Scenario internazionale 2023 Il bilancio di fine anno è più nero che rosa

Poche luci e molte ombre. Lo scenario internazionale sembra cupo e tempestoso. La bellicosità Usa sembra, ultimamente arenarsi davanti alle reazioni decise della Russia e alle sue abili mosse diplomatiche, del resto in linea con la secolare politica sia zarista sia sovietica. Di mosse, invece, Biden non ne azzecca una, ma il mainstream continua ad osannarlo e a riproporlo come il candidato preferito per il secondo mandato presidenziale, ma cosa non torna in tale narrazione? 

Intanto, continuare ad elencare le colpe degli avversari politici in realtà serve a poco: questi saranno pure cattivi, ma, purtroppo per noi, sono vincenti. Infatti, quel che conta, nelle sfide, non è cercare delle scuse quando si perde, ma solo vincere.

Ora, a conti fatti, non si capisce bene quali vantaggi avrebbe poi riportato l’occidente in questi due anni di conflitti in giro per il mondo. Gli Usa, con Biden, alla via diplomatica nei confronti della Russia, hanno preferito la scelta bellica, ma – si dirà – non la si poteva evitare perché è stata la Russia ad attaccare per prima l’Ucraina, il che può anche essere vero se si dimentica che fin dal 2014 era lo stato ucraino ad attaccare il Donbass e la Crimea, regioni ucraine a larga maggioranza russofone. Dal 2014 al 2022 tempo per negoziare ce ne sarebbe stato, ma – ed è stato detto a chiare lettere dalla stampa Usa – in realtà il vero scopo degli yankees non era tanto unificare lo stato ucraino, ma far cadere il governo russo, in particolare Putin. Infatti, puntando ad indebolire economicamente la Russia, gli americani speravano di provocare delle rivolte interne che portassero a un cambio di regime. Così, almeno fin ad ora, non è stato: la Russia ha resistito alle sanzioni economiche, rinsaldando l’alleanza con la Cina e con altri stati orientali, il che le ha permesso di compensare le perdite subite.    

Se si tolgono i guadagni realizzati dall’industria bellica americana, tramite la guerra, quali altri vantaggi sono stati tratti?

L’economia interna americana perde colpi, tant’è vero che i favori dell’elettorato americano raggiungono appena uno stentato 40%, non parliamo di quella europea, impoverita anch’essa dalla guerra in Ucraina. Questo in Occidente, altrove, però, le cose vanno ancora peggio: il prolungarsi della guerra russo-ucraina ha provocato il nuovo conflitto israelo-palestinese, in quanto Israele era intervenuta militarmente a fianco dell’Ucraina contro la Russia, inducendo l’Iran, nemico acerrimo degli Usa, ad appoggiare Hamas.

Un conflitto, si suol dire, tira l’altro e speriamo di fermarci qui perché i rischi di arrivare ad un conflitto mondiale ci sono proprio tutti. Dopo di che qualcuno potrà dire: “ Ma non si poteva fare diversamente, agli attacchi si risponde con altri attacchi o, per dirla con altre parole, occhio per occhio, dente per dente, la ricetta ideale per restare tutti senza occhi e senza denti”.

Invece sì, si potrebbe fare diversamente e i conflitti potrebbero essere evitati, anche se non è facile. Un conflitto non scoppia mai all’improvviso, lo si può prevenire, una politica di pace si può portare avanti, anche se, certamente, non dev’essere una politica debole, la forza (economica, militare, diplomatica…) è necessaria, ma bisogna usarla con saggezza e lungimiranza. Invece, quella americana è spesso arrogante, superficiale, irrispettosa degli avversari e, alla fine, anche perdente.

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