Migranti fra Conti (il premier) e …conti (i numeri)

Marcia di Africani verso la costa: sono troppi perché lo dice Salvini? O si dovrebbe con ogni mezzo fermarli in Africa e mantenere, semmai, in loco? E, meglio ancora, aiutarli a crescere: non dar loro un pesce ma la canna e un manuale per l’uso… Ma con iniziative concrete, articolate, finanziate, univoche da parte dell’Europa (Unita?)

Salvini sì, Salvini no. L’Italia si perde sempre di più in “ciance“. Spesso anche …da cortile. Bisogna abituare gli eredi di Dante, Leonardo, Galileo, Marconi, Enrico Fermi… a ‘leggere’ di più ‘i dati‘ o ancor più facile(?) i numeri. E, questi, metterli a confronto. Facciamo un po’di CONTI in tasca agli sbarchi, ai migranti, ai costi affrontati.Ma non in sé per sé (le cifre sembrano sempre, più o meno alte) ma confrontandole: quanto sacrificio comporta un immigrato rispetto ad un malato italiano?

“Dopo la tragedia del ponte Morandi – ha affermato il Presidente dell’Upi, Michele de Pascale nell’agosto del 2018ci venne chiesto un monitoraggio urgente sugli oltre 30mila ponti, viadotti e gallerie in gestione. Consegnammo al Ministero delle Infrastrutture un quadro da cui emergeva la necessità di intervenire su 5.931 strutture, e di procedere con indagini tecnico diagnostiche urgenti su 14.089 opere. Ma nulla è stato fatto”. L’Upi, Unione delle Province d’Italia, rappresenta tutte le Province italiane (sopravvissute in qualche modo a se stesse…), che promuove e supporta tecnicamente e politicamente in particolare su sicurezza, lavoro e welfare il territorio di competenza. E’ un’associazione che riunisce le province ad eccezione delle provincie autonome di Bolzano e Trento e della Valle d’Aosta valorizzando (incredibile, vista “l’abolizione” delle stesse) il ruolo di questi enti locali rispetto al governo centrale…

Per inciso ribadiamo che delle Province è stato realmente abolito solo il voto: un provvedimento di contro democratizzazione evidente.

Il premier Conte ha poi annunciato che per la protezione del territorio “sono stati stanziati 11 miliardi su base pluriennale”. Ora soltanto dobbiamo accelerare con tutte le opere”.

Riflettiamo: 11 miliardi su ‘base pluriennale’. Intanto, l’Italia ha speso in soli 5 anni, prima di Salvini, 16 miliardi di euro per mantenere i finti profughi in hotel.

Ma quanti soldi sono, in effetti, 16 miliardi di euro? Sono abbastanza per dare, ad ogni singolo italiano più di 250 euro. Abbastanza per sistemare i 6 mila viadotti a rischio crollo?

Una ricerca del Centro studi Impresa Lavoro rivela che nel solo triennio 2014-2016 i profughi – esclusi dunque gli altri immigrati o migranti come piace dire ai media di distrazione di massa – saranno costati all’Italia oltre 6 miliardi 145 milioni (1 miliardo 399 milioni nel 2014, 2 miliardi 115 milioni nel 2015 e 2 miliardi 629 milioni nel 2016). Sono circa 300 euro a famiglia.

La voce più ‘importante’ fra i costi è quella dell’accoglienza – vitto alloggio e marchette varie – di quelli che poi, al 94 per cento risulteranno clandestini non profughi: 3 miliardi 668 milioni, cioè più di 643 milioni nel 2014, quasi 1,3 miliardi nel 2015 e 1 miliardo 752 milioni nel 2016.

Gli sbarchi hanno generato circa 87 milioni di altri costi per la primissima assistenza (trasporti, noleggio strutture presso i porti, acquisto di coperte, indumenti, etc.), ai quali vanno aggiunti 1,2 miliardi di costi militari (pattugliamento delle coste, rafforzamento delle frontiere, le missioni navali e aeree, contributi italiani alle missioni Frontex e EuroForNavMed).

Non dimentichiamo, inoltre, le spese sanitarie. Perché non solo devastano i nostri ospedali e diffondono malattie, ci costano anche quasi 863 milioni.

Poi ci sono le spese amministrative (141,6 milioni) per le istruttorie delle pratiche di richieste di asilo nonché per il gratuito patrocinio. Tutti soldi che finiscono agli avvocati delle associazioni ‘umanitarie’.

Infine, nel conto complessivo va aggiunto quanto speso nel triennio dagli Enti locali (185 milioni) per sistemare le aree adibite all’accoglienza nonché il costo della popolazione carceraria immigrata irregolare e quello dei relativi rimpatri.

“E’ molto chiaro – ha commentato l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi Impresa Lavoro – che i costi per la gestione di questa emergenza stanno crescendo esponenzialmente di anno in anno, L’effetto è generato in parte dall’aumento degli sbarchi, in parte dalla lentezza (voluta, per ingrassare le coop del PD ndr) con cui il nostro sistema esamina le richieste di asilo e dispone gli eventuali rimpatri. Rischiamo di ritrovarci con una pericolosa bomba nei nostri conti pubblici…”

Solo nel 2017 l’Italia ha speso altri 4,3 miliardi di euro per l’accoglienza dei sedicenti profughi. Tutti soldi che potevamo spendere per infrastrutture, pensioni e giovani disoccupati. Viadotti.

La cifra è scritta nero su bianco nella relazione sul Rendiconto generale dello Stato pubblicata dalla Corte dei Conti. Nel 2018, il PD aveva poi ipotizzato una spesa tra i 4,7 e i 5 miliardi e rotti di euro. Insomma, 10 miliardi di euro in soli due anni: indegno.

I porti chiusi hanno condotto ad un crollo degli sbarchi dai 181.436 del 2016 e dai 119.369 dell 2017 ai 23.370 del 2018. Nel periodo di governo populista, con Salvini al Viminale, sono sbarcati 9.839 clandestini contro i 55.613 dell’anno precedente, con Minniti ministro.

Il “governo abusivo”, però, ha riaperto i porti: in pochi giorni sono sbarcati quasi mille clandestini. Circa 400 scaricati tra ieri e oggi dalle navi straniere delle Ong.

Adesso, vogliono smantellare i decreti sicurezza, ripristinando la famigerata ‘protezione umanitari’, quella che rendeva profugo un clandestino come Oseghale o gli assassini di Desirée: tutto per foraggiare le Coop.

Non sono soltanto: i 35 euro a botta o i 500 che spettano ai sindaci dei comuni che decidono di accogliere, ci sono un mare di altri finanziamenti come contributi occasionali, progetti d’integrazione, assegni per i minori non accompagnati e per le persone con patologie, mentali e non.

Un decreto firmato dall’allora responsabile dem del Viminale, Marco Minniti (28 dicembre 2017) – che pure decideva meglio dell’attuale governo – ha provveduto ad accreditare quest’estate una cifra vicina ai 20 milioni di euro sui conti correnti di 754 enti locali, praticamente tutti guidati dal Pd, per pagare i conti dell’accoglienza: quasi sempre di sedicenti minori non accompagnati, che costa il doppio dei loro ‘colleghi’ adulti.

Misure urgenti a favore dei Comuni in materia di accoglienza”: Roma ha ottenuto 1.384.000 euro. Poi c’è Bologna (880.000 euro), Milano (324.000), Torino (272.000) e Firenze (235.500).

A conti fatti, l’Italia ha speso in ‘accoglienza’ oltre 16 miliardi di euro in 5 anni: una somma oscena. Circa 800 euro per ogni famiglia italiana.

Che cosa si sarebbe potuto fare con 800 euro in più? Sicuramente meglio di mantenere centinaia di migliaia di finti profughi in hotel in questi anni. E non è ancora finita. Perché, ad oggi, l’Italia continua a mantenerne in hotel quasi 100mila.

Quanti viadotti si potrebbero sistemare, con i soldi che regaliamo alle coop del Pd, per sollazzare questi …indesiderati turisti?

E fanno ridere i ‘soloni’ che dicono “sono due cose differenti”: “…se spendi i soldi da una parte, li togli da un’altra”. Tertium non datur, o quasi… Comunque, in fase di Finanziaria si ragiona esattamente così: addizione, sottrazione. Fin troppo – diciamo noi: perché da alcune spese la nazione e lo stesso stato alimentano un ritorno, a volte a lungo, a volte anche a breve termine. Sì, l’economia oggi è dinamica. Anzi è dinamismo. Ma qui, dov’è il ritorno?

Gesse

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