Sport nazionale: il pallino torna alla scuola

Una semplice pista rettilinea, un paio di pedane per i salti, una di lancio del peso all’interno di una scuola: soluzioni che “fanno miracoli”.

Il Ministero della Pubblica istruzione – oggi Miur – riprende in mano il pallino dello sport. Esso gli era sfuggito quando il CONI, visibilmente geloso del successo della “macchina” dei Campionati studenteschi – che disponevano, già, di fasi provinciali, regionali e avevano appena istituito quella nazionali – li hanno nella pratica “svuotati” di valore e significato, oltre che di contributi, cercando di sostituirli con i Giochi della Gioventù, che, com’era prevedibile, si risolsero in un flop colossale. Anche altri eventi del tipo “Festa dello sport” hanno valore simbolico, ma non funzionale ai fini del reclutamento. Ciò che, invece, era tipico e connaturato nei tradizionali studenteschi…

I getto del peso ha il vantaggio - fra i lanci - di poter essere praticato in spazi ristretti
I getto del peso ha il vantaggio – fra i lanci – di poter essere praticato in spazi ristretti. Qui siamo in un campo scuola, ma palestre e attrezzature minime negli edifici scolastici sono una vera “medicina sociale”.

Riprendere in mano il pallino dello sport per il Miur (Ministero istruzione università ricerca) non è uno scherzo, perché la posizione di vantaggio della rete scolastica (ai tempi si erano organizzati anche i campionati provinciali per le medie inferiori con tanto di podio) sortisce effetti immediati di grandi proporzioni e, alla lunga, può contribuire in modo decisivo allo sport nazionale. Tanto valore hanno per tutta l’attività le leve giovanili, che, attraverso le aule e le palestre scolastiche hanno una chance ed una base enorme.

Lo stesso CONI non avrebbe dovuto che gioire e fruire dell’apporto della scuola. In Italia, pero, la mano destra non sa quel che fa la sinistra e – quel che è peggio – non vuol neppure saperlo.

Scuole di minibasket e di minivolley fioriscono (a pagamento), ma il momento di riflessione a scuola risulta fondamenale, anche per la partecipazione - anche in tribuna - dei compagni...
Scuole private di minibasket e di minivolley fioriscono (a pagamento), ma il momento di riflessione a scuola risulta fondamentale, anche per la partecipazione – anche in tribuna – dei compagni…

Gli studenti che iniziano le scuole superiori si trovano adesso per la prima volta a poter scegliere un nuovo tipo di liceo, il Liceo Sportivo. E’ stato il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ad avviare l’iter per la formazione del nuovo liceo, che prevede “più ore settimanali di Educazione fisica e qualche ora in meno di materie teoriche”. Se non ci saranno problemi, l’iter normativo dovrebbe concludersi entro il mese di febbraio, quando inizieranno le preiscrizioni degli studenti della terza media al primo anno della scuola superiore. Così la gamma dei licei salirà a 7.

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Atletica leggera: non si tratta che di muovere i primi passi, ma il reclutamento e l'incentivo è forte...
Atletica leggera, regina delle Olimpiadi: a scuola non si tratta che di muovere i primi passi, ma il reclutamento e l’incentivo è forte…

Il Liceo Sportivo nascerà come una seconda “opzione” del Liceo scientifico, insieme a quella già esistente di “Scienze Applicate”, dove non viene insegnato il Latino. Il Liceo Sportivo non avrà inoltre le ore di Geografia e Storia dell’Arte, che saranno destinate allo studio di altre materie. Il nuovo liceo avrà 3 ore settimanali di Educazione Fisica ed ore di Diritto ed economia dello sport. Come avviene negli altri licei, le ore settimanali saranno 27 per il biennio e 30 per il triennio.

L’obiettivo del Liceo Sportivo, come si legge nel decreto ministeriale, è semplice: “La sezione ad indirizzo sportivo è volta all’approfondimento delle scienze motorie e sportive e di una o più discipline sportive all’interno di un quadro culturale che favorisce, in particolare, l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali nonché dell’economia e del diritto”. Però non tutte le scuole potranno attivare l’opzione ad indirizzo sportivo: per avere questo tipo di liceo, infatti, dovranno “disporre di impianti ed attrezzature ginnico sportive adeguate”.

Non è poco in un’Italia in cui in moltissimi edifici adibiti a scuole e licei manca comunque la palestra, oppure in altre i docenti si limitano a dare un pallone agli alunni perché l’ora …trascorra. Pochissimo si fa, peraltro, sul terreno della cultura sportiva che è mediamente latitante. Come del resto avviene per la cultura in generale. Essa è vista come una realtà “libresca”, pur nell’era dei computer, divenuta purtroppo anche quella del “copia e incolla”. Peggio lungo la via di una cultura aperta, articolata, interdisciplinare. La cultura resta chiusa nelle “turris eburnee” degli specialisti. Anche la vertice un’opera culturale è ritenuta tale solo se focalizza argomenti specifici: spaziare, inquadrare è ritenuto …condannabile.

D’altro canto, gli effetti – nello sport – si vedono a livello di risultati. I recenti mondiali di atletica hanno parlato chiaro: nessuna medaglia all’Italia. Nessuno, però, ne ha tratto le adeguate conclusioni e le conseguenze.

Anche a livello di sport professionistico, il ciclismo italiano è in ribasso e nel calcio si assiste a sconfitte di squadre italiane – pur imbottite di argentini, brasiliani e slavi – che vanno a perdere contro una squadra di puri ucraini… Oppure la nazionale “suda” contro il Liechtenstein, Malta o l’Albania…

Gli errori sono visibili. Erano intuibili sin dalla vigilia di determinate decisioni e impostazioni. Infine, l’Italia è la sola nazione al mondo in cui lo stesso comitato olimpico si occupa di olimpiadi, sport professionistico e …salute pubblica.

Nessuno può non condividere la massima latina “mens sana in corpore sano”, tanto è trita e ritrita. Soprattutto, però, è vera.

L’Italia è una nazione di sportivi e di agonisti. Sono “le famiglie” o i privati a farne a tratti una “potenza sportiva”  o a salvare la faccia a Coni e Federazioni.

In Italia – ed è il colmo – manca un ministero al turismo e manca un ministero allo sport. Come anca un ministero della marina o del mare. Sono soltanto dipartimenti, sottosegretariati…

In tale realtà, dove il dipartimento allo Sport non riesce a darsi neppure una visibilità, il CONI, apparato di creazione fascista, un sopravvissuto (e proprio noi non siamo di quelli che puntano stupidamente il dito su tutto il fascismo), spadroneggia. In altre nazioni i C.O. si occupano solo di olimpiadi.

Anche l’Unione Europea contro lo sport …ci mette del suo. Non ne fa, infatti, parola. Così, vien da pensare come non accenni alla matrice cristiana dell’Europa, per non dire di quella cattolica (la “matrice” storica è questa, devianze a parte).  Già, l’Euro – dal quale in effetti “non si può” uscire – non è il solo aspetto, né l’unico particolare, da riformare di questa nuova Europa…

Non che in Italia il Miur sia il massimo dell’efficienza, ma almeno, in fatto di sport, ha “un’artiglieria” a disposizione: l’apparato scolastico i giorni di scuola le cattedre, i banchi… Il Miur è frutto, comunque, di una buona impostazione di partenza: aver creato questa super realtà che sovrintende all’istruzione e alla formazione culturale e tecnica non è male…

Ciò in cui si può sperare è che questo rinnovato interesse per lo sport a scuola abbia un effetto “a cascata” e comporti una nuova presa di coscienza da parte della P.A. e del Miur in particolare.

Germano Scargiali

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