Salita a Monte Pellegrino e discesa a Mondello: iter negato (Un lungo reportage)

Don Gaetano rettore del Santuario, un prete che usa la parola come si deve. Qui si affaccia per un attimo sul panorama precluso… (Sullo sfondo della foto chi è bravo vede Ustica e sogna tutto il Tirreno). (foto Albaria)

Una splendida – a dir poco – passeggiata in macchina per noi tutti, palermitani, da Palermo a Mondello, passando dal promontorio più bello del mondo e un saluto alla “Santuzza”. Un itinerario senza pari per i turisti in pullman o in auto con sosta sul cocuzzolo, o quasi, da dove la Santa benedice Palermo e il mare, si vedono Capo Gallo, l’Etna e le Eolie nei giorni più chiari.

Sì, parliamo della doppia salita di Monte Pellegrino, che trova l’arrivo a Mondello, la località balneare che tutti “ci invidiano”. Parliamo dell’assurdo di tale percorso. Perché tali luoghi hanno la sfortuna di trovarsi a Palermo: andiamo avanti. Ricominciamo il discorso. Quel percorso, per chi lo vide una ventina d’anni attivo, è …poesia.

Mille ricordi, mille escursioni, anche due corse automobilistiche in salita: glorie da Belle Epoque? No dopoguerra. L’ultima corsa di Nuvolari sulla vecchia strada, la prima vittoria di Ninni Vaccarella sulla Mondello – Santuario (Maserati 2000 rosso salsa).

Scappate in auto con la bella del momento e “pomiciate” a go-go. Niente di strano se la domenica ci si andava per pregare al Santuario. C’è un tempo per ogni cosa. E, alla fine: “perché non scendiamo dall’altra strada a Mondello?”. Ma sì, una passeggiata – stavolta a piedi – a sentire il rumore e l’odore del mare, della battigia e …un gelato senza pari al Baretto di Valdesi o al Bar del Chiosco nella piazza del “paese”. O qualcos’altro. Col cuore pieno di belle cose e di poesia: “…restiamo ancora, mangiamo qui, perché tornare a casa? Ce n’è per tutte le tasche, da un pane e panelle all’aragosta. L’importante è la compagnia: l’importante sono Mondello e Monte Pellegrino, perle, brillanti incastonati in un anello d’oro chiamato Palermo…

In qualunque città del mondo ecco un palcoscenico naturale a quattro o cinque dimensioni da curare come un salotto all’aperto.

Palermo, invece, dichiara il Monte Riserva naturale. Bella trovata. Ma, praticamente, “lo chiude” alluso e al godimento generale, com’è – del resto – suo costume: impercorribile per i divieti e senza parcheggi.

Palermo città chiusa, eterno cantiere del nulla.

Il resto del mondo cambia. Palermo no: peggiora. Guardiamo Bilbao che cosa è diventata, senza tradire il centro storico. Sembra Sydney e siamo in Spagna. Bilbao ha il Museo Guggenheim, noi ci teniamo strette le tanto preziose vecchie pietre. Sono queste -anche se non hanno voce – le prime a condannarci pollice verso, mentre giochiamo alla …capitale italiana della cultura per 1 anno. Mah! (Germano Scargiali)

Contro tutto l’assurdo della “doppia salita negata” è insorto il Club Albaria di Mondello guidato dal suo iperattivo direttore Vincenzo Baglione, protagonista di tate  battaglie in difesa vincitore di altre battaglie a favore ella “sua” Mondello… Cioè della Mondello che ama come pochi.

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Un "film" in 4 inquadrature con la regia dell'Abaria che parla da solo.
Un “film” in 4 inquadrature con la regia dell’Albaria che parla da solo.

Ecco i concetti incontestabili ripresi dal loro sito.

Palermo di bellezze ne offre tante ma l’itinerario turistico unico al Mondo che portava al Santuario e poi a Mondello scendendo verso il mare è ormai bandito da anni. Niente più vista mozzafiato del golfo e azzerati i pullman di turisti dal Santuario di Santa Rosalia a piazza Mondello passando dalla spiaggia.

Da un testo firmato da Valerio Tripi (aggiornato fino al 24 gennaio 2019).

E’ chiusa, ormai da tanti anni, la strada che da Palermo porta a Mondello passando per Monte Pellegrino. A ricordarlo ci sono dei cartelli stradali di divieto e due cancelli su via Monte Ercta: uno all’inizio della discesa di Monte Pellegrino, l’altro subito dopo le ultime case all’inizio della salita dal lato di Mondello. Proprio sul punto della strada dove c’è un altro cartello stradale che addirittura indica la fine della città di Palermo.

Eppure siamo in piena Riserva di Monte Pellegrino il cui stato di abbandono e degrado è paradossale. Un luogo che dovrebbe essere più che tutelato. E invece a essere penalizzati sono sia il luogo di culto, sede del Santuario della patrona di Palermo Santa Rosalia, che liberò la città colpita dalla peste nel 1624, che una delle attrattive turistiche principali della città.

Palermo di bellezze ne offre tante ma l’itinerario turistico che portava quanti volevano visitare la zona della fiera fino al Santuario e poi a Mondello scollinando verso il mare è ormai bandito da anni.

È divenuto sempre più frequente che negli itinerari quello che prima era un’unica meta adesso diventi gioco forza un’alternativa.

O si scala Monte Pellegrino o si va a Mondello. Niente più vista mozzafiato del golfo dall’alto e azzerati i pullman di turisti che scendevano da Monte Pellegrino verso la passeggiata della spiaggia per giungere fino alla piazza di Mondello. Ma azzerati anche coloro che dalle borgate di Mondello, Partanna o Sferracavallo erano soliti salire verso Monte Pellegrino.

Dal lato dell’antica salita (zona fiera) il traffico è consentito per tutto il giorno, anche se un cartello stradale inganna i meno informati e principalmente gli stranieri, in quanto il divieto di circolazione a pedoni ed auto scatta dalle 23 alle 6 del mattino. Troppo alto il rischio per lasciare libera la circolazione. E nelle ore in cui le vetture possono andare e tornare, gli automobilisti lo fanno a proprio rischio e pericolo visti i cartelli informativi in lingua italiana dell’Ufficio Protezione Civile e Sicurezza di Palermo che avvertono “… zona ad alto rischio dal piano per l’assetto idrogeologico. E’ pertanto possibile la perdita di vite umane e gravi danni agli edifici e alle infrastrutture”.

Va detto che ci sono anche gli autobus del servizio pubblico e pullman che fanno la spola lungo i tornanti. Però è ben evidente che Monte Pellegrino non sia liberamente fruibile e che il volume di visitatori sia minimizzato rispetto al potenziale reale di tutta la zona.

Dal lato di Mondello, invece, la strada resta chiusa ventiquattr’ore su ventiquattro.

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L’Albaria dà ora piena voce al sacerdote Don Gaetano Ceravolo, il più esperto della materia…

“La montagna è viva – dice don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario di Santa Rosalia, che sa tutto sulla vexata quaestio – i rocciatori hanno lavorato per parecchio tempo dall’agosto 2012 quando è stata chiusa la strada per caduta massi. Poco tempo prima rispetto alla data fissata per la riapertura si è verificata un’altra frana con un grande masso slittato fino a bordo strada e per questo l’apertura è stata rimandata ancora. Sono stati fatti nuovi controlli soprattutto nel tratto vicino alle due gallerie. Poi un anno e mezzo fa un nuovo stop per un’altra caduta massi provocata dagli spostamenti dei cinghiali. Per questo è stato istituito il divieto dalle 23 alle 6 perché è la fascia oraria in cui i cinghiali si muovono per andare a caccia di cibo rischiando di provocare frane. È stato proprio in quel periodo che i massi sono caduti sul versante dell’Addaura. Recentemente i rocciatori hanno messo in sicurezza anche la parte sopra il santuario. Giustamente cercano di fare tutti gli interventi in una volta sola anche a costo di tenere chiusa la circolazione un po’ più a lungo”.

Turisti e fedeli, ma anche potenziali clienti delle diverse attività che ci sono su Monte Pellegrino, non sono così numerosi come quando la viabilità era aperta su entrambi i versanti.

“Molti turisti sono scoraggiati per la strada chiusa – continua don Gaetano – anche perché quando scrivono su Google maps per cercare l’itinerario, l’unico consigliato li porta su via Monte Ercta.”

Quello di don Gaetano è uno sfogo che chiama i cittadini a una maggiore consapevolezza.

“La gente – continua il sacerdote – si lamenta, ma dovrebbe segnalare alle autorità con maggiore senso civico. La gente pensa che basti pubblicare un post su facebook. Ma in quel modo se è vero che si parla al mondo, nessuno ti ascolta. Basterebbe fare le segnalazioni alle persone giuste. Io, per esempio, quando segnalo un ramo che cade sulla strada o un disservizio al comune, ho sempre dei riscontri”.

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Il Pellegrino e i suoi cartelli, Mondello e i suoi gabbiotti 

A proposito dei cartelli (prosegue il testo Albaria) che segnalano la fine del territorio della città di Palermo, il parroco ammette che la cosa ha incuriosito anche lui e chiederà informazioni agli uffici competenti.

Niente più viste mozzafiato di Palermo dall’alto e azzerati i pullman di turisti che scendevano dal Santuario verso la spiaggia di Mondello: un danno che, calcolato sulla base di appena 10 pullman per una media 500 turisti al giorno, porta ad un totale di oltre 150.000 presenze che, senza calcolare quanto potrebbero spendere ai chioschi di souvenir e ristori, incide pesantemente sulla promozione di questo tesoro turistico di Palermo.

“Ma è così difficile – scrive un utente della nuova webcam di Mondello paese – sistemare il tratto di strada per Monte Pellegrino, il promontorio definito da tutti, e non solo da Goethe, come il più bello del mondo? A chi giova la chiusura e il mancato ripristino della viabilità originaria? Quali sono i problemi che impediscono gli interventi per utilizzare in maniera ottimale questa risorsa straordinaria? Palermo è una città stupenda ma troppo spesso vengono trascurate quelle banalità risolvibili dall’oggi al domani”.

Restiamo a parlare di un info point della Piazza di Mondello che si presenta in tutta la sua grandezza ingombrando spazi vitali della piazza e togliendo la visuale del mare. Simile storia per il centro città, dove altri “punti guida” che dovevano diventare luoghi di promozione per le attrattive turistiche, risultano spesso chiusi.

A confermare il paradosso dei “gabbiotti” di Mondello, sono le segnalazioni dei visitatori della webcam di Skyline, che inquadra l’area della piazza con alle spalle il mare ed il Monte Pellegrino. Un occhio su Palermo e su Mondello grazie al portale che conta 16 milioni di utenti in tutto il mondo.

A proposito dei gabbiotti chiusi (il vezzo delle chiusure, nota di Palermoparla) il sabato e la domenica, questo è il risultato di un accordo nazionale che consente ai dipendenti assunti con contratto part-time di scegliere quando lavorare. I trenta lavoratori in questione hanno scelto di lavorare dal lunedì a venerdì: lasciando scoperti il sabato e la domenica. Ma, come per ogni problema cittadino, se il peccato è evidente non lo è il peccatore.(Fin qui il testo Albaria)

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Nota. Già, il vero peccato è che di sabato e domenica vorremmo fruire pienamente della bella Mondello che tutti ci invidiano. A voler infierire, la “vecchia strada” carrabile era stata chiusa anch’essa per alcuni anni (mania delle chiusure), ma c’era …la sorveglianza dei Rangers (la cui funzione era di cacciar via le coppiette in macchina) ed è stata riaperta solo nell’intermezzo di altre sindacature…

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