente… Bella gente, insomma! E anche le borse vanno alle stelle. E’ almeno così che dicono i media. Già, che tragedia, se avesse vinto Marine Le Pen! I tanti francesi che l’hanno votata hanno, evidentemente, la scabbia alcuni, la rogna gli altri. Sul piano della notizia, però, la Francia di “allons enfants” e “de la Revolution” per eccellenza ha voltato di nuovo le spalle – come ai tempi di De Gaulle e del gollismo – a tutto ciò che qualcuno si ostina a chiamare progressista e coincide, invece, con uno stucchevole allineamento agli errori ideologici del marxismo, ad un modo ideologico di ragionare, corollario della stessa mentalità dell’Illuminismo. Decantato da alcuni come fosse realmente ciò che esso sostanzialmente riteneva: il lume dell’umanità! Val la pena di sintetizzare telegraficamente l’errore. Appartiene allo stesso pensiero di Platone: credere che, grazie ai dettami delle parole scritte di uno o più brevi scritti, magari di volumetti come La Repubblica, Il Capitale – qualunque ne sia il valore letterario, poetico e filosofico – si possa riformare il mondo ed aggiustarlo nel corso di una generazione, di mezzo secolo, di un secolo. Ciò senza fare i conti con millenni di storia, con la realtà articolata della società civile, dei suoi “credo” religiosi, dei suoi codici di legge, che sanciscono tanta esperienza storica, etnografica, giuridica, civile. Concepire una linea di pensiero è un fatto, storicizzarla e utilizzarla come un vademecum è tutt’altra cosa…

Le parole appena sintetizzate dovrebbero far comprendere come la destra pensante (non quella ideologica) sia ben più seria di come la si dipinge da oltre 100 anni e la sinistra, troppo spesso soltanto ideologica, sia molto meno affidabile di come sia abituata ad auto referenziarsi. Il “guaio” è che da più decenni la sinistra piace ai massimi poteri, perché propugna i comodi (per qui poteri) principi dello statalismo. Ciò limita quello che è (sempre per quei poteri) il pericolo del pluralismo. Cioè di maggiori dosi di libertà. Per paradosso, quindi, la destra, accusata di fascismo, è più libertaria della sinistra, ma anche più progressista, perché ha più fede nella crescita e nello sviluppo a livello diffuso…

Ma, alla velocità della luce, si sente dire che le borse europee “volano”. Già, gli “investitori” festeggiano il primo round del voto in Francia, scommettendo che a maggio vincerà la corsa all’Eliseo il candidato “centrista”, Emmanuel Macron, che da un giorno ha ottenuto il numero maggiore di voti. I primi a festeggiare sono quelli di Wall street: potranno giocare sempre alle bolle, ai titoli fasulli, alle sarabande sui default “degli altri”. Viva Murdoch! Viva i Rothschild! Gli esperti ritengono che Macron, come presidente di Francia, potrebbe dare stabilità all’Europa. Poco importa, fra l’altro, che sia, almeno per la sua bandiera, un candidato liberale e che i francesi siano caduti in una trappola non certo inventata da lui, ma dal solito burattinaio… Per colpire la Le Pen in Francia come altrove, si ricorre ad un’operazione di facciata e …che cale se formalmente sia una destra a battere un’altra destra? Frattanto l’Euro si è rafforzato (urrà, cresceremo ancora fino a venderci le ultime collane della nonna). Ma l’euro è balzato sopra la soglia di 1,08 nei confronti del dollaro! Bene, quindi sarà più difficile esportare in Usa ed anche altrove: che bello, che bello, che bello! Ma sono scesi gli spread e sono volati soprattutto i titoli delle banche europee. Vincono le banche? E chi se no? Vince chi fa denaro con altro denaro. Poveri latini che predicavano che …pecunia non facit pecuniam. Era una visibile  esortazione: non che anche presso di loro non esistessero i “cravattari”. Con quei detti e il corpus juris, non ancora sistemato da Giustiniano, unificarono il mondo, costruivano ponti che reggono ancora, palazzi in cui tuttora si vive, ma…

Ma chi è Emmanuel Macron? E’ un’innegabile “mezza calzetta”. E’ il classico candidato perfettamente “inventato“, un personaggio “creato dal nulla” in perfetto “stile massonico” come Barak Obama: fino a 3 anni fa era uno sconosciuto, fino a 2 anni fa pochi francesi lo conoscevano, fino all’anno scorso nessuno pensava che sarebbe stato il successore di Holland sulla poltrona appartenuta a De Gaulle, Giscard, Mitterrand, al timone della terza potenza europea, Illustriamo lo stile massonico: Obama era il primo presidente nero; con Macron si inneggia gridando “largo ai giovani”, è il primo presidente under 40, così come in Usa si gridò “largo all’anti razzismo”. Già, Obama, il primo presidente nero… Con Hillary si sarebbe inneggiato: “largo alla prima donna”. Operazioni “condite”anche da una demagogia ributtante. Eleggere un capo di stato non perché sia quello giusto, ma perché è nero, è donna, è fresco di prima comunione… C’è di peggio: l’operazione include un aiuto anche a Fillon. Marine Le Pen avrebbe stravinto, ma occorreva disintegrare i voti di destra, rompendo i giochi. Fillon, un altro pupo fra i pupi, un altro di destra contro la destra viene usato come una mignatta nella nave di madame Marine Le Pen.

Altrove, come in Italia, Spagna e Grecia, quel che occorre è, invece, di rompere i giochi della governabilità. Focalizziamo l’Italia: Berlusconi che,\\\\\\ pur con i suoi difetti, lavorava per la governabilità, aveva accettato (da qui capisci che è anche un ingenuo) di dimettersi (contro le più radicate peggiori tradizioni nazionali), poi (protagonista di vari dignitosi passi indietro) aveva tentato di cercare il gol restaurando un vero maggioritario (comunque andasse), poi aveva tentato il patto del Nazareno. Hanno inserito Grillo, un comico al comando di un partito che ora pretende – ma non ci riuscirà, vedrete – di governare l’Italia, la quarta potenza europea. Il suo vero ruolo: rompere i giochi. Poi lo silureranno, come hanno già fatto nell’espace d’un matin con Matteo Renzi. Chi odia il mondo e cerca il suo male? Come nel caso di Roger Rabbit, ad odiare il mondo non può essere altro che il mondo stesso. Ed a rappresentare il mondo si è candidato ed esercita il potere oggi l’alta finanza, le banche, in mano a massonerie, triade e  Bilderberg. Proprietà diretta o indiretta di una sola famiglia al mondo: i “favolosi” Rothschild, spalleggiati dai loro cugini – vassalli Rockefeller.

Sono queste le forze in campo che guardano l’umanità come un’enorme sommatoria di burattini. E più vi regna l’errore, vi serpeggia la droga, vi alligna l’incertezza o lo sgomento meglio è! Perché un popolo impaurito si domina meglio, si spinge ai comportamenti succubi ed ai consumi voluti al prezzo richiesto! Contro tali forze i popoli dovrebbero difendersi. Come? Con la sola loro rappresentanza possibile: tramite “quei porci” dei politici. Meglio loro però – credeteci – che Rothschild e i loro cugini Rockefeller, padroni, in sostanza, di tutte le barche del mondo che ci ostiniamo a chiamare “libero”. Difendersi come? Mandando al governo i politici giusti! O meglio, i “meno peggio” che abbiamo. Quali? Quelli che “rompono il giocattolo”

Marine Le Pen, però, non ha gettato la spugna. Ora l’obiettivo, infatti, si sposta al 7 maggio, data del ballottaggio. E sin da oggi la Le Pen parte all’attacco accusando Macron di essersi presentato alle elezioni presidenziali senza …un programma per proteggere il popolo francese dal rischio del terrorismo islamico. Parlando da Rouvroy, Le Pen ha definito il suo avversario “debole” contro il terrorismo islamico, ribadendo che lo scrutinio elettorale è …un referendum per o contro la “globalizzazione selvaggia”, la mondializzazione, cioè.

La leader del Front National attacca anche il fronte repubblicano che – dice – “è marcio, e nessuno lo vuole più e che la Francia lo ha scaricato con rara potenza ma …ora cerca di coalizzarsi intorno a Macron”.

L’establishment  con tutti coloro che si sentono …inseriti nel sistema – parte deciso. Persino Alliance Police Nationale, il principale sindacato della polizia francese, lancia un forte appello a mobilitarsi contro la candidata del Front National, Marine Le Pen. In una nota diffusa a Parigi, il sindacato scrive che ogni agente di polizia è chiaramente libero della sua scelta, ma si schiera contro Le Pen nel ballottaggio del 7 maggio, a favore di Emmanuel Macron. Alliance Police Nationale, prosegue la nota, aveva già lanciato un appello per sbarrare la strada al candidato che rimette in discussione la …democrazia sociale.

Poi una festa in brasserie, scatena la polemica: Emmanuel Macron affronta già la sua prima polemica dopo essersi qualificato per il secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia. Critiche si sono abbattute su di lui su Twitter dopo che sono filtrate le foto della festa serale nella brasserie “La Rotonde”, dove ha celebrato i risultati insieme a una serie di volti noti. Secondo lui ha la vittoria in tasca e già vende la pelle dell’orso, ma non lo ha ancora ucciso. Vedremo! La storia continua verso il ballottaggio, ma siamo certi che, prima o poi, tante verità verranno a galla: il male è abilissimo a travestirsi d’altro, anche da bene. Ma i nodi, dice il più vecchio dei proverbi, vengono prima o poi al fatidico pettine…

Scaramacai

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