Riconoscere o negare la genitorialità alle coppie omosessuali?

Negare la genitorialità a chi genitore non è non è un’ingiustizia, quindi non può fare un torto a nessuno, la ragione di ciò è nella biologia e nella storia umana.

I “cosiddetti buoni”, che tanto buoni si sentono quando vorrebbero concedere a chiunque l’adozione di neonati, si sono mai chiesti che cos’è l’adozione, come funziona e, soprattutto, che cosa dovrebbe essere?

In Italia le coppie, formate da un uomo e una donna, che si candidano per adottare un bambino, devono rispondere a vari requisiti: stile di vita moralmente impeccabile, dimostrata capacità di educare un bambino, condizioni economiche non disagiate e via discorrendo… di conseguenza, adottare non è facile. Il concetto, sottostante a tutti questi requisiti è semplice: non si vogliono dare bambini a chi li desidera, ma i migliori genitori possibili ai bambini, quindi al centro stanno i bambini e non gli adulti. E’ al bambino/bambina che dobbiamo dare i genitori migliori possibili e non il contrario.

Oggi, però, va di moda aggirare le leggi, se ci fanno comodo bene, se no, facciamo di testa nostra, anzi le vogliamo cambiare secondo i nostri desideri o capricci. “La coscienza è solo un optional”.

Ad alcuni sembra che concedere diritti ad altri soggetti, che prima non li avevano, sia un passo avanti nella civiltà, solo che non sempre è così. La civiltà umana può andare avanti, ma anche indietro, dipende da molti fattori.

Perché non ci chiediamo, infatti, come mai non diamo la possibilità a tante giovani coppie (che li desidererebbero) di avere dei figli e, invece, gli rendiamo difficile ottenere un impiego, non solo, non offriamo ai nuclei familiari l’assistenza sociale e sanitaria di cui avrebbero bisogno e come unica risposta ai loro bisogni suggeriamo l’aborto? La società di oggi considera i poveri un peso, non si sente responsabile nei loro confronti, per cui se non sei economicamente autonomo non sei degno di avere figli. Di fatto, oggi i diritti sono solo dei più abbienti, i quali possono acquistare tutto ciò che vogliono, bambini compresi. Ma come mai non è più possibile dare, oggi, al popolo quel welfare che una volta sembrava, invece, facilmente a portata di mano? Tanto più strano se si pensa che il mondo di oggi è infinitamente più ricco di quello di una volta, quando lo si cominciò a proporre. Forse gli errori e gli sprechi compiuti lo hanno reso meno realizzabile, ma non è un buon motivo per farlo scomparire, tutt’al più andrebbero cambiati metodi e strategie. La volontà può tutto, ma è proprio quella a mancare. A colpirci, inoltre, è un grande sentimentalismo ostentato nei confronti di alcuni, ma totalmente inesistente per altri. Se lo spirito democratico ci porta oggi, giustamente, verso lo studio e la comprensione delle difficoltà vissute dagli omosessuali nella vita sociale, è pure vero che queste non saranno certamente superate creando ulteriori difficoltà e problemi ad altri soggetti.

Volendolo dire in poche parole: “non possiamo realizzare il bene attraverso il male”. Questo concetto è accettato anche da molti omosessuali che, pur chiedendo di essere rispettati in quanto tali, sono contrari all’adozione di bambini e si dicono sostenitori della famiglia naturale.

Un figlio nasce sempre da un padre e da una madre o, se lo si vuole dire con altre parole, da un uomo e da una donna.

Si può dire da uno spermatozoo e da un ovulo, pensando alla fecondazione in vitro? Certo, purché si aggiunga anche che lo spermatozoo proviene, comunque, da un individuo umano maschile specifico e l’ovulo da un individuo umano femminile specifico, cioè entrambi appartengono a due persone, un uomo e una donna che hanno caratteristiche uniche, cioè un dna personale che non è uguale a nessun altro. Il dna, infatti, contiene, fin dal momento del concepimento, cioè dall’inizio, tutte le caratteristiche che poi avrà quel bambino o bambina quando nascerà. Tertium non datur.

La legge italiana così com’è non è ingiusta perché è stata concepita sulla base di dati biologici accertati e non su desideri o volontà di singole persone, desideri che potrebbero pure avere delle motivazioni ragionevoli, ma la legge deve guardare agli interessi complessivi della società e non a quelli di alcuni individui. Ciò non per insensibilità o crudeltà dei legislatori, ma allo scopo di tutelare i diritti di tutti i soggetti coinvolti e non solo quelli di alcuni.

Se due persone omosessuali convivono e una di loro ha un figlio biologico, questo viene riconosciuto come tale dalla legge italiana perché effettivamente lo è, ma solo di uno dei due o di una delle due perché un bambino non può nascere da due padri o da due madri. In altri paesi, invece, ciò è ammesso, ma chi è che sbaglia?

L’Italia non è un paese qualsiasi, è, invece, giuridicamente, la culla del diritto, il luogo dov’è nato e si è sviluppato il diritto modernamente inteso, il diritto romano che ne ha posto le basi fondamentali. E’ vero che il diritto si evolve coi tempi, ma l’evoluzione non sempre è realmente tale perché potrebbe esserlo apparentemente, ma non sostanzialmente. Ad esempio, se una coppia di maschi omosessuali vuole avere un bambino deve, necessariamente, ricorrere a una donna che fornisca il suo utero affinchè ci possa essere il concepimento. Ma a questo punto bisognerà ricorrere anche alla fecondazione artificiale, quindi occorrerà pagare la donna perché acconsenta. Tutto ciò che cosa comporta? L’esistenza di una coppia di omosessuali ricchi e di una donna povera. C’è chi parla di offerta volontaria dell’utero da parte della donna, ma sappiamo che cosa comporta affrontare una gravidanza, e, soprattutto, tramite fecondazione artificiale? Una gravidanza è un evento che cambia completamente la vita di una donna, la stravolge: impegna tutto il suo fisico, la sua mente, le sue abitudini, cellule del bambino entrano a far parte dell’organismo della donna e viceversa, la donna non sarà più la stessa di prima, il bambino che è cresciuto nel suo grembo sarà sempre una parte di lei, per tutta la vita, e questa non è ideologia, è biologia, è scienza provata. Inoltre, la fecondazione artificiale comporta l’assunzione di medicine ad alto rischio per la salute della donna e persino il rischio di morte (tutte cose di cui non si parla perché il business è grosso). Potrebbe una donna affrontare tutto questo senza un’adeguata ricompensa economica? Certamente no.

E se ha un marito, un compagno, oppure dei genitori, questi come la prenderanno? Comunque, a parte l’opinione di parenti o amici, della gente in genere, questa donna saprà, o potrà, poi, gestire un simile avvenimento dal punto di vista emozionale?

Concepire un figlio e crescerlo nel proprio grembo significa sentirlo parte di sé, sentirlo figlio. Al momento della nascita darlo subito via ad altri è una violenza enorme, sia per la mamma che per il bimbo. Infatti, a volte è successo che le madri non lo hanno voluto dare ai committenti, è successo pure che il bambino, strappato alla mamma, ha pianto ininterrottamente per giorni e giorni. La legge italiana, inoltre, vieta il commercio di bambini che ricade sotto il divieto di rendere le persone schiave. Con l’utero in affitto si rendono schiave due persone: la mamma e il figlio. Da una parte c’è chi compra esseri umani, dall’altra chi li vende.

C’è chi ritiene che il riconoscimento del bambino come figlio della coppia costituisca un diritto del bambino, il quale potrebbe avere varie difficoltà, poi, nella vita pratica. Questo può essere vero in teoria, ma non dimentichiamo che a questi bambini è stata tolta, deliberatamente e non per caso, la possibilità di conoscere il vero padre o la vera madre e, quando cresceranno, sicuramente manifesteranno questo desiderio. Tutti i bambini adottati lo fanno perché è un desiderio naturale. Ai bambini che nascono da simili pratiche deprecabili, che implicano la riduzione di esseri umani in schiavitù, andrebbero date famiglie che li potessero crescere amandoli e rispettandoli. Nessuno dovrebbe mai acquistare un bambino tramite il denaro.

Una coppia omosessuale, prima di pensare a far nascere un bambino, dovrebbe riflettere su tutte le conseguenze. Quando facciamo una scelta che riguarda solo noi possiamo essere noi i soli arbitri, ma se una scelta può avere varie ricadute, anche molto negative per gli altri, ci dovremmo pensare bene.

Gli esempi potrebbero essere infiniti. Parliamo dell’utero in affitto. I “committenti” del bambino stipulano un contratto vero e proprio, quindi fanno una compravendita, con la donna che si offre di portare avanti la gravidanza. Attenzione, però, una donna imbottita di ormoni, necessari alla fecondazione artificiale, si può ammalare, può persino morire. Sapete, poi, quanti bambini muoiono per farne nascere uno? Quanti embrioni vengono distrutti e quanti restano congelati per anni e anni e probabilmente non vedranno mai la luce? Sono bambini microscopici sì, ma completi di tutto, basta solo lasciarli sviluppare. Vi sembra giusto che si commettano simili crimini per venire incontro ai capricci di qualcuno? Inoltre, sorgono, spesso, problemi: quando è scoppiata la guerra in Ucraina tanti bambini, frutto di tali compravendite, sono nati e nessuno si è presentato a prenderli. Ovvio, c’era la guerra. Risultato: tanti neonati abbandonati e a rischio di morire. Un altro esempio: una coppia commissiona un bambino a una donna indiana molto povera, ma questa partorisce due gemelli, uno sano e uno down, a questo punto la coppia ricca vuole solo il bambino sano, lasciando l’altro alla coppia povera, che, invece, decide di accoglierlo con amore.

Vogliamo elencare pure le caratteristiche che il bambino, definito prodotto del concepimento e quindi ridotto a oggetto, dovrebbe avere per i committenti (omosessuali o eterosessuali che fossero), a seconda dei casi? C’è chi lo vuole solo maschio o solo femmina, per cui se non è del sesso giusto impone alla donna un aborto oppure il nascituro ha qualche patologia e allora idem: va eliminato, non fia mai che dopo aver speso tanti soldi si dovessero trovare tra le mani un disabile…

E non è finita: potrebbero nascere due gemelli, ma la coppia ne vuole solo uno, per cui uno viene eliminato. Aspiranti genitori questi? Noi pensiamo, invece, che un bimbo sia un dono del cielo e vada amato in tutti i casi, un bimbo ha bisogno di cure e di amore, un disabile non è mai da scartare, nessun bambino può essere un oggetto con cui trastullarsi, non può e non deve essere considerato proprietà di qualcuno. I genitori naturali, biologici, sono i suoi genitori, così come le gemme di un albero appartengono a quell’albero e non a un altro.

Per nascondere la realtà di ciò che avviene, quando si utilizzano queste pratiche, chi si oppone all’uso dell’espressione “utero in affitto” ritiene che nel caso la donna offra il suo utero senza ricevere compenso in denaro, la pratica sia, invece, corretta e accettabile. Vediamo, allora, se, con un esempio, si può capire che non è affatto così, a proposito di utero in affitto per etero, omo e singoli.

“Il mio grande desiderio è quello di fare il medico e di curare i pazienti con amore e dedizione. E’ forse un desiderio malvagio? Assolutamente no, anzi. Purtroppo però non ho attitudine allo studio e ho già rimediato varie bocciature. Quindi trovo una studentessa molto brava e povera e, di comune accordo, firmiamo un contratto: io le pago le tasse universitarie, i libri e tutto l’occorrente e le riconosco un generoso compenso. Lei studia, fa gli esami, la tesi e sostiene l’esame di laurea. Il titolo di studio viene rilasciato a me, quindi ora sono un dottore e posso esercitare la professione. Dite di no? E perché? Allora diciamo, invece, che la studentessa è mia sorella, una mia amica, e vuole regalarmi la laurea. Non va bene nemmeno così? Siete proprio senza cuore. Mi odiate. Volete togliermi i miei diritti. Ma io ho chi mi difende nelle piazze e in Parlamento. La vedremo”.

Un bambino nasce per opera di una mamma e di un papà, questa è la realtà e la bellezza della vita, va accettata, non cambiata o camuffata. Se non posso o non voglio essere padre o madre naturale me ne posso fare una ragione: c’è tanta gente che non ha figli ed è contenta lo stesso, la felicità sta nell’accettare serenamente la propria condizione. Stratagemmi, fecondazioni assistite, escamotage di vario genere sono da evitare per il bene del bambino che deve nascere e crescere nella verità e nell’amore dei suoi legittimi genitori.

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