Stavolta il politicamente corretto ha perso! Assolta Päivi Maria Räsänen ed il vescovo Juhana Pohjola

 Päivi Maria Räsänen è una donna forte dalle idee chiare. Madre di 5 figli, nonna di 7 nipoti, medico, sposata con un pastore luterano, ha pubblicato sette testi su matrimonio, aborto ed eutanasia visti nella prospettiva cristiana, ed è stata per 11 anni presidente del partito cristiano democratico finlandese e ministro dell’Interno dal 2011 al 2015. Non ha mai avuto paura a dire e scrivere quello che pensa. Nella sua condanna dell’aborto si è “addirittura” permessa  un banale e pur evidente raffronto con la legge sulla protezione degli animali: “La legge sulla protezione degli animali offre una protezione migliore ad un animale che sta per essere abbattuto rispetto alla legge sull’aborto a un bambino non ancora nato. È vietato causare dolore all’animale durante la macellazione, ma nessuno osa nemmeno discutere della dolorosa dell’aborto. L’aborto è difeso sulla base del fatto che il feto non è una persona umana, anche se è un individuo umano biologico dal momento del concepimento.”

Ma neanche sul tema tabù dell’omosessualità ha taciuto l’evidenza, attirandosi le folgori della polizia e della magistratura del suo paese ed il calvario di indagini a cui è stata sottoposta.

Ha iniziato ad essere indagata per un tweet del giugno 2019, comprensivo di un riferimento a  Romani 1:24-27, col quale criticava l’adesione della Chiesa evangelica luterana di Finlandia all’evento LGBT “Pride 2019”.

E’ stato l’inizio. Si è poi riaperta un’indagine su un suo opuscolo sulla sessualità e la famiglia naturale scritto 16 anni prima. Per l’occasione con lei è stato indagato il vescovo luterano Juhana Pohjola che l’aveva pubblicato sul sito web Luther Foundation of Finland.

E poi ancora altre due indagini su interviste in cui si è permessa di “condividere” il pensiero di Gesù sull’omosessualità. Ovviamente durante questo tempo non sono mancati i duri attacchi del potere mediatico finlandese.

Ha detto la Räsänen. “Non avrei mai creduto che questo accadesse in Finlandia perché siamo una democrazia con libertà di parola e libertà di religione nella nostra Costituzione”. Ma evidentemente non è più così. il procuratore di stato ha fatto le solite accuse di omofobia e i pubblici ministeri hanno letto versetti biblici “cattivi”, concludendo che la Bibbia non dovrebbe annullare la legge finlandese e che l’uso della parola “peccato” potrebbe essere “dannoso”.

La parlamentare ha quindi concluso che “Ti è permesso nella tua mente di essere d’accordo con la Bibbia, ma non puoi dichiararlo pubblicamente.” Il che per un paese che passa per democratico non è certamente il massimo!

Viste le premesse, si temeva un esito infausto per la deputata ed il vescovo che lunedì scorso erano in tribunale a rischiare una condanna a due anni di carcere. E invece….con un verdetto unanime di 28 pagine sono state prosciolti da ogni accusa, e lo Stato è stato condannato a pagare circa 60 mila dollari di spese processuali. La sentenza ha sottolineato che “non spetta al tribunale distrettuale interpretare i concetti biblici”, e che la Räsänen aveva cercato di “difendere il concetto di famiglia e matrimonio tra un uomo e una donna”.

Tutto  è bene quello che (stavolta) finisce bene. Rimangono anni di molestie giudiziarie e tanto tempo sprecato. Quelli non li pagherà nessuno . Ma rimane soprattutto sul tappeto il problema della libertà religiosa sempre più vessata nell’occidente ex cristiano e ora talmente liberista da processare San Paolo in tribunale e con lui tutta l’antropologia e la dottrina cristiana. Anche questo rientra fra i “diritti civili” promossi dal politicamente corretto e dalla dittatura del relativismo.

Il caso, che ha suscitato interesse in tutto il mondo, è stato gestito dal gruppo legale cristiano ADF International, il cui direttore, Paul Coleman, al primo giorno del processo, il 24 gennaio, ha dichiarato: “Caratterizzerei la giornata come un’Inquisizione moderna o un processo per eresia e l’eresia era che Päivi e il vescovo Juhana siano sotto processo contro la nuova ortodossia sessuale del giorno”. Esso inoltre ha suscitato echi decisi oltre atlantico. Il deputato Chip Roy, R-Texas, e Tony Perkins, presidente del Family Research Council, hanno stigmatizzato l’avvenuto, ritenendolo un “promemoria di ciò che verrà” e temendo che anche negli Stati Uniti tale “assurda ostilità anti-cristiana” possa manifestarsi se la libertà religiosa non è dovutamente protetta. E con Biden presidente, pseudocattolico e promotore di aborto e diritti LGBT, probabilmente avverrà!

In Italia, nel gennaio scorso, il senatore della Lega Simone Pillon, con un gruppo di sostenitori della Räsänen, aveva  manifestato davanti all’ambasciata il proprio sostegno alla deputata finlandese.

 

 

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